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Autore: Jeo 95    22/04/2013    9 recensioni
Prendete Naruto, e trasformatelo in una ragazza: Naruko.
Aggiungete un amico un pò pigro, un rivale impassibile, un infanzia difficile, un sogno da realizzare e mille difficoltà per raggiungerlo.
Ecco la mia personalissima storia, su cosa sarebbe potuto succedere se Naruto fosse stato una lei.
Spero molto che vi piaccia, mi raccomando di lasciare anche qualche commento, anche negativo se serve per migliorare ^.^
Un bacio a tutti e a presto!
Jeo 95
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Legend of Naruko'
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NARUKO: L'INIZIO DELLA LEGGENDA

 

 

CAPITOLO 18– PASSATO SEGRETO! L’ANTICO ARCO DELL’ACQUA!

 


Itachi era una persona calma e pacata, un ninja d’elite che non si faceva mai prendere dal panico.


In qualunque situazione si trovasse riusciva sempre a mantenere un contegno invidiabile, ragionava a mente fredda e trovava sempre una soluzione per sconfiggere il nemico.


Per questo era definito un genio, uno dei migliori ninja in circolazione, un nemico davvero temibile.


E anche in quella situazione, circondato da tre dei migliori Jonin di Konoha, in apparente svantaggio, manteneva una calma quasi invidiabile.


- Ma guarda, Kakashi-sensei, Kurenai-sensei, Asuma-sensei…. Quale accoglienza.-


L’uomo mascherato stava all’erta, fissando con l’occhio scoperto il ragazzo davanti a lui.


Se Sasuke avesse saputo della sua presenza al villaggio di certo sarebbe impazzito, ma quello che non capiva era cosa ci faceva un ninja traditore all’interno di Konoha, cosa cercava?


- Cosa sei venuto a fare qui?-


Ad esporre i suoi dubbi e le sue domande ci pensò Kurenai, evidentemente anche lei aveva avuto lo stesso pensiero.


Il moro non cambiò espressione, evidentemente molto sicuro delle sue capacità.


O almeno questo era ciò che i tre Jonin pensavano.


- Il mio obbiettivo è solo uno, catturare la Jinchuuriki del Kyuubi, Naruko Uzumaki.-


Sussultarono i ninja, non potendo credere alle loro orecchie.


Voleva Naruko? E a quale scopo?


Kakashi fremeva di rabbia, ma cercò di calmarsi, non era proprio il momento, ma il pensiero che quel tipo pericoloso volesse far del male, perché di sicuro era così, alla biondina lo faceva ribollire di rabbia.


Già anni prima ci aveva pensato lui stesso a farle del male, a farla piangere, e ancora non si perdonava per quel comportamento.


Ma ora le voleva bene come ad una sorellina, come una figlia, e non avrebbe permesso a nessuno di farle del male.


Scoprì l’occhio in cui vi era custodito lo Sharingan, consapevole di non essere completamente alla pari con un Uchiha.


Impugnò un kunai e si preparò alla battaglia, così come fecero i due compagni.


- Credete di poter battere il mio Sharingan? Nemmeno tu, Kakashi, puoi tenermi testa. La mia arte oculare è vero, la tu invece ti è stata donata.-


Si capiva dalla voce che era sicuro della vittoria, nonostante fosse in svantaggio numerico.


Un esplosione non molto lontana attirò l’attenzione dei quattro ninja, sorprendendo i tre Jonin di Konoha.


- Ma cosa…?- Asuma non poteva credere ai suoi occhi.


Un enorme polverone si alzò alle spalle dell’Uchiha traditore, per fortuna non era un luogo abitato, non osava immaginare cosa sarebbe successo se  ci fossero stati dei civili.


Itachi, invece, sbuffò semplicemente.


- Quella stupida, ma che combina Kisame? Gli avevo detto di tenerla d’occhio.-


Una sadica risata salì dalla nube, mentre due ombre iniziavano a distinguersi dalla massa di polvere.


Qualcuno saltò fuori dal polverone, atterrando poco dopo di fianco a Kakashi.


- Quella biondina bastarda, giuro che l’ammazzo!!-


La donna più sadica del villaggio si era unita al gruppo, per la sorpresa, ed il terrore, dell’Hatake.


- Anko? Che fai qui?-


La Mitarashi fissò truce l’argenteo, prima di riportare lo sguardo sulle ombre coperte dalla polvere, che intanto avanzavano.


- Stavo mangiando lungo il fiume quando ho visto dei tipi sospetti. Mi sono avvicinata e una biondina del cazzo mi ha fatto saltare in aria il pranzo… GIURO SUI MIEI ADORATI TAKOYAKI CHE LI VENDICHERÒ!!!! LA UCCIDERÒ CON LE TORTURE PIÙ ORRIBILI CHE CONOSCO PER AVER OSATO INTERROMPERE IL MIO PASTO!!!!-


Inutile, quando si parlava di cibo diventava intrattabile.


- Ahahahah hai visto Kisame quanta bellezza? La mia arte è sempre la più bella del mondo!!-


Dalla nube emersero due persone incappucciate, un uomo dalla pelle bluastra e una donna bionda.


Affiancarono Itachi, che si voltò con aria di sufficienza verso la bionda.


- Cos’è successo? Non avevo detto di attirare poco l’attenzione?-


Questa lo fissò truce.


- Zitto idiota! Non prendo orini da te chiaro?! Obbedisco solo al capo!- sbuffò, incrociando le braccia.


Il moro non rispose, si limitò a voltarsi verso l’altro compagno.


- Meglio muoversi, grazie alla trovata di questa incapace fra poco sarà pieno di Anbu. Andiamocene, tanto l’obbiettivo non si trova più al villaggio.-


- Vuoi che me ne occupi io?-


- No, questo è compito mio.-


Gli occhi color sangue di Itachi si accesero di un rosso vivo, l’intenzione di chiudere definitivamente l’incontro.


