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Autore: YamiNOnekO    18/04/2013    0 recensioni
*Basato sulla campagna LARP Progetto Eden [real fantasy]*
A 30 anni dal 2012, la vita come la conosciamo non esiste più.
A causa di piogge incessanti che hanno sferzato la Terra per più di un anno, l'intero sistema sociale mondiale è collassato. Probabile conseguenza di un esperimento bellico sfuggito al controllo, il virus PE-001 ha preso piede e sfruttato la pioggia come principale via di contagio, trasformando in poche ore gli infetti in esseri folli e assetati di sangue e violenza.
Il genere umano, messo in ginocchio, è stato decimato. Gran parte dei sopravvissuti ha sviluppato la quasi immunità al virus o ne è diventato portatore sano. Ha abbandonato le città per rifugiarsi in piccoli borghi e villaggi tentando di difendersi come meglio possibile in un mondo arido e corrotto inseguendo un sogno, una leggenda che da 30 anni passa di bocca in bocca, da orecchio ad orecchio: Tomorrow, il luogo dove l'infezione non è giunta. Un posto dove ricominciare
Genere: Avventura, Horror, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Il sole aveva ormai abbandonato il cielo. 
I bidoni facevano abbastanza luce ma le raffazzonate batterie a energia solare alimentavano quel tanto che bastava alcuni fari da cantiere che illuminavano la piazza a giorno.
"Meglio stare in silenzio per ora" Si disse Zissou mentre osservava la scena con le mani alzate. "...bambina devi lavorartelo tu."
Una puttana portò una borraccia a Perez che l'afferrò con violenza strappando il tappo e attaccandocisi; probabilmente era il loro intruglio a base di Tequila, Tabasco e Timbouctou. 
Un vero schifo.
Occhibianchi tornò seguito da un ragazzetto che trascinò con difficoltà una cassa di legno tra Ratto e Perez.
-Apri.- Disse il nero, il ragazzo eseguì.
Una scatola di munizioni per pistola, un barilotto di carne secca e pesce salati, una cassetta di ortaggi misti, un coniglio, sei bottiglie di acqua bollita e una di TTT.
"Mancano giusto l'auto e la benza, pezzi di merda." constatò Zissou
"Questo è ciò che ti offro per levarti dai coglioni." Fece il pappone alla ragazza. "Siccome sono un gentiluomo ti concederò di passare la notte nel mio regno. Quindi domani, quando ti toglierai dalle palle, avrai questa cassa e il suo contenuto. Sempre fare attenzione alle parole." aggiunse per canzonarla.
Con un calcio Polàr chiuse il coperchio e il ragazzetto tornò a trascinare la cassa nella palazzina del sovraintendente. 
"Mi stavo quasi dimenticando di Lela!"  Continuò Perez ritrovando una parvenza di humour sinistro. Chiamò a se una ragazza di una bellezza impressionante, mora e bionda insieme, corpetto nero, coulotte di pelle e stivali al ginocchio.
"Porca puttana Ratto quanto mi sei costata!" Pensò Zi mordendosi le labbra.
"Questa parte della ricompensa, russa, è tua fino a domattina. Trattamela bene."
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Ratto sedeva nella semioscurità della roulotte assegnatale per la notte. 
L'incapacità di risolvere la situazione la tormentava.
Razionalmente la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di andarsene e lasciare quello sconosciuto al suo destino.
Era la cosa più giusta da fare ma anche la più vigliacca.
Aveva liquidato Lela poco dopo che il pappone gliel'aveva "consegnata" . La presenza di quella donna le dava solo altri fastidi, e ad ogni modo non aveva che farsene di lei. Sarebbe stata comunque una possibile testimone se avesse deciso di fare qualcosa di terribilmente stupido e insensato per salvare la vita a Zissou.
Erano trascorse parecchie ore, ormai, dal suo arrovellarsi e la notte era calata su Nuova Speranza ammantando tutto con una fitta coltre d'oscurità. 
Ratto uscì con calma dalla sua roulotte, attorno a lei il silenzio più assoluto. Solo un paio di guardie sulle vedette lungo i confini della cittadella che scrutavano pigramente il perimetro esterno. 
Con fare felino si diresse verso la moto del cacciatore di taglie che, durante il pomeriggio, era stata spostata dal piazzale e parcheggiata vicino il suo alloggio.
Scrutò nelle borse legate alla carena: nessuna traccia della pistola.
Ancora più demoralizzata si avviò verso le prigioni.
Doveva parlare con Zissou, doveva trovare un modo per salvarlo o dirgli addio...
Scaricò la sua arma e soppesò il proiettile sul palmo della mano per poi infilarselo in tasca, poi si assicurò che il piccolo coltello che aveva con sé fosse bene nascosto all'interno dello stivale.
Giunta al casolare in cui il cacciatore era detenuto trovò solo due sgherri del nero a sorvegliarlo.
Si avvicinò al più alto e chiese:"Io vuole parlare a Zissou. Tu lascia me passare?"
La guardia le osservò la pistola che portava alla cinta.
"È scarica" rispose lei a quella muta domanda "Non ha munizioni. Faccio controllare te che non dico stronzata."
Sfilò l'arma dalla fondina e la porse alla guardia che ne smontò il caricatore e arretrò il carrello per costatare che la donna non mentiva.
"Allora? Posso parlare con lui?" 
 Bart e Zip solitamente passavano le serate giocando a carte nella palazzina B insieme ai loro compari e a qualche troia. La loro paga consisteva principalmente nel privilegio di far andare avanti quella macchina sgangherata che era Nuova Speranza, tenendo per se qualche briciola di quel che gli dava Perez e fottendosi una femmina alla settimana. 
Quella che preferivano tranne Lela. Ordini del capo.
NS funzionava in modo semplice: Ogni tanto sei guardie partivano e andavano in uno dei luoghi abitati poco distanti con qualche puttana scelta per l'occasione facendo conoscere al pubblico un assaggio di paradiso e accrescendo la fama di Nuova Speranza. 
Così i clienti arrivavano, li si imbottiva di TTT che poi non ci capivano più un cazzo, scopavano e pagavano un totale che variava a seconda della qualità della troia. Poteva essere un pacco di sigarette come semi, farmaci, droga, auto, moto, batterie, benza, schiavi e chi più ne ha più ne metta. 
Certo i pericoli non mancavano, Una notte ogni tanto qualche banda temeraria provava a razziare Speranza ma Polàr e i suoi riuscivano sempre a rompergli il culo o a metterli in fuga.
Una volta si presentò addirittura il famigerato Commando Suicida e dopo un inizio scoppiettante Flagello e Perez si chiusero in una stanza con Lela.
Da allora i due sono buoni amici e da allora il Commando arriva puntuale, una volta al mese, sia per divertirsi sia per incassare la decima che Perez a sua volta paga al Flagello. In cambio il commando tiene lontani gli infetti e quei bastardi dei Macellai. 
E visto che il business di Perez gira attorno alle donne a lui fa comodo non dover pagare il tributo mensile di una coppia ai "mangia uomini".
In pratica ci guadagnano tutti.
Bart e Zip avrebbero voluto essere alla B a bere e fumare e invece facevano la guardia alla fottuta prigione: una specie di bungalow con una porta di legno a serratura, dentro ci stavano due celle dalle finestre murate chiuse da porte a grata serrate a loro volta da due grossi lucchetti ciascuna.
