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Autore: Alys_90    18/04/2013    6 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti/e!
Vi porgo le mie scuse per questo ritardo, ma ho avuto alcuni problemi con il router! Scusate!
Ecco a voi il capitolo 15! :-) Spero come sempre che vi piaccia! :-)
Un ringraziamento speciale a chi recensisce e a chi ha aggiunto la storia tra le seguite, ricordate e preferite! *-* ♥ GRAZIE! ♥
Spero che continuiate a seguirmi! :-)
Il prossimo cappy verrà pubblicato al più presto! :-)
Alla prossima! :-)
Un bacio!


BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥



-Buongiorno ragazzi!-. Giunsi a scuola alquanto agitata e desiderosa di comunicare la mia brillante idea agli amici.
-Oh, ciao Fuka!- esclamarono Aya e Tsuyoshi.
-Ho una grande notizia da darvi!- enfatizzai. -Questa mattina la signora Misako mi ha chiamata e mi ha comunicato che Sana verrà dimessa oggi, prima del previsto! Le sue condizioni stanno via via migliorando e così il dottore ha detto che può tornare a casa!-
-Fantastico!- gridarono all’unisono i due piccioncini.
-E per tal motivo..- continuai -vorrei organizzare una festa di bentornato alla nostra amica! Che ne dite? So che ancora non si è ambientata e che ha difficoltà a parlare spontaneamente con noi, ma.. credo che apprezzerebbe il gesto. Dobbiamo riuscire a farla sentire a proprio agio!-
-Grande Fuka! Hai ragione, Sana ne sarà contenta!- strepitò Tsu. -Chissà, magari riuscirà a ricordare qualcosa..-
-Lo spero con tutto il mio cuore- dissi sconsolata.
-E dove si terrà questa festa?- intervenne Aya, guardandomi.
-Oh non preoccupatevi, ho già concordato tutto con la madre di Sana. Il party sarà a casa sua!-
-E gli invitati?-
-Amici e parenti- proferii. -Mi raccomando, spargete la voce.. Sana sarà felice di avere tante persone accanto a sé in questo momento delicato-.
-Va bene! Ci vediamo più tardi!-
-A dopo!-. Io ed Aya ci incamminammo verso la 5-3, quando Tsu corse di nuovo nella nostra direzione.
-Hey aspettate!-
Mi voltai, osservandolo respirare affannosamente. -Dobbiamo dirlo ad Hayama..-
-NO!- sbraitai. Akito non sarebbe dovuto venire, non ora.
-Ha causato fin troppo guai a Sana.. Non deve star male ancora!-.
-Ma..-
-No Tsu.. Fidati di me. È meglio che Hayama le stai lontano per un po’-.
-Sicuramente verrà a sapere della festa..- sostenne Aya, puntando gli occhi a terra.
Ci rimuginai su. Già, sarebbe venuto a conoscenza dell’evento. Tuttavia, non potevo permettere che Sana soffrisse ancora. Non lo meritava.
-Andiamo, la lezione comincia. Ciao Tsu-. Lo salutai ed entrai in classe. Mi sedetti al banco e presi i libri dalla cartella. Aya fece altrettanto.
Forse ero stata troppo dura, ma non potevo sopportare di sentire sulla mia pelle per l’ennesima volta la delusione di Sana, il dolore che provava ormai da mesi.
“Forza Fuka, concentrati”. Presi la mia penna preferita e iniziai a prendere gli appunti di biologia.
-Sì, ho preso la decisione migliore”. Poggiai il mento ad una mano ed osservai il cielo azzurro cristallino, attorniato da qualche piccola nuvola.
“Perdonami Akito..”.

***

Quella mattina arrivai a scuola stanco ed agitato. Durante la notte non avevo chiuso occhio ed ora ne subivo amaramente le conseguenze.
Presi una sigaretta dal taschino della giacca e l’accesi. Mi fermai accanto all’entrata e scrutai il numeroso via vai di studenti. Pensai a come doveva essere la loro vita, se ognuno di loro affrontava in continuazione nuovi ed imprevedibili problemi, se stavano vivendo una situazione simile alla mia, se avevano una persona speciale nel cuore, persa, forse, per sempre.
Gettai il mozzicone a terra, avviandomi nel corridoio. Poi, una bellissima voce mi fece trasalire e voltare.
-Akito! Aspetta..-. Seka. -Ieri hai dimenticato da me questo- disse, porgendomi l’orologio blu che mio padre mi aveva regalato lo scorso compleanno.
-Oh… grazie- risposi, imbarazzato. Sì, la causa della mia insonnia era stata la conversazione avuta con lei il giorno prima. Avevo pensato e ripensato a ciò che mi aveva confessato, a come avevo reagito io a quelle parole cariche d’amore.
 