Kakashi avvertì il pericolo di una potente illusione e avvertì tutti di chiudere gli occhi.


Ovviamente Anko non lo ascoltò.


- Ora ti sistemerò ragazzino impertinente!-


- Anko ferma!-


Si scagliò contro l’Uchiha, nonostante i tentativi di Kakashi per fermarla.


Se lo guardava negli occhi l’avrebbe uccisa di sicuro.


Quando ormai sembrava che la donna sarebbe caduta vittima di quegli occhi così belli e potenti, Anko si sentì trascinare indietro da due forti braccia, che la presero per la vita e staccarono il contatto da quei magnetici occhi rossi.


Itachi e Kakashi erano ora faccia a faccia, gli Sharingan che risplendevano in entrambi, con la sola certezza che uno dei due presto avrebbe ceduto all’altro.


Ed entrambi sapevano bene chi sarebbe caduto.


Un urlo disperato riecheggiò nell’aria subito dopo.


- KAKASHIIIIII!!!!!!-


****************************************************************************************************************


La notte regnava sovrana su Konoha, strade deserte e buie, in cui solo la feccia del villaggio osava comminare a quell’ora.


Piccoli passi riecheggiarono nell’oscurità, mentre una bambina dai capelli color dell’oro correva senza voltarsi indietro.


Pessima idea uscire di nascosto dal palazzo, specialmente di notte.


Scappava svelta, non voleva farsi prendere, non voleva arrendersi.


Girò un angolo, sfortunatamente era un vicolo cieco.


- Ah!-


Esclamò la bambina, trovandosi davanti quell’imponente muro.


- Finalmente hai finito di scappare, mostriciattolo!-


Si girò di scatto spaventata, tre uomini l’avevano inseguita ed ora le bloccavano l’unica via di fuga.


Puzzavano di sakè, un odore così forte e sgradevole che la bambina dovette arricciare il naso per diminuirne almeno un po’ l’intensità. Dovevano essere ubriachi marci.


Il più grosso dei tre, un omaccione dalla mole imponente, le si avvicinò pericolosamente.


Indietreggiò fino a che la staccionata di legno non toccò la schiena, guardando l’uomo con paura e disprezzo.


Le afferrò i capelli, sollevandola così da terra e facendola gemere di dolore.


- Lasciami ciccione!-


Non. Gradì il termine con cui le si rivolse, per questo la lanciò violentemente contro il muro di legno.


- Mocciosa bastarda attenta a come parli?!-


Uno degli altri due, smilzo e ingobbito, dai radi capelli arancioni, sghignazzò in un tono che alle orecchie della bambina suonò fastidioso ed irritante.


- Ghihihi, è il mostro che vive al palazzo dell’Hokage, non ci sono dubbi.-


Doveva fuggire e tornare indietro, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritare quel trattamento.


Voleva soltanto fare un giro per il villaggio, come ci era finita in quella sgradita situazione?


E per quale motivo anche loro le davano del mostro?


Sentiva le lacrime pizzicarle sugli occhi, ma non voleva piangere davanti a quei tipacci.


Aveva appena quattro anni ma era una tipa tosta lei.


Il terzo uomo, alto e dalla corporatura robusta, si avvicinò ghignando maleficamente.


Un brivido percorse la schiena della bambina, e pensò che quello, dei tre, era decisamente quello più spaventoso.


Notò solo in seguito i copri fronte che portavano, chi sulla fronte, chi appeso al braccio, chi come cintura.


Erano ninja del villaggio? Ma allora perché l’attaccavano?!


Il più spaventoso si avvicinò, estraendo un kunai e puntandolo alla gola della bambina.


Sbiancò la biondina, fissando con occhi sgranati l’arma affilata e letale, che risplendeva sotto i raggi della luna.


Volevano… ucciderla?


- Capo senti, e se la eliminassimo? Nessuno sentirebbe la sua mancanza, e magari l’Hokage ci ricompenserebbe con una promozione! Pensa, saremmo gli eroi che hanno ucciso il mostro del villaggio.-


Il capo sembrò rifletterci su, poi ghignò malefico, concordando col compagno.


- No lasciami andare non voglio!-


La volevano uccidere? Non avrebbe reso loro il compito facile.


Morse con forza il braccio unto e grosso dell’uomo, che gemette di dolore e la scagliò di nuovo a terre, più furioso che mai.


- Maledetta mocciosa ora ti ammazzo!- e iniziò a caricare, il kunai alzato e pronto a colpire.


Chiuse gli occhi la biondina, rannicchiandosi su se stessa ed aspettando il colpo mortale del kunai, ma il dolore non arrivò mai.


- Ehi e tu chi sei?-


A quella frase seguirono soltanto grida e urla di dolore soffocate, davvero non capiva cosa potesse essere successo.


Lentamente aprì un occhio, poi un altro, e la scena che vide le fece mozzare il fiato.


I tre banditi erano a terra, storditi in una e feriti, anche se non mortalmente.


Si chiese chi avesse potuto fare una cosa del genere, e quando spostò lo sguardo finalmente lo capì.


Un ragazzino dai capelli corvini stava davanti ai tre dandole le spalle, non era armato ma era l’unico presente.


Che fosse stato lui?


Vide il moro avvicinarsi, un sorriso rassicurante in volto ed improvvisamente si sentì al sicuro.


Lentamente la stanchezza iniziò a farsi sentire, le palpebre si facevano pesanti e la paura scemava lentamente, sostituita dalla stanchezza.


Si sentì sollevare da terra mentre il ragazzino la rassicurava.


- Va tutto bene, sei al sicuro ora.- e lei credette a quelle parole, a quella voce che le sembrò così dolce e gentile.


Per la prima volta una voce così era rivolta anche a lei.


Arrossì un poco, ma il sonno chiamava sempre più forte.