Una notte sprecata. 
Poi arrivò quella tipa che voleva parlare con lo Straniero.
Diede l'arma a Bart che la controllò velocemente e Zip s'accorse che l'amico non era affatto interessato a quella pistola scarica. Doveva cogliere l'occasione prima di lui.
"Si, è scarica." Disse Bart, biondino, alto e muscoloso. Fucile a canne mozze e mazzetto di chiavi alla cintura. "Ma nessuno può vedere lo Straniero..."
"Ordini del capo." Aggiunse  Zip, bassino, coi baffetti e sicuramente più sveglio. Uzi. Entrambi avevano un fischietto.
"Si, ordini del capo." Gli fece eco Bart. 
"Certo però..." riprese Zip avvicinandosi alla russa. "Il capo non è qui..." 
Bart sgranò gli occhi intuendo dove volesse arrivare l'amico. "Zippy, lascia fare prima ai grandi."
"Bart, togliti dai coglioni." Tornò a guardarla. "Se la signorina desidera l'ultima conversazione con l'amichetto prima ci facciamo un giretto nella cella 01. Io e lei. Se poi se la sente può farlo anche con te. Amico."
Lavorare in un posto dove tutti tranne te scopano dalla mattina alla sera e quando ti tocca è solo una volta a settimana ti fa fare strani ragionamenti. Che poi si usurano mica, le zoccole?
Ma quelle erano le regole, anzi, gli ordini del capo.
"Ogni tanto il capo può pure andare a farsi fottere." Pensava Zip mangiandosi Ratto con gli occhi. "Rischio la mia vita di merda, mangio da schifo, fotto gratis una volta a settimana e quando voglio farmene una extra devo rimetterci mezza paga... ma che vada a farsi fottere il negro una volta tanto."
Zissou era legato mani e piedi con del cordino ad uno dei quattro grossi anelli arrugginiti che sporgevano dalle pareti della cella 02, una stanza di tre metri e mezzo per tre. Le finestre erano due ed erano murate, non c'era illuminazione tranne quella che filtrava dalla porta a grate e da quel residuato di finestra che stava a lato dell'uscita del bungalow. 
E da dove proveniva una voce amica.
"Proviamo." pensò rapido il cacciatore.
"Troia di merda! Se t'avvicini ti rompo il culo, cagna! Dopo tutto quello che ho fatto per te mi fotti così!"
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Perez era all'ottavo cicchetto di TTT e cominciava a vederci storto. 
Era nella palazzina B, Maso faceva cantare il sax mentre le sue ragazze facevano cantare i clienti della serata.
Il meccanismo era ben rodato e funzionava.
La sua Bia però non c'era più e il suo obiettivo se n'era andato insieme a lei.
Dopo il suo assassinio si prese a cuore l'obiettivo di trovare Bertie e fargli passare le pene dell'inferno per il resto dei suoi lunghi giorni. 
Ma adesso anche quell'obiettivo se n'era andato a fanculo, assieme alle palle di quel figlio di puttana.
Indigo Perez era rimasto solo. La sua donna era morta tempo prima, sua figlia era morta da una settimana e preferiva fidarsi di una biscia piuttosto che dei suoi cosiddetti "amici".
Il nero era seduto su un divano in un privé dal quale si dominava la sala comune. Alla base delle scale due suoi uomini chiudevano l'accesso giocando a un tavolino, in sala c'erano altre quattro guardie ubriache e drogate, sei o sette clienti che facevano entra ed esci dalle stanzette dell'amore al secondo piano e qualcosa come una decina di troie o giù di lì che ballavano, li facevano bere e poi li spennavano per bene. 
Neppure le labbra di Lela attorno al suo cazzo servivano a qualcosa, Perez la scostò con l delicatezza che un ubriaco può possedere e s'accese un sigaro.
Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera. Qualcuno che valesse la pena uccidere ma non c'era più neanche quello, la cosa che più gli si avvicinava era quel fallito del cacciatore di taglie...
Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.
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Da davanti una finestra della B Polàr sogghignava osservando la caduta del gigante nero.
Volto quasi inespressivo, pochissime rughe nonostante i trent'anni, capelli, cappello e cappotto che una volta erano bianchi. 
Come i suoi occhi.
Finì di rollarsene una e prese dal cappotto un pacco di fiammiferi "Celsa" aperto da poco più di una settimana.
Accese la sigaretta ripensando a quant'era stato fruttuoso l'ultimo di quei pacchetti. L'era di Perez era terminata. 
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Lo sguardo famelico di Zip le metteva i brividi ma Ratto doveva stare al gioco se voleva sfruttare quell'occasione, forse l'unica, per salvare Zissou. 
Riprese la pistola esaminata da Bart  rimettendola nella fondina. Sorrise della stupidità di quei due che accecati dal desiderio sessuale erano stati così poco accorti da renderglil'arma. 
Finse l'espressione più provocante che riuscì a stamparsi sul viso. Era una vita di merda. Bisognava abbassarsi anche a questo.
La sua disponibilità mandò fuori di testa lo stronzo allupato di Zip che scoppio in una risata soddisfatta mentre l'altro, quello alto, scuoteva la testa rassegnato.
"Prima le signore." Fece Zip aprendo la porta del bungalow per poi richiudersela alle spalle dopo essere entrato.
In quel momento esatto le parole di Zissou risuonarono nella stanza.
"Cosa cazzo ti salta in mente? Sto cercando di salvarti il culo, Cristo santo!" pensò la russa.
" Bambina l'hai proprio fatto incazzare lo stronzo!"Rise ancora la guardia, superando la cella del prigioniero dirigendosi verso quella libera; troppo interessato alla sua scopata per dar retta all'inveire di Zissou.
"Si fotta." fece lei seguendolo.
Lo spazio angusto della cella era illuminato solo dalla luce della torcia che Zip aveva poggiato sul tavolo malfermo appena dietro la grata.
Con fare da gatta Ratto gli passo la mano tra i capelli e gli respirò sensualmente all'orecchio.
Dio come la disgustava quel porco!
Gli si fece più vicino, lasciò che i suoi seni premessero contro il suo torace e baciandolo sul collo lo tirò verso la branda.
Le mani dell'uomo esploravano avide il suo corpo. Erano violente. Erano mani che nessuna donna avrebbe voluto sulla propria pelle. 
Lei tratteneva il respiro nel tentativo di mandare via quell'orrenda sensazione mentre sentiva le imprecazioni di Zissou oltre la parete e i suoni gutturali dell'uomo che le stava addosso riempirle la testa.
Zip le slacciò il cinturone scaraventandolo dall'altra parte della stanza e le tirò giù i pantaloni con uno strattone frenetico e bramoso che le ricordò i modi di fare di quel porco a cui aveva sfondato il cranio. Trattenne un conato che quell'orrido pensiero le aveva fatto salire in gola, mentre la guardia violava la sua intimità spingendole le ginocchia sul petto.
"Sopporta ancora un po' Ox, quello stronzo ti serve. Hai bisogno di quello stronzo per sopravvivere. Lo stai facendo solo per questo. Solo per questo."
Passarono minuti che sembrarono ore.
I gemiti di Zip divennero più forti mentre lei fingeva che le piacesse.
Doveva essere sicura del fatto che quello stronzo avesse la guardia bassa, troppo distratto dal fottersela per rendersi conto di ciò che lei aveva in mente.
