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Autore: hanabi    07/11/2007    0 recensioni

Naruto e Sasuke stanno per colpirsi a vicenda. Sakura corre verso di loro. Kakashi arriva per fermarli, ma... un istante troppo tardi.
E l'incubo comincia per tutti... e specialmente per Iruka che ha il compito più difficile di tutti.
Credere nel futuro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La stanza dove tengono Naruto è segreta, isolata, sorvegliata dalle figure mascherate degli Anbu. Mi ci fanno entrare dopo avermi sottoposto alla routine dei ninja medici, i vestiti bianchi mi ricordano l'abito per il seppuku, e guardando la porta letteralmente coperta da sigilli magici capisco di non essere molto lontano dalla morte. Se il Kyuubi riuscisse a liberarsi, non dubito che l'ordine sia di far saltare la stanza e tutto ciò che la circonda pur di tentare di salvare il villaggio.

Non sarei comunque vivo per rammaricarmene.

Questo pensiero mi dà una bizzarra tranquillità.

Con me entra Shizune, anche lei biancovestita. Chiudono la porta dietro di noi. L'atmosfera della stanza è spessa, opprimente, il silenzio rotto da una sorta di vibrazione inquietante, e da un sibilo rasposo e stentato. C'è un letto solo, su cui giace qualcosa che riconosco come Naruto solo dalla testa bionda, e dal corpo immaturo e nudo, a parte un telo insanguinato che è fissato al suo lato sinistro.

Come l'hanno ridotto?!

Mi avvicino, esitando.

Se mi aspetto di vedere la faccetta impudente e simpatica di Naruto, mi sbaglio. Quello che vedo è un incubo. Gli occhi sono chiusi e contratti, i marchi del demone sulla faccia si sono trasformati in profonde fessure ferine, la bocca è aperta in una smorfia animalesca e i denti sono diventati zanne appuntite, colanti saliva. Da quella bocca viene un respiro fetido e rauco, penso immediatamente a una bestia feroce ferita che lotti per non morire, e i miei pugni si stringono per non estrarre un kunai e troncare quell'agonia...

Shizune sembra comprendere l'orrore che provo, mi tocca il braccio e trovo conforto in quel contatto.

"Non l'avevi mai visto così, vero?"

Scuoto la testa, sconvolto.

"Prega di non vedere cosa diventerà se il Kyuubi prenderà il sopravvento."

Va accanto al letto e solleva appena il telo. I suoi grandi occhi neri si spalancano, la sento mormorare un'invocazione.

"Che succede?" chiedo, allarmato.

"E'... incredibile," risponde, rimettendo a posto la stoffa. "I tessuti si stanno riformando a velocità spaventosa. La ferita è... dimezzata nell'arco di poche ore!"

"E questo è bene, vero?"

Shizune mi indica il ventre di Naruto, scostando il telo per mostrarmelo. "Guarda."

Vedo la spirale attorno all'ombelico, circondata dai segni impressi dal Quarto Hokage. Sembra a sua volta una ferita pulsante.

"L'enorme quantità di chakra ha fatto riemergere il sigillo. Sta cedendo, e la trasformazione del ragazzo lo dimostra." Shizune dilata appena una palpebra di Naruto, e vedo un'iride rossa, una pupilla a fessura persa nel vuoto.

L'occhio del mostro.

"E' cosciente?"

"Tra poco lo sarà." Estrae dalla sua borsa una siringa e la affonda nel braccio inerte del ragazzo.

Bastano pochi secondi, e già Naruto cambia lievemente espressione. Le zanne si ritirano, il respiro diventa lento e meno rauco.

Shizune si allontana dal letto, con un sospiro.

"Ti avverto, Iruka-kun. Il risveglio sarà terribile. Non cedere alla tentazione di lenirgli il dolore: non puoi. E non devi. Se la situazione... precipitasse, sai cosa devi fare."

Uccidilo.

E mi lascia solo con lui.

