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Autore: Shark Attack    14/11/2007    4 recensioni
Ryo e Ichigo sono parte di un sistema di figure mitologiche che hanno appassionato e che appassioneranno tutte le persone del mondo e di tutti i tempi: gli Angeli. Ichigo è un Angelo Guerriero e le è stata affidata la missione di proteggere un demone caduto che per raggiungere il suo obbiettivo, ossia il pieno titolo di angelo e le armi necessarie a difendersi da solo, deve uccidere 100 demoni, che naturalmente erano suoi compagni nella vita precedente, quando era demone...
Genere: Romantico, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Angelo e il Demone'
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Parte Quinta – 7


La pioggia continuava a cadere senza fermarsi mai, come se fosse arrabbiata col mondo che doveva bagnare. Gocce violente facevano rumore sulle foglie cadute, e si univano alle loro sorelle che avevano già inzuppato Ichigo. Stava ancora piangendo. Non riusciva ad essere tanto spavalda, sicura e speranzosa in vesti umane. Ma non poteva tornare Angelo e riprendersi d'animo, no.. i demoni li avrebbero scoperti.
Ryo era sempre là, dall'altra parte della strada, in piedi con le braccia incrociate sul petto, a fissare la rossa che si sfogava.
I demoni erano già volati via, veloci per quanto numerosi fossero, con le loro ali nere e bordaux che incutevano tanto terrore in tutti gli umani da cui erano visti. Si erano radunati nella stessa piana nella quale, ma soprattutto sopra, una decina di ore prima si era consumata una grande battaglia apocalittica. Vinta da nessuno in particolare, se non da tre angeli..
E là, vicino al pozzo, Masaya cercava disperatamente di rompere un mattone nero che non voleva neanche scalfirsi sotto i suoi duri colpi, e Berii pregava che Taki uscisse chiamando, quasi urlando, il suo nome.
Ichigo sentiva nel profondo del suo cuore che non avrebbe dovuto lasciarli andare fin laggiù da soli, e che non sarebbero riusciti a risvegliare Taki rimanendo incolumi. Forse avrebbe dovuto avvisarli di quel che sarebbe venuto fuori dal mattone.. no, si sarebbero spaventati e non avrebbero più continuato. Era stata una buona idea non dirlo. Ma Berii probabilemente sapeva già qualcosa sul mostro, in fondo la sua era la famiglia che proteggeva quel Pozzo da migliaia e migliaia di anni.. dovranno pur averglielo detto..
E chissà Purin dove si trova, come sta.. non riusciva neanche a ricordarsi qual'era stata l'ultima cosa che le aveva detto, o dove l'avesse vista per l'ultima volta.. aveva solo nella mente la sua immagine fra gli arbusti, svenuta e ferita dopo l'assalto dei demoni.
Non appena ripensava a lei ripensava a Drakenny, il suo maestro.. morto fra le braccia di Ryo.
E Quiche? Era andato a combattere da qualche altra parte nel mondo, sì.. ma quante probabilità c'erano che fosse ancora vivo, o non ferito? Ichigo non riusciva a pensare che a quelle negative.
E gli anziani.. aveva negato loro il suo aiuto, e li aveva mandati a cercar di risolvere altrove una questione che costava la vita di tutti. Forse avrebbe dovuto donare anche lei qualcosa. Ryo lo aveva fatto..
Alzò lo sguardo all'altro lato della piazza. Ryo la stava fissando.
Ichigo non fece nessuna smorfia, ne sorriso. Si passò una mano sul volto e sollevò le guance dal peso di lacrim, sue e non sue. Quella pioggia.. regalava tristezza a chi ne veniva bagnato, perchè quelle che cadevano non erano semplici gocce.. erano lacrime. Lacrime di un Cielo che piangeva per le sventurate sorti della sua sorella Terra.
Lo sguardo della ragazza sfuocò la sagoma del suo amico angelo e si posò sui palazzi che li circondavano. Tokyo. Lei era la protettrice di Tokyo. La sua città da secoli.
Non era riuscita a salvarla dalla devastazione, anzi. Non era riuscita ad impedire che diventasse uno dei centri nevralgici dell'Apocalisse.
Chissà suo padre e sua madre..
Ma prima che riuscisse a perdersi oltre i pensieri e rammaricazioni venne riportata alla brutale realtà da un terremoto potentissimo. L'epicentro, intuirono tutti subito, non era molto distante da Tokyo, anzi. Sembrava provenisse dalla periferia.