Con la sinistra lo teneva per i capelli premendogli in viso contro la sua spalla per coprirgli la visuale. Gemeva e fingeva che fosse la scopata migliore della sua vita. Fingeva perché era l'unico modo per tenere distratto quel figlio di puttana e con la destra cercava di raggiungere il coltello nel suo stivale.
"Goditela brutto pezzo di merda, stai per andare all'altro mondo contento!"
Preso! L'indice e il pollice saldi sul manico e in un secondo lo aveva sfilato. 
Mentre il piacere dell'uomo cresceva ed era quasi all'apice, Ratto saldò la presa e gli sferrò un colpo alla gola.
Uscì un suono liquido e gutturale. Lo sguardo dell'uomo pieno di stupìto terrore mentre la lama gli attraversava la carotide con un colpo secco. Ratto tirò il coltello verso di sé e la carne si squarciò in due. Il sangue cominciò a scorrere copioso sul volto e sul petto di Ox che con uno strattone si scrollò Zip di dosso tossendo e spuntando il sangue che le era entrato in gola e nel naso.
L'uomo annaspava muto sul pavimento mentre la vita lo abbandonava velocemente. Il viso contratto in un espressione di dolore mentre schiumava sangue e saliva. 
Si rivestì in fretta ripulendosi con la manica il sangue sul volto e sputando in terra quello che ancora aveva in bocca.
Raccolse il cinturone, afferrò la torcia e ricaricò la pistola.
Il rumore del carrello risuonò nel bungalow.
Se solo caricare una pistola faceva tutto quel casino, figurarsi sparare.
"говно!"*
Aiutandosi con il coltello strappò la manica alla giacca del morto e l'avvolse attorno alla canna.
Uscì dalla cella e si piazzò a un paio di metri dalla porta. Torcia e arma puntate in quella direzione.
"EHI! GUARDIA! TESTA DI CAZZO DICO A TE!"
"Cosa cazzo...?" Bart non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di "cosa cazzo" stava succedendo. Appena la porta fu aperta, il rombo attutito della pistola esplose dentro l'edificio. 
"до свидания мудак!"**
Il rombo era smorzato si, ma sempre di uno sparo si trattava. Se la cosa con l'alcool, la musica e le puttane poteva esser passata più o meno in sordina nella palazzina B così non lo fu in strada.
Polàr sentì, a malincuore spense la sigaretta e la infilò nel pacco di fiammiferi estraendo il proprio revolver, anch'esso bianco.
Occhibianchi s'appostò dietro la pila di rottami bruciati che fungeva da palco e dalla quale si vedeva il bungalow delle celle, il cadavere di Bart con un buco in testa a sorvegliarne l'entrata. Stava per avvicinarsi quando sentì una voce provenire dall'interno. Rimase nascosto in attesa.
"Ce ne hai messo di tempo ragazzina!" Esordì sarcastico Zissou mentre Ratto lo liberava dalle corde. "Dovevi risparmiarti quel colpo." Le fece preoccupato e lei lo guardò torvo
Zissou raccolse l'Uzi di Zip, controllò il caricatore: cinque colpi.
"Me li farò bastare. Tu prendi quel canne mozze e non giochiamo a fare i cowboy se vogliamo uscirne vivi."
Zissou era a petto nudo, con solo pantaloni, anfibi e Uzi. "Controllo se la via è libera, al mio via corri in direzione sud-est come se non ci fosse un domani." Le indicò verso dove dirigersi mentre afferrava il corpo senza vita di Zip facendogli sporgere la testa dalla porta. Il cacciatore s'aspettava che uno sparo fulminasse la testa del povero allupato ma nulla di tutto ciò avvenne.
"Sembra libero. Corri Ratto, corri!"
Polàr sorrise. 
"Trucchi da Legione Straniera."
Attendeva soltanto che uscisse la prima, vera persona per rivelarsi e metterla sotto tiro. Non avrebbe sparato subito, voleva sapere prima il perché.
Col casino all'interno del locale in pochi s'accorsero dello sparo nell'edificio delle prigioni e la maggior parte di essi non associarono nemmeno quel rumore a quello di una pistola.
Perez però con tutto il TTT, la Mescoca e la voglia di uccidere conosceva quel rumore e decise di alzarsi caracollando per le scale. Mise un piede in fallo e rotolò giù per la rampa finendo sul tavolino dove i suoi scagnozzi giocavano a carte.
Bruco per la prima volta nella sua vita stava riuscendo a vincere a Poker un'auto, la paga di un mese e le sigarette al suo eterno rivale Guantanamo ma nel momento della rivelazione della mano il tavolino era ridotto in schegge e le carte erano sparpagliate per mezza sala. La musica s'arrestò e tutti guardarono stupefatti la scena.
Perez perdeva sangue dal labbro, Guantanamo fece per aiutarlo ma il gigante nero lo prese per il collo sbattendolo su un altro tavolo poco distante.
"Che cazzo guardate... pezzi di merda... tornate a ballare..." Nonostante il tipico modo di parlare degli ubriachi il suo tono assunse una strana aria malinconica."...Tornate a fottere le mie ragazze... E fottetevi anche voi già che ci siete."
Perez uscì seguito da un Bruco in lacrime con ancora il suo poker d'assi in mano e da un Guantanamo che nonostante avesse la fronte spaccata non riusciva a non ridere.
IL negro tirò fuori Happiness il suo ferro personale sventolandolo in aria mentre barcollava verso le celle.
 Ratto iniziò a correre, la pistola scarica nella fondina, il fucile con due colpi sulla schiena. Correva veloce per quanto le fosse possibile, cercando di restare nell'ombra.
"Corri verso dove? Testa di cazzo!" imprecò "dovevi risparmiarti il colpo" lo imitò stizzita " Testa di cazzo! Dovevo lasciarlo crepare in quel buco e andarmene. FANCULO!" 
"Ferma dove sei, ragazza." Polàr si sporse leggermente da dietro la pila di rottami, il revolver puntato su Ratto la cui corsa si arrestò di colpo, un sorriso stampato sul volto.
"ZISSOU! SE TIENI A QUESTO BEL FACCINO FAMMI VEDERE QUANTO VUOTE SONO LE TUE MANI!"
"Polàr... saccente figlio di puttana, cosa ti fa credere che mi freghi qualcosa di quella troietta?" gli fece lui a voce alta.
"Reggi il gioco bambina."
"Anzi, sai che ti dico?" Alzò l'uzi. Puntò. Sparò.
Il colpo viaggiò, sarebbe passato a un soffio dal corpo di Ratto perdendosi nel paesaggio dietro di lei, l'oscurità avrebbe aiutato la causa dei due disperati.
Sentendo lo sparo Perez si precipitò sul luogo, seguito da Bruco e Guantanamo, Happiness stretta in mano, i suoi scagnozzi avevano uno una beretta, uno una spada da parata dei carabinieri. 
 Il proiettile le era passato a un soffio, sarebbe bastato spostarsi di un millimetro per trovarsi una bella presa d'aria in più. "Sto tizio starebbe bene col Flagello! Testa di cazzo!"
Ratto comunque tenne il gioco, Lanciò un urlo di dolore e si lanciò per terra.
Approfittando del buio si poggio il fucile sul petto il corpo teso pronto a sparare.
Subito dopo la caduta della ragazza, Zissou puntò e sparò due colpi in direzione di Occhibianchi che per un attimo era rimasto spiazzato dall'accaduto. La copertura dietro cui era rifugiato però lo protesse. Venne il suo turno: si sporse sparò e rimase a tenere sotto tiro il bungalow dentro il quale si nascondeva il cacciatore. "Stanno arrivando Zissou. Esci e facciamola finita da uomo a uomo."
"Arriveranno e schiatteranno anche loro. Quand'è finita ti spiace se tengo il cappello?" Rispose.
Perry arrivò di fretta, ubriaco fradicio, fatto e finito arrancò accanto Polàr. Bruco e Guantanamo ai suoi lati a coprirlo.
"Cosa Cristo succede Polàr?" chiese con la bocca impastata.
"Fossi in te mi abbasserei capo. Il legionario ha già fatto fuori la russa."