 

 

 

Il pavimento della terrazza è scaldato dal sole. Mi sembra di attraversarlo, come se fosse diventato inconsistente, o io mi fossi smaterializzato... il luccichio di un granello di sabbia brilla come una stella.

Quante cose meravigliose posso tenere nel palmo di una mano?...

Vorrei aver più tempo per pensarci, mi sembra una cosa importante.

Ma mi sento cadere mollemente in un nero infinito. Finché il senso di caduta diventa la normalità.

Non riesco a capire la differenza tra un secondo e un secolo. Ricordo cose per cui non ho nemmeno i pensieri adatti. Mondi e creature per cui non ho un nome. Sono immensamente antico, o forse nato un istante fa. Sto bene solo nel nulla e ogni cosa che intralcia quel nulla mi riempie di voglia di distruggerla. L'atto della distruzione è il mio cibo.

Sono così forte, così potente.

Ma poi arriva qualcosa che mi strappa dalla mia ragione di esistere e mi chiude in un universo nero e caldo.

Imparo ad aspettare. Una cosa che non avevo mai fatto prima. Imparo a osservare quel che un giorno distruggerò, e ne provo piacere. Mi creo una memoria, Divento altro, più evoluto, più mortale. Ma resto prigioniero.

Ora il mio universo è rotto e si sta raffreddando. Per la prima volta sento la paura della dissoluzione. Voglio uscire, voglio esistere, voglio continuare a esistere.

Due occhi azzurri si spalancano davanti a me e mi ricacciano indietro. Gli stessi occhi che mi hanno imprigionato col loro ultimo sguardo. Auguro a quegli occhi di marcire. Ma devo obbedire. Verrà il momento in cui potrò nutrirmi di questa carne, ho tutta l'eternità a disposizione.

Poi provo dolore. Tanto dolore. Mi chiedo da dove arrivi e mi accorgo di avere un corpo.

Tutto quel che mi tocca mi provoca dolore.

Sento qualcuno vicino a me, è lui che mi fa sentire tutto questo dolore?

Oh, stavo così bene, prima...

 

 

 

 

Fisso la faccia sudata di Naruto sotto di me, vedendo lentamente ritornare il ragazzo di sempre. Il marchio del demone diventa meno profondo, la bocca normale. Il suo pallore diventa ancora più evidente, ma alla fine riapre gli occhi, e vedo le solite iridi azzurre.

"Iruka-sensei," sussurra appena.

"Sono qui, Naruto."

Sorride appena, ma immediatamente la sua faccia si contrae in una smorfia.

"Sa... suke?"

La prima persona a cui pensa è lui?

"Non preoccuparti," mormoro. "E Sakura sta bene."

Fisicamente, sì. Ma spiritualmente è a pezzi in quest'ospedale, dopo essere stata interrogata dall'Hokage, alla presenza di Kakashi e Jiraya-sama.

E fuori dalla sua porta c'è stato un diverbio acceso tra questi ultimi, i più grandi ninja di tutti i tempi.

"Naruto ha usato il Rasengan?!"

"Direi che non ci sono dubbi, la ragazza l'ha descritto perfettamente."

"E' stato avventato insegnargli una tecnica così devastante."

"La stessa cosa potrei dire di te, Kakashi. Come ti è venuto in mente di insegnare il Chidori a un ragazzo mentalmente instabile?"

"Voi conoscete il nemico che gli dà la caccia... dovevo dare a Sasuke un'arma di difesa."

"Di che difesa stai parlando? Gli hai dato un'arma e basta. E Sasuke ne ha abusato, com'era naturale che succedesse. Hai viziato quel ragazzo, questa è la verità. Ci vedevi te stesso da giovane, il bambino prodigio, il possessore dello Sharingan, forse anche l'eredità del tuo amico Obito Uchiha! Non hai mai saputo importi a lui."

"Accetto il rimprovero, Jiraya-sama, ma voi con Naruto non avete fatto di meglio..."

