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Autore: Mimiwitch    24/04/2013    1 recensioni
21-09-2014
Storia in revisione.

George e Katie sono fidanzati da molti anni e stanno compiendo quei passi necessari ad essere sempre più uniti. Ma una lettera e una richiesta si mettono sulla loro strada, cambiando i loro progetti.
testo:
Girò lo sguardo nello studio, cercando quello di George, cercando speranza, la conferma che una cosa del genere non potesse essere valida.
Negli occhi azzurri di lui vi lesse angoscia, che alimentò le sue paure, dicendole che non solo era possibile, ma obbligatorio.
Il “Signor Voglio” aveva ordinato dall'aldilà e a loro non spettava altro che ubbidire.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Katie Bell
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Le ombre si mescolavano l'un l'altra nel buio della camera; una leggera brezza di Agosto faceva danzare le tende, creando nuove ombre grazie alla luce dei lampioni che proveniva dalla finestra.
Katie si svegliò, dolcemente, come se una voce l'avesse chiamata, e d'improvviso sentì che il sonno era scomparso. La sua mano era stretta in una mano più grande; un'altra, calda e sicura, le cingeva il fianco e lei sorrise, avvolta nel suo abbraccio. George, tornato tardi dal lavoro, l'aveva stretta a sé mentre lei dormiva; stava dormendo profondamente, sdraiato di fianco, russando lievemente per la stanchezza.

Si sporse e gli carezzò la guancia ruvida, facendolo mugolare nel sonno. Trattenendo una risatina Katie si girò, facendo scivolare la mano di lui dal fianco sulla pancia; le due mani intrecciate le posò sul cuore. Rimase immobile a guardare il soffitto della camera trapunto di stelle di plastica Babbane, che rilucevano flebili grazie alla magia: un suo capriccio, a cui George non aveva saputo opporsi.
Rimirò la più grande scintillare, ricordando con affetto il momento in cui le avevano comprate.

Cinque anni prima, ma come se fosse stato il giorno prima.
George aveva perso un orecchio e lei lo aveva saputo una settimana dopo, mentre tutti sembravano sapere come, dove, perché fosse successo. A lei non importava cosa gli altri sapessero, ricordava solo che non appena aveva ricevuto la notizia, aveva lasciato che le provette di pozioni le scivolassero dalle mani, frantumandosi al suolo, preda di una paura bruciante, ed era corsa via.
Via dal San Mungo, si era Materializzata a Diagon Alley davanti ai “Tiri Vispi Weasley”, il camice verde di apprendista Guaritrice ancora addosso, e aveva spalancato la porta con forza. Nel negozio all'improvviso era sceso il gelo, le risatine dei clienti si erano affievolite mentre tutti la fissavano, furente e scarmigliata, incorniciata dalla porta. Aveva raggiunto il bancone, dietro il quale un perplesso George Weasley la fissava attonito, un mezzo sorriso perplesso sulla faccia.

Cosa diamine credi di fare?” gli aveva urlato contro nell'insolito silenzio del negozio.
Sto vendendo Torroni Sanguinolenti” aveva risposto il ragazzo un po' spaventato, mostrando le scatole all'amica.
Non fare il furbo! Sto parlando del tuo orecchio! Hai forse cercato di farti ammazzare?” aveva gridato lei puntando un dito verso la sua testa, furente. Perché George non aveva capito, non sapeva quanto lei fosse spaventata. E quanto male le facesse guardare quella ferita, quanto l'avesse terrorizzata l'idea che potesse morire.

George era trasalito e, lasciate le scatole sul bancone, aveva tirato via Katie, trascinandola nel suo ufficio, dove aveva chiuso bene le tende per non essere spiati.
Cosa-Diavolo-Ti-Prende?” aveva domandato una volta sicuro, scandendo le parole una a una, per essere certo che lei cogliesse la sua rabbia. “Non sai che non si parla del mio orecchio? Se facessero domande o pettegolezzi, saremmo nei guai!”
Katie aveva sostenuto lo sguardo infuocato di George, decisa a non desistere.

