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Autore: Evenstar75    25/04/2013    11 recensioni
Trovata la Cura per il vampirismo, Bonnie ha evocato un incantesimo che lascia libera scelta: vivere una vita mortale oppure trascorrere un'eternità da vampiro o da ibrido.
Damon è scomparso da anni e nessuno ha più sue notizie.
Elena ha scelto Stefan e insieme vivono felicemente da umani al pensionato di Zach.
In casa Salvatore è nata una bambina dai meravigliosi occhi azzurri, a cui è stato dato il nome di Demetra.
Sedici anni dopo, Damon è tornato per lei.
'I know the risk but I have to know her'.
Intanto Rebekah Mikaelson trama vendetta contro i suoi nemici di sempre per uno sgarbo che le ha portato via il 'lieto fine'.
Una nuova maledizione incombe sulla ignara e spensierata 'next generation' di Mystic Falls.
I nostri eroi dovranno fare un salto nel passato per salvare il futuro dei loro figli e, per riuscirci, dovranno collaborare e riaprire molte ferite e questioni irrisolte.
Le avventure di Matilde 'Matt' Lockwood, Sheila Bennet, Nick Mikaelson e Demi Salvatore... in capitoli ispirati ad un'ipotetica serie tv :D
Saranno molto gradite le recensioni :D
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Bonnie fissò intensamente i propri grandi occhi scuri su Damon. 

Qualcosa dentro di lei tentava disperatamente di non lasciarsi destabilizzare dall’aria splendente e arrogante che il vampiro stava mettendo in scena. No, non si fidava di Damon, dei suoi modi raffinati e del suo sorriso accattivante più di quanto non avesse fatto sedici anni prima eppure sentiva che, dietro quella maschera impassibile, c’erano ancora molti segreti pronti ad emergere, come dei relitti impigliati in un oceano troppo profondo e pericoloso da esplorare. 
- Quindi hai praticamente spiato Demi per tutto questo tempo.- concluse Caroline, in tono d’accusa, facendo schioccare la lingua. Ci fu una pausa silenziosa, durante la quale tutti si voltarono, confusi, verso il maggiore dei fratelli Salvatore. 
Quell’affermazione incriminante, tuttavia, non influenzò minimamente il buonumore di facciata del bel vampiro; l’angolo della sua bocca si sollevò in un’espressione di beffa. 
- Non volevo metterla su questo piano…- sibilò lui, fintamente accomodante. Elena distinse chiaramente l’ira scoppiettare sul fondo delle sue iridi cerulee mentre lo guardava quasi a bocca aperta. -… ma sì, l’ho pedinata e tenuta d’occhio per settimane, assicurandomi che fosse sempre al sicuro e che nessuno osasse avvicinarsi a lei con l’intenzione di torcerle un capello. Ero fuori dalla Biblioteca, la notte in cui lei e la sua amichetta sono state aggredite, perché sapevo perfettamente che si sarebbero cacciate nei guai. Immagino che non sia stato poi tanto terribile, per loro, avermi tra i piedi mentre tre assassini patentati cercavano di strangolarle al chiaro di luna.- la sua voce, ora, era diventata un sussurro minaccioso e, sentendosi un po’ in colpa, Caroline abbassò gli occhi e tacque improvvisamente. 
Elena, d’istinto, appoggiò una mano sul braccio di Damon, come per richiamarlo alla calma, per placarne la malcelata indignazione. Le sue dita affondarono nel tessuto liscio e nero del suo giubbotto e lui si irrigidì di colpo, continuando a scrutare torvo la vampira bionda.
Lentamente, forse troppo, Damon espirò con forza, rilassando i muscoli della mascella e ritornando ad appoggiare la schiena alla poltrona. Evitò di rispondere alla carezza di Elena ma non si ritrasse da quel contatto così tenero e pieno di avvertimento: si lasciò sfiorare fino a quando non fu lei ad allontanare, un po’ imbarazzata, le proprie dita tremanti. 
Era trascorso davvero pochissimo tempo da quando l’aveva riabbracciata nel cimitero, desiderando annegare nei suoi capelli folti e profumati e stringendo a sé il suo corpo come se temesse di vederla scomparire da un momento all’altro, e già sentiva la nostalgia affondare come una lama gelata nella sua coscienza mai redenta… 
- Smettetela di bisticciare, voi due.- intervenne Stefan, seccato, leccandosi le labbra con aria nervosa e notando gli sguardi allarmati e perplessi del resto del gruppo. – Stiamo perdendo del tempo prezioso… abbiamo bisogno di sapere il più possibile su quei Licantropi e sui loro perversi progetti di vendetta. Più informazioni avremo, più in fretta capiremo che diavolo sta succedendo in città e potremo prevedere le loro mosse.- per la prima volta dopo sedici interminabili anni, i luminosi sguardi dei due Salvatore si incrociarono davvero, con determinazione ed urgenza. 
Damon fu sorpreso nel vedere che le sfumature delle iridi di Stefan erano più ardenti e dorate del solito, proprio come quando lui era pronto a mettere in gioco qualunque cosa per raggiungere un obiettivo eroico. In quel caso avrebbe dato la vita stessa per proteggere Demi, la bambina che aveva visto nascere e crescere, sua figlia, la figlia di Elena, la loro ragione... 
- D’accordo. Cosa vuoi sapere, fratello?- chiese, aspramente, sottolineando delicatamente quell’ultima parola con un breve sorriso. Guardando i suoi denti bianchissimi luccicare nella lieve penombra della stanza, Elena sentì un leggero brivido attraversarle la schiena e spostò ostinatamente l’attenzione su Stefan.
- E’ possibile che quei maledetti Lupi fossero al servizio di Rebekah?- domandò suo marito, cauto ma incalzante. Damon socchiuse gli occhi, poi scosse elegantemente il capo. 
I suoi capelli neri ondeggiarono appena, riflettendo tante sfumature quante, solitamente, erano contenute nelle piume altere del suo alterego… il corvo. 
- No.- rispose, assolutamente sicuro di sé, incrociando le braccia sul petto con aria fiera. – nessun alleato di Rebekah sano di mente avrebbe fatto affidamento sull’inesperto ragazzino Mikaelson per portare a termine i propri piani e si dà il caso che i nostri Licantropi l’abbiano proprio fatto. Se avessero avuto degli accordi con un Originale potente ed astuto come Rebekah non ci sarebbe stato bisogno di coinvolgere lo smidollato figlio della loro sexy ex-capobranco, non credete?- proseguì, con una smorfia, guardando Stefan con aria di sufficienza. Malsopportava da sempre la sua malsana passione per l’investigazione ma, allo stesso tempo, comprendeva la necessità di riflettere bene sulla questione di Demi. 