L’ultima cosa che vide furono due occhi color sangue che splendevano nella notte, dopo di che si lasciò scivolare tra le braccia di Morfeo.


 

 

Si alzò di scatto, ansimante e grondante di sudore.


Il cuore batteva all’impazzata nel petto, quasi come se dovesse sfondare il petto e uscire da un momento all’altro.


Si passò una mano sulla fronte bagnata, cercando di rilassarsi e rallentare così il battito cardiaco decisamente troppo elevato.


Nella mente ancora il sogno appena fatto, chiaro e vivido come lo era il ricordo di quella notte.


Perché quello non era una semplice proiezione onirica, lei quell’esperienza l’aveva vissuta veramente.


Prese un profondo respiro, e quando fu sicura di essere almeno un po’ più lucida ragionò con calma su dove si trovasse.


Si guardò un po’ intorno, constatando di trovarsi in un boschetto, vicina ad un sentiero che portava ad una cittadina.


Riordinati i pensieri finalmente riuscì a realizzare dove fosse.


Stava viaggiando con l’Ero-sennin per trovare Tsunade e convincerla a diventare Hokage, e intanto si faceva allenare dall’eremita.


Erano partiti da qualche ora, e quando si erano fermati a mangiare dei tipi loschi avevano tentato di avvicinarla con fare malizioso, ma erano stati stesi da una potentissima tecnica di Jiraya che aveva detto chiamarsi Rasengan.


Dopo mille e più insistenze, o meglio minacce, il Sennin si era deciso a insegnargliela.


Ed ecco spiegato cosa ci faceva li invece che essere in città con l’eremita porcello.


Ma quando si era addormentata?


E poi quel sogno, era bastata semplicemente la vaga speranza che lui fosse tornato per mandarle in tilt il suo già confuso cervello?


“Accidenti!” imprecò mentalmente.


Non era una cosa positiva quella felicità, lo sapeva bene.


Lui era malvagio, un traditore,e non si poteva essere contenti del ritorno del male.


“Ma lui è veramente cattivo?”


Era una domanda che si poneva spesso, specialmente da quando era in squadra con Sasuke, e fin ora non era ancora riuscita a trovare una risposta giusta.


Sospirò, coricandosi nuovamente sull’erba verde.


Era ormai pomeriggio inoltrato, il sole era alto ma non le arrivava agli occhi grazie alle fronde verdeggianti degli alberi.


Un piacevole venticello fresco le scompigliava i capelli, mettendola in totale armonia con ciò che la circondava.


Era da qualche ora che provava il Rasengan seguendo le istruzioni di Jiraya, e ancora quel palloncino pieno d’acqua non si decideva a scoppiare.


Che poi, quale razza di allenamento prevedeva un palloncino?!


L’eremita l’aveva piantata in asso dandole trenta di quei palloncini colorati pieni d’acqua, dicendole di farvi vorticare all’interno il chakra in modo tale da farlo esplodere.


Facile, aveva pensato subito, sfortunatamente la cosa si era rivelata più difficile del previsto.


Probabilmente alla fine era crollata senza neanche rendersene conto, e aveva fatto quel sogno.


Già, come se non avesse già abbastanza problemi per la testa ora ci si metteva anche la sua mente.


Era in crisi questo era certo, ma davvero Itachi non ci voleva a far sprofondare la situazione.


- Ma guarda, e io che pensavo di trovarti ancora intenta a far esplodere il palloncino, che c’è? Già stanca?-


Si alzò a sedere, guardando l’uomo dai lunghi capelli albini che le stava dietro.


Sorrideva, in mano aveva un doppio ghiacciolo, uno di quelli con due bastoncini e che si dividevano.


Naruko si limitò a negare con la testa, troppo assorta e pensierosa per rispondere a quella domanda.


Forse era anche stanca, ma non l’avrebbe mai ammesso.


Aveva ancora il suo orgoglio dopo tutto.


Si sedette per bene, appoggiando la schiena ad un tronco ed accettando di buon grado la metà di ghiacciolo che Jiraya le offriva.


Faceva caldo e dopo tutto quell’allenamento ci voleva proprio qualcosa di fresco.


- Grazie.-


Il Sennin le si sedette accanto, guardandola intensamente, la biondina se ne accorse.


- Cosa c’è?- chiese.


- Dovrei essere io a chiedetelo, sembri costantemente sulle nuvole.-


Abbassò gli occhi color cielo, portandoli a guardare la terra, mentre il sogno tornava a premerle nella mente.


- Non… non è nulla, solo un sogno.-


- E non ti va di parlarmene?-


Voleva poter essere di qualche sostegno per quella ragazza, aveva un legame speciale con lei e voleva intensificarlo ogni giorno di più.


Naruko ci pensò un po’ su, poi sorrise al Sennin e rispose.


- No non si preoccupi, ero soltanto molto stanca ma non volevo ammetterlo, mi dispiace.-


Fece una piccola linguaccia e poi scoppiò a ridere, gustandosi poi il ghiacciolo azzurro.


Non era il caso di far preoccupare l’eremita, non ne vedeva l’utilità.


“È solo uno stupido sogno, non ho nulla a che fare io con Itachi.”


Se ne convinse con fierezza, ritrovando presto tutta la grinta persa poco prima.


Quell’improvviso cambio d’umore convinse anche Jiraya, che finì il suo gelato ridendo e raccontando alla bionda cos’aveva fatto in città.


- Quindi non ha trovato Tsunade-san, indovinato?-


Dopo mezz’ora di racconti in cui elogiava le generose forme di tutte le donne che aveva incontrato, Naruko riuscì a dedurre tre cose:


1- Jiraya era più pervertito di quel che credeva, superava di gran lunga ogni sua aspettativa;


2- Tsunade non si trovava in quel villaggio, il primo vero luogo abitato dopo la locandina in cui si erano fermati per pranzo;


3- Di certo non avrebbe più lasciato solo quel porcello di un eremita durante una ricognizione in un villaggio, era decisamente poco affidabile.


