“I can feel your body
When I'm lying in bed
There's too much confusion
Going around through my head
And it makes me so angry
To know that the flame still burns
Why can't I get over?
When will I ever learn?
Old love, leave me alone
Old love, go on home
I can see your face
But I know that it's not real
It's just an illusion
Caused by how I used to feel
And it makes me so angry
To know that the flame will always burn
I'll never get over
I know now that I'll never learn…”
E.
Clapton, “Old love”
05. Regret
La casa è vuota,.
Ma l’ufficio - l’unico rifugio per sottrarsi a quella desolazione - ora lo è ancora di più.
Sembra che la solitudine sia una condizione perenne, ormai.
La sicurezza che ha ostentato per tutto quel dannato giorno, gli cade di dosso con un tonfo secco.
Non può dimenticare come lo ha guardato, prima di fermare la macchina sotto casa sua.
Non può dimenticare che quel “Siamo arrivati, colonnello.” suonava come un gong.
La fine di un round.
Le ha detto che lo hanno sfidato. Ma si è scordato di dirle che la battaglia si gioca su un piano diverso da quello militare, un piano su cui non è mai stato bravo ad elaborare strategie.
La giacca è sul pavimento, perché almeno il disordine fa risaltare meno il vuoto.
“Entra.” Le ha detto.
Entra solo
un attimo.
Entra una
prima e
un’ultima volta.
Lei ha abbassato il capo.
“Farebbe troppo male.”
“Fa già troppo male.”
Ma è entrata, ha chiuso la porta alle sue spalle silenziosamente, senza toccare la sua spalla.
La vuole guardare bene, perché quella che era una realtà scontata fino al giorno prima, un concetto immutabile, un dato di fatto – è sempre lì, cinque passi dietro di lui, lo può dire anche ad occhi chiusi – non sarà più tale, ma solo l’ennesima piccola cosa quotidiana di cui si pentirà, per non averla saputa apprezzare a dovere.
L’ennesima piccola cosa quotidiana che di colpo sembra così importante, che gli manca già.
Le scosta una ciocca di capelli dal viso, ma la mano scivola sul collo, la spalla, trascinando con sé a giacca pensante, sul petto, dove i bottoni slacciati sono l’unica pausa rigida e fredda in tanto soffice calore, lungo i fianchi, mentre la spinge contro il muro.
Gli manca già quello che non ha mai avuto, gli manca già poterlo pensare, poter anche solo sperare di averlo, un giorno.
Mentre scioglie il fermaglio che le lega i capelli, lei affonda il naso tra le sue ciocche scure, perché vuole avere un profumo da ricordare, qualcosa che le riporti alla mente lui, quando entrerà nell’ufficio del comandante supremo.
Lui l’ha vista piangere solo una volta, ma quando lei si aggrappa alla sua schiena, con il viso nascosto tra i lembi della sua divisa, non sa più di chi sia, il singhiozzo che gli rimbomba nel petto.
“E’ vero. Fa già troppo male.”
Lui è abituato a cogliere l’attimo e a lasciarlo andare subito dopo. Ma questo attimo lo vuole ricordare, lo vuole tenere dentro, per assaporarlo quando ne ha bisogno.
“Ma i ricordi fanno meno male dei rimpianti.” le confessa con la bocca contro la sua pelle, piena del suo sapore un po’salato, per le lacrime che ha già abilmente occultato.
Quando la solleva, lungo il corridoio, lei nasconde il viso tra il suo collo e il sipario sottile dei suoi capelli biondi, che le ricadono sulle spalle scoperte.
Nel silenzio di sempre echeggia solo il rumore del suo bacio, del tessuto che scivola sul pavimento, di un sospiro.
Ma la casa è vuota.
Al contrario il cuore, gonfio di un liquido odioso che non vuole smettere di traboccare.
E mentre cerca una piccola traccia di calore residuo su ogni piastrella fredda della parete, non è più così sicuro che i ricordi non possano trasformarsi a loro volta in rimpianti.