Per quanto si imponesse di ignorarlo, Damon qualche modo sapeva bene di essere inspiegabilmente ed irrimediabilmente legato a quella creatura indifesa e al suo incerto destino. 
- Già, molto ragionevole...- convenne Jeremy, intromettendosi precipitosamente nella discussione prima che potesse farlo chiunque altro. Bonnie spostò piano lo sguardo su di lui, increspando le labbra, in ascolto. -… ma noi non abbiamo mai avuto dei problemi con i Lupi Mannari, specialmente con quelli appartenenti al branco di Hayley. Se non erano lì per ordine di Rebekah, perché hanno aggredito in quel modo due ragazzine di sedici anni? Non avevano alcuna ragione di prendersela con loro.- 
- Diiiin… sbagliato!- esclamò Damon, imitando fedelmente il suono di uno di quei pulsanti televisivi che, strombazzando, annunciano gli errori dei concorrenti in gara. -… ritenta, sarai più fortunato!- fece spallucce mentre un’espressione ironica gli illuminava il volto. Caroline alzò gli occhi al cielo e automaticamente si ritrovò a fissare l’antiquato orologio a cucù appeso in salotto. Fu colta da un brivido di confusione: dove diavolo era finito Tyler? Sarebbe dovuto essere lì già da mezz’ora e invece… imprecando tra sé contro i doveri burocratici che il suo compagno aveva ereditato direttamente dall’ex Sindaco Lockwood, Caroline riuscì ad udire le riflessioni che Damon stava snocciolando in quel momento:
- In realtà credo che i ‘tre moschettieri’ (ovvero Todd, Scott e Hugo) fossero seriamente disperati. Li ho sentiti parlare qualche minuto prima dell’aggressione nella Foresta, mentre aspettavano che il loro pupillo Nick portasse fuori dalla Biblioteca le ragazze. Erano pieni di rancore, accusavano Elijah di aver distrutto la vita della loro amichetta Hayley e sembravano terrorizzati all’idea di fallire nell’impresa di quella notte.- la voce di Damon tremò appena mentre ripercorreva i tragici momenti dell’agguato. Ricordava perfettamente la pioggia gelida che sferzava il suo viso sfigurato dalla rabbia, gli occhi azzurri di Demetra inondati di lacrime, paura e orgoglio, il suo silenzio fiero e assordante, il modo in cui quegli esseri abominevoli avevano osato posare le loro sudice mani sulla sua pelle candida come neve… - si riferivano alle loro prede come se ne conoscessero benissimo le origini e le potenzialità: tua figlia…- e indicò Bonnie, la quale gli rivolse un’occhiata allarmata ma ferma, senza respiro. -… era la ‘strega’. Mentre Demi era la ‘chiave’. La chiave per spezzare quella che hanno definito…- fece una pausa tremula, durante la quale Caroline notò un muscolo nella mascella di Stefan contrarsi.
- … la Maledizione della Clessidra.- concluse per lui, mentre innumerevoli espressioni si susseguivano sul suo viso, troppo rapidamente per poterle decifrare: sospetto, terrore, incredulità, istinto protettivo, colpa… i suoi occhi si intorbidirono improvvisamente. 
Per quasi un ventennio aveva sperato che, mantenendo segreta la discendenza sovrannaturale di Demi, l’avrebbe tenuta al sicuro, ma tutto cio’ aveva fatto era stato lasciarla vulnerabile ed inerme sotto i colpi implacabili di quella sorte crudele che era tornata a tormentarli. 
- Se volevano eliminare direttamente la chiave…- dedusse Jeremy, sbattendo a fatica le palpebre. -… allora forse non volevano che la Maledizione fosse in qualche modo infranta.- Elena fu colta da un brivido di angoscia a quelle parole, le si strinse lo stomaco e uno spasmo gelido la scosse fino alla punta delle dita intorpidite.
- Perciò volevano farsi consegnare al più presto Demi e Sheila per toglierle di mezzo…- mormorò Bonnie con un rauco sussurro, aggrottando le sopracciglia scure mentre la voce le si incrinava ancora di più verso la conclusione della frase. -… e per impedire a Rebekah di sfruttarle in qualche assurdo modo… magari connesso a questa maledizione e a noi sconosciuto!-
- Fatemi capire.- intervenne Caroline, quasi isterica, sporgendo fuori il labbro inferiore e guardando biecamente Damon alla ricerca di una conferma. -… c’è qualche psicopatico in libertà che ha intenzione di usare i nostri figli per attivare una chissà quanto raccapricciante stregoneria? Come se fossero delle bamboline voodoo?- Elena deglutì a fatica e si afferrò i gomiti con le mani, per non crollare in pezzi. 
Il pericolo era semplicemente ovunque, adesso, avendo acquistato una forma più definita ed inquietante, era ancora più imminente. 
Come il suo ibrido fratello aveva voluto utilizzare il sangue umano di doppelganger per spezzare la Maledizione del Sole e della Luna, così adesso Rebekah voleva servirsi di Demi per uno dei suoi loschi e sicuramente cruenti scopi. 
Desiderava perversamente far provare a tutti loro l’orrore e la perdita che lei stessa aveva subito a causa loro, dopo la morte di Matt, e bramava una vendetta che fosse lenta e dolorosa, imprevedibile, ineluttabile.
La Gilbert percepì nuovamente il dolore allagarle il petto e soffocarle il cuore, riportandole bruscamente alla memoria le terribili sensazioni provato dopo la battaglia per la cura, dopo il lutto… e la partenza di Damon. 
Alla cieca, con la vista offuscata, cercò la mano di Stefan e vi si aggrappò con tutte le proprie forze, come ad un’ancora di salvezza, di nuovo, disperatamente. La stretta che ricevette in cambio fu un sollievo accorato e veemente ma Elena, stavolta, osservò anche Damon, senza riuscire a trattenersi, con trasporto e un profondo quanto muto senso di rammarico. 

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- Perché mai i Lupi Mannari avrebbero dovuto o voluto intralciare i piani malefici di Bekah? Cosa interessa a loro della Maledizione… di cos’hanno paura?- chiese Bonnie, molto lentamente, quasi intimidita nell’interrompere quegli istanti di denso silenzio, introspezione e riflessione. 