- Esatto, nessuna traccia del suo passaggio.-


La biondina lo guardò dubbiosa.


- Scommetto che non l’ha neanche cercata, dica la verità, è stato tutto il tempo in uno di quei locali sconci pieno di donne volubili non è vero?!-


Un aura nera iniziò a formarsi attorno alla bionda, mentre i capelli avevano preso a fluttuare.


Jiraya, arrossito alle precedenti affermazioni dell’allieva, deglutì a fatica, sudando freddo e pronto ad una punizione divina.


- M-Ma come osi, dubitare così del tuo maestro?! Ingrata che non sei altro! Che colpa ne ho io se quella vecchia non si fa trovare?-


- SE NON PERDESSE TEMPO IN QUEI LOCALI DA MANIACI LA TROVEREBBE PIÙ IN FRETTA!!!!-


Quando Jiraya fu sul punto di morire per crepa cuore, sempre che Naruko non lo uccidesse prima, la ragazza sospirò pesantemente.


Cosa si arrabbiava a fare? Tanto parlare con lui è come parlare ad un muro, per cui era tutto fiato sprecato.


Un sospiro di sollievo sfuggì al Sennin, che riprese a parlare fintanto che gli animi erano calmi.


- Comunque sia, per oggi abbiamo cercato a sufficienza. Stanotte dormiremo al villaggio e domani partiremo di nuovo.-


“Chissà perché, ma non mi convince troppo.” 


- Ero-sennin, non è che vuole restare solo per passare il resto della giornata in quel bar vero?-


La voce minacciosa fece correre un brivido lungo tutta la spina dorsale dell’eremita, che già si stava incamminando verso il paesino, dando le spalle alla biondina.


- C-Che sciocchezza ahahahahahah!!!!! Ma come ti vengono in mente certe idee?!-


“Si, è senz’altro così……”


Sospirò rassegnata, prendendo in spalla lo zaino ed dirigendosi anche lei verso il villaggio.


Prima che potesse anche solo fare un passo, un fogliettino di carta le svolazzò davanti al naso, mentre dall’altro il gracchiare di una cornacchia le arrivò alle orecchie.


Mentre una strana sensazione le invadeva la mente ed il cuore aveva accelerato il battito, prese il pezzo di carta tra le mani e ne lesse il contenuto.


Sbiancò quando ebbe finito.


- Muoviti Naruko, voglio fare qualche altra… ricerca.-


Il commento malizioso di Jiraya la riportò alla realtà.


- S-Sì, arrivo!!-


Mise velocemente il biglietto in tasca e raggiunse il maestro, senza però smettere di pensare al contenuto di quello strano pezzo di carta.


“Che diavolo significa?”


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Sasuke camminava tranquillo per le vie del villaggio, cercando una certa testa bionda che sembrava sparita nel nulla.


Aveva bisogno di allenarsi e combattere contro quella seccante ragazzina era senza dubbio un buon allenamento, anche perché non aveva idee migliori per far passare il tempo.


Era tutto il pomeriggio che la cercava per potersi confrontare, ma di lei nessuna traccia.


Forse una parte di lui, molto nel profondo, desiderava solamente passare un po’ di tempo con lei.


Perché standole vicino sentiva di poter dimenticare tutto ciò che di brutto aveva nel suo passato.


Il dolore per la morte dei suoi cari, l’odio per suo fratello, il desiderio di vendetta, tutto quanto spariva quando stava con Naruko.


Era un sole che pian piano stava scacciando le tenebre dal suo cuore, con quel sorriso capace di far invidia anche alla più luminosa delle stelle.


Si diede dello stupido per aver fatto certi apprezzamenti su quella dobe, non era un comportamento da lui quello.


- Ciao Sasuke-kun.-


A sollevarlo da quei pensieri una voce femminile e gentile che lui conosceva bene.


Alzò gli occhi per incontrare quelli verdi smeraldo di Sakura, mentre teneva in mano dei gigli bionchi appena comprati, probabilmente, nel negozio di Ino.


- Ciao Sakura.-


La rosa si avvicinò sorridente, le guance un po’ arrossate.


“Che fortuna, da sola con il mio adorato Sasuke-kun! Alla faccia tua Ino!”


- Ma che bella sorpresa, cosa ci fai da queste parti?-


- Stavo cercando Naruko, volevo allenarmi un po’. Non è che l’hai vista per caso?-


Era stranamente gentile, o per lo meno non la ignorava come faceva di solito, ma il fatto che chiedesse proprio dell’altra bionda la infastidiva non poco.


“Perché non riesci a vedere che ci sono io qui per te?”


Si rattristò un po’ la rosa, ma non si perse d’animo. Avrebbe lottato con tutte le sue forze e, forse un giorno, l’Uchiha si sarebbe accorto dei suoi sentimenti. Quindi rispose.


- No mi dispiace, oggi non l’ha vista.- sorrise.


- Capisco, proverò a chiedere a Kakashi-sensei. Ciao Sakura e grazie.


Se sentì al settimo cielo per quel ringraziamento, ed energicamente salutò Sasuke con un sorriso, decisamente più allegra di quanto avesse mai creduto.


Era davvero innamorata di lui, e sicuramente un giorno glielo avrebbe confessato, se lo promise a se stessa.


L’Uchiha continuò per la sua strada, arrivando poco dopo alla casa del sensei, sperando vivamente di trovarlo o almeno che sapesse dove si era cacciata la dobe.


Si fermò davanti alla porta, proprio quando stava per bussare, poiché delle voci dall’interno lo incuriosirono.


- È tutta colpa mia.-


Piangeva una donna, e il moro sapeva anche di chi si trattava.