Inizio flashback
 
Smisi di respirare. Per un attimo potei sentire il cuore pulsare contro il mio petto. Seka inchiodò lo sguardo sul pavimento e, con un debole sorriso, incrociò le braccia. La fissai, sorpreso.
-Lo sapevo.. Non avrei dovuto dirtelo..- disse, alzandosi di scatto.
L’afferrai dolcemente per il braccio e la costrinsi a sedersi di nuovo.
-Hayama, lasciami andare..-. Seka iniziò a divincolarsi nervosa. Dopo vari ed inutili tentativi di calmarla, la presi per le spalle e la obbligai a guardarmi.
I nostri occhi si incrociarono in un miscuglio d’oro e verde smeraldo. Le mie dita aumentarono la pressione, stringendola ancor di più.
Seka si immobilizzò. -Tu mi ami..- le dissi. -Non c’è nulla di male in questo.. Seka!-.
Le presi le gote tra le mani e l’abbracciai. Un abbraccio forte, carico d’affetto. E lei fece altrettanto. Mi strinse con tutto l’amore che le scorreva lungo le vene, piangendo.
-Aki.. Scusami..-
Mi scostai, asciugandole le lacrime che scendevano lente sulla sua pelle.
-Piccola, non piangere.. Sono qui e non me andrò mai. Ti voglio bene e il nostro rapporto non finirà!-
-Hayama, tu non sei innamorato di me.. Tu ami.. Sana..- sussurrò, singhiozzando.
La mia espressione divenne seria e non potei fare altro se non chinare il capo. Il ciuffo mi ricadde sugli occhi, oscurandomi la vista.
-Mi dispiace.. Io..-. Si rizzò in piedi, portandosi le mani al volto e nascondendosi dietro di esse. Scoppiò in un pianto dirotto.
Mi alzai e mi avvicinai quel tanto che bastava per sentire il profumo dei suoi lunghi capelli. -Devo andare..- sentenziai, posandole un leggero bacio sulla fronte.
-A domani-. Corsi via, senza voltarmi. Avrei voluto tenerla fra le braccia, avrei desiderato consolarla. Ma.. non potevo. Non volevo illuderla, era la mia migliore amica. Non volevo perderla.
Giunsi a casa, stremato. Salii in camera e presi l’album delle foto che tenevo nel cassetto da almeno due secoli.
Lo aprii e scorsi le immagini che vi erano ritratte. Io e Sana.. I nostri amici.. Le nostre famiglie..
-Aaarrgghh!.- Gettai violentemente l’album contro il muro, sparpagliando alcune foto per la stanza.
Mi lasciai cadere sulle sedia della scrivania, sferrando un poderoso pugno al legno ormai logoro.
-Sana… Torna da me..-. Gocce salate bagnarono i pantaloni della tuta. -SANA!-.
 
Fine flashback
 
-Bè, io vado in aula!- esclamò. La squadrai correre in quel suo caratteristico modo, che la rendeva agile e graziosa.
La seguii, in silenzio. Entrai e un fastidioso chiacchiericcio aumentò il mio mal di testa.
-Sì, io ci sarò!-
-Che bello! Una festa per Sana..-
-Già, sarà fantastico!-
Cosa? Una festa per..?
-Ciao Hayama!-. Tsuyoshi mi raggiunse e si sedette di fianco.
-Ciao.. Dimmi, che succede? Ho sentito che Sa..-
-Hai letto il capitolo 9? E ’veramente impossibile.. No ho capi..-
-Mi ascolti?!-. Lo fulminai con lo sguardo.
-Ehm.. Certo!- affermò, portandosi un braccio alla testa.
-Cos’è questa storia?!-
Tsuyoshi divenne serio. -Ecco.. Stiamo organizzando una festa di bentornato per Sana.. Questa sera, a casa sua..-
-E che cosa aspettavi a dirmelo?!-
-Veramente.. Pensiamo che sarebbe meglio se tu non venissi.. Sana non è in grado di subire altre.. -. Tsu si interruppe e roteò di lato.
Stupito, mi affrettai a chiedere: -Pensiamo?! E chi lo pensa?! Tu e i tuoi stupidi amici?!-
Non accennò a rispondere. -Bene. D’ora in poi me la caverò da solo! Vattene!-
Tsuyoshi si alzò, dicendo: -Mi dispiace che tu la pensa in questo modo. Devi capire Akito.. Sana ha bisogno di un po’ di felicità.. Potrai parlarle non appena le cose si saranno quanto meno sistemate. Io e gli altri lo facciamo solo per il vostro bene.. Non vi dovete vedere.. La incontrerai al momento opportuno..-
Pensai a come Sana mi aveva  respinto. Tsu non aveva tutti i torti. Però la voglia di  averla vicino oltrepassava ogni cosa.
-Hayama, sei come un fratello per me-. Tsu mi porse il pugno, che io colpii con un lieve colpo.
L’avrei rivista, di lì a poche ore.
 