Nell’ascoltare quelle domande, d’un tratto, Damon lasciò che l’incredibile blu dei suoi occhi mandasse ipnotiche faville e, rubatolo alla sua presa con un gesto fluido e troppo improvviso per essere ostacolato in tempo da una Gilbert così distratta, sventolò il vecchio e lacero diario di Elena sotto il naso dei presenti.
- Klaus.- disse adagio, semplicemente, quasi curiosamente divertito, mentre il gelo e lo sgomento calavano come le spesse tende di un sipario nell’affollato ed elegante salotto di casa Salvatore. 

***

Mattie dovette sollevarsi sulla punta dei piedi per riuscire tirare le tendine delle finestre in salotto, nel tentativo di dare un’aura di serietà e segretezza alla riunione. Dopo aver completato l’opera, con una smorfia compiaciuta stampata sul viso rubicondo, si lasciò cadere pesantemente in una delle gonfie e soffici poltrone lì vicino, proprio accanto al fuocherello allegro e scoppiettante che ardeva nel sontuoso camino del salone. 
-Però…- tossicchiò, esitante, inarcando un biondo sopracciglio davanti al silenzio di tomba che aveva invaso il resto del gruppo. - … le mie pantofole peluche sono più amichevoli ed eloquenti di tutti voi messi insieme, stasera.- Demi parve divertita da quella veritiera osservazione e smise subito di tamburellare nervosamente con le pallide dita sul bracciolo del divano, senza però riuscire a togliersi dalla testa la sensazione ormai passata della mano del nipote di Rebekah stretta nella sua. 
Nick, dal canto suo, non senza sforzo, la piantò di fissarsi i piedi, sentendo un lieve calore salire ad infervorargli le guance. Per smorzare l’imbarazzo si passò distrattamente una mano tra i capelli castani, arruffandoli appena, e facendo brillare di nuovo l’elegante anello color sangue che portava all’anulare destro. 
Sheila Bennet notò il sinistro luccichìo del gioiello e sobbalzò appena sul posto. 
Il fischio della teiera proveniente dalla cucina adiacente fece sentire la propria squillante voce e Mattie si alzò, trotterellando, per andare a spegnere i fornelli e per versare il thè nelle tazze di porcellana più eleganti di Mystic Falls. Era stata un’idea furba, quella di Demi: conoscendo il debole che la Bennet aveva sempre manifestato per l’infuso alle spezie di casa Lockwood, aveva bisbigliato a Mattie di prepararne un bel po’ e le aveva anche suggerito, rincarando la dose, di tirare fuori uno di quegli irresistibili vassoi di pasticcini alla crema che la sua governante preparava sempre il giovedì pomeriggio alle sette in punto. 
Forse, a stomaco pieno e soddisfatta da quelle premure, Sheila sarebbe stata un po’ più flessibile e gentile nei confronti di Nick…
- Ecco a te, She’. Fai attenzione, scotta.- la servì Mattie, passandole con aria innocente un tazzone traboccante di profumatissimo liquido dorato. Lei tacque, percependo l’inganno nell’aria, ma poi, rassegnata, afferrò una zolletta di zucchero e la guardò attentamente mentre si dissolveva nella bevanda fumante. 
Qualcosa nel suo stomaco brontolante si sciolse, lasciandosi corrompere, e Sheila sospirò in segno di resa, afferrando un biscottino imburrato.
-Beh… direi che è ora di incominciare con l’interrogatorio. D’accordo, allora…- esordì, stringendo le labbra carnose in una smorfia tesa. Il giovane Mikaelson lanciò a Matt un’occhiata allarmata ma lei lo rassicurò in silenzio, ficcandogli, spiccia, una tazza ricolma tra le mani. - … cos’è quell’affare?- chiese bruscamente Sheila, indicando improvvisamente il bizzarro anello rosso, senza riuscire a staccare gli occhi scuri dalla grossa pietra preziosa che se ne stava incastonata nell’oro. 
Demi fissò la propria migliore amica, sorpresa da quella domanda singolare, e soppesò per un secondo la calma assoluta che Nick aveva conservato sul proprio incantevole volto. 
Gli sorrise appena, per incoraggiarlo, poi rimase in attesa della risposta. 
- E’ un antichissimo cimelio di famiglia.- disse lui, pensieroso. – mio padre lo lasciò a me la notte in cui scomparve… la frase incisa sulla pietra era il motto del nostro casato, l’emblema del nostro sangue… forse credeva che mi avrebbe protetto e che avrebbe ricordato a mia zia i suoi doveri nei miei confronti.- dal modo disilluso con cui Nick pronunciò quelle frasi, le ragazze ebbero la chiara impressione che Rebekah non avesse mai davvero preso sul serio le sue responsabilità da tutrice. 
Un velo di dispiacere calò su di loro, inevitabilmente. Demi, un po’ timida ma risoluta, allungò di nuovo la propria mano per sfiorare quella di Nick che non reggeva il thè e si sporse appena sulla poltrona per leggere ancora le parole che erano scritte sul brillocco vecchio quanto inestimabilmente prezioso che lui portava al dito.
- ‘Always and forever, Nick’.- sillabò, lentamente, con tono perplesso, ignorando a fatica la scarica elettrica che le aveva attraversato la pelle a quel minimo contatto con il ragazzo. -… hai detto che è un anello antichissimo… ma c’è il tuo nome sopra. Com’è possibile? O hai un milione di anni oppure…?- l’espressione di Nick mutò rapidamente, illuminata dal sollievo provocato dalla vicinanza della Salvatore a sé e, allo stesso tempo, offuscata dallo stupore per quella sua ultima, astuta osservazione. 
- Non è propriamente solo il mio nome…- chiarì il ragazzo, accennando ad un lieve sorriso. – … ma era anche quello di mio zio, fratello di mio padre e di Rebekah, Nicklaus Mikaelson I.- senza una reale ragione, istintivamente, le tre amiche rabbrividirono all’unisono. 
Era come se un vento freddo fosse entrato da qualche inesistente spiffero nella parete. 
Mattie per poco non si soffocò mentre sorseggiava il thè e sgranò gli occhi vispi, indispettita, tossicchiando.
- Era?- sussurrò, con la bocca socchiusa dallo stupore. Indugiò per un momento, muta e con l’orecchio teso in attesa di altri particolari sulla vicenda, poi decise di chiederli lei stessa, a bruciapelo: – oh, cielo, fammi indovinare… è morto stecchito e la tua malefica zia pensa che sia colpa nostra o dei nostri genitori? Si spiegherebbero così le sue manie di protagonismo ai danni di Demi in classe, i voti bassi di Sheila in Storia… e tutto il resto.- abbozzando un ghigno, Mattie si scambiò con gli altri uno sguardo d’ansiosa intesa.
