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Autore: Fallen Star 91    21/04/2013    4 recensioni
Quando Sigyn disobbedisce al comando di Odino assistendo Loki durante il suo supplizio, il Padre degli dei la condanna all'esilio su Midgard cancellandole ogni ricordo della sua vita su Asgard. Appena libero Loki va alla ricerca della ragazza deciso a riportarla su Asgard, ma l'arrivo di Sigyn su Midgard non è passato inosservato e altri sono sulle sue tracce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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29. IL CREPUSCOLO DEGLI DEI
 
Sigyn accarezzò i flettenti del suo arco e le sue mani sporche di sangue lasciarono impronte vermiglie sui ricami dell’impugnatura.
Con uno sforzo la donna si mise in piedi e claudicante si mosse incerta tra i cadaveri dei nemici e degli Aesir alla ricerca del marito.
Piccoli falò ardevano in diversi punti mentre corvi neri scendevano dal cielo per cibarsi dei cadaveri non ancora bruciati. La donna si bloccò ad osservare uno di quegli uccelli mentre senza tanti complimenti strappava brandelli di carne dal corpo di un uomo sventrato e sperò con tutta se stessa di non trovare Loki in condizioni simili.
Un rumore di zoccoli la fece fermare nuovamente e voltandosi Sigyn vide avanzare ciondolante Sleipnir. Il mastodontico destriero di Odino si diresse verso la guerriera mostrandole la sella vuota, con gentilezza Sigyn si avvicinò al cavallo e con non poca fatica gli montò in groppa serrando le dita insanguinate intorno alle redini dorate.
- Portami da lui Sleipnir, portami da Loki.-
Le otto possenti zampe dell’animale raschiarono il terreno e lentamente il cavallo cominciò a muoversi, ogni sobbalzo era per Sigyn una fitta dolorosissima che le saliva dal fianco lacerato fino al capo annebbiandole per pochi istanti la vista. Stava morendo. Appoggiandosi una mano sul petto poteva sentire il cuore battere sempre più lentamente e la vita scorrerle via attraverso le tante ferite aperte sul corpo. Con decisione la donna strinse le redini e si aggiustò goffamente sulla sella decisa a non morire prima di aver visto un’ultima volta il volto del marito, udito la sua voce dolce come il miele e baciato le sue labbra.
In prossimità di un avvallamento il cavallo si fermò permettendo alla sua amazzone di smontare, il destriero aveva portato Sigyn nel cuore della pianura Vígríðr dove si era combattuto lo scontro più violento: Sif e Thor giacevano uno accanto all’altro e le loro mani erano unite in un vincolo che niente avrebbe più spezzato, a qualche metro da loro Sigyn vide il corpo Heimdall abbandonato sopra una roccia nera con la spada ancora ben salda tra le mani ormai fredde. La donna continuò la sua ricerca e ad ogni passo le forze le venivano meno costringendola a fermarsi per riprendere fiato. Un branco di lupi le passò accanto fermandosi incuriosito a guardarla e come per renderle omaggio le bestie alzarono un coro di ululati, Sigyn li guardò affascinata sapendo di non dover temere nulla da quelle creature della notte e non si ritirò quando li vide avvicinarsi. L’esemplare più grande del gruppo era alto quanto un pony e si mise accanto alla donna scivolando sotto il suo braccio. Con delicatezza Sigyn strinse le piccole dita intorno alla pelliccia scura dell’animale e appoggiandosi a lui si riprese la sua perlustrazione.
 Al centro della pianura, accasciato ai piedi di uno sperone di roccia nera, la donna riconobbe il marito circondato dai cadaveri dei nemici caduti. Con le ultime forze Sigyn corse da lui e non appena gli fu accanto cominciò a ripulire il suo bel viso dal sangue e dalla terra nera che lo incrostavano.
- Sigyn?-
L’uomo aprì debolmente gli occhi che brillarono attenti nel suo volto agonizzante, flebilmente il principe alzò una mano cercando il viso della sua sposa e come aveva fatto altre volte in giovinezza lo accarezzò con delicatezza quasi temesse di sciuparlo.
- Sono io.-
La donna prese da una sacca attaccata alla cintura una delle mele d’oro di Iðunn e sollevò il capo del marito perché ne prendesse un morso.
- Tu l’hai già mangiata?-
Sigyn annuì, ma a Loki bastò un’occhiata per capire che la moglie stava mentendo.
- Prima mangiala tu, se ci sarà ancora tempo la mangerò anche io.-
- Loki, non hai più molto da vivere.- Sigyn si asciugò una lacrima sporcandosi le guance di sangue – Hel sarà qui a momenti, per favore.-
Loki puntellò i gomiti e si mise faticosamente a sedere appoggiandosi contro la roccia.
- Anche tu sei ferita, ubbidisci donna! Mangia quella mela.-
Una smorfia di dolore si dipinse sul volto dell’uomo che si portò entrambe le mani ad una ferita che sanguinava copiosamente.
- Loki, per favore.- la voce già flebile di Sigyn era ora un sospiro lamentevole, ma il marito continuò a rifiutarsi di prendere il frutto.
Rassegnata la donna si sedette accanto all’uomo riponendo la mela nella sua custodia.
- Che cosa stai facendo?-
- Se tu non la mangi non lo farò nemmeno io.-
- Tu sei pazza, donna!-
Sigyn prese la mano del marito e cominciò ad accarezzarla debolmente.