"FIGLIO DI PUTTANA!- Gridò il pappane. -ESCI O FACCIO SALTARE QUELLA CAZZO DI BARACCA!"
"Guarda il lato positivo, forse hai salvato la ragazza. Coglione." Si consolò mestamente. Dopo tutto nel wasteland un po' di galanteria era ancora rimasta, a quanto pareva. 
Ratto fece due conti: Erano in evidente inferiorità numerica, anche facendone fuori uno, gli altri tre avrebbero aperto il fuoco. Uscire adesso allo scoperto equivaleva a lanciarsi tra le braccia della morte come fosse una vecchia amica che non si vede da tempo.
L'unica cosa saggia al momento era quella di restare immobile, nascosta nell'oscurità, fingendosi morta e sperare che le cose si mettessero nella posizione di poter salvare il culo...
"Perry l'hai voluto tu tutto questo macello. Io volevo soltanto andarmene per la mia strada." fece Zissou per temporeggiare
"E io volevo soltanto l'unico piacere che mi rimaneva..." Fece il nero ubriaco con la voce contrita.
"E' morto porca puttana! Bertie è morto e sepolto, cazzone d'un nero!"
"Tu avevi una missione, cacciatore."
"Trovare il responsabile vivo, è vero. Non avevo previsto l'arrivo della ragazza, l'ha trovato prima di me."
"Pensa bastardo, pensa... che situazione di merda!" Ma a Zissou non veniva nessuna idea geniale, non aveva assi nelle maniche ne colpi di scena in agguato per salvare la situazione. 
Ci voleva soltanto un miracolo perché ne uscisse vivo. Forse Ratto se la sarebbe cavata ma non ci avrebbe giurato.
Magra consolazione.
Perez nemmeno puntava la pistola, seguito dai suoi uomini superò il corpo di Ratto. Polàr gli stava alle spalle, uscì dalla copertura guardandosi intorno con prudenza, seguiva il nero che si frapponeva tra lui e il bersaglio. "Io... qualcuno la deve pagare! Per mia mano. Lei è morta capisci? CAZZO, LO RIESCI A CAPIRE?" Riuscì a dire Perry con lo sforzo di chi vorrebbe maledire Dio in persona.
"E' solo incapace di accettarlo ed è impazzito, chissà cosa rappresentava per lui la piccola Bia... ma la storia insegna che non c'è peggior pazzo di quello che ha del potere. O succede qualcosa in fretta o questa storia finirà in un bagno di sangue..." la preoccupazione di Zissou aumentava ad ogni secondo. "Perry, finiamola qua prima che sia troppo tardi!"
"La finiremo cacciatore, qui e ora!"
Occhibianchi era vicino il cadavere di Ratto, riprese il pacco di fiammiferi, afferrò la zanna ficcandosela in bocca e l'accese con l'ultimo cerino della scatola gettandola a terra. Vicino il volto della russa.
Una scatola di fiammiferi "Celsa" che, guarda caso non le era nuova. "Gli stessi trovati in tasca a quello stupratore del cazzo! Te l'hanno proprio buttata dentro eh, negro?"
Forse era solo una coincidenza...ma quante possibilità c erano che arrivassero da partite diverse in così poco tempo? Decise che comunque non era fatti suoi. Doveva pensare a salvarsi la pelle. Alzò lentamente il capo dal terreno per controllare la situazione:
Tre uomini davanti a sé, tutti che le davano le spalle. Il nero aveva la pistola in mano ma le braccia gli penzolavano lungo i fianchi e aveva difficoltà a reggersi in piedi ubriaco per com'era.
Gli altri due avevano le armi puntate su Zissou, che a sua volta puntava contro di loro l'uzi con 3 colpi in canna rimasti.
Accanto a lei,intento ad osservare la scena il tipo in bianco, anche lui con la pistola stretta nel pugno.
C'era una sola cosa da poter fare. Il rischio era altissimo e Ratto sentì il sudore imperlarle la fronte. Trattenne il respiro mentre le mani le tremavano per l'ansia e la paura. Restando riversa sulla schiena impugnò saldamente il fucile e lentamente, cercando di non fare il minimo rumore puntò l'arma e sparò a Polàr.
Il colpo squarciò la notte e trapassò il corpo dell'uomo che si accasciò al suolo. 
Immediatamente gli altri tre si voltarono e un altro colpo esplose dal canne mozze centrando in pieno lo sgherro alla destra del nero.
"E pensare che tutto stava andando secondo i piani..." fu l'ultima cosa che passò per la mente di Polàr mentre chiudeva gli occhi.
Il colpo di Ratto gli aveva perforato la schiena uscendogli dal petto ed il suo bel vestito bianco adesso soccombeva sotto una cascata di rosso.
"Ma che porc..." La testa di Bruco esplose come un'anguria schizzando sangue e cervella sul volto di Perry.
Guantanamo snudò la spada da parata e senza che nemmeno capisse contro cosa puntarla sentì il ginocchio destro aprirsi e lo vide riversarsi sull'asfalto in un oceano di dolore.
"Te l'avevo detto Perry." Disse compassato il cacciatore di taglie mentre teneva l'uzi puntato verso la testa di Perez.
Il nero rise sguaiatamente "Forse, dopotutto, mi sa che non la pagherà nessuno..."
"Non voglio ucciderti, già troppo sangue è stato versato per una vendetta già consumata."
Il gigante guardò la sua pistola, Happiness con una strana aria tra il malinconico e il tormentato "E pensare, Zizzù, che volevo soltanto un fottuto spiraglio di felicità..."
"Non farlo."
Perez guardò Ratto dritta negli occhi "Anche i ratti mordono, dopotutto..." alzò lo sguardo al cielo "Vengo a prendermi la mia stracazzo di felicità."
Il nero s'infilò Happiness in gola e premette il grilletto.
Per sua sfortuna il colpo non fu subito fatale, si portò via mezza mascella e tutta la guancia e l'orecchio sinistro, schiuma gli usciva dalla bocca e gli occhi tremavano impazziti. Cercava di farfugliare qualcosa ma le corde vocali gli si erano fuse per il calore alla carotide, la lingua non esisteva più e con tutta probabilità il cervelletto era quella cosa bianchiccia schizzata sul selciato.
"Povero diavolo..." Lo compassionò Zi che li aveva raggiunti. Ratto s'era rimessa in piedi.
"Bambina ci conviene levarci di torno, prima di subito. Prendo la moto tu aspettami qui."
"Nuova Speranza..." pensava Zi "...ma per  chi?"
Andarono via in fretta mentre gli uomini di Perez si rendevano conto di cosa accadeva.
Erano in strada, lontani da NS. 
Zi si destreggiava tra le auto cappottate ed i cadaveri sull'asfalto con tranquillità. A un certo punto la sua attenzione fu catturata da qualcosa di atipico. 
Fermò la moto dietro una carcassa di camion, smontò e si mise in copertura.
A circa un chilometro di distanza, su un'altra vecchia strada un pick-up e almeno sei auto erano a cerchio, gli uomini fuori a bere e mangiare. 
Zi afferrò il binocolo, non appena mise a fuoco una smorfia di soddisfazione increspò il suo volto.
"Commando Suicida. Rà, questi sono ossi più duri di Perry e Polar... Ed io non posso lasciarmi scappare la taglia su Flagello. Ti lascerò al primo posto più sicuro di questo."
Zi si tolse il binocolo e la guardò negli occhi, dopo aver avvistato la preda lo sguardo del cacciatore era diverso, divenne più... rapace.
"Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato la vita." Rapido come un falco l'afferrò baciandola avidamente, non lo faceva da tempo con un certo trasporto e facilmente quella sarebbe stata una delle ultime volte... Non si scappa col Commando Suicida. 
Giusto il tempo di ricomporsi e i due erano già in sella, sulla via per Urbania.
*merda!
**Addio, stronzo!