- Più o meno.- spiegò Nick, evasivo, valutando quella bizzarra ma verosimile teoria.
- Più o meno cosa?- incalzò la Bennet, concitata, aggrottando le sopracciglia come se si sforzasse di non perdere la calma. -… più o meno è questa la ragione per cui Rebekah non ci sopporta oppure più o meno il tuo omonimo zio è morto e sepolto?- gli angoli della bocca di Nick si distesero in un sorriso quasi divertito. Lui fece spallucce e scosse il capo, un po’ incerto sull’effetto che avrebbero sortito le sue parole, poi decise di vuotare il sacco:
- Più o meno… entrambe le cose, in effetti.- 
Il tono realistico e secco con cui pronunciò quella frase sembrò al trio di amiche molto più inquietante di qualsiasi altra cosa fosse accaduta a Mystic Falls nelle ultime tumultuose settimane. Mattie si girò istintivamente per guardare Sheila, nel timore che stesse per avere una crisi di panico o qualunque altra reazione poco piacevole, ma la Bennet stupì tutti scoppiando in una strana risata rauca e senza gioia.
-Ecco che ci risiamo… ci stai di nuovo prendendo in giro, vero?- gli chiese, trattenendosi dall’azare gli occhi al cielo con evidente aria scocciata. Demi non l’aveva mai sentita sghignazzare in quel modo: sembrava quasi che avesse una tosse stizzosa e stridente o che singhiozzasse senza controllo, ed i suoi occhi erano molto spaventati. – … vero?- sussurrò dopo un istante, quasi supplicando. La Salvatore sentì la pelle d’oca farsi strada sulla propria nuca e lungo le braccia candide.
- No.- soffiò Nick, inflessibile ma con una nota di tristezza nella voce suadente. – purtroppo non è uno scherzo… è la nostra storia, quella delle nostre famiglie, della loro colpa e dei nostri destini.- i secondi passarono con una lentezza estenuante ma alla fine Demi emise un lungo sospiro tremulo e, facendosi coraggio, decise di agire in fretta.
- Ti va di raccontarci ogni cosa?- mormorò, con dolcezza, interrompendo il cupo silenzio che gravava improvvisamente sulle loro teste. Nick distolse per un momento la vista da lei, tentando di sfuggire, invano, alla sua dolorosa quanto specifica richiesta di informazioni. Annuì lentamente, meccanicamente, e, cercando di non farsi sopraffare dall’emozione, cominciò a parlare piano, sommessamente:
- I miei genitori si conobbero prima della fine di quella che, a posteriori, sarebbe stata definita col nome di ‘Battaglia per la Cura.’ Mio padre, Elijah Mikaelson, era un vampiro Originale millenario che aveva amato una sola donna prima di mia madre, una certa Katerina Petrova… sai, era una tua parente.- gli occhi neri e impenetrabili di Nick guizzarono verso Demi e lei, pur sentendosi arrossire furiosamente, ricambiò con fierezza quello sguardo carico di sottintesi. - Katerina, però, aveva spietatamente spezzato il suo cuore, abbandonandolo al proprio destino in un momento di massima vulnerabilità, e così lui, nel vano tentativo di sgombrare la mente dalle strazianti pene d’amore, si era ritrovato a collaborare con i propri fratelli, anch’essi Originali, Rebekah e Nicklaus. La loro missione era, ormai da tempo, solo una: trovare la suddetta Cura. § - 
- Che genere di Cura?- chiese fiocamente Matt, con gli occhioni che riflettevano la luce rossastra e danzante del fuoco nel camino davanti a sé.
- Una Cura miracolosa....- rispose prontamente Nick, accorato. Sheila notò che, quando parlava con Mattie o con Demi, lui abbandonava inconsapevolmente la propria aura fredda e scostante da estraneo e diventava gentile, disponibile, come se nutrisse sinceramente per entrambe qualcosa di molto simile all’affetto e al bisogno. – … una Cura che era capace di trasformare qualunque vampiro la bevesse di nuovo in un essere umano e che era nascosta in un’isola remota, disabitata, nel profondo di un pozzo sperduto e pericoloso. §
Sia Klaus che Rebekah la desideravano ardentemente per sé: mia zia voleva avere la possibilità di vivere una vita comune e naturale, felice, di avere una famiglia tutta sua ed essere sepolta, un giorno, accanto al suo vero amore; mio zio, invece, voleva ritrasformare in essere umano una giovanissima vampira. 
Il suo scopo, però, per nulla caritatevole, era quello di tornare ad utilizzarne il sangue nella immonda creazione di ibridi suoi simili, alleati e servitori. La sfortunata fanciulla in questione era Elena Gilbert... tua madre.- 
Demetra trattenne appena il respiro, invasa da un improvviso senso di ansietà e sgomento. Quante cose non conosceva della donna che le aveva dato la vita e che l’aveva amata più di ogni altra cosa al mondo? Era stata una ragazzina come lei, forse ancora più fragile e impaurita dalle circostanze, aveva lottato contro esseri sovrannaturali assetati di potere e di sangue, era stata travolta da emozioni tipicamente adolescenziali come quelle che Demi, adesso, sentiva pulsare sulle guance color porpora… era stata, addirittura, a lungo sfruttata come una gratuita banca di sangue da un ibrido Originale tanto privo di scrupoli. 
Qualcosa, nello stomaco della Salvatore, si contorse mestamente.
- E tuo padre? Elijah non voleva la Cura?- chiese Sheila, incuriosita, suo malgrado, dal racconto. 