Scusate il
ritardo
spaventoso, ma non riuscivo a rimettere a posto il finale in un modo
che mi
convincesse, per cui…
Grazie come sempre per
i commenti e le recensioni! ^^
Sono strafelice perché
uno dei due capitoli rimasti in sospeso (Remember) alla fine
è venuto fuori e
ne sono estremamente orgogliosa! ^^ Mo’ rimane Request: una
mezz’idea c’è, devo
solo trovare il modo di elaborarla… Vedremo! Comunque resta
il fatto che questi
due mi hanno fatto (e mi stanno facendo) dannare! O__O
P.S: La canzone citata
sopra è un capolavoro del blues che mi è sempre
piaciuta… oltretutto mi è
sembrata calzante alla situazione… ^^”
Passo alle risposte:
Elyxys:
Eh eh… il fatto è
che Roy ha un ego talmente grande che ogni tanto fa quasi piacere
vederlo smontato…
soprattutto in tema di donne, dove pensa sempre di averla vinta! E chi
meglio
di Riza per smentire questa sua convinzione? ^^”
Irene Adler:
Guarda, mi
sa tanto che saremmo in due a scioglierci ad un invito del caro
colonnello! XD
Però una come Riza non poteva essere come le altre (e come
noi), mi sarebbe
sembrato innaturale per una come lei fare i saltelli di gioia! La
pubblicità
della Mastercard ha il grande merito di aver fatto da innescatore a
questo
capitolo, per la precisione quella in cui il tipino non riesce ad
aprire il
barattolo di sottaceti, poi arriva la sua ragazza e…
Insomma: potere alle
donne! ^^
Sisya:
Ehm… in effetti ho
tenuto la tristologia per il capitolo dopo! Sorry! Anch’io
spero (da brava
inguaribile malata di romanticume che sono) in un finale se non proprio
da
favola, almeno passabile, discretamente felice: della serie, va bene
anche un
monolocale in piena Central, basta che l’Arakawa me li faccia
mettere insieme
(anche come coppia di fatto, mi accontento) alla fine del manga! No eh?
Il fatto è che dopo
qualche numero è abbastanza palese l’inclinazione
sadica-tragica dell’autrice,
per cui le mie certezze cominciano a incrinarsi… ma non
mollo! Non dispero!
Ogni volta che qualcuno dice “non credo nell’Happy
Ending” una possibilità di
felice Royai si allontana (no aspetta: queste erano le fatine in Peter
Pan…).
Oddio comincio a delirare…
Io ti ringrazio ancora
per tutti i complimenti, anche se ormai sono color pomodoro vita
natural
durante… ^///////////////////^
Grazie
davvero! ^^
Shatzy:
E sì, questa era
la “cosuccia” di Refuse… ^^ Come si
dice: la vendetta è un piatto che va
servito freddo, anche a costo di rimetterci n pochino (anche se
diciamola
tutta, visto le premesse della serata, mi sa invece che Roy possa
arrivare ad
apprezzare il fatto di essere in un ufficio con lei, da soli, piuttosto
che in
un affollato ristorante… XD
Il bello è che tutto
questo è venuto fuori per un fatto puramente casuale, ovvero
la coincidenza di
me seduta sul divano a fare zapping
e la
pubblicità della Mastercard in onda proprio in quel momento.
Della serie “il
Royai quando arriva, arriva”… ^^
_mame_:
Beh si può dire
che l’io interno di Riza ha coinciso con il mio, che
protestava mentre scrivevo
il suo “no”… Ma chi resisterebbe a uno
come Mustang, soprattutto tirato a
lucido e vestito di tutto punto? Per quanto, anche senza essere vestito
di
tutto punto… o essere vestito… Basta,
sennò altro che sciogliersi! ^^”
Sono proprio curiosa
si sapere il tuo parere su questo capitolo. Non
c’è scampo alla tristologia,
per quanto uno si possa sforzare, almeno una su quindici doveva
capitare… ^^
The_Dark_Side:
Mah… io
non credo dovrà aspettare più di
tanto… Uno come Mustang non si arrende certo,
soprattutto se si tratta di Riza! ^^ Tanto più che
preferisce restare in
ufficio con lei piuttosto che andare a piangersi a casa per il due di
picche. E
mi sa tanto, che la cosa verrà ricompensata…
^^”