Fumetti/Cartoni europei > Huntik
Segui la storia  |       
Autore: Sabriel Schermann    20/04/2013    2 recensioni
A volte è necessario soltanto andare avanti, rinchiudersi in se stessi e continuare a camminare, senza aspettarsi nulla.
Per non sprofondare. Per non cadere a terra.
Per non smettere di credere nelle infinite possibilità della vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2 - I'm coming home



Cammino per le strade di Amsterdam, tra i mille colori delle case che si fondono con quelli del cielo.

Passo per le strade che un tempo sono state la mia casa, cammino per quelle in cui ho vissuto cose che vorrei dimenticare.

Passo per la strada in cui mi maltrattarono, passo per quella in cui un tempo, qualcuno mi tese la mano, strappandomi dalla povertà.

Tento di ricacciare indietro le lacrime.

Sapevo che venire in Olanda non sarebbe stata proprio una buona idea.

Ma questo è l'unico posto in cui ho un lavoro ed una casa.

Un lavoro che forse posso ancora riprendere e una casa che non è mia.

Ma non importa.

Proseguo la strada, sbucando in un angolo proprio davanti ad un ristorante.

Restaurant Haesje Claes”

Il nome non mi suona estraneo. Per niente.

Decido di entrarci.

Non tanto per la fame quanto per il bisogno economico.

Appena varcata la soglia, mi dirigo verso il bancone.

“Oh, ma guarda chi si rivede!”

“Ehi, bella misteriosa!”

Per un attimo, il mio cuore smette di battere.

Non avevo pensato che qualcuno mi avrebbe potuto riconoscere.

Non qualcuno della Fondazione.

Un mezzo gridolino mi esce dalla bocca.

Cerco di mantenere un'espressione normale, nonostante io non la possa assolutamente sopportare.

Ah ~

“Scarlett!”

“Che ci fai qui?”

Osservo il suo viso con un lieve sorriso stampato sulle labbra.

“Oh, che ci fai tu qui! Pensavo fossi a Venezia con la squadra”

Anch'io pensavo fossi a Venezia. Speravo fossi a Venezia.

“Tu almeno puoi ancora stare con loro...” sussurro abbassando lo sguardo.

“Eh?”

“Eh?”

Alzo la testa, spaesata.

“Zhalia, che stai dicendo?”

Improvvisamente, un'illuminazione mi colpisce.

Lei non sa. Non sa nulla.

Sorrido.

Così sarà più facile giocare le carte a mio favore.

“Ecco, Dante mi ha affidato una missione” dico toccandomi istintivamente la nuca.

“Oh, grazie al cielo! Pensavo di essere sola in questo ristorante!” sorride.

“Che aspetti, vai a cambiarti!”

Senza capire una parola, mi giro, dirigendomi verso il retro.

Cosa significa che pensava di essere sola?

Dante le aveva davvero affidato una missione?

E perché proprio a lei? E soprattutto, perché proprio qui?

Senza rendermene conto, mi cambio indossando lo stesso grembiule di Scarlett.

Sovrappensiero, di ritorno dal camerino, osservo attentamente le persone presenti in quel ristorante.

Spalanco gli occhi davanti all'evidenza.

Sono tutti membri della Fondazione!

Alcuni li conosco di vista, altri non so chi siano.

Ma la Fondazione è grande e vasta, sono tante le persone che non conosco.

È strano però...non c'è nessuna traccia di Dante, né di Lok e Sophie.

Possibile che sotto tutto questo ci sia qualcosa di più grande?

Incuriosita da questa domanda, decido di mettermi al lavoro: prendo un piccolo block notes e mi avvio verso alcuni clienti.


Ogni volta che provo a volare

cado senza le mie ali

mi sento così piccola

credo di aver bisogno di te

[Everytime – Britney Spears]


Dante...dove sei adesso? Perché mi hai lasciato andare?

Ora non posso più tornare indietro...

“I signori desiderano...?”

Alzo lo sguardo sui loro volti. Poi sui vestiti.

Un sospiro di sorpresa mi raggiunge.

Muovo istintivamente un passo indietro.

L'Organizzazione!”

Velocemente, invocano i loro titani.

Non sono pronta a combattere, ma mi devo adattare.

E ovviamente, risolvo il problema nel peggiore dei modi possibili.

“Gareon!”

“King Basilisk!”

K.O. Era prevedibile.

Un calcio potente mi raggiunge il costato.

Vorrei replicare, vorrei combattere adesso, ma non mi è possibile.

Posso solo piegarmi su me stessa e piangere.

Piangere per il dolore causato da quel calcio, piangere a causa di un dolore più profondo.

Quello causato dalla consapevolezza di aver tradito i tuoi amici.

Quello di essere, oramai, una nullità.

Quando avrò vinto questa missione tutti mi apprezzeranno, vero Klaus?”

Ma certo, mia cara Zhaal” sorrise.

Tutti”

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Huntik / Vai alla pagina dell'autore: Sabriel Schermann