- Rimani vicina al Pozzo!
Masaya alzò gli occhi lentamente e vide per la prima volta in vita sua una Creatura Mostruosa. Sapeva che queste creature non venivano chiamate “mostruose” per via del loro aspetto, come un aggettivo, ma non aveva mai osato pensare che fossero belle, o gradevoli a guardarle.
Taki era di fronte a lui, ma gli dava le spalle. Era rivolto a Berii, aggrappata con le sue dita infreddolite ad un mattone del Pozzo, lottando con le sue forze per non urlare.
Temeva Taki, le era sempre stato detto che era una creatura potentissima e per questo molto pericolosa. Non appena si era creata una crepa abbastanza profonda sul mattone che Ichigo le aveva detto di rompere questo era caduto a terra, si era frantumato in migliaia di pezzi e Berii aveva sentito delle voci nella testa, e la mente le si era offuscata per una manciata di secondi. Non aveva riconosciuto le voci, ma al suo ritorno dall'ipnosi si era sentita cadere. Taki aveva creato un crepaccio, non largo ma molto profondo, che divideva il Pozzo da tutto ciò che lo circondava.
Berii aveva una gamba incastrata nel crepaccio, ma non sentiva male. Era troppo impaurita per la presenza della creatura. La paura si tramutò poi in stupore. Taki era un'arciere. Una donna arciere, con lunghi e sinuosi capelli neri raccolti alla fine da una ciocca stessa che faceva da morbido elastico. La pelle bianca come la neve; il suo stesso aspetto ispirava candore. Come aveva potuto averne paura, come avevano potuto, tutti, dirle che era una creatura orribile e pericolosa?
I suoi occhi erano profondi come il mare, ma neri come la pece. Aveva labbra rosse come il corallo, ma le guance non erano altrettanto colorite. Mani affusolate reggevano in piedi un arco, di traverso e appoggiato a terra, lungo e di legno chiaro. In netta contrapposizione con l'enorme arco erano le piccole frecce contenute nella piccola faretra che portava in spalla, ma senza tracolla che stonasse con la tunica beige che le fasciava il corpo. Vi era rappresentato un motivo stilizzato che ricordava un drago rosso, e che copriva tutta la parte inferiore dell'abito.
Qualsiasi cosa di lei sembrava che non la toccasse minimamente, era come un disegno senza sovrapposizione degli elementi.
Berii credeva che avrebbe dovuto dirle qualcosa, come pensava avrebbe fatto Ichigo, ma non le veniva in mente nulla di sensato. Inoltre si sentiva in imbarazzo per la sua strana posizione, aggrappata al Pozzo e con una gamba incastrata nel crepaccio.
La voce di Masaya la raggiunse molto lentamente, probabilmente dopo molti secondi da che il ragazzo l'aveva pronunciata.
- Rimani vicina al Pozzo!
“Non mi muovo mica”, pensò la ragazza, ma non lo disse. Scorse solamente Masaya attraverso l'arco di Taki.
La creatura fissava il territorio circostante. Sembrava che non l'avesse visto, ma nessun espressione di disagio o sopresa la tradirono in volto. Abbassò poi lo sguardo su Berii e vi rimase.
La ragazza sentì un brivido lungo la schiena, ma ormai era sicura: Taki non le avrebbe fatto del male. Sostenne il suo sguardo, ma non resistette a lungo. La creatura non aveva le palpebre, notò.
La vide poi voltarsi verso il Pozzo, non curando neanche di uno sguardo Masaya che le era accanto. In una frazione di secondo il buco del Pozzo venne distrutto in un'esplosione che lasciò di stucco i due ragazzi.
Videro solo la donna arciere allontanarsi nella fuliggine e abbassare un braccio dalla faretra.