- Non tormentarti Anko, non è stata colpa tua.-


Kurenai-sensei, anche lei si trovava a casa dell’Hatake.


- Già, nessuno di noi è stato all’altezza della situazione, se Gai non fosse arrivato probabilmente saremmo morti.-


- Ho soltanto seguito l’esplosione, non ho fatto nulla di speciale Asuma, piuttosto quando credete si riprenderà Kakashi?-


A quanto pare c’era una riunione al momento, non voleva disturbare, ma comunque doveva solamente fare una domanda.


Bussò, entrando subito dopo aver ricevuto il permesso.


Nella stanza calò un silenzio tombale quando fu dentro, mentre i sensei, esclusa Anko, lo guardavano.


Kakashi era disteso sul letto, privo di conoscenza, mentre la donna dai capelli color notte non lo perdeva un attimo di vista.


- Cos’è successo?- provò a chiedere il ragazzo.


- Nulla di cui preoccuparsi, ha soltanto esagerato con gli allenamenti, piuttosto ti serviva qualcosa?- chiese Kurenai, come se non ci fosse nulle di strano.


Invece c’era tutto di strano, anche un idiota se ne sarebbe accorto.


- Volevo chiedere a Kakashi-sensei se aveva visto Naruko perché……-


Un Chunin entrò nella stanza tutto trafelato, portando sconvolgenti notizie.


- Avete sentito cos’è accaduto?! Itachi Uchiha è tornato e sembra stia dando la caccia a Naruko!-


Sono in seguito si accorse della presenza dell’Uchiha minore, realizzando così di aver appena commesso un grave errore.


Il ragazzo corse fuori ad una velocità unica, ignorando i richiami di Gai che intanto se la stava prendendo col malcapitato ninja.


Non sentiva niente e nessuno, rabbia e preoccupazione erano le uniche emozione che occupavano la sua mente.


Avrebbe trovato Naruko, costi quel che costi, mai avrebbe lasciato che Itachi si prendesse un'altra persona a lui cara.


Però, anche se riluttante si convinse di aver bisogno di una mano, sicuramente suo fratello non era venuto solo e se voleva affrontarlo senza problemi allora serviva qualcuno che tenesse impegnati gli eventuali compagni.


E sapeva perfettamente a chi chiedere.


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Da sola nella stanza d’albergo che Jiraya aveva prenotato, Naruko era distesa sul letto, concedendosi qualche minuto di riposo.


Il sensei aveva ragione a dire che era stanca, una bella dormita era quello che ci voleva.


Si chiese dove fosse andato tanto di fretta dopo averla mollata li tutta sola, anche se sola non lo era mai, ma si diede una risposta subito dopo.


“A caccia di donne… quel pervertito.”


Stranamente quella calma che regnava nella stanza era piacevole e rilassante, una sensazione che non provava da qualche tempo.


Tze ma come? Non volevi allenarti senza sosta fino a che non avessi imparato il Rasengan? Che pappamolle di ragazzina.


Sbuffò contrariata, ovviamente non poteva avere un po’ di pace nemmeno quando pervertiti e rompi scatole non erano nei paraggi.


Ormai lo aveva capito, Kyuubi sapeva presentarsi nei momenti meno opportuni quando voleva. Ovvero sempre.


- Uffa ma ti pare? Non sono una macchina o un Biju dal chakra sconfinato come te, e anche se ne ho molto, come sostiene l’Ero-sennin, non so ancora usarlo al meglio. È normale che mi stanchi, comunque riprenderò sicuramente gli allenamenti dopo un buon riposino.-


Fa come ti pare, ma ti conviene stare attenta, sento una presenza vicino a noi, non che mi importi di quello che ti succede.


- Uhm? Ma che dici? Non c’è ness…- non finì la frase che qualcuno bussò alla porta.


Guardò confusa verso l’entrata della camera, chiedendosi chi potesse essere.


Poi un flash ed il ricordo di quel biglietto le fece intuire chi si poteva trovare dall’altra parte della soglia.


Lentamente si alzò dal letto, dirigendosi verso la porta.


Quando l’aprì seppe di non essersi sbagliata, poiché due occhi rossi erano puntati nei suoi color cielo.


Era il momento del confronto.


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- Fammi capire bene, il tuo psicopatico fratello stà dando la caccia a Naruko che al momento non si trova al villaggio?-


- Esatto, il signor Teuchi ha detto di averla vista questa mattina con un uomo dai capelli bianchi mentre uscivano dal villaggio.-


- E hai chiesto il mio aiuto per fronteggiare gli eventuali scagnozzi di Itachi giusto?-


- Proprio così, il tuo genio non sbaglia un colpo.-


- Uff che seccatura, possibile che quella scema non faccia che mettersi nei guai?-

Per Sasuke non c’erano compagni migliori di Naruko e Shikamaru, per questo aveva chiesto aiuto al Nara.


Prima forse non se lo sarebbe mai sognato, voleva essere lui ad eliminare Itachi, ma per quella delicata situazione serviva una mente in grado di ragionare anche sotto pressione.


E sapeva che lui, appena avesse visto Itachi, non sarebbe più stato un grado di ragionare, per questo ci voleva la geniale mente di Shikamaru.


Così erano partiti di corsa verso il villaggio più vicino, con lo Sharingan di Sasuke attivo per cercare di seguire le tracce di Chakra lasciate dalla biondina.


Ancora si chiedevano chi potesse essere l’uomo misterioso che l’accompagnava, ma questo al momento era un dettaglio irrilevante.


- Allora hai già un piano Shikamaru?-


- No non ancora, per il momento limitiamoci a trovarla prima che Itachi possa farle del male, questo ha la precedenza.-


Sasuke si ritrovò d’accordo, ma lo Sharingan risplendette ancor di più alla consapevolezza che presto avrebbe rivisto quel bastardo.


