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Autore: The_Guardian    22/04/2013    1 recensioni
Nell'anno 2060, dopo la scoperta del [color=white]gene Z[/color] da parte del professor Thomp, si è dato il via alla sperimentazione umana, ma benché in principio i risultati diedero esito positivo e la maggior parte della popolazione iniziò ad impiantarsi il nuovo vaccino, in seguito si ebbero effetti collaterali: una tremenda mutazione stava cambiando il genoma umano.
Ovviamente non si riuscì a controllare gli effetti del gene Z ed ancora non è stato inventato un vaccino, ora il genere umano è sull'orlo della disfatta ed oramai il mondo appartiene agli [color=white]Infetti[/color].
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Chapter 4
 
«Chloe?» alzò il volume del comunicator, forse non riusciva a sentirlo «Chloe rispondimi! Dove cazzo sei?»
Non ricevette alcuna risposta. Il comunicator non riceveva alcuna notifica di ricezione della chiamata, Chloe sembrava essere scomparsa nel nulla.
«Luke, forse faremmo meglio a rientrare» disse John. Erano ormai due ore che bazzicavano la zona a bordo di un fuoristrada e non avevano trovato alcuna traccia di Chloe.
«Spero tu stia scherzando John» rispose Luke quasi iracondo «non me ne torno alla riserva finché non la troviamo»
«Luke» continuò John «è ormai il tramonto, che altro possiamo fare? Spero che abbia trovato un rifugio, ma se così non fosse…»
«Sta zitto razza di idiota!» tuonò Luke «Chloe non è morta! Chloe non è morta, ficcatelo in quella cazzo di testa»
Con uno strattone prese John per la spalla e la forza che impresse a pistoni del braccio meccanico fu tale da far gemere John. Da quando aveva avuto l’incidente, Luke non aveva quasi mai avuto bisogno di utilizzare la potenza meccanica della metà del suo corpo. Era successo parecchio tempo prima, quando ancora lavorava all’ospedale. Per inseguire una paziente era finito in un campo minato e quando lo trovarono senza quasi la metà del corpo si procedette subito all’impianto degli arti biomeccanici.
All’inizio gli era risultato difficoltoso abituarsi alla sua nuova natura di Cyborg ma con il tempo aveva imparato a convivere con la sua natura ed oramai si considerava un essere alquanto particolare. Le parti meccaniche gli costituivano metà cranio, il braccio sinistro, la gamba destra, metà dello stomaco, un polmone ed un rosso e pulsante occhio meccanico sinistro.
Lasciò la presa sulla spalla di John che digrignava i denti dal dolore.
«Perdonami» disse Luke «sai bene che non amo farlo»
«Tranquillo» gli rispose John dolorante «sei un po’ in ansia ho capito» detto ciò si scostò dal sedile del guidatore e lasciò che Luke prendesse il suo posto. I lunghi capelli bianchi del cyborg ricaddero leggeri sul sedile quando si mise seduto e il cruscotto del fuoristrada riluceva della luce rossa del suo occhio meccanico.
Ingranò la prima e pigiò sull’acceleratore.
«Dove cazzo sei Chloe?» urlò mentre spingeva il fuoristrada verso il bosco.
Il sole era tramontato e a poco a poco il cielo diventava sempre più scuro.
«Luke» disse John. Il cyborg non lo degnò neanche di uno sguardo e seguitò a pigiare sull’acceleratore.
«Luke!» urlò allora John. L’occhio meccanico del cyborg lo analizzò da cima a fondo. Luke stava per mandarlo a quel paese quando ad un certo punto qualcosa risuonò sul radar del fuoristrada.
Un maledetto bip che incalzante lampeggiava come un pallino rosso sullo schermo.
John diede un’occhiata a Luke. Entrambi si capirono al volo e Luke fu costretto a girare il fuoristrada.
«Dannazione!» tuonò il cyborg mentre pigiò sull’acceleratore per riprendere la via verso la riserva.
«Torneremo a cercarla domani» disse John.
Luke sorrise sarcastico scuotendo la testa. «Domani» disse «domani potrebbe già essere troppo tardi» sospirò «chiama Kage e digli di aprire il cancello quando glielo dico»
John annuì obbedendo.
 
Quell’odore, quella vista, quelle vene pulsanti sul collo. L’acquolina nelle fauci ed il sapore della carne umana che presto avrebbero avuto senza alcuna fatica. Niente caccia, niente rischio di essere uccisi, nessun pericolo di incontrare armi.
I tre Infetti erano rimasti immobili con la bava alla bocca e la ragazza era ancora a terra svenuta.
Due dei tre infetti iniziarono ad avvicinarsi all’umana ma il terzo infetto si mise in mezzo a loro bloccandoli.
La bestia alzò la testa oblunga e lucida e con ruggito assordante urlò contro gli altri due. Uno di quei due serrò la mascella in un ghigno minaccioso e scosse la testa mostrando, all’Infetto che l’aveva bloccato, le sue lunga corna ossee che gli circondavano la testa. L’altro infetto, più minuto e con delle creste di membrane lungo cervicale, rimase in disparte osservando il compagno che li aveva bloccati.
Benché l’infetto con le corna avesse tutta l’intenzione di attaccare briga, tuttavia si calmò osservando con la bava alla bocca il corpo dell’umana. Poi guardò il suo compagno dalla testa lucida e gli fece cenno di andare con fare altezzoso.
L’Infetto rimase sconcertato di fronte a tale provocazione e riluttante si avvicinò al corpo della ragazza sotto lo sguardo vigile degli altri due. Avvicinò il muso lucido alla testa dell’umana. L’odore di quella carne ed il rumore del sangue pulsante gli fecero venire la bava alla bocca ed il suo stomaco iniziò a richiedere il giusto nutrimento.
Allungò le sue zampe anteriori sul corpo della ragazza e con le sue lunghe dita artigliate afferrò il busto di Chloe.

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