A quel punto hanno percepito la mia presenza. E, inutile nasconderlo, la mia ostilità. Non me l'hanno rimproverata, se ne sono andati a continuare la loro discussione altrove, mentre io entravo nella stanza di Sakura per confortarla un istante.

Tsunade l'aveva sedata, ma tra le lacrime ancora singhiozzava:

"Non ho potuto fare niente, Iruka-sensei... niente... solo guardare, nessuno mi ha ascoltato, era come se non esistessi... e adesso cosa ne sarà di Sasuke?!"

E Naruto, Sakura? Di lui non ti importa?

Importa a me.

Prendo una pezzuola bagnata, per rinfrescargli la fronte. Mi accorgo che ha le labbra secche, con prudenza gli do un cucchiaio d'acqua.

"Maledetto Sasuke..." mormora, deglutendo a fatica. "Mi ha... battuto."

"Siete stati due stupidi."

Le sue mani artigliano il lenzuolo. "E'... stato un bel duello."

"Naruto..."

Non risponde. Gli occhi gli si riempiono di lacrime.

"Ti fa male."

Per tutta risposta tenta un sorrisetto.

"Pensa che ogni secondo che passa, il tuo corpo guarisce. Devi... avere pazienza, capisci?"

"Me... dicina?" riesce a dire.

Scuoto la testa, impietosito.

"Nonna... Tsunade... cattiva."

Gli prendo una mano. Naruto emette un gemito e le lacrime gli scorrono sulle tempie.

"Voglio essere franco con te. Da ninja a ninja: hai una missione importante da compiere... per il bene di tutto il villaggio."

Riapre gli occhi e mi guarda, ansimando.

"Devi sopravvivere e resistere alla Volpe a Nove Code che hai dentro di te. La ferita che hai subìto è molto grave, e la tua unica speranza è l'energia del Kyuubi, ma se perdi coscienza e non lo controlli, il demone romperà il tuo sigillo e ucciderà te e tutta Konoha."

Annuisce, lievemente.

"Devi sopportare il dolore rimanendo cosciente."

Trema, vedo l'inizio del panico nei suoi occhi.

"E' una prova degna di un Hokage."

Il panico recede, sostituito da quella sua cieca determinazione.

"Hai ancora molte cose da dimostrare, Naruto. A te, agli altri..." A me. "E a Sasuke."

Cerca di respirare a fondo. Poi le sue dita si stringono attorno alla mia mano, dolorosamente.

"Voglio vivere... per prenderlo a calci in culo!"

E sorride.

 

 

 

"Perché l'hai fatto?"

Sasuke non mi guarda in faccia, lo sguardo perso nel vuoto.

Credo che sia il momento di un po' di brutalità. Rialzo il coprifronte, afferro il ragazzo per i capelli e gli rovescio la testa all'indietro, costringendolo a guardarmi nello Sharingan.

"Ti ho fatto una domanda."

Quasi per reazione automatica, anche i suoi occhi cambiano colore.

"Odiavo Naruto."

Mente. Se è odio puro, non avrebbe senso il dolore che prova e che non riesce a nascondermi.

"E odiavi te stesso."

"Odiavo la mia debolezza!"

"Mi hai deluso, Sasuke."

"Anche tu hai deluso me, Kakashi."

La mia stretta sui suoi capelli si fa più dolorosa.

"Non permetterti di..."

"Non mi hai dato niente! Ero il più forte ed ora non sono nulla."

"Forse non lo sei mai stato, e te ne sei accorto soltanto adesso."

Gli occhi di Sasuke si infiammano di furia.

"Davanti a Gaara sono stato umiliato. Da Naruto!" Digrigna i denti. "L'ha sconfitto al posto mio. Ha mostrato poteri che non avevo nemmeno sognato. Ha... distrutto la sicurezza in me stesso! Ho capito... di non aver imparato niente... come l'ho capito davanti a mio fratello... e anche adesso, so di essere stato sconfitto! Naruto mi avrebbe ucciso poco fa, se non si fosse fermato... devo vivere sapendo che in un pugno di settimane ha imparato qualcosa con cui il Chidori non può confrontarsi! E allora a cosa serve, questo stupido potere che mi hai dato?!"