Il momento della vendetta era vicino, se lo sentiva, e la vittoria sarebbe stata sua.


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- Ciao Naruko.-


Quella voce così calda e profonda, quegli occhi color notte ora rossi come il sangue a causa dello Sharingan, quei capelli color pece, perfino il suo profumo era lo stesso di allora.


Era esattamente come lo ricordava.


Dopo tutto quel tempo non era cambiato ai suoi occhi, era lo stesso splendido ragazzo di quel tempo, lo stesso che le aveva salvato la vita.


Itachi era capace con la sua sola presenza di metterla in un terribile e allo stesso tempo piacevole senso di agitazione, qualcosa che non aveva mai provato prima.


Ma sapeva che era soltanto apparenza.


- Itachi.-


Anche il suo nome mascherava l’essere spietato e crudele che si nascondeva in lui, lo stesso che aveva sterminato il suo clan e fatto soffrire Sasuke.


- È tanto che non ci vediamo, sei cresciuta.-


Eppure le sembrava tutto così sbagliato.


Nonostante sapesse ciò che aveva fatto, il nome del ragazzo affiancato alla parola Nukenin stonava terribilmente alle sue orecchie.


Sfortunatamente non sapeva neanche lei da dove arrivasse quella convinzione, ma il suo corpo era in evidente accordo con lei.


Non provava la minima paura nel trovarselo davanti, piuttosto era felice di averlo rivisto, sentendosi tremendamente in colpa nei confronti di Sasuke.


- Tu invece non sei cambiato, forse solo un po’ più alto.-


Trovò anche la forza di fargli un lieve sorriso, che però non venne ricambiato.


Itachi la fissava con un espressione che Naruko non seppe definire, tra il triste ed il colpevole. Fu solo per un attimo però, la maschera seria tornò presto al suo posto.


- Hai ricevuto il messaggio dal mio corvo?-


Ora non aveva più dubbi, era stato proprio lui a scriverlo, ed era indirizzato proprio a lei.


“Dobbiamo parlare,

ti contatterò quando sari sola.

I. U.”


Era rimasta scioccata da quel messaggio, ma di certo non si sarebbe tirata indietro a quella richiesta.


Aveva ancora un debito con lui, non poteva rifiutare.


Richiuse la porta della camera e si appoggiò con la schiena alla parete, proprio di fronte al moro, le mani incrociate dietro il busto.


- Ti ascolto, cosa volevi dirmi?-


- Volevo metterti in guardia. Akatsuki, l’organizzazione di cui faccio parte, si stà muovendo e vuole tutti i Jinchuuriki.-


Sobbalzò all’ultima affermazione.


- E tu come…?-


- Ero uno dei ninja d’elite del villaggio, mi aveva informato l’Hokage.-


- Ah è vero…-


Poi un'altra domanda le passò per la mente, decisamente più importante.


- Ma se tu fai parte di Akatsuki perché mi stai avvisando?-


Itachi sospirò, pronto a spiegare.


- La mia missione oggi era quella di catturarti e portarti al covo. Però trovo che saresti più utile come alleata che come prigioniera, per questo non ho agito, preferivo avvisarti, perché fino a quando non ne parlerò col capo i miei compagni potrebbero prenderti di mira, tutto qui.-


Era davvero solo quello?


Naruko non ne era per nulla convinta, pensava invece che avesse voluto metterla in guardia per aiutarla.


- Non mentire, riesco a capire quando lo fai. È sempre stato così.-


Si sorprese lei stessa di quell’affermazione.


Era vero che Itachi le aveva salvato la vita, ma non lo aveva mai frequentato così tanto da poter fare certe affermazioni.


- Ma io, perché ho detto che è sempre stato così? Noi ci siamo parlati soltanto poche volte, allora perché…-


Uno strano mal di testa iniziò a farle dolere le tempie, tanto forte che non lo credeva possibile.


Itachi la guardava apparentemente inespressivo, ma dentro di se una strana inquietudine lo stava turbando. possibile che la sua mente rigettasse il sigillo in sua presenza?


Doveva assolutamente impedirlo.


La bionda portò le mani alla testa, tentando di indebolire almeno un po’ quell’insopportabile dolore.


Una mano le si posò sul capo, alzò lo sguardo puntandolo nello splendente Sharingan dell’Uchiha.


Avrebbe potuto ipnotizzarla, bloccarla in una qualche illusione, ma invece non successe niente di tutto questo, semplicemente il dolore si dissolse.


- Non sforzare la tua mente per ricordi inutili, ti farebbe solo male.- le disse in un tonò che osò definire dolce.


Ora però era ancor più confusa.


- Ricordi inutili? Di cosa stai…-


- ITACHIIIII!!!!!!-


Quell’urlo li fece girare entrambi, e Naruko sgranò gli occhi alla vista dei suoi due compagni di team.


Cosa ci facevano li quei due idioti? Ma soprattutto, cosa ci faceva li Sasuke?


Lo sguardo intriso d’odio come non lo aveva mai visto, le faceva anche un po’ paura, temette che avrebbe guardato anche lei così se avesse saputo la verità.


- Ma guarda, ciao Otouto.-


L’Uchiha più grande fissava i due ragazzini con aria di sufficienza, per nulla interessato a loro.


- Finalmente ti ho trovato Itachi, PREPARATI MALEDETTO BASTARDO, TI UCCIDERÒ!!!!-


- Calma Sasuke, cerca di restare calmo.-


Il Nara tentò di fermare l’amico, ma ormai non c’era più nessuno che potesse impedirgli di attaccare.


Tutto l’odio e la rabbia accumulate in quegli anni erano infine fuoriuscite.


Con tutta la rabbia che aveva in corpo, armato di kunai, Sasuke si lanciò contro il fratello, che non accennava a muoversi o spostarsi.