Una voce fece trasalire Berii dal suo incanto nel guardare Taki.
- Tutto bene?
- Ichigo! Mi fai venire un'infarto!
- Uff, e io che pensavo che fossi paralizzata per la ferita alla gamba..
- Ferita? Quale ferita?
La rossa indicò la gamba di Berii nel crepaccio e per la biondina fu come se fosse la prima volta che la guardava. Non si ricordava affatto tutto qel sangue che la ricopriva e che addirittura fuoriusciva dal crepaccio. Forse era per quello che Taki la stava fissando.. ma Berii sapeva di non aver provato nessun tipo di dolore. Possibile?
- Aspetta che la tiriamo fuori, così vediamo se è solo una vena rotta o qualcosa più grave..
Ryo infilò la spada nel terreno e fece pressione perchè si rompesse e facesse uscire più facilmente l'arto.
Ichigo si gettò su di lei e strappò via la parte inferiore dei pantaloni ed esaminò in ogni centimetro tutta la gamba. - Non sembra ci sia nulla di estremamente rotto.. una fasciatura e via, ma magari sei troppo debole per camminare.
- Guarda quanto sangue! - furono le uniche parole che Masaya riuscì a dire. Era rimasto terrorizzato dalla vista di Taki e si stava riprendendo solo ora che era passato ormai un quarto d'ora. Ichigo finì stranamente in fretta le procedure di pronto soccorso e il sangue a poco a poco smise di uscire.
- Allora – disse, alzandosi in piedi e pulendosi le mani sulla divisa scolastica – Dov'è andata Taki?
- Tu l'avevi già vista?
- Non ha importanza ora, Berii..
- Dimmelo!
La rossa sospirò. - No, ma Rea mi ha fatto leggere alcuni scritti segreti delle sacerdotesse. - Era mostruosa.. - aggiunse Masaya prima che Berii potesse esprimere le sue sensazioni. - Mostruosa? - chiese la bionda incerta.
- Non l'hai vista?? Mai vista una creatura più orribile e terrificante di quella! Vederla credo sia stato il mio peggiore incubo! Se l'avessi saputo non avrei certo rotto quel maledetto mattone..
- Ma se era bellissima! - urlò Berii, saltando in piedi facendo attenzione a sostenersi solo sulla gamba sana – E' la donna più bella che abbia mai vista!
Ichigo dovette alzare la voce per farsi sentire. - Pare che sia, secondo gli scritti, la più bella donna mai vista in Terra.. - Berii sorrise in segno di trionfo - .. ma solo per i custodi del Pozzo – Berii si sgonfiò d'un tratto come un palloncino bucato.
- Che cosa????
Ryo annuì. - E' così. E per tutti gli altri è la strega più brutta e vecchia che si possa immaginare.
- Ma.. i miei parenti hanno detto che è terrificante e pericolosa..
- Infatti. I tuoi parenti non sono stati tutti custodi del Pozzo, e pure una piccola parte di essi lo erano veramente. Diciamo che circa l'80% erano bugiardi, non avevano i poteri adatti ma neanche il discendente della famiglia giusto che li possedesse. La storia del Pozzo è lunga e travagliata, ma non te la racconterò ora e non certamente qui. - Ichigo si alzò con fare risoluto e si trasformò in Angelo. - Dov'è andata?
Berii non potè far altro che indicare la direzione e i due angeli partirono alla volta della Creatura Mostruosa.




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Alle medie era tutto più semplice, meno compiti, meno problemi, meno vita sociale, anche.. ora che sono più grande è tutto diverso e il tempo che ho da dedicare alle fiction è sempre meno. Mi spiace moltissimo, ma non per questo verrò meno al mio compito! Terminerò questa fic, fosse l'ultima cosa che faccio!
Dal prossimo capitolo inizierà la parte sesta, l'ultima della storia.. preparatevi al gran finale! Io l'ho già scritto e sono sicurissima che vi piacerà.. ^__^
Visto quel che mi avete risposto nel sondaggio direi che rispetterà le vostre aspettative più quel pizzico di originalità e di tocco dell'autrice che vi hanno incatenati qui, fino al capitolo 35! Grazie di cuore a tutti!
Al prossimo capitolo!

Ciao!
Shark

   
 
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