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Autore: Evilcassy    27/04/2013    8 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

·       PART 5: Keepin’

 

Chapt. 11: Love is Like a Shadow.

You can`t change what people are, without destroying who they were.

 

"Direi che sia il caso di fare il punto della situazione."

"...mmmmm" Vedo sfocato, molto sfocato, e non respiro neppure bene.

"Adie, non muoverti. L'epistassi si sta arrestando, ma preferisco stia coricata: Hai perso abbastanza sangue dal naso e sei molto debole, probabilmente ti gira la testa e..."

"...Mi gira la testa...." confermo. E mi fa male qualsiasi parte del corpo.

"Ecco, appunto, è proprio meglio se..." il getto di vomito schiva Bruce di pochi centimetri e finisce nel secchio che prontamente il dottore mi mette sotto il naso. "Natasha, ti devo dieci dollari e un giro in lavanderia in meno."

"Lo sapevo, vomita sempre."

"... dove sono...?"

Il tono di Banner torna ad essere conciliante, mentre prende il fazzoletto che gli porge Steve e mi pulisce il viso. Poi lo restituisce al proprietario che lo fissa con aria disgustata tenendolo con la punta delle dita e tentando senza successo di rifilarlo a Clint. "Sul Quinjet. Ti ricordi cosa è successo?"

"Uhm...." Sbatto le palpebre un paio di volte, per cercare di recuperare più lucidità possibile, mi è difficile concentrarmi quando vedo offuscato e nella testa tutto rimbomba: "Sono andata a SoHo con le ragazze, abbiamo bevuto come delle spugne, ho sfasciato l'Acura contro una cabina telefonica e tentato di corrompere un poliziotto proponendogli favori sessuali."

"Ehm...no. Non questa volta, almeno."

"Oh. Allora ho richiuso un portale interspaziale con l'ausilio di una Gemma che controlla il potere della Mente?" Banner annuisce. "Mi pareva più plausibile la prima ipotesi."

Thor si china sulla brandina, a pochi centimetri dal mio viso: "La tua abilità è divenuta sorprendente. Ci tengo a congratularmi con te per la riuscita di questa impresa."

"Beh, uhm. Grazie."

"Se avessi capito prima il valore della magia, se ne avessi avuto rispetto, considerazione e..."

Thor non è così veloce a schivare il vomito.

 

A causa del vento e delle condizioni più proibitive del solito, alla base funziona un solo generatore e non c'è sicuramente abbastanza acqua calda per farci la doccia tutti. Come salvatrice del giorno mi fregio del diritto del primo turno. Banner si prenota per secondo, indicando il suo naso rosso e colante e la sua leggera tosse come conseguenze della lotta tra i ghiacci del pomeriggio. Stark si maledice per avergli dato la scusa di una salute cagionevole mentre Steve, come sempre, si offre volontario per il sacrificio dell'ultimo turno: "E se voi due fate la doccia insieme magari risparmierete un po' di tepore anche per il povero Cap!" Clint alza gli occhi dalle punte delle frecce che sta controllando, inarca un sopracciglio e piega l'angolo delle labbra in una smorfia ridicolmente seducente. "Sentito Nat? Potrebbe essere una buona idea."

"Sperando che l'acqua non sia già troppo fredda da farti figurare male."

Scoppiamo a ridere tutti, a parte Clint: "Spiritosi, fate pure. Siete solo invidiosi che non farò la doccia da solo, questa sera."

"Puoi ben dirlo, arciere. Niente è più accogliente che le braccia della propria donna dopo una battaglia."

"O del proprio uomo." intervengo io, puntigliosa per quanto riguarda le pari opportunità. Natasha alza gli occhi dall'avambraccio di Stark a cui sta applicando un cerotto ad un taglio. "È meglio che tu vada a farti la doccia. Ora."

Alzo le mani: "Non ho intenzione di saltare addosso a nessuno dei presenti."

"Certo, come no. Fila a farti la doccia, io e te dobbiamo parlare."

"Mamma Nat, mi hai già parlato di contraccezione e...."

"HO DETTO FILA A LAVARTI!"

"Ok."

 

"Thor, anche tu hai ustioni da freddo? Fammi controllare."

"Bruce, amico mio, ti ringrazio per la premura, ma svanirà nel giro di poco. E le medicine di Midgard non possono nulla."

"Solo