Ormai era vicino e poteva quasi sentire l’odore del sangue di Itachi che fuoriusciva dalla ferita, ma all’ultimo qualcuno parò il colpo.


La sorpresa fu tanta per l’Uchiha minore ed il Nara, quando realizzarono che a proteggere Itachi era stata proprio Naruko.


Gli occhi blu della ragazza erano inespressivi, ma la sua parata precisa e perfetta, tanto che Sasuke fu costretto ad indietreggiare, affiancato subito dopo dal Nara.


- Che combini dobe?! Perché proteggi quel bastardo?!-


- Aspetta Sasuke, forse è sotto il controllo di Itachi a causa dello Sharingan.-


L’ipotesi di Shikamaru sembrò convincere anche il compagno, fu però l’Uchiha più grande a smentirla.


- Vi sbagliate, io non stò controllando nessuno.-


Anche Naruko confermò quell’affermazione, abbassando il capo.


- Nessuno mi stà controllando, perdonatemi ragazzi.-


Aprirono la bocca, increduli, delusi, e anche arrabbiati.


- COME SARABBE A DIRE?! ALLORA PERCHÈ LO DIFENDI?!- Sasuke era il più arrabbiato dei due.


- Naruko ripensaci, non puoi stare dalla sua parte! Vuoi tradire Konoha?!- Shikamaru il più deluso.


Come poteva la loro compagna voltare le spalle ai suoi migliori amici?!


- No, non è così! Non potrei mai tradire gli ideali del nonno! È solo che…-


- SOLO CHE COSA?! CAZZO NARUKO STAI PROTEGGENDO UN FOTTUTO TRADITORE!!!-


- Ecco… io…lui…insomma….-


Non si era mai trovata tanto in difficoltà, perché era così difficile confessare loro ciò che Itachi aveva fatto per lei.


Il moro più grande avanzò, portandosi a fianco della bionda e mettendole una mano sul capo.


- Non dovresti aggredirla così, Otouto. Lo sai che le ragazze vanno trattato con rispetto?-


Naruko alzò leggermente lo sguardo sul ragazzo affianco, mentre Shikamaru e Sasuke iniziavano a fremere di rabbia. Il giovane Uchiha ormai era un concentrato d’odio puro.


- STAI ZITTO!!! OGGI MI PRENDERÒ LA MIA VENDETTA, E NESSUNO MI FERMERÀ!!!!-


- No Sasuke aspetta!-


Ma il ragazzo caricò ancora, e ancora una volta la bionda tentò di fermarlo.


- Togliti di mezzo dobe!-


- Non posso! Ti prego fermati!- supplicò ancora.


- PERCHÈ TI OSTINI TANTO A DIFENDERLO?!?!-


- PERCHÈ GLI DEVO LA VITA!!- gridò ormai al limite.


Stava combattendo contro i suoi amici per salvare Itachi, era ormai prossima alle lacrime per quella spiacevole situazione, eppure sentiva che era giusto così.


Un silenzio di tomba regnò per poco sui presenti, Sasuke indietreggiò guardandola co occhi increduli, ma ancora colmi d’ira.


- Cosa?!-


- Hai capito bene!- continuò con tono più duro.


- Quando ero piccola, ho rischiato di essere uccisa, se Itachi non mi avesse salvato sicuramente oggi non sarei qui, per questo non posso lasciarvi agire indisturbati, ho un debito con lui.-


Alzò gli occhi per poter guardare Sasuke.


- Perdonami Sasuke se non te l’ho detto prima, ma sapevo che parlare del passato ti avrebbe fatto male e poi…… non volevo che tu…… mi odiassi.-


A quel punto una lacrima solitaria solcò il viso della biondina, che però si ricompose a si voltò verso il moro più grande.


- Ti ringrazio per l’informazione, ma rifiuto il tuo invito. Non tradirò mai Konoha, e con oggi ho saldato il mio debito. La prossima volta che ci vedremo aiuterò Sasuke a batterti.-


Forse per quelle parole dette con convinzione, o per lo sguardo infuocato che stava esibendo la rabbia e l’insicurezza che Sasuke e Shikamaru provavano verso di lei svanirono, e per l’Uchiha tornarono a concentrarsi sul fratello.


- Sono certo che cambierai idea, in un modo o nell’altro farai parte di Akatsuki Naruko, ricordalo bene.-


- NON TE LO PERMETTERÒ MALEDETTO! NON MI PORTERAI VIA NESSUN ALTRO!!!-


Con il Chidori attivo nella mano sinistra, Sasuke puntò a suo fratello, senza che la bionda avesse il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.


Quando sembrava che il più giovane stesse avendo la meglio, Itachi lo sbattè violentemente contro la parete opposta con un sol pungo.


Con una velocità incredibile raggiunse il fratellino a terra, e lo sollevò in aria, sbattendolo violentemente contro il muro una seconda volta.


La mano di Itachi lo teneva a mezz’aria, stretta in una morsa mortale alla sua gola.


- Sei ancora troppo debole Sasuke, non sei alla mia altezza. I tuoi occhi, non sono abbastanza carichi d’odio e rancore. Non pensi ancora seriamente ad una vendetta. Quando avrai i miei stessi occhi, allora torna a cercarmi e prova a battermi.-


Itachi, dopo quelle parole, inchiodò Sasuke in un illusione, Naruko però non seppe dirsi cosa gli stesse mostrando, sentiva solamente le urla strazianti del compagno che le rimbombavano nelle orecchie.


- SMETTILA ITACHI LASCIALO ANDARE!!!!-


Dovevano intervenire, e alla svelta o sarebbe successo il peggio, non volle nemmeno pensare a quell’opzione.


Shikamaru si mosse veloce, cercando di catturarlo con la sua ombra, ma Itachi era forte e furbo anche più di lui.


Senza che nessuno se ne accorgesse aveva creato una copia, bloccando anche l’altro moro in una dolorosa e straziante illusione.