- No, all’inizio, deluso com’era, non credo che avesse alcuna intenzione di curarsi.- rispose Nick, mettendosi una mano sotto il mento, come se stesse soppesando le proprie affermazioni. – fu un caso fortunato a salvarlo… o, almeno, così diceva sempre quando io ero bambino e lui e mamma si prendevano in giro nel cortile di casa, passeggiando tra i cespugli di biancospino e tenendosi per mano.- Demi lo guardò mentre sorrideva, un po’ perso nei propri ricordi, ed una strana fitta nostalgica le attraversò il petto. – mia madre era nuova, a Mystic Falls, e aveva già combinato un bel po’ di guai nel tentativo di recuperare informazioni sulla propria famiglia scomparsa… un po’ come me. Era un Lupo Mannaro, era stata adottata e maltrattata dai propri tutori e così, dopo essere fuggita da loro, si era decisa a scoprire la verità sul conto dei propri parenti biologici. Era un’intima amica di Tyler Lockwood e, assieme a lui, aveva audacemente tentato di aizzare gli ibridi di Klaus contro il loro padrone e sire…- Matt si allisciò con noncuranza la maglia sgualcita, felice di udire il proprio cognome in quella storia elettrizzante. -… senza successo. Il tranello, scoperto proprio a causa di mia madre, ebbe delle conseguenze oltremodo tragiche: Klaus, per vendicarsi, non esitò a trucidare tutti i ribelli, ad uccidere il Sindaco Carol Lockwood e a perseguitare Tyler fino a costringerlo ad abbandonare Mystic Falls.- la biondina battè le palpebre, sconvolta dalla verità, poi si morse l’interno della guancia per mantenere un viso impassibile. 
Sul marmo pregiato del camino erano appoggiate da decenni delle pompose foto di famiglia. Una delle sue preferite era sempre stata quella che ritraeva suo padre, Tyler, accanto ad una carismatica donna sulla quarantina, estremamente attraente, con un sorriso luminoso ed una fascia da Sindaco ben visibile sull’elegante tailleur da aristocratica. Sua nonna, Carol, era dunque morta così, uccisa dal crudele zio di Nick dopo un tradimento da parte della madre di lui, Hayley? 
Per la prima volta un vago senso di terrore le si insinuò dentro e Matt si chiese se avesse fatto bene a fidarsi del giovane nipote di Rebekah, ad invitarlo con disinvoltura in casa propria e a trattarlo da pari a pari senza mai dubitare della sua buona fede. Notando, però, il genuino disappunto pronto ad affiorare sul viso di Nick e ricordando il senso di tenerezza che la sua eterna solitudine le aveva ispirato sin dal primo istante, Mattie sentì sparire ogni sospetto: lui era diverso, era suo amico e non le avrebbe mai voltato le spalle. Ne era certa.
- Mia madre sapeva bene di dovere al suo amico Tyler un grosso favore e così, quando scoprì le proprie origini in un clan di Lupi Mannari Luisiana, convinse alcuni di loro a seguirla a Mystic Falls, per radunare una specie di esercito pronto a battersi con valore contro Klaus. L’ibrido Originale era inviso a molti abitanti della città e, con le sue malefatte, aveva conquistato solo odio e riprovazione: Caroline Forbes, innamorata di Tyler e decisa a riaverlo accanto a sé, accettò di collaborare con Hayley senza troppi tentennamenti e, al loro fianco, si schierarono anche due vampiri che desideravano l’umanità della loro amata Elena Gilbert ma che, allo stesso tempo, non avevano intenzione di sopportare di nuovo la vista di lei sfruttata come una qualunque sacca di sangue dal nemico Klaus. I tipi in questione erano due fratelli, Stefan e Damon Salvatore.- Demi sentì una strana sensazione avvolgerle il capo, come se all’improvviso fosse entrata in una bolla di cristallo opaca e completamente priva di ossigeno.

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Le vertigini le diedero il capogiro e strinse forse gli occhi per non perdere la percezione visiva a causa della sorpresa. Si passò le mani tremanti nei capelli e si inumidì le labbra, trovandole insolitamente secche e screpolate. 
- La loro amata Elena?- provò a chiedere, ma quello che uscì dalla sua bocca fu solo una pallida imitazione della sua voce. 
La sua mente, infatti, era già stata risucchiata da i ricordi più disparati senza che potesse fare nulla per impedirlo: intravedeva immagini confuse del passato, incongruenti eppure tutte collegate tra loro da uno di quei personaggi che aveva sentito nominare da Nick: ‘Damon Salvatore.’ e percepiva ormai chiaramente, in una scena fulgida e lattiginosa come le prime luci dell’alba, il volto del fratello di suo padre, di suo zio. 
Damon, lo stesso uomo che Rebekah aveva spudoratamente menzionato nel suo primo giorno di lezione, quello che aveva trovato ritratto su un albero genealogico in Biblioteca e che aveva salvato lei e Sheila da morte certa… era stato innamorato di sua madre. 
Era forse stato per quel motivo che a Demi era sembrato di percepire, nei suoi occhi azzurri e adamantini, identici ai propri, un sentimento così intenso e allo stesso tempo così timido e impotente, quasi ferito, vulnerabile? 
L’aveva fissata con un’avidità ed una tenerezza uniche nel loro genere… forse perché gli ricordava, in qualche modo, Elena? 
E lei, sua madre? Aveva mentito per l’ennesima volta quando aveva detto di non aver mai sentito qualcuno che portasse quel nome, quando aveva negato l’esistenza di un altro legame familiare tanto fondamentale... menzogne, le sue parole non erano state altro che ardenti e incomprensibili menzogne… 
- Cosa?- domandò Nick, che non aveva sentito bene la domanda stentata della ragazza. 
Lei deglutì profondamente, ingoiando un groppo di lacrime mai versate assieme alla propria delusione, e si sforzò di muovere le labbra per articolare una frase abbastanza convincente e disinvolta.
- Niente…- bisbigliò, con gli occhi comunque troppo lucidi per essere credibile. -… ti prego, vai avanti.- 
Lui fece per protestare ma Demi alzò una mano per fermarlo e, con lo sguardo, lo incoraggiò a continuare senza indagare oltre. Desiderava disperatamente parlargli e sfogarsi con lui ma non era quello il momento di lasciarsi andare, lo sapeva. Magari glielo avrebbe spiegato in in un’altra occasione, quando sarebbe stata pronta ad affrontare tutta quell’amarezza interiorie, a svelargli i più profondi segreti e ad accoglierlo nella propria vita completamente, senza più nessuna esitazione. Nick continuo a tacere fino a quando, emettendo un respiro rassegnato, non si decise a proseguire con il discorso:
- Essendo mio padre l’unico degli Originali a non essere direttamente interessato alla Cura, mia madre decise di provare ad ingannarlo nella speranza di estorcegli facilmente delle informazioni sui piani di Klaus; successivamente lo avrebbe tolto di mezzo, in modo da eliminare in fretta chi come lui, per ovvie ragioni di affettività fraterna, era considerato dei principali ostacoli alla distruzione dell’ibrido.- il ragazzo fece una breve pausa, increspando le labbra in un lieve sorriso commosso che fu per Demi come una boccata d’aria fresca ed un sollievo impareggiabile. – Ovviamente lei non ci riuscì. Si innamorarono, perdutamente, senza averlo premeditato. Hayley vedeva in Elijah tutto ciò che aveva sempre cercato: un uomo gentile, pacato, profondo… una certezza solida e piacevole, mentre lui era affascinato dal suo spirito rivoluzionario e dalla sua malcelata fragilità emotiva. Nessuno di loro due aveva mai avuto una vera famiglia ed entrambi la desideravano calorosamente, insopportabilmente. Entrambi avevano tradito e sofferto e avevano scelto di rimediare ai propri errori passati… insomma, avevano moltissime cose in comune.- Mattie vide lo sguardo del giovane brillare nella malinconia e ne fu intenerita. 