"A combattere per Konoha."

"Che Konoha sprofondi!... "

Questa non gliela faccio passare. Alzo la mano e lo colpisco violentemente in faccia.

"Attento a quel che dici, Sasuke."

Volta la testa e sputa il sangue che ha in bocca.

"E' inutile che mi minacci, maestro. Che cosa mi rimane da perdere? Sono diventato una nullità, nemmeno mio fratello mi considera più un pericolo." Una smorfia contrae il suo volto cesellato. "Anche lui, non vedeva che Naruto!..."

"Dunque sei geloso di Itachi?"

"Voglio ucciderlo, Kakashi. Voglio il potere per ucciderlo. O me lo dai tu, o troverò chi me lo darà al posto tuo."

"Orochimaru? Hai già assaggiato il veleno del suo potere."

"Non mi importa! Sono disposto a tutto pur di ottenere la testa di Itachi. Tutto." Mi afferra a sua volta per il bavero, avvicinando la faccia alla mia, un sorriso amaro sulle labbra. "Non lo vedi, col tuo Sharingan?"

I miei occhi si spalancano, comprendendo finalmente cosa sia successo...

E penso al povero Naruto, che era andato in ospedale per trovare il suo migliore amico, e ne è stato compensato a quel modo. Rivedo la sua figuretta spezzata, quella sua domanda incredula e inespressa sulle labbra:

Perché?

Strappo la mano di Sasuke dal mio petto, spingendolo indietro.

Se solo avessi ucciso Itachi Uchiha quando era il momento!

"A questo è giunto, il tuo maledetto desiderio di vendetta," mormoro, raddrizzandomi.

Sasuke si mette improvvisamente a ridere. Ed è uno spettacolo terribile, perché non l'ha mai fatto prima con un tale abbandono.

"E che ne sai tu di cosa vuol dire, il desiderio di vendetta?" Mi guarda, provocatorio. "Eh, Kakashi? Se vuoi, posso fartelo provare. Lasciami andare, tempo un'ora... e uccido tutta la tua famiglia!"

La sensazione che provo è sgradevole, ma so come controllarla. Lascio che l'ondata di risentimento mi percorra e svanisca alle mie spalle. Quindi sorrido anch'io, sotto la maschera.

"Spiacente, Sasuke, arrivi tardi. Tutti quelli che mi sono stati cari... sono già stati uccisi."

La sua risata si interrompe in un silenzio scioccato.

"Come..."

"Come è successo? Durante la guerra," rispondo. "Mio padre suicida e la mia famiglia sterminata. Il mio... miglior amico ucciso." Abbasso il coprifronte sull'occhio che mi ha donato Obito. "Sono sopravvissuto solo io. E senza neanche meritarmelo."

Sasuke distoglie lo sguardo, improvvisamente pallido.

"Kakashi, io..."

"So fin troppo bene cosa provi. E so anche le conseguenze di questo desiderio, quelle che tu hai appena cominciato ad affrontare. Per questo ti dico di dimenticare la vendetta: perpetuare il dolore non serve a niente, se non a distruggere la tua stessa vita assieme a quella del tuo nemico, e questo non ti dà la pace, la dà soltanto a lui. Se sono sopravvissuto a tutto questo, è solo perché ho imparato a concentrarmi su quel che mi rimaneva, sulle persone che potevano riempire di nuovo la mia vita. Dovresti farlo anche tu, Sasuke. Non sei solo come credi, hai chi ti ama."

La luce nei suoi occhi si sdoppia e tremola.

"Avevo," mormora.

Si copre la faccia con le mani, si artiglia i capelli, e resta così, senza emettere un suono.

 

 

 

  
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