***
 
-Ed ecco qua!-. Il dottor Yamazaki tolse l’ultima fasciatura e la poggiò sul ripiano accanto. -Dal punto di vista fisico, sta benissimo! Per quanto riguarda la memoria, sono sicuro che la riacquisterà molto presto-.
Scivolai dal lettino del suo ambulatorio e mi rivestii in fretta.
-Le do appuntamento per il prossimo controllo. Fra due settimane, giovedì alle ore 15.00. Mi raccomando, assuma ogni giorno, con regolarità, i farmaci che le ho prescritto, ok?-
-Certo. Grazie mille, arrivederci-
-Arrivederci signorina Kurata-
Uscii e due occhioni azzurri mi vennero incontro. -Sana!-. Strinsi Nao, che mi fece volteggiare in aria.
-Mettimi giù!-urlai, ridendo a crepapelle. Lui mi ascoltò e mi portò una ciocca dietro l’orecchio. -Sei sempre più bella-. Arrossii leggermente.
Dopo aver atteso Mama e Rei, occupati negli ultimi discorsi con i medici, mi precipitai fuori, all’aria aperta. Assaporai il profumo dei fiori del lungo viale all’esterno, osservando le stelle che brillavano sgargianti nel cielo.
Alzai orizzontalmente le braccia e piroettai libera. Il dolce venticello della sera mi sferzò il viso. Provai una magnifica sensazione, di pace e beatitudine.
Nei giorni seguenti avrei dovuto impegnarmi al massimo per ricordare, per ricostruire la mia vita. E grazie all’aiuto dei miei familiari e di Naozumi ce l’avrei fatta, ne ero sicura. Quel ragazzo mi aveva conquistato l’anima.
Poi il mio pensiero tornò ad Hayama. La sua personalità misteriosa mi aveva talmente coinvolto, da occupare la mia mente ogni istante. Paura e desiderio. Questi erano i sentimenti che provavo quando meditavo su di lui. Nessuno mi aveva mai detto niente a riguardo, nessuno mi aveva dato spiegazioni su chi fosse quel giovane uomo, che aveva detto di amarmi alla follia. E io non feci trapelare il mio interesse. Tutto sarebbe venuto da sé.
Salii in macchina, raggiante. Rei partì e Nao mi prese per mano. Lo guardai e gli sorrisi. Aprii il finestrino, percependo la fresca brezza che vi entrava.
Giunta a casa, non potei credere ai miei occhi. Un’enorme villa si stagliava di fronte a me. Schiusi le labbra, stupita, e mi incamminai con gli altri verso l’ingresso.
Mama armeggiò con le chiavi e aprì la porta. -Ehhhh.. Sorpresa!-.
Una miriade di voci si sparse per il soggiorno, accompagnata da un gran numero di mani alzate.
Una ragazza che riconobbi immediatamente, mi corse incontro, aprendo le sue braccia.
-Sana! Bentornata amica mia!-
-Ciao Fuka!-. L’abbracciai. -Ma che avete combinato, eh?- le chiesi, sorridendo.
-Diciamo che abbiamo pianificato una piccola festicciola per il tuo ritorno!- disse, strizzando un occhio.
-Gra.. grazie, davvero!-.
Fuka ricambiò il sorriso, dirigendomi verso il centro della stanza.
 
 ***
 
-Papà, io esco- proferii, afferrando le chiavi della moto.
-Dove vai figliolo?-
-Ad una festa.. Ci vediamo dopo-. Chiusi la porta e andai in garage; presi il casco e lo infilai. Montai in sella e accesi. Il motore ruggì con un forte boato. Partii rapido, sfrecciando lungo le strade trafficate, schivando qualche auto ed aumentando la velocità.
Impennai repentinamente, sentendo l’adrenalina salire a mille.
Arrivai alla casa di Sana, gremita di gente. Posi il casco nel bauletto e, cauto, mi feci largo tra la calca.
Un tavolo da buffet troneggiava a lato dell’ampia vetrata del salotto e la melodia di una canzone soft risuonava pulita. Mi coprii con il cappuccio della felpa, onde evitare che qualcuno mi riconoscesse.
Mi versai un bicchiere di succo e cominciai a girovagare. “Dov’è Sana?”.
Mi guardai attorno, alla ricerca di un viso familiare. Zero, nessuna traccia.
Decisi di salire al secondo piano. Senza dare nell’occhio, mi accinsi a salire velocemente le scale. Sul pianerottolo potei udire alcuni suoni provenire dalla stanza accanto.
Sì! Quella era la risata di Sana!
Mi avvicinai cauto, accostandomi alla porta semiaperta.
-Nao.. Mi fai il solletico, smettila!-
Quel nome rimbombò nella mia mente. “Kamura!”. Il sangue iniziò a ribollire furioso.
Mi sporsi e sbirciai. Sana era coricata sul letto e quel cretino le stava sopra, poggiando le sue sudice mani in ogni minima parte di quel corpo incantevole.
I miei occhi si ridussero a fessure. Strinsi i pugni, cercando di non cedere alla tentazione di urlare e fare a botte con quell’essere approfittatore.
-Nao..-. Sana lo baciò. Qualcosa dentro di me si spezzò, paralizzandomi.
Lui ricambiò con foga, accarezzandole i capelli. Poi, in un lampo, cominciò a slacciarle i bottoni della camicetta, lambendo la sua vita.
Sana lo spettinò, aumentando la passione del bacio..
No, era troppo. Non potevo reggere un altro minuto di più. Dovevo agire.
Mi ricomposi, cercando di non perdere il controllo.
Avanzai di un passo ed entrai.
 
 
  
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