Il sole aveva ormai abbandonato il cielo. 

I bidoni facevano abbastanza luce ma le raffazzonate batterie a energia solare alimentavano quel tanto che bastava alcuni fari da cantiere che illuminavano la piazza a giorno.


"Meglio stare in silenzio per ora" Si disse Zissou mentre osservava la scena con le mani alzate. "Bambina devi lavorartelo tu."

Una puttana portò una borraccia a Perez che l'afferrò con violenza strappando il tappo e attaccandocisi; probabilmente era il loro intruglio a base di Tequila, Tabasco e Timbouctou. 
Un vero schifo.

Occhibianchi tornò seguito da un ragazzetto che trascinò con difficoltà una cassa di legno tra Ratto e Perez.

"Apri." Ordinò il nero, il ragazzo eseguì.

Una scatola di munizioni per pistola, un barilotto di carne secca e pesce salati, una cassetta di ortaggi misti, un coniglio, sei bottiglie di acqua bollita e una di TTT.

"Mancano giusto l'auto e la benza, pezzi di merda." constatò Zissou

"Questo è ciò che ti offro per levarti dai coglioni." Fece il pappone alla ragazza. "Siccome sono un gentiluomo ti concederò di passare la notte nel mio regno. Quindi domani, quando ti toglierai dalle palle, avrai questa cassa e il suo contenuto. Sempre fare attenzione alle parole." aggiunse per canzonarla.

Con un calcio Polàr chiuse il coperchio e il ragazzetto tornò a trascinare la cassa nella palazzina del sovraintendente. 

"Mi stavo quasi dimenticando di Lela!" Continuò Perez ritrovando una parvenza di humour sinistro. Chiamò a se una ragazza di una bellezza impressionante, mora e bionda insieme, corpetto nero, coulotte di pelle e stivali al ginocchio.

"Porca puttana Ratto quanto mi sei costata!" Pensò Zi mordendosi le labbra.

"Questa parte della ricompensa, russa, è tua fino a domattina. Trattamela bene."


----

 

Ratto sedeva nella semioscurità della roulotte assegnatale per la notte.

L'incapacità di risolvere la situazione la tormentava.

Razionalmente la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di andarsene e lasciare quello sconosciuto al suo destino.

Era la cosa più giusta da fare ma anche la più vigliacca.

Aveva liquidato Lela poco dopo che il pappone gliel'aveva "consegnata" . La presenza di quella donna le dava solo altri fastidi, e ad ogni modo non aveva che farsene di lei. Sarebbe stata comunque una possibile testimone se avesse deciso di fare qualcosa di terribilmente stupido e insensato per salvare la vita a Zissou.

 


Erano trascorse parecchie ore, ormai, dal suo arrovellarsi e la notte era calata su Nuova Speranza ammantando tutto con una fitta coltre d'oscurità.

Ratto uscì con calma dalla sua roulotte, attorno a lei il silenzio più assoluto. Solo un paio di guardie sulle vedette lungo i confini della cittadella che scrutavano pigramente il perimetro esterno.
Con fare felino si diresse verso la moto del cacciatore di taglie che, durante il pomeriggio, era stata spostata dal piazzale e parcheggiata vicino il suo alloggio.

Scrutò nelle borse legate alla carena: nessuna traccia della pistola.
Ancora più demoralizzata si avviò verso le prigioni.

Doveva parlare con Zissou, doveva trovare un modo per salvarlo o dirgli addio...

Scaricò la sua arma e soppesò il proiettile sul palmo della mano per poi infilarselo in tasca, poi si assicurò che il piccolo coltello che aveva con sé fosse bene nascosto all'interno dello stivale.
Giunta al bungalow in cui il cacciatore era detenuto trovò solo due sgherri del nero a sorvegliarlo.

Si avvicinò al più alto e chiese:"Io vuole parlare a Zissou. Tu lascia me passare?"
La guardia le osservò la pistola che portava alla cinta.
"È scarica" rispose lei a quella muta domanda. "Non ha munizioni. Faccio controllare te che non dico stronzata."
Sfilò l'arma dalla fondina e la porse alla guardia che ne smontò il caricatore e arretrò il carrello per costatare che la donna non mentiva.
"Allora? Io può parlare con lui?" 

 

Bart e Zip solitamente passavano le serate giocando a carte nella palazzina B insieme ai loro compari e a qualche troia. La loro paga consisteva principalmente nel privilegio di far andare avanti quella macchina sgangherata che era Nuova Speranza, tenendo per se qualche briciola di quel che gli dava Perez e fottendosi una femmina alla settimana.

Quella che preferivano tranne Lela. Ordini del capo.


NS funzionava in modo semplice: Ogni tanto sei guardie partivano e andavano in uno dei luoghi abitati poco distanti con qualche puttana scelta per l'occasione facendo conoscere al pubblico un assaggio di paradiso e accrescendo la fama di Nuova Speranza.
Così i clienti arrivavano, li si imbottiva di TTT che poi non ci capivano più un cazzo, scopavano e pagavano un totale che variava a seconda della qualità della troia. Poteva essere un pacco di sigarette come semi, farmaci, droga, auto, moto, batterie, benza, schiavi e chi più ne ha più ne metta.
Certo i pericoli non mancavano, Una notte ogni tanto qualche banda temeraria provava a razziare Speranza ma Polàr e i suoi riuscivano sempre a rompergli il culo o a metterli in fuga.Una volta si presentò addirittura il famigerato Commando Suicida e dopo un inizio scoppiettante Flagello e Perez si chiusero in una stanza con Lela.Da allora i due sono buoni amici e da allora il Commando arriva puntuale, una volta al mese, sia per divertirsi sia per incassare la decima che Perez a sua volta paga al Flagello. In cambio il commando tiene lontani gli infetti e quei bastardi dei Macellai.
E visto che il business di Perez gira attorno alle donne a lui fa comodo non dover pagare il tributo mensile di una coppia ai "mangia uomini".

In pratica ci guadagnano tutti.

Bart e Zip avrebbero voluto essere alla B a bere e fumare e invece facevano la guardia alla fottuta prigione: una specie di bungalow con una porta di legno a serratura, dentro ci stavano due celle dalle finestre murate chiuse da porte a grata serrate a loro volta da due grossi lucchetti ciascuna.

Una notte sprecata. 

Poi arrivò quella tipa che voleva parlare con lo Straniero.

Diede l'arma a Bart che la controllò velocemente e Zip s'accorse che l'amico non era affatto interessato a quella pistola scarica. Doveva cogliere l'occasione prima di lui.

"Si, è scarica." Disse Bart, biondino, alto e muscoloso. Fucile a canne mozze e mazzetto di chiavi alla cintura. "Ma nessuno può vedere lo Straniero..."

"Ordini del capo." Aggiunse  Zip, bassino, coi baffetti e sicuramente più sveglio. Uzi. Entrambi avevano un fischietto.

"Si, ordini del capo." Gli fece eco Bart.

"Certo però..." riprese Zip avvicinandosi alla russa. "Il capo non è qui..."

Bart sgranò gli occhi intuendo dove volesse arrivare l'amico. "Zippy, lascia fare prima ai grandi."

"Bart, togliti dai coglioni." Tornò a guardarla. "Se la signorina desidera l'ultima conversazione con l'amichetto prima ci facciamo un giretto nella cella 01. Io e lei. Se poi se la sente può farlo anche con te. Amico."

Lavorare in un posto dove tutti tranne te scopano dalla mattina alla sera e quando ti tocca è solo una volta a settimana ti fa fare strani ragionamenti. Che poi si usurano mica, le zoccole?
Ma quelle erano le regole, anzi, gli ordini del capo.