In realtà anche l’idea che i suoi genitori fossero stati tanto a lungo lontani a causa del cattivissimo Klaus era struggente e lei era rimasta gradevolmente colpita dal vago romanticismo che aleggiava in tutte quelle vicende.
- Quindi Hayley voleva uccidere Klaus…- lo interruppe Sheila, turbata e concentrata sull’argomento. – pur sapendo che lui era l’unico fratello dell’uomo che amava?- 
- Non esattamente.- asserì Nick, assorto. – vedete, tutti i piani per trovare la Cura e per sbarazzarsi di Klaus erano pronti da un pezzo quando lei incontrò mio padre e perse la testa per lui. In Luisiana aveva persino recuperato un paletto di quercia bianca che i Licantropi della sua tribù avevano conservato intatto per difendersi da eventuali invasioni di vampiri… tutto era praticamente perfetto. La quercia bianca, infatti, è l’unico albero il cui legno possa uccidere un Originale e, per di più, quando uno di essi viene usato per colpire un vampiro al cuore, il paletto stesso prende fuoco assieme al cadavere, scomparendo per sempre. Era la loro unica possibilità di vittoria e Hayley sapeva di non poterla sprecare, che Elijah lo volesse o no.-
- Si tratta dello stesso paletto appuntito che stavi per conficcare nel petto di Stefan Salvatore quel giorno sul Lago, vero? Quercia bianca.- intervenne Matt, perplessa ed eccitata. Tutti i nodi, in un modo o nell’altro, sarebbero venuti al pettine e questa era una grandissima sensazione di conforto, per lei. – l’hai… ecco, diciamo, ‘ereditato’?- 
- Non era lo stesso paletto ma sì, quello originale adesso appartiene a me.- rispose Nick, un po’ imbarazzato nel ricordare l’evento in questione proprio sotto gli occhi inquisitori e meravigliosi della figlia di Stefan. – Me ne porto appresso degli altri, molto meno preziosi, ma li tiro fuori solo e soltanto quando in giro c’è un serio pericolo… quando qualcuno a cui tengo davvero… è nei guai..- 
Demi gli lanciò un’occhiata a metà tra la lusinga, il rimprovero e la gratitudine ma poi aggrottò le sopracciglia scure, riflettendo tra sè. 
- Oh no, quello non ce l’ho con me, in questo momento, lo giuro…- aggiunse lui, impacciato, interpretando male quel suo sguardo penetrante. -… di solito evito volentieri di sbandierare la sua esistenza ai quattro venti perché credo che molti sarebbero interessati ad entrare in suo possesso prima della fine e poi…- 
- Aspetta un momento.- lo fermò Demi, con una voce talmente calma da apparire innaturale. – hai appena detto che, quando uno di quei paletti viene usato contro un Originale, va perduto per sempre…- mise i gomiti sulle ginocchia e inclinò appena il capo, curiosa. -… com’è possibile, allora, che tu abbia ereditato quello di tua madre Hayley ancora perfettamente integro?- Nick la guardò con approvazione, ammirando l’acutezza di quella considerazione, poi si rabbuiò di colpo, lasciando che un’espressione grave ed intensa gli indurisse il volto giovane e splendido.
- In effetti, alla fine… non fu usato un paletto di quercia per annientare mio zio.-

***

-Klaus. Sul serio?!- ripetè Caroline, con la voce remota, come proveniente da un altro universo. Lanciò un’occhiata smarrita a Stefan, il quale aveva socchiuso gli occhi, ormai talmente teso e immobile da assomigliare ad una splendida statua di cera, e trattenne a fatica un tremito inconsulto. -… stai dicendo che i compagni di Hayley dovrebbero aver paura di Klaus?- sembrava sul punto di scoppiare in una risatina nervosa ma era talmente pallida da aver quasi perso consistenza corporea. 
- O di quello che potrebbe fare a loro se qualcuno lo facesse tornare, sì.- specificò Damon, con nonchalance.
Il panico dilagò tra i presenti come un gas velenoso e fece mancare l’aria nei polmoni di ogni partecipante alla riunione.
- Klaus è morto.- sbottò Jeremy, scrutando Damon con aria torva, quasi incolpandolo di aver scatenato quella terrorizzata reazione in seguito alla propria supposizione. – è morto e non può tornare.- insistette, quasi con rabbia, più a se stesso che ad altri, nascondendo in una smorfia la sua evidente paura.
- Buffo che sia proprio tu a dire una cosa del genere, piccolo Gilbert.- ironizzò Damon, con un sorrisetto enigmatico. La sua gioia, però, non arrivò a scaldare i suoi occhi e questi rimasero ardenti di una gelida ed accecante fiamma severa. -… c’è più di uno, qui tra noi, che sa la verità e, anche se non volete ammetterlo, io vi smaschererò.- alzandosi in piedi con un gesto teatrale ed un ghigno emozionato, Damon aprì il diario di Elena verso le ultime pagine, ignorando le sue impotenti proteste, proprio come aveva fatto un po’ di tempo prima nella camera da letto dei coniugi Salvatore. Dopo aver localizzato un punto in cui le righe tracciate con una biro ad inchiostro nero diventavano più spigolose e meno armoniche, meno scorrevoli, chiarendo il netto confine tra la scrittura ordinata di Elena e quella sgangherata di Bonnie, cominciò a leggere ad alta voce. 
Erano parole che, nel periodo di profonda depressione della sua migliore amica, la Bennet, su sua specifica richiesta, aveva continuato ad annotare scrupolosamente sullo stesso diario, per non permettere loro di svanire nell’oblìo.