- Sigyn per favore, fallo per me. Te lo chiedo come ultimo dono.-
La donna alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono quelli smeraldo del suo sposo che la guardava triste sul punto di piangere.
- Non voglio fallire anche questa volta.-
- Anni fa mi trovavo su una scogliera, il destino mi aveva appena strappato mio padre e volevo solo stare sola con il mio lutto. Venne da me un ragazzo che mi avvolse nel suo mantello per difendermi dal vento freddo. Quel giorno io e lui ci scambiammo una promessa: ovunque fossimo andati o stati saremmo stati uno accanto all’altro.- Sigyn alzò gli occhi verso Loki e gli asciugò una lacrima – Se Hel vuole la tua vita dovrà prendere anche la mia.-
Loki la accarezzò rassegnato, non voleva che Sigyn rinunciasse alla vita per una promessa fatta in gioventù che lui aveva ripetutamente tradito, ma sapeva che niente al mondo avrebbe convinto la sua sposa a cambiare idea. Con le ultime forze il principe strinse a sé la donna e le accarezzò i lunghi capelli neri annusando per l’ultima volta il profumo di gigli che emanavano. Il respiro di Sigyn si era fatto sempre più debole e dopo alcuni minuti la donna si addormentò per sempre cullata dalle carezze del suo sposo.
Con le lacrime agli occhi Loki la baciò cercando di riportarla in vita, ma le labbra fredde della sua sposa non gli risposero.
- Sei arrivata tardi Hel.-
Il principe si voltò verso una creatura che era silenziosamente scivolata verso di loro.
- È morta da guerriera, non sarà mai tua.-
L’essere scivolò accanto a Loki che fissò disgustato il suo volto deforme, le sembianze erano quelle di una donna, ma il suo volto era diviso in due: una metà rivelava lineamenti gentili e carnagione chiara, mentre l’altra sembrava essere morta secoli prima e la pelle, divorata dai vermi, era cadente per via dell’avanzato stato di decomposizione.
Loki le sorrise beffardo accarezzando il volto esangue di Sigyn.
- Immagino ti sarebbe piaciuto averla nella tua corte di tenebra, forse l’avresti incatenata al tuo trono di unghie e ossa impedendole per sempre di vedere il sole e le stelle. Purtroppo per te lei è stata più veloce ed ora riposerà con i suoi avi.-
Il principe alzò trionfante lo sguardo verso Hel che lo osservava con astio.
- Mi accontento del figlio di Odino, il mio regno non può accogliere solo codardi e malfattori.- la voce della donna era sgraziata come quella di una cornacchia e fastidiosa come il cigolio di una porta - Il dio degli inganni è un trofeo desiderabile per il mio palazzo di reietti.-
Il sorriso dal volto di Loki sparì immediatamente, Hel aveva ragione: lui non era ancora morto e malgrado avesse riportato ferite gravi la vita continuava a pulsare dentro di lui.
- Come funziona in questi casi? Mi ucciderai tu?-
Hel annuì e si preparò a dare al principe il colpo di grazia. Loki guardò Sigyn e il pensiero di non rivederla più lo fece scoppiare in lacrime.
- Aspetta un momento, ho una cosa che ti potrebbe interessare.- il principe prese la mela d’oro di Sigyn e la porse all’essere che la osservò incuriosita.
- Che cos’è un trucco, dio degli inganni?-
- No,- Loki porse il frutto a Hel che lo prese con la mano sana rigirandolo alla pallida luce del sole – è una delle mele d’oro di Iðunn e sarà tua ad una condizione.-
- Vuoi che risparmi la tua vita? Per un simile artefatto potrei concedertelo.-
- No, voglio solo sapere come posso evitare di scendere nel tuo regno di rinnegati.- l’uomo si voltò verso la guerriera che giaceva appoggiata alla sua spalla.- In gioventù promisi a questa donna che l’avrei seguita ovunque lei fosse andata o stata, ora, sul ciglio dell’abisso, non voglio essere diviso da lei per sempre.-
Hel soppesò ancora un momento il frutto prima di farlo sparire con un rapido movimento della mano.
- Prendi la tua spada, figlio di Odino, e alzati. Non è un guerriero chi muore seduto.-
Loki obbedì e prese la sua arma e appoggiandosi su di essa si alzò in piedi. Hel raccolse da terra una lancia e la impugnò saldamente con entrambe le mani.
- Cerca di difenderti e dopo la morte la ritroverai.-
Il principe annuì alzando debolmente la spada davanti a sé, con un gesto rapido e preciso Hel strappò dalle mani di Loki la sua spada che volò a diversi metri da lui conficcandosi nel terreno. Senza più un sostegno l’uomo barcollò cercando disperatamente di restare in piedi e quando sentì la punta della lancia trapassargli il petto provò quasi gratitudine per quell’essere dall’aspetto così mostruoso.
- Grazie.- l’espressione contratta del viso di Loki si rilassò e il principe e guardò sorridente la sua avversaria.
- Non è un atto di generosità, figlio di Odino,- Hel estrasse la lancia dal corpo dell’uomo che ricadde all’indietro – io ho onorato il mio accordo ed ora potrai stare per sempre con la donna che hai amato in vita.-
Con le ultime forze Loki accarezzò il volto di Sigyn sorridendogli sereno prima di spirare a sua volta abbandonandosi tra le fredde e nere braccia della morte.
 
FINE
 

   
 
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