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Autore: controcorrente    19/04/2013    3 recensioni
Perla ha dodici anni e fa parte di una nobile famiglia. Un giorno suo padre annuncia il matrimonio della sorella maggiore Carlotta con un aristocratico del posto. Attraverso il suo diario, scritto ad un'amica immaginaria di nome Penelope, Perla racconta le difficili traversie di un matrimonio della fine del 1600, i problemi e gli accidenti che possono succedere, con umorismo tagliente tra grasse zie monache, vecchi cicisbei e anziani parenti dai nomi improbabili e dall'udito poco sveglio. Perché in fondo, occorre saperci ridere sopra qualche volta.
Genere: Commedia, Satirico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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IL FIDANZATO
 
Cara Penelope,
come avrete capito dalla precedente lettera, la situazione nella residenza del signor padre è insopportabile. Comincio ad essere stufa di sentir Carlotta cianciare del suo futuro marito e quello che davvero mi irrita è che, a parte Alberto, lei non conosca nessun altro argomento atto ad una conversazione.
Che tristezza! Che noia!
Non la sopporto più.
In ogni caso, mi tocca sostenere la cosa.
Quando vi sposerete, mia cara, anche voi nutrirete questo genere di sentimentomi ha detto un giorno la signora Madre. Io non ci credo molto, anche perché non capisco l'entusiasmo di mia sorella. Comunque, bando alle ciance e parliamo di cose serie.
Malgrado le alte pianificazioni e accordi, il futuro marito di mia sorella non si era ancora presentato. Passarono giorni ma Messer Alberto non si era fatto vivo. Secondo Messer Della Rovere, il giovane Alberto era ancora impegnato nello studio di alcune importantissime nozioni di disciplina militare ed aveva tardato nel rispetto degli accordi.
La signora si è scusata notevolmente con la mia famiglia.
La sua aria quaresimale era compita e molto sincera.
Ammetto che persino mio padre, uomo duro e severo, ne è rimasto colpito.
Madonna Della Rovere ha parlato tutto il tempo, tra lamentele rivolte al figlio e sguardi ammonitori al consorte che, con la testa incassata sulle spalle, fissava mesto i futuri suoceri. Ammetto tuttora che non so se il rincrescimento del signor padre sia dovuto alla notizia del futuro genero o alla pena per il futuro suocero...ma cosa ne posso sapere io?
In ogni caso, la persona che risentì maggiormente di una simile condizione fu mia sorella Carlotta. Udendo cotal notizia, si è ritirata per qualche momento nelle sue stanze, cominciando a strillare e gridare cose inudibili da orecchie muliebri. Immagino che il fatto che avesse indossato quel giorno un abito assai stretto e scomodo non abbia giovato per nulla al suo umore. Nondimeno la signora madre ha contenuto a stento la sua intemperanza. Immagino che, se non avesse avuto innanzi i Della Rovere, avrebbe di certo battuto con estrema dovizia la figlia ribelle.
Io rimasi in silenzio, non volendo peggiorare l'umore della signora madre, vicina alla mia nutrice.
Non avevo nessuna intenzione di partecipare a questo genere di situazione.
Passarono alcuni minuti poi la signora madre propose di recarci nella sala da pranzo per mangiare.
Mai come in quel momento le fui grata per questo.
Mi ero alzata molto presto quella mattina ed avevo fame.
La signora Della Rovere fu immensamente d'accordo e, dopo essersi complimentata con mia sorella Carlotta, si è incamminata insieme alla padrona di casa...l'assenza del figlio ormai un ricordo lontano.
Ammetto che la futura sposa ha accolto con moderato entusiasmo i suoi elogi.
Cara Penelope, non vorrei sbagliarmi ma credo che avrebbe preferito riceverli dal suo fidanzato. Un vero peccato che non si sia presentato a pranzo.
Vi comunico che la pianificazione della signora madre, malgrado questo imprevisto, non è mutata molto. Il menù è rimasto lo stesso.
Poco dopo, mentre il signor padre ed il signor Della Rovere erano intenti a discorrere intorno ad alcune faccende di confine e le donne di entrambe le famiglie stavano cicalando su temi assai più leggeri, udimmo lo scalpiccio di alcuni zoccoli, unito a urla strascicate.
Ti comunico intanto il menù:
 
·        antipasto: frittata di arancia e pasticcio di maiale
·        primo piatto: maccheroni alla cardinale e zuppa alla regina
·        secondo piatto: lepre arrosto e piccione selvatico in salmì, accompagnata da ossimele
·        pandolce aragonese
 