- ‘’Caro diario… sono Bon.- cantilenò Damon, schiarendosi la gola con un colpetto di tosse e spassandosela ad imitare la voce lamentosa che la Bonnie di sedici anni prima avrebbe volentieri utilizzato per condannare le sue azioni poco ortodosse nei confronti di ‘povere creature innocenti trattate come dessert’. – Elena mi ha dato questo qualche settimana fa ed io ho deciso di scriverci tutto ciò che posso per evitare che la gente dimentichi la verità. Immagino che dovrò aggiungere dei particolari su ciò che sta succedendo alla gente qui intorno… Elena l’avrebbe fatto, lei si preoccupa sempre tantissimo per gli altri! 
Jeremy è tornato in gran forma e ha deciso di vendere il terreno su cui sorgeva casa Gilbert prima dell’incendio per trasferirsi in una dimora tutta nuova, libera dai ricordi. 
Hayley ed Elijah sono pariti l’altra notte e hanno abbandonato Mystic Falls… auguro loro di trovare la felicità che tanto cercano e di ricominciare a vivere con un sorriso spontaneo sulle labbra. 
Caroline e Tyler si sono sposati un mese fa nel ristorante più lussuoso di Mystic Falls. Lei indossava un meraviglioso abito bianco e dorato dal taglio molto raffinato… era un misto tra una principessa ed una sirena e credo di non averla mai vista più radiosa di così. 
Io e Jamie abbiamo deciso di chiamare la bambina con il nome di mia nonna e, anche se lui non sembra troppo entusiasta, non ho intenzione di modificare le mie intenzioni… sarebbe splendido se mia figlia fosse davvero come la cara Grams, forte, fiera ed orgogliosa. 
Stefan ed Elena si sono trasferiti al Lago e…- proprio come nella lettura precedente, Damon saltò deliberatamente quel passo, fingendo di aver perso il segno, e aggrottò le sopracciglia, alla ricerca di punti più salienti e decisivi dopo l’iniziale fase di canzonatura. -… bla bla bla… e provo una tale rabbia che vorrei fare a brandelli ogni cosa. Continuo a chiedermi, perché Matt? Perché? C’erano moltissime persone che avrebbero potuto o dovuto morire, quella notte, ed invece è stato lui a volersi sacrificare, lui soltanto. E’ morto per salvarci e questo sarà il nostro più grande rammarico per il resto della vita.
Rebekah è comprensibilmente scomparsa e nessuno ha più sue notizie. 
Jeremy mi ha detto di aver visto un mazzo di rose bianche posato sulla tomba di Matt e, nonostante tutto, ho lo strano sospetto che possa essere stata lei a lasciarli lì per lui prima di andarsene da qui. Non sono andata a controllare… probabilmente, vigliacca come sono, non metterò mai più piede in quel Cimitero. 
Provo molta pena per Rebekah perché credo che, come noi, anche lei si senta in colpa per la tragedia di Matt. 
La parte migliore di lei gli apparterrà sempre ed è stata sepolta assieme a lui. Adesso quella donna è solo un cumulo di dolore e odio ed ho paura di quello che potrà fare in futuro… specialmente quando avrà realizzato quanto sola sia, adesso, al mondo. 
Sarà terribile per lei: Matt è morto, Elijah l’ha lasciata e Klaus è stato sepolto ancora vivo nella cripta dei Fell, completamente essiccato e con un pugnale cosparso di cenere di quercia bianca piantato nel cuore.’’
Tadaaaan!- Damon chiuse di colpo, con un sonoro schiocco, il diario e guardò Bonnie con aria soddisfatta ed impertinente, in attesa di una conferma che tardava ad arrivare. La strega espirò profondamente, con le guance in fiamme e alla fine, con una lentezza estenuante, annuì.

*** 

-Mio padre non poteva permettere a nessuno di uccidere Klaus.- mormorò Nick, con un’evidente costernazione nella voce. Demi sentì un nuovo calore, frutto dell’ansia del momento, strisciarle dal petto alla faccia e desiderò ardentemente essere all’aria aperta, con il volto baciato dall’aria fredda e pungente. – Certo, avevano avuto moltissimi diverbi, nel secoli, e più di una volta avevano tentato di prevalere l’uno sull’altro, stupidamente, senza remore, fino a lacerare in profondità il loro rapporto… ma erano pur sempre fratelli… ed un legame come quello di sangue è difficile da mettere da parte, anche in simili drammatiche circostanze.- 
Il sorriso quieto di Mattie si spense lentamente quando comprese la svolta tragica appena imboccata da quella narrazione ed incrociò le braccia sul petto, scrutando Nick con i suoi limpidi occhi color del mare. Percepiva quanto fosse difficile per lui parlarne e gli fu estremamente grata per farlo comunque, nonostante tutto, per aiutarle a comprendere ogni cosa.
- E così Elijah tentò di fermali?- chiese, coraggiosamente, scostandosi i capelli spettinati dalla fronte. 
Lui la trafisse con uno sguardo intenso e un po’ esitante, poi sulle sue labbra comparve una smorfia simile ad un sorriso mesto.
- Sì, si oppose ai piani omicidi con tutte le sue forze, cercando di proteggere suo fratello e, allo stesso tempo, di sfruttare la propria proverbiale diplomazia per placare la rivolta contro di lui. Non sarebbe stato giusto, disse ai ribelli, uccidere un altro Originale. 
Non era purtroppo un mistero il fatto che, una volta eliminato il capostipite della discendenza, un’intera linea di sangue di vampiri da lui direttamente o indirettamente generati si sarebbe estinta senza lasciare traccia di sé sulla terra. 
Gli abitanti di Mystic Falls avrebbero preso la Cura e, tornati umani, sarebbero sfuggiti alla strage… ma gli altri vampiri? 
Sarebbero morti innocenti ed inconsapevoli, proprio come quelli trucidati a sangue freddo in seguito all’eliminazione precedente degli altri due fratelli Mikaelson, Finn e Kol, avvenuta per opera degli stessi individui che ora combattevano Klaus in nome della libertà e della giustizia? - 
Demi si strinse nelle spalle, reprimendo un brivido. 
Chi era stato, dunque a causare la morte degli altri zii paterni di Nick? 
Possibile che fossero stati i suoi genitori a pianificare a tavolino l’uccisione di milioni di esseri viventi, dannati a causa della loro condizione di vampiri, ma comunque con una coscienza e dei sentimenti, dei sogni e delle speranze per il loro interminabile futuro da immortali? 