"Ogni tanto il capo può pure andare a farsi fottere." Pensava Zip mangiandosi Ratto con gli occhi."Rischio la mia vita di merda, mangio da schifo, fotto gratis una volta a settimana e quando voglio farmene una extra devo rimetterci mezza paga... ma che vada a farsi fottere il negro una volta tanto."

 

Zissou era legato mani e piedi con del cordino ad uno dei quattro grossi anelli arrugginiti che sporgevano dalle pareti della cella 02, una stanza di tre metri e mezzo per tre. Le finestre erano due ed erano murate, non c'era illuminazione tranne quella che filtrava dalla porta a grate e da quel residuato di finestra che stava a lato dell'uscita del bungalow.

E da dove proveniva una voce amica.

"Proviamo." pensò rapido il cacciatore."Troia di merda! Se t'avvicini ti rompo il culo, cagna! Dopo tutto quello che ho fatto per te mi fotti così!"


----

 

Perez era all'ottavo cicchetto di TTT e cominciava a vederci storto.

Era nella palazzina B, Maso faceva cantare il sax mentre le sue ragazze facevano cantare i clienti della serata.

Il meccanismo era ben rodato e funzionava.

La sua Bia però non c'era più e il suo obiettivo se n'era andato insieme a lei.

Dopo il suo assassinio si prese a cuore l'obiettivo di trovare Bertie e fargli passare le pene dell'inferno per il resto dei suoi lunghi giorni.

Ma adesso anche quell'obiettivo se n'era andato a fanculo, assieme alle palle di quel figlio di puttana.

Indigo Perez era rimasto solo. La sua donna era morta tempo prima, sua figlia era morta da una settimana e preferiva fidarsi di una biscia piuttosto che dei suoi cosiddetti "amici".

Il nero era seduto su un divano in un privé dal quale si dominava la sala comune. Alla base delle scale due suoi uomini chiudevano l'accesso giocando a un tavolino, in sala c'erano altre quattro guardie ubriache e drogate, sei o sette clienti che facevano entra ed esci dalle stanzette dell'amore al secondo piano e qualcosa come una decina di troie o giù di lì che ballavano, li facevano bere e poi li spennavano per bene. 

Neppure le labbra di Lela attorno al suo cazzo servivano a qualcosa, Perez la scostò con l delicatezza che un ubriaco può possedere e s'accese un sigaro.

Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.

Qualcuno che valesse la pena uccidere ma non c'era più neanche quello, la cosa che più gli si avvicinava era quel fallito del cacciatore di taglie...

Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.


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Da davanti una finestra della B Polàr sogghignava osservando la caduta del gigante nero.

Volto quasi inespressivo, pochissime rughe nonostante i trent'anni, capelli, cappello e cappotto che una volta erano bianchi. 

Come i suoi occhi.

Finì di rollarsene una e prese dal cappotto un pacco di fiammiferi "Celsa" aperto da poco più di una settimana.

Accese la sigaretta ripensando a quant'era stato fruttuoso l'ultimo di quei pacchetti.

L'era di Perez era terminata. 

 

----

Lo sguardo famelico di Zip le metteva i brividi ma Ratto doveva stare al gioco se voleva sfruttare quell'occasione, forse l'unica, per salvare Zissou. 

Riprese la pistola esaminata da Bart  rimettendola nella fondina. Sorrise della stupidità di quei due che accecati dal desiderio sessuale erano stati così poco accorti da renderglil'arma. Finse l'espressione più provocante che riuscì a stamparsi sul viso. Era una vita di merda. Bisognava abbassarsi anche a questo.

La sua disponibilità mandò fuori di testa lo stronzo allupato di Zip che scoppio in una risata soddisfatta mentre l'altro, quello alto, scuoteva la testa rassegnato.

"Prima le signore." Fece Zip aprendo la porta del bungalow per poi richiudersela alle spalle dopo essere entrato.

In quel momento esatto le parole di Zissou risuonarono nella stanza.

"Cosa cazzo ti salta in mente? Sto cercando di salvarti il culo, Cristo santo!" pensò la russa.

"Bambina l'hai proprio fatto incazzare lo stronzo!" Rise ancora la guardia, superando la cella del prigioniero dirigendosi verso quella libera; troppo interessato alla sua scopata per dar retta all'inveire di Zissou.

"Si fotta." fece lei seguendolo.


Lo spazio angusto della cella era illuminato solo dalla luce della torcia che Zip aveva poggiato sul tavolo malfermo appena dietro la grata.

Con fare da gatta Ratto gli passo la mano tra i capelli e gli respirò sensualmente all'orecchio.

Dio come la disgustava quel porco!

Gli si fece più vicino, lasciò che i suoi seni premessero contro il suo torace e baciandolo sul collo lo tirò verso la branda.

Le mani dell'uomo esploravano avide il suo corpo. Erano violente. Erano mani che nessuna donna avrebbe voluto sulla propria pelle. 

Lei tratteneva il respiro nel tentativo di mandare via quell'orrenda sensazione mentre sentiva le imprecazioni di Zissou oltre la parete e i suoni gutturali dell'uomo che le stava addosso riempirle la testa.

Zip le slacciò il cinturone scaraventandolo dall'altra parte della stanza e le tirò giù i pantaloni con uno strattone frenetico e bramoso che le ricordò i modi di fare di quel porco a cui aveva sfondato il cranio. Trattenne un conato che quell'orrido pensiero le aveva fatto salire in gola, mentre la guardia violava la sua intimità spingendole le ginocchia sul petto.

"Sopporta ancora un po' Ox, quello stronzo ti serve. Hai bisogno di quello stronzo per sopravvivere. Lo stai facendo solo per questo. Solo per questo."

Passarono minuti che sembrarono ore.

I gemiti di Zip divennero più forti mentre lei fingeva che le piacesse.

Doveva essere sicura del fatto che quello stronzo avesse la guardia bassa, troppo distratto dal fottersela per rendersi conto di ciò che lei aveva in mente.

Con la sinistra lo teneva per i capelli premendogli in viso contro la sua spalla per coprirgli la visuale. Gemeva e fingeva che fosse la scopata migliore della sua vita. Fingeva perché era l'unico modo per tenere distratto quel figlio di puttana e con la destra cercava di raggiungere il coltello nel suo stivale.

"Goditela brutto pezzo di merda, stai per andare all'altro mondo contento!"

Preso! L'indice e il pollice saldi sul manico e in un secondo lo aveva sfilato.

Mentre il piacere dell'uomo cresceva ed era quasi all'apice, Ratto saldò la presa e gli sferrò un colpo alla gola.

Uscì un suono liquido e gutturale. Lo sguardo dell'uomo pieno di stupìto terrore mentre la lama gli attraversava la carotide con un colpo secco. Ratto tirò il coltello verso di sé e la carne si squarciò in due. Il sangue cominciò a scorrere copioso sul volto e sul petto di Ox che con uno strattone si scrollò Zip di dosso tossendo e spuntando il sangue che le era entrato in gola e nel naso.
L'uomo annaspava muto sul pavimento mentre la vita lo abbandonava velocemente. Il viso contratto in un espressione di dolore mentre schiumava sangue e saliva.
Si rivestì in fretta ripulendosi con la manica il sangue sul volto e sputando in terra quello che ancora aveva in bocca.

Raccolse il cinturone, afferrò la torcia e ricaricò la pistola.

Il rumore del carrello risuonò nel bungalow.

Se solo caricare una pistola faceva tutto quel casino, figurarsi sparare.

"говно!"*

Aiutandosi con il coltello strappò la manica alla giacca del morto e l'avvolse attorno alla canna.

Uscì dalla cella e si piazzò a un paio di metri dalla porta. Torcia e arma puntate in quella direzione.