Immagino già la tua invidia.
La signora madre ha predisposto tutto in modo da soddisfare i palati dei suoi ospiti ma ammetto che avrei maggiormente goduto delle pietanze se non avesse espressamente ordinato alle mie ancelle di far stringere oltre il lecito il corsetto.
La sua insistenza mi ha angustiato oltremodo.
Adoro la frittata di arancia ma non ho potuto assaporarla come volevo e così ho finito con il comportarmi come la volpe con l'uva nell'omonima favola.
Comunque...cosa stavo dicendo? Ah sì, dello scalpiccio degli ospiti.
Il signor padre avrebbe voluto alzarsi ma aveva ecceduto con l'antipasto e, con un gesto annoiato ha mandato un valletto.
Questi si incamminò verso il balcone...salvo poi tornare indietro trafelato.
Mio signore! C'è un uomo che afferma di avere appuntamento nella vostra dimora!...Un tale Messer Alberto! ha detto, in agitazione.
Il signor Della Rovere assunse un'espressione minacciosa, insieme a quella della moglie, specchio della sua stessa indignazione.
Ha detto qualcosa alla sua sposa poi, con passo indignato, si è incamminato verso l'uscio, seguito dalla consorte. A quel punto, capirai, anche noi ci siamo uniti a quella specie di processione improvvisata.
Scendemmo a passo deciso al piano inferiore.
Il signor padre, la signora madre, la zia Mena, i coniugi Della Rovere erano davanti, mentre la nostra  balia, Carlotta ed io li seguimmo a passo decisamente più lento. Per ricevere gli ospiti ci avevano costretto ad indossare delle scarpe fatte per l'occasione, con un tacco alto e finemente decorate. Erano scomodissime, tanto che, per tutto il tragitto, non abbiamo fatto altro che inciampare sui nostri piedi.
E Agata non ha fatto altro che lamentarsi della nostra lentezza! Signorine, un po'di creanza! Messer Alberto sta arrivando...è così che intendete raggiungere un tale esimio gentiluomo? Dovreste essere grate che sia venuto fin qui! aveva cominciato a dire, strattonando soprattutto me.
Ammetto senza vergogna che avrei voluto dimostrare la mia gratitudine in quel momento...tirandogli le mie signorili scarpe nuove sulla sua servile testa.
Fortunatamente non ho fatto niente di tutto ciò...o avrei assaggiato la bacchetta.
In ogni caso, forse è meglio che ti racconti che cosa è successo dopo.
Quando arrivammo, sentimmo un silenzio assolutamente irreale. Dimmi te, cara Penelope! Hanno fatto tutti un gran baccano...e poi? Niente, silenzio. Non era molto lineare ma, come ti ho detto, cosa ne posso sapere  io?  In ogni caso, alla fine, giungemmo tutti al luogo dove avevamo sentito tutto quel trambusto iniziale.
E ti dico, in coscienza, che non era un bello spettacolo.
Un giovane uomo, leggermente in sovrappeso, vestito in livrea, teneva con passo tentennante un altro suo simile...e questo, effettivamente non avrei saputo descriverlo. Se ne stava a capo chino, franando con il suo torace sulle spalle dell'altro.
-Mia signora-mormorò il primo, con un tono imbarazzato.
La signora Della Rovere inarcò la fronte, voltando poi il viso altrove.
Confesso, amica mia, che per un momento ho temuto che fosse il primo il figlio degenere che aveva tardato al pranzo...ovviamente mi sbagliavo.
-Madre...-disse il morituro, con voce strascicata- vi prego di non fare tutto questo baccano! Ho un'artiglieria elvetica nella testa!-
Lei emise un gemito strozzato, pallidissima in viso.
-ALBERTO!-fece allora il consorte- Vi sembra questo il modo di rispondere a vostra madre!-
Questi emise l'ennesimo lamento.
Arricciai il naso, fissando lo strano essere di fronte a me. Forse i signori Della Rovere avrebbero dovuto evitare di urlare in quel modo e passare alle maniere forti, prendendo il suddetto Alberto e gettandolo nella fontana del cortile della nostra casa. Puzzava come una botte di cantina...e con quegli abiti stropicciati pareva uscito direttamente da un'osteria. Anche lo zio Ignazio, quando esce da quei posti, ha sempre quell'aspetto rivoltante.
Per un momento, guardai mia sorella Carlotta.
Era pallida in volto, con un'espressione di pietra. Non saprei dirti cosa stesse pensando in quel momento...ma non durò molto. Poco dopo si afflosciò su sé stessa, come una foglia secca.
Effettivamente non era un bello spettacolo...ma che ci vuoi fare, Penelope?
Succede così in tutti i matrimoni...mica si può stare sempre a polemizzare su cose tanto infime? L'unica cosa certa, e questo posso dirtelo, è che almeno ha smesso di starnazzare con i suoi blablabla insignificanti. Se ti pare poco, Penelope!
Non ho ancora capito cosa centri il vino con le manovre militari...Comunque il pandolce era buonissimo...e questo, almeno per me, è quello che più conta.
 
 
Non mi aspettavo di aggiornare tanto alla svelta. Avevo scribacchiato qualcosa in settimana ma non credevo di scrivere qualcosina. Ringrazio tutti coloro che mi hanno letto e, come sempre, vi informo che qui non ci saranno situazioni melodrammatiche.
   
 
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