Soffocando un colpetto di tosse stizzosa, la Salvatore scosse la testa, scacciando quel pensiero come una mosca molesta.
-Tutto ciò che Hayley, Caroline, i Salvatore, Elena e gli altri volevano era, in fondo, avere una vita serena, libera dalle interferenze manipolatrici del maniaco del controllo per eccellenza, del più spietato tra gli Originali. 
Mio padre sapeva che Klaus avrebbe strappato via il cuore dal petto a ciascuno di loro (quindi anche a mia madre) se avesse anche solo sospettato un progetto di opposizione nei propri confronti e, anche per questo, lui riusciva a comprenderere e condividere a pieno quella accecante bramosia di normalità e ricostruzione anelata dai ribelli. 
A tutti loro sarebbe bastato prendere la Cura e vivere altri cinquanta, settanta anni in santa pace, senza doversi preoccupare delle minacce di Klaus, fino ad essere sepolti nella nuda terra come qualsiasi essere umano al mondo… fu così che lui ebbe un’idea geniale. 
Propose loro un’alternativa: avrebbe consegnato ai rivoltosi uno dei rarissimi pugnali d’argento, cosparsi di cenere di quercia bianca, in suo possesso, perché lo conficcassero nel cuore di Klaus. 
Lui, un ibrido parzialmente immune al potere della lama incantata, non sarebbe morto definitivamente perché, al contrario del paletto, la ferita causata dal pugnale gli avrebbe comportato solo una perdita dell’essenza e dell’energia temporanea, non eterna... sarebbe stato neutralizzato e solo successivamente essiccato grazie ad un incantesimo legato al potere dello stesso pugnale.
Non appena questo fosse stato estratto dal suo corpo, infatti, egli avrebbe riacquistato tutte le proprie facoltà vitali, senza alcun tipo di conseguenza. 
Klaus sarebbe stato risvegliato dopo la conclusione delle loro vite mortali e, magari, avrebbe potuto persino ricominciare da capo, lontano dalla sete di vendetta e dalla voglia di distruggere le loro esistenze…. libero.- 
Sheila strabuzzò gli occhi, sentendosi estremamente stordita da tutta quella serie di informazioni.
Distogliendo per un attimo lo sguardo da Nick, osservò attentamente il vassoio ancora pieno di biscotti e pasticcini alla crema, nel tentativo di riordinare le idee. 
- Quello proposto da Elijah sembra un piano lucido e razionale, facilmente realizzabile, dettato da un viscerale amore fraterno che contrastava con il desiderio di una vita da umano accanto ad Hayley.- commentò piano, con aria critica ma ormai appassionata alla vicenda. – ma ciò non toglie il fatto che fosse estremamente pericoloso. 
E se qualcuno avesse trovato il corpo di Klaus e avesse strappato l’arma d’argento dal suo corpo prima del tempo da loro stabilito? La sua rabbia sarebbe stata ancora più terribile e tutti sarebbero stati nei guai fino al collo. Perché i nostri genitori corsero il rischio di sacrificare la certezza di una vita assolutamente indipendente da Klaus in favore del timore costante del suo possibile ritorno? Voglio dire… come accidenti fecero Elijah e Hayley a distoglierli dal loro intento radicale? Due contro tutti... non potevano farcela.- Nick le lanciò una strana occhiata, poi rimase per un po’ in silenzio. Quando tornò a parlare, la sua voce si era addolcita notevolmente e, roca com’era, strideva notevolmente con il tormento presente nelle sue iridi nere e fiammeggianti.
-Infatti non ci riuscirono.- rispose lui, sbuffando quasi senza accorgersene. – non avevano abbastanza potere per imporre le proprie decisione ad un gruppo tanto numeroso e la maggior parte dei loro ‘amici’ li trattava con diffidenza e sospetto dopo le brutte malefatte di cui si erano macchiati in precedenza. La decisione di non ammazzare Klaus in modo irreversibile non dipese dai miei genitori ma da uno dei fratelli Salvatore.- l’atmosfera divenne, se possibile, ancora più densa e tesa di prima. Demi sentiva delle scariche di elettricità scorrerle lungo la pelle e gli occhi le bruciavano ininterrottamente da molti minuti, ormai. 
- Che cosa significa?- chiese, senza essere troppo sicura di voler davvero udire una risposta. La verità, come al solito, l’avrebbe schiacciata, ne era certa, infondendole un dolore brutale e pungente nel petto. 
- Vuol dire che c’era uno dei due Salvatore che non aveva alcuna intenzione di prendere la Cura e che quindi, se il capostipite Klaus fosse davvero morto, sarebbe stato travolto dalla distruzione totale della linea di sangue da lui avviata. Fu la dolce Elena in persona, in lacrime, a supplicare gli altri di sposare la causa di Elijah così da risparmiare la vita alla sua intera discendenza. Di comune accordo, dunque, la strega Bennet accettò di sigillare il pugnale nel corpo di Klaus con un incantesimo potentissimo.- l’ultimo tizzone ardente nel camino lì vicino rotolò, inerte, su un lato e si spense con un filo di fumo grigio, portando con sé l’entusiasmo e la curiosità che avevano animato e dato inizio a quella riunione. 
Demi percepì la desolazione premerle addosso mentre abbassava la testa. Un formicolìo andava diffondendosi sulle sue guance ma si sforzò di sorridere lo stesso perché, nonostante gli orrori e le responsabilità raccontati da Nick, le pareva di aver appena riscoperto, con gran sollievo, proprio tra le frasi del ragazzo, alcuni tratti della propria madre, di quella donna che ultimamente stentava a riconoscere: era stata uno spirito intrepido, diverso da quello bugiardo degli ultimi tempi, estremamente altruista e, quel che era meglio, anche pronta a tutto pur di salvare quelli che amava… 
Perché, pensò Demi con assoluta certezza, chiunque fosse stato il fratello Salvatore che Elena aveva deciso di risparmiare assieme al terribile Klaus, a costo della certezza di essere finalmente privi di angosce e preoccupazioni… lei doveva averlo amato davvero con tutta se stessa. 


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Capitolo lunghissimo ma intenso... nonostante io abbia faticato moltissimo per buttarlo giù, credo di poterlo senza dubbio annoverare tra i miei preferiti <3
Ringrazio in anticipo tutti coloro che recensiranno e, soprattutto, le mie adoratissime e fedeli recenstitrici di sempre... risponderò ai vostri adorabili commenti quanto prima, lo prometto! 

Un abbraccio e a presto... Evenstar75 :*

  
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