"EHI! GUARDIA! TESTA DI CAZZO DICO A TE!"

"Cosa cazzo...?" Bart non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di "cosa cazzo" stava succedendo. Appena la porta fu aperta, il rombo attutito della pistola esplose dentro l'edificio. 

"до свидания мудак!"**


Il rombo era smorzato si, ma sempre di uno sparo si trattava. Se la cosa con l'alcool, la musica e le puttane poteva esser passata più o meno in sordina nella palazzina B così non lo fu in strada.

Polàr sentì, a malincuore spense la sigaretta e la infilò nel pacco di fiammiferi estraendo il proprio revolver, anch'esso bianco.

Occhibianchi s'appostò dietro la pila di rottami bruciati che fungeva da palco e dalla quale si vedeva il bungalow delle celle, il cadavere di Bart con un buco in testa a sorvegliarne l'entrata. Stava per avvicinarsi quando sentì una voce provenire dall'interno. Rimase nascosto in attesa.

 


"Ce ne hai messo di tempo ragazzina!" Esordì sarcastico Zissou mentre Ratto lo liberava dalle corde. "Dovevi risparmiarti quel colpo." Le fece preoccupato e lei lo guardò torvo.

Zissou raccolse l'Uzi di Zip, controllò il caricatore: cinque colpi.

"Me li farò bastare. Tu prendi quel canne mozze e non giochiamo a fare i cowboy se vogliamo uscirne vivi."

Zissou era a petto nudo, con solo pantaloni, anfibi e Uzi. "Controllo se la via è libera, al mio via corri in direzione sud-est come se non ci fosse un domani." Le indicò verso dove dirigersi mentre afferrava il corpo senza vita di Zip facendogli sporgere la testa dalla porta. Il cacciatore s'aspettava che uno sparo fulminasse la testa del povero allupato ma nulla di tutto ciò avvenne.

"Sembra libero. Corri Ratto, corri!"


Polàr sorrise. "Trucchi da Legione Straniera."

Attendeva soltanto che uscisse la prima, vera persona per rivelarsi e metterla sotto tiro. Non avrebbe sparato subito, voleva sapere prima il perché.

 


Col casino all'interno del locale in pochi s'accorsero dello sparo nell'edificio delle prigioni e la maggior parte di essi non associarono nemmeno quel rumore a quello di una pistola.

Perez però con tutto il TTT, la Mescoca e la voglia di uccidere conosceva quel rumore e decise di alzarsi caracollando per le scale. Mise un piede in fallo e rotolò giù per la rampa finendo sul tavolino dove i suoi scagnozzi giocavano a carte.

Bruco per la prima volta nella sua vita stava riuscendo a vincere a Poker un'auto, la paga di un mese e le sigarette al suo eterno rivale Guantanamo ma nel momento della rivelazione della mano il tavolino era ridotto in schegge e le carte erano sparpagliate per mezza sala. La musica s'arrestò e tutti guardarono stupefatti la scena.

Perez perdeva sangue dal labbro, Guantanamo fece per aiutarlo ma il gigante nero lo prese per il collo sbattendolo su un altro tavolo poco distante."Che cazzo guardate... pezzi di merda... tornate a ballare..." Nonostante il tipico modo di parlare degli ubriachi il suo tono assunse una strana aria malinconica."...Tornate a fottere le mie ragazze... E fottetevi anche voi già che ci siete."

Perez uscì seguito da un Bruco in lacrime con ancora il suo poker d'assi in mano e da un Guantanamo che nonostante avesse la fronte spaccata non riusciva a non ridere.

Il negro tirò fuori Happiness il suo ferro personale sventolandolo in aria mentre barcollava verso le celle.

 

Ratto iniziò a correre, la pistola scarica nella fondina, il fucile con due colpi sulla schiena. Correva veloce per quanto le fosse possibile, cercando di restare nell'ombra.

"Corri verso dove? Testa di cazzo!" imprecò "dovevi risparmiarti il colpo" lo imitò stizzita " Testa di cazzo! Dovevo lasciarlo crepare in quel buco e andarmene. FANCULO!" 

"Ferma dove sei, ragazza." Polàr si sporse leggermente da dietro la pila di rottami, il revolver puntato su Ratto la cui corsa si arrestò di colpo, un sorriso stampato sul volto.

"ZISSOU! SE TIENI A QUESTO BEL FACCINO FAMMI VEDERE QUANTO VUOTE SONO LE TUE MANI!"

"Polàr... saccente figlio di puttana, cosa ti fa credere che mi freghi qualcosa di quella troietta?" gli fece lui a voce alta.

"Reggi il gioco bambina."

"Anzi, sai che ti dico?" Alzò l'uzi. Puntò. Sparò.

Il colpo viaggiò, sarebbe passato a un soffio dal corpo di Ratto perdendosi nel paesaggio dietro di lei, l'oscurità avrebbe aiutato la causa dei due disperati.

 


Sentendo lo sparo Perez si precipitò sul luogo, seguito da Bruco e Guantanamo, Happiness stretta in mano, i suoi scagnozzi avevano uno una beretta, uno una spada da parata dei carabinieri. 


Il proiettile le era passato a un soffio, sarebbe bastato spostarsi di un millimetro per trovarsi una bella presa d'aria in più. "Sto tizio starebbe bene col Flagello! Testa di cazzo!"
Ratto comunque tenne il gioco, Lanciò un urlo di dolore e si lanciò per terra.
Approfittando del buio si poggio il fucile sul petto il corpo teso pronto a sparare.


Subito dopo la caduta della ragazza, Zissou puntò e sparò due colpi in direzione di Occhibianchi che per un attimo era rimasto spiazzato dall'accaduto. La copertura dietro cui era rifugiato però lo protesse. Venne il suo turno: si sporse sparò e rimase a tenere sotto tiro il bungalow dentro il quale si nascondeva il cacciatore. "Stanno arrivando Zissou. Esci e facciamola finita da uomo a uomo."

"Arriveranno e schiatteranno anche loro. Quand'è finita ti spiace se tengo il cappello?" Rispose.

 


Perry arrivò di fretta, ubriaco fradicio, fatto e finito arrancò accanto Polàr. Bruco e Guantanamo ai suoi lati a coprirlo.

"Cosa Cristo succede Polàr?" chiese con la bocca impastata.

"Fossi in te mi abbasserei capo. Il legionario ha già fatto fuori la russa."

"FIGLIO DI PUTTANA!- Gridò il pappane. -ESCI O FACCIO SALTARE QUELLA CAZZO DI BARACCA!"


"Guarda il lato positivo, forse hai salvato la ragazza. Coglione." Si consolò mestamente. Dopo tutto nel wasteland un po' di galanteria era ancora rimasta, a quanto pareva. 

 


Ratto fece due conti: Erano in evidente inferiorità numerica, anche facendone fuori uno, gli altri tre avrebbero aperto il fuoco. Uscire adesso allo scoperto equivaleva a lanciarsi tra le braccia della morte come fosse una vecchia amica che non si vede da tempo.
L'unica cosa saggia al momento era quella di restare immobile, nascosta nell'oscurità, fingendosi morta e sperare che le cose si mettessero nella posizione di poter salvare il culo...


"Perry l'hai voluto tu tutto questo macello. Io volevo soltanto andarmene per la mia strada." fece Zissou per temporeggiare

"E io volevo soltanto l'unico piacere che mi rimaneva..." Fece il nero ubriaco con la voce contrita.

"E' morto porca puttana! Bertie è morto e sepolto, cazzone d'un nero!"

"Tu avevi una missione, cacciatore."

"Trovare il responsabile vivo, è vero. Non avevo previsto l'arrivo della ragazza, l'ha trovato prima di me."

