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Autore: gig_gig    26/04/2013    1 recensioni
La storia è ambientata dopo la fine della quarta stagione, Peter è stato scagionato e la Callway trasferita. Non ci sono veri e propri spoiler ma potranno esserci riferimenti alla quarta stagione.
Un altro tassello del puzzle della vita di Neal. Ecco come la vedo io.
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Chi sono io veramente?'
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Un'ora dopo Neal era alla sua scrivania con tutti i fascicoli del caso. Jones e la squadra avevano continuato ovviamente ad indagare su Rooster, sull'alias che aveva fornito loro, sulle chiamate, fornendo a lui e a Peter copia di tutto quello che trovavano. In più voleva controllare tutto il dossier su Konroy e sulla Greenhill. Sarebbe stato utile capire perché Rooster era tornato a New York, quali erano i suoi legami con Konroy… doveva rivedere tutto. Stava però iniziando a sentire la stanchezza, era una settimana che non riusciva a mangiare quasi niente, e ora stava iniziando a pagarne il prezzo. Era stata una brutta settimana per Neal. Aver rivisto la signora Woods aveva fatto riaffiorare molti ricordi e alcuni incubi che non lo lasciavano dormire la notte. Ormai erano trascorsi molti anni e Neal pensava di aver cancellato quel dolore della sua infanzia, ma si era accorto, a sue spese, che non era così. Lo aveva solo chiuso in un cassetto e, ora che si era riaperto, stava fuoriuscendo tutto. Ma questo non era il momento di pensarci…
Molti in ufficio avevano saltato la cena e quindi avevano mandato un agente, uno appena arrivato e che stava facendo il suo apprendistato, a comprare panini e ciambelle. Il nuovo arrivato li aveva sistemati nella saletta del caffè. Neal pensò che doveva sforzarsi di mangiare qualcosa e magari bersi un caffè. Si alzò e si diresse alla saletta. Si prese una tazza dall'armadio e si versò il caffè. Doveva essere stato fatto da poco perché fumava ancora. Ne bevve subito un sorso. Sentì il liquido caldo scendergli in gola. Questo gli provocò una sensazione piacevole e per un attimo si sentì decisamente meglio. Stava prendendosi un panino quando sentì che qualcuno entrava nella saletta.
Una voce alle sue spalle disse "Ciao, Neal".
Era la signora Woods.
Neal si girò ed in tono duro disse "Se sei qui per assicurarti che non dica niente, non ti preoccupare non dirò niente. Io non parlo, tu non parli, domani ti riporto tuo figlio e poi ve ne ritornate a Saint Louis e sarà come se non ci fossimo mai visti".
"No, Neal. Non sono qui per questo, degli agenti ci scorteranno in albergo, ma, prima di andare, volevo dirti grazie" rispose lei. "E volevo anche dirti che mi dispiace".
"Ormai è tardi per dispiacersi…". E così dicendo Neal prese panino e tazza di caffè e ritornò alla sua scrivania lasciando la signora Woods da sola.
Neal cercò di calmarsi, non voleva certo far capire quanto fosse agitato, soprattutto a Peter. Posò il panino e la tazza sulla scrivania e decise che doveva concentrarsi sui faldoni. Ma a Peter non sfuggì la scena. La sua vocina in testa continuava a dirgli che qualcosa non andava, forse conosceva i Woods, in fondo Neal aveva vissuto a Saint Louis fino a diciotto anni. Forse… decise che non poteva lasciar correre. Così andò alla scrivania di Neal e gli disse "Ti devo parlare!". Neal si alzò e lo seguì nel suo ufficio.
"Cosa c'è che non va Neal?" disse franco Peter. "Lo so che c'è qualcosa che non va. Ti ho visto un attimo fa nella saletta del caffè con la signora Woods, non so chi dei due fosse più sconvolto. Devi dirmi qualcosa! Vi conoscete?".
"Mi ha solo voluto ringraziare perché ha potuto sentire suo figlio e no, non c'è nulla che ti devo dire".
"Non hai risposto alla mia domanda però, vi conoscete?".
"Peter, perché pensi sempre che ci sia qualcosa che non va!".
"Lo penso quando non rispondi alle mie domande".
"Te l'ho detto, non c'è niente che non va! Peter, ora dobbiamo pensare a Diana, lascia stare". Così dicendo Neal uscì dall'ufficio di Peter e tornò alla sua scrivania.
Neal sapeva che Peter non avrebbe lasciato stare e sapeva anche che qualunque scusa poteva tirare fuori non sarebbe servito a fargli cambiare idea. Sperava però che Peter lasciasse stare almeno per il momento.
Peter intanto chiamò l'agente Siver, quello che prima era andato a fare rifornimento di cibo. Non voleva togliere uno degli agenti della squadra dalle ricerche di Diana e di Karl. Gli disse "Ho un compito per te. Devi fare delle ricerche sui signori Woods, tutto quello che trovi. Quando hai finito relazioni a me".
"Perfetto agente Burke" disse Siver felice perché finalmente aveva un'assegnazione reale e non solo il compito di portare il cibo e stare appiccicato ad uno degli agenti della squadra.
  
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