Beh, è tardi per quello! Come pensi che l'abbia saputo? Le teorie della tua ferita sono sulla bocca di tutti! Perché non mi hai detto nulla? Perché ho dovuto sapere una cosa del genere da degli estranei?” lo aveva investito risentita, ergendosi in tutta la sua altezza, arrivando a malapena al suo mento.
Per non farti preoccupare. E perché non è una cosa così grave come pensi. I pettegolezzi spariranno presto, dato che non sono morto” aveva risposto lui, facendo spallucce, come se lei stesse reagendo in maniera esagerata.

Katie aveva continuato a fissare il lato della sua testa, notando la pelle annerita e bruciata, provando dolore per quella ferita che sapeva non potesse essere da niente come lui cercava di farle credere. Era probabilmente opera di una magia proibita, di qualcosa di oscuro. Perché George era entrato in contatto con quel tipo di magia? In che cosa era invischiato? Nel clima di terrore in cui vivevano al tempo, ogni scenario le era parso orribile.
Come hai perso quell'orecchio?” aveva incalzato ancora, sempre più arrabbiata.
Non posso dirtelo. Non è affar tuo.”

Dopo averle risposto così freddamente, George le aveva girato le spalle di scatto, diretto verso la porta. La mano sulla maniglia si era bloccata nel sentire un singhiozzo. Girandosi l'aveva trovata in lacrime.
Katie Bell, la cacciatrice formidabile, maschiaccio violento, il cinismo fatto persona, donna di ghiaccio spezza cuori, che non aveva versato una lacrima nemmeno quando Ron le aveva rotto il naso con la Pluffa, che aveva affrontato una maledizione mortale, stava piangendo nel suo ufficio senza ritegno. Era rimasto immobile a fissarla, senza sapere che fare, molto più spaventato di quando lo aveva perso davvero quell'orecchio.
Quando la ragazza aveva alzato gli occhi castani pieni di lacrime su di lui, tuttavia, il suo sguardo era fiero.

Sì che è affar mio. Perché mi fa impazzire l'idea che tu possa morire, idiota. Perché ti amo. Non l'hai ancora capito, stupido George Weasley!” aveva urlato con tutta l'anima. Persino nel negozio dovevano averla sentita.

Il ragazzo si era pietrificato con il viso inespressivo, forse fulminato dalla notizia. Erano sempre stati amici, solo amici. Era stata la sua spalla, la sua migliore amica, quella con cui confidarsi e chiedere consigli sulle ragazze. Katie l'aveva guardato andare al ballo con Vivian, una ragazza del suo anno; flirtare senza speranza con Alicia; cercare di attirare le attenzioni di Janelle di Corvonero, e di chissà quante altre ragazze mentre era ormai fuori da Hogwarts, e mai, mai, aveva osato dirgli cosa provasse realmente.
E in quell'istante gliel'aveva gridato addosso, furiosa per la poca fiducia che riponeva in lei, per il poco affetto che aveva per lei; arrabbiata con sé stessa perché era ancora innamorata di lui, dopo tutto quel tempo; spaventata all'idea di perderlo.

George si era riscosso, fissando le lacrime cadere sul parquet dell'ufficio.
Tu sei...tu mi...da quando?” aveva mormorato stupito.
Da sempre, idiota! Dal mio primo anno a Hogwarts, quando non eri che un moccioso stupido che faceva scherzi stupidi agli altri, eppure incredibilmente adorabile. Eri un idiota! Sei un idiota! Idiota, idiota, stupidissimo Idiota” aveva ripetuto Katie, cercando di sfogare la frustrazione. Non voleva piangere davanti a lui e più si vergognava per averlo fatto, meno riusciva a fermare le lacrime; ormai la diga dei sentimenti si era aperta e non poteva mettere un freno.