"Pensa bastardo, pensa... che situazione di merda!" Ma a Zissou non veniva nessuna idea geniale, non aveva assi nelle maniche ne colpi di scena in agguato per salvare la situazione. 

Ci voleva soltanto un miracolo perché ne uscisse vivo. Forse Ratto se la sarebbe cavata ma non ci avrebbe giurato.

Magra consolazione.

 

Perez nemmeno puntava la pistola, seguito dai suoi uomini superò il corpo di Ratto. Polàr gli stava alle spalle, uscì dalla copertura guardandosi intorno con prudenza, seguiva il nero che si frapponeva tra lui e il bersaglio. "Io... qualcuno la deve pagare! Per mia mano. Lei è morta capisci? CAZZO, LO RIESCI A CAPIRE?" Riuscì a dire Perry con lo sforzo di chi vorrebbe maledire Dio in persona.

"E' solo incapace di accettarlo ed è impazzito, chissà cosa rappresentava per lui la piccola Bia... ma la storia insegna che non c'è peggior pazzo di quello che ha del potere. O succede qualcosa in fretta o questa storia finirà in un bagno di sangue..." La preoccupazione di Zissou aumentava ad ogni secondo.

"Perry, finiamola qua prima che sia troppo tardi!"

"La finiremo cacciatore, qui e ora!"

 

Occhibianchi era vicino il cadavere di Ratto, riprese il pacco di fiammiferi, afferrò la zanna ficcandosela in bocca e l'accese con l'ultimo cerino della scatola gettandola a terra. Vicino il volto della russa.

Una scatola di fiammiferi "Celsa" che, guarda caso non le era nuova. "Gli stessi trovati in tasca a quello stupratore del cazzo! Te l'hanno proprio buttata dentro eh, negro?"

Forse era solo una coincidenza...ma quante possibilità c erano che arrivassero da partite diverse in così poco tempo? Decise che comunque non era fatti suoi. Doveva pensare a salvarsi la pelle. Alzò lentamente il capo dal terreno per controllare la situazione:

Tre uomini davanti a sé, tutti che le davano le spalle. Il nero aveva la pistola in mano ma le braccia gli penzolavano lungo i fianchi e aveva difficoltà a reggersi in piedi ubriaco per com'era.

Gli altri due avevano le armi puntate su Zissou, che a sua volta puntava contro di loro l'uzi con 3 colpi in canna rimasti.

Accanto a lei, intento ad osservare la scena il tipo in bianco, anche lui con la pistola stretta nel pugno.

C'era una sola cosa da poter fare. Il rischio era altissimo e Ratto sentì il sudore imperlarle la fronte. Trattenne il respiro mentre le mani le tremavano per l'ansia e la paura. Restando riversa sulla schiena impugnò saldamente il fucile e lentamente, cercando di non fare il minimo rumore puntò l'arma e sparò a Polàr.
Il colpo squarciò la notte e trapassò il corpo dell'uomo che si accasciò al suolo. 

Immediatamente gli altri tre si voltarono e un altro colpo esplose dal canne mozze centrando in pieno lo sgherro alla destra del nero.

"E pensare che tutto stava andando secondo i piani..." fu l'ultima cosa che passò per la mente di Polàr mentre chiudeva gli occhi.

Il colpo di Ratto gli aveva perforato la schiena uscendogli dal petto ed il suo bel vestito bianco adesso soccombeva sotto una cascata di rosso.

"Ma che porc..." La testa di Bruco esplose come un'anguria schizzando sangue e cervella sul volto di Perry.

Guantanamo snudò la spada da parata e senza che nemmeno capisse contro cosa puntarla sentì il ginocchio destro aprirsi e lo vide riversarsi sull'asfalto in un oceano di dolore.

"Te l'avevo detto Perry." Disse compassato il cacciatore di taglie mentre teneva l'uzi puntato verso la testa di Perez.

Il nero rise sguaiatamente "Forse, dopotutto, mi sa che non la pagherà nessuno..."

"Non voglio ucciderti, già troppo sangue è stato versato per una vendetta già consumata."

Il gigante guardò la sua pistola, Happiness con una strana aria tra il malinconico e il tormentato "E pensare, Zizzù, che volevo soltanto un fottuto spiraglio di felicità..."

"Non farlo."

Perez guardò Ratto dritta negli occhi "Anche i ratti mordono, dopotutto..." alzò lo sguardo al cielo "Vengo a prendermi la mia stracazzo di felicità."Il nero s'infilò Happiness in gola e premette il grilletto.

 

 

Per sua sfortuna il colpo non fu subito fatale, si portò via mezza mascella e tutta la guancia e l'orecchio sinistro, schiuma gli usciva dalla bocca e gli occhi tremavano impazziti. Cercava di farfugliare qualcosa ma le corde vocali gli si erano fuse per il calore alla carotide, la lingua non esisteva più e con tutta probabilità il cervelletto era quella cosa bianchiccia schizzata sul selciato.

"Povero diavolo..." Lo compassionò Zi che li aveva raggiunti. Ratto s'era rimessa in piedi.

"Bambina ci conviene levarci di torno, prima di subito. Prendo la moto tu aspettami qui."

"Nuova Speranza..." pensava Zi "...ma per  chi?"

Andarono via in fretta mentre gli uomini di Perez si rendevano conto di cosa accadeva.

 




Erano in strada, lontani da NS. 

Zi si destreggiava tra le auto cappottate ed i cadaveri sull'asfalto con tranquillità. A un certo punto la sua attenzione fu catturata da qualcosa di atipico. 

Fermò la moto dietro una carcassa di camion, smontò e si mise in copertura.

A circa un chilometro di distanza, su un'altra vecchia strada un pick-up e almeno sei auto erano a cerchio, gli uomini fuori a bere e mangiare.

Zi afferrò il binocolo, non appena mise a fuoco una smorfia di soddisfazione increspò il suo volto.

"Commando Suicida. Rà, questi sono ossi più duri di Perry e Polar... Ed io non posso lasciarmi scappare la taglia su Flagello. Ti lascerò al primo posto più sicuro di questo."

Zissou si tolse il binocolo e la guardò negli occhi, dopo aver avvistato la preda lo sguardo del cacciatore era diverso, divenne più... rapace.

"Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato la vita." Rapido come un falco l'afferrò baciandola avidamente, non lo faceva da tempo con un certo trasporto e facilmente quella sarebbe stata una delle ultime volte... Non si scappa col Commando Suicida. 

Giusto il tempo di ricomporsi e i due erano già in sella, sulla via per Urbania.


*** traduzioni***


*merda!

**Addio, stronzo!


 

Bene. Eccomi giunta alla fine della prima parte scritta a quattro mani con l'aiuto di un carissimo amico pieno di talento. Come avrete notato la presenza degli infetti non è così determinante, non mi andava di fare una storia splatter, ho così deciso di far ruotare tutto attorno alla vita di Oxana, personaggio che interpreto nella campagna LARP Progetto Eden. 

I capitoli che ho aggiunto fin ora erano già scritti in seguito ad una giocata in ruolo che abbiamo già fatto quindi ho solo dovuto recuperare il materiale, rivederlo, correggere e aggiungere qualcosa e poi pubblicarlo. Quello che accadrà ad Urbania invece dovrò scriverlo da zero, ricordando i fatti accaduti, questo mi richiederà un po' di tempo ma prometto di impegnarmi a farlo più celermente possibile.
Da ieri ho ricevuto moltissime visite e ve ne sono molto grata, attendo però con ansia le vostre recensioni per avere un parere critico sul mio lavoro. Siate cattivi (ma possibilmente non troppo ^^)

Un saluto dal wasteland 
Ratto. Anno 2043

   
 
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