Naruko era terrorizzata, quelle grida le rimbombavano nelle orecchie, affondavano nel cuore come lame affilate, e non sapeva come fermarle.


“Cosa devo fare?”


Non era calma, e per questo non riusciva a ragionare, ma fortunatamente non era mai sola.


Padrona non disperare, ricorda che tu hai il potere.


La voce dolce di Suiton le penetrò nella mente, facendola riprendere da quello stato di puro terrore.


Aveva ragione, lei possedeva il potere di fermarlo, doveva soltanto crederci.


- ITACHI LASCIALI ANDARE O ME LA PAGHERAI CARA!!!!- provò di nuovo a parlare, ma il moro sembrava non volerla ascoltare, per cui si disse che non c’era altro modo.


Non avrebbe permesso a nessuno di ferire i suoi amici, nemmeno a lui.

Sentì dentro di se delle parole, dei gesti, delle sensazioni che non aveva mai provato, ma che sapeva di dover fare.


Incrociò le dita per formare il sigillo del drago, poi quello dell’acqua, alternandoli in rapida successione.


- Suiryuu no Jutsu, antico arco dell’acqua.-


Una luce iniziò a splendere tra le mani della bionda, e poco dopo si materializzò dell’acqua in forma liquida, senza nessuna struttura apparente.


Aveva gli occhi chiusi Naruko, ma quando li riaprì non erano più di quell’azzurro cielo che li caratterizzava, bensì erano di un blu scuro intenso e brillavano di una luce strana e fluorescente.


L’acqua che aveva tra le mani iniziò a vorticare e a prendere forma, fino a che non formarono un arco ed una freccia fatti completamente di quel liquido trasparente.


Prese la mira come se avesse sempre usato quel genere d’arma, e scoccò la freccia sul moro che teneva prigioniero Shikamaru.


La copia si dissolse in tanti corvi, facendo si che il Nara finisse a terra.


Una nuova freccia si formò sull’arco, stavolta puntata sull’originale.


- Lascia andare il ragazzo. Fallo o non esiterò ad attaccare.-


Parlava aveva una voce calma e pacata, limpida e chiara come un ruscello di montagna, ma che riusciva a scatenare brividi di terrore a chiunque, come un mare in tempesta.


La ragazza allora scagliò anche la seconda freccia, che però non colpì mai il bersaglio, perché uno spadaccino dalla pelle bluastra si mise in mezzo, bloccando il colpo.


- Ma guarda un po’, l’obbiettivo ha più assi nella manica del previsto.- parlò lo strano uomo che ricordava un pesce.


L’Uchiha fece cadere a terra anche il fratello, concentrandosi ora su Naruko ed il compagno.


- Già è vero, non me l’aspettavo.-


Anche Itachi ne era sorpreso, di certo non si aspettava un tale potere da parte della ragazza, ma aveva percepito l’arrivo di Kisame, per cui era rimasto calmo.


- Chi sei tu? Perché hai interferito?-


Se ad Itachi non aveva sortito alcun effetto, per Kisame non fu lo stesso. Si sentiva messo in soggezione da quella voce, ma cercò di non darlo a vedere.


- Che potere spaventoso……- disse a denti stretti, ma con l’eccitazione a mille.


Pensava di aver finalmente trovato un avversario degno della sua bravura.


- Sono Kisame Hoshigaki, non vedo l’ora di affrontarti Jinchuuriki della Kyuubi. Anche se temo dovremmo rimandare alla prossima volta.- ghignò l’uomo pesce.


Solo in quel momento Itachi notò la ragazza bionda che ilo compagno portava sulle spalle.


- Cos’è successo?-


- Jiraya si è dimostrato più duro del previsto, meglio andarcene.-


Annuì il moro e lasciò cadere Sasuke a terra, ormai in fin di vita, prima di voltarsi verso la ragazza che fissava entrambi inespressiva.


- A presto Naruko.-


E sparirono in una nuvola di fumo.


L’arco d’acqua si dissolse così come si era creato, e gli occhi della ragazza tornarono normali.


Quella nuova mossa però, le aveva consumato tutte le energie, così svenne anche lei, sussurrando prima di lasciarsi andare i nomi dei suoi compagni.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





Nel prossimo capitolo:

Nonostante le ferite riportate e le precarie condizioni di Shikamaru, Sasuke e Kakashi, la ricerca di Tsunade continua!

Naruko spera che la donna torni con loro a Konoha, così da poter salvare la vita del suo team e farsi perdonare come si deve.

Ma convincere il più grande medico del mondo si rivelerà un impresa tutt’altro che semplice.

 Inoltre l’allenamento per imparare il Rasengan procederà senza intoppi, mentre un vecchio nemico si ripresenterà sulla scena, probabilmente non da solo.

Un incontro un po’ speciale attende poi la giovane Uzumaki, in un epico scontro tra leggende!

Per saperne di più non perdetevi il prossimo capitolo, alla prossima!
































*Note Autrice*
Yo Minna!!! Ed eccomi di nuovo qui per voi!!! XD
Lo so, è un botto che non aggiorno, ma mi sono trovata un pò in difficoltà, ed in effetti non è che la cosa qui sopra mi soddisfi molto -.-
Cooomunque, vi comunico che il titolo della seconda storia è già stato deciso e che la prossima non conterà molti capitolo, circa 4/5 ma solamente perchè sarà di passaggio XP
Ok, so che non ve ne può fregar di meno, quindi smetto di parlare.
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito e a quelli che seguono in silenzio.
Chiedo scusa per eventuali errori, ma sono stanca morta e non ho avuto il tempo di aggiustarmelo per bene.
Lasciate qualche commentino se potete, anche solo per dirmi che fa schifo e dovrei smettere di scrivere cose obrobriose XP
Un bacio e alla prossima.
Jeo 95 =3

   
 
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