George le si era fatto vicino e l'aveva abbracciata, spiazzandola. Perché mai si era immaginata quel tipo di reazione, quando aveva fantasticato di confessargli i suoi sentimenti.
Sai perché ti chiedevo consigli sulle ragazze?” le aveva chiesto tranquillamente mentre lei assaporava il calore di quell'abbraccio; aveva scosso la testa, attonita.
Per farti ingelosire, sciocca! Perché mi piacevi, oh, se mi piacevi, ma eri un maschiaccio intrattabile, una scimmietta acida. Avevo gettato la spugna, avevo perso ogni speranza di poterti far interessare a me, o a qualsiasi essere umano. ”
Katie aveva fatto una faccia semi offesa, poi erano scoppiati a ridere alla definizione calzante, stretti l'uno all'altra, e non si erano lasciati più.
Quella stessa sera, a passeggio nella Londra Babbana, Katie aveva regalato a George quelle stelle di plastica, chiedendogli di metterle sul soffitto della sua stanza, per far sì che pensasse sempre a lei. E lui aveva riso, colpito dal gesto molto femminile.

Avevano appeso una stella insieme per ogni momento speciale: la prima volta che si erano baciati; il loro primo viaggio; il primo incontro con i genitori; la prima volta che avevano fatto l'amore: una a una, le stelle avevano invaso il soffitto della stanza, ricoprendolo d'amore.
E la stella grande era la sua preferita, tra tutte: la stella della prima volta in cui George le aveva detto 'ti amo'. Gliel'aveva sussurrato all'orecchio, una sera, sotto un vero cielo stellato, prendendola alla sprovvista, emozionandola fino alle lacrime, facendola ubriacare di felicità.

Un grugnito di George la riscosse dai ricordi e si girò a guardarlo, temendo che si fosse svegliato; dormiva beatamente, ma forse stava sognando qualche nuovo progetto a cui stava lavorando, che non gli dava tregua. Rimase a fissarlo nella penombra, assorta, cercando di intravvedere la sua espressione nel sonno, quasi certa che sorridesse, anche se stanco. Ogni giorno George si impegnava duramente, mettendo tutta l'anima perfino nelle più piccole cose, dando il 200%, anche per Fred.
Quando il suo gemello era morto, quattro anni prima, George era quasi morto con lui. Quel giorno, al termine della battaglia, Katie aveva guardato l'amico giacere senza vita e l'uomo che amava desiderare di raggiungerlo, distrutto in maniera profonda ed eterna. Quel giorno le stelle sul soffitto avevano smesso di brillare e per molto tempo erano rimaste spente. C'erano voluti anni, amore e pazienza per recuperare George, che si era sentito smarrito, dilaniato, vuoto; Katie era rimasta al suo fianco ogni secondo, sopportando le sue crisi nervose, gli stati depressivi, la sua apatia, senza mai vacillare. Gli aveva dimostrato il suo amore e il suo appoggio, giorno per giorno, facendogli ricordare che c'era ancora chi gli voleva bene e aveva bisogno di lui, finché non era ritornato a vivere, a sorridere, ad amare, a inventare i prodotti che lui e Fred avevano pensato per divertire la gente.

Sospirando a quel ricordo doloroso, allungò la mano verso il comodino, in cerca della brocca dell'acqua, forse nel pensiero inconscio di far scendere il dolore giù insieme al liquido, ma la sua mano si chiuse su un foglio, che si accartocciò. Il suo cuore mancò un battito e allontanò in fretta la mano, come se scottasse; si era perfino dimenticata che fosse lì. Adesso capiva il suo sonno inquieto e leggero.

Tornò a guardare il soffitto, col pensiero di quella lettera nella mente. La lettera che l'Ospedale Magico di Ginevra, comunemente conosciuto con il suo acronimo OMG, le aveva inviato quella mattina, in cui le veniva offerto un prestigioso posto di lavoro come Guaritrice responsabile al reparto 'lesioni della memoria da incantesimi, maledizioni, malattie magiche e pozioni', grazie alla sua tesi che rivelava come unire la magia ad alcuni ritrovati Babbani sortisse delle graduali guarigioni in casi dichiarati senza speranza.
Tesi con cui avrebbe finito la sua specializzazione in Malattie Magiche della Mente al San Mungo, di lì a due mesi, coronamento di un faticoso percorso, fatto di duro lavoro, di prove e sperimentazione, di nottate insonni a studiare e fare ricerche.

Il lavoro era allettante, di prestigio, eppure ricevere quell'offerta non le aveva dato alcuna gioia; l'idea di trasferirsi a Ginevra non l'allettava, non le piaceva. Avrebbe dovuto separarsi da tutti i suoi amici, da Leanne, dal Guaritore Fawley che per lei era come un padre, da Londra, che amava da impazzire; avrebbe dovuto conoscere colleghi nuovi, abitudini nuove, ambientarsi a ritmi lavorativi massacranti e un po' ne era spaventata.
E avrebbe dovuto allontanarsi da George, vederlo solo una volta al mese, forse anche ogni due, dato che probabilmente avrebbe lavorato moltissimo, ad orari assurdi. Non aveva paura che lui si stancasse di aspettarla o che la tradisse mentre era lontana o che la lasciasse per via della lontananza; aveva paura a vivere senza di lui, senza parlargli ogni giorno, senza vederlo, abbracciarlo, baciarlo. Perché Katie sapeva già, senza alcun bisogno di provare per essere certa, che non poteva vivere senza George. Il solo pensarlo le metteva l'ansia, dandole i brividi.

Tuttavia non aveva ancora risposto, sapendo che sarebbe sembrata ingrata agli occhi della comunità medica magica; stava prendendo tempo, cercando le parole più giuste e garbate per rifiutare. Perché avrebbe rifiutato, ne era certa. Nessun lavoro valeva la pena di stare lontano da George.
Perché non dormi?” chiese la voce di lui nel buio, impastata dal sonno, facendola trasalire.
Stavo pensando” rispose Katie avvicinandosi, assaporandone il profumo, mentre il cuore accelerava i battiti, emozionato.
A cosa?” biascicò George, gli occhi aperti che riflettevano il bagliore delle stelline.
A noi. Non siamo straordinari?” replicò sorridendo, mentre lui starnutiva per colpa dei suoi capelli sul viso.
Mhm, tu sei passabile, io sono fantastico! Adesso ho sonno, ma domani mattina ti darò la caccia, vedrai” mugugnò facendola ridere.
George tornò a stringere le mani attorno al suo corpo, amorevoli.
Era lì che doveva stare, era li che voleva stare, stretta tra le braccia di George, a dormire mano nella mano.





Note:

Salve!

Sono tornata con una Gatie, il mio otp. Per chi avesse letto l'altra storia che ho scritto su questo pairing: non ha nulla a che fare con quella. E' più come se fosse un altro universo rispetto a quello, un altro modo in cui i due si sono innamorati.
Questa storia è stata scritta per un contest, purtroppo è stata l'unica storia a partecipare, perciò è stato disdetto. Il compito era di scegliere un album e di scrivere dei capitoli per ogni canzone, usando il titolo della stessa. Io ho scelto “Pipes&Flower” di Elisa.
Spero che vi piaccia!
^_____^

Mimì





Nick su efp: Mimiwitch

Nick su ffz: Mimiwitch

Titolo: Pipes&Flowers (Titolo dell'album da cui sono tratti i titoli)

Rating: Giallo

Genere: Sentimentale, drammatico

Personaggi e pairing: George Weasley, Katie Bell.

Avvertimenti: nessuno

Credits: Pipes&Flower, Elisa 1997, etichetta Sugar

Note dell'autore: “Sleeping in your hand” è doppia nel cd. Ne ho approfittato per aprire e chiudere la storia con la stessa canzone.

Introduzione: George e Katie sono fidanzati da molti anni e stanno compiendo quei passi necessari ad essere sempre più uniti. Ma una lettera e una richiesta si mettono sulla loro strada, cambiando i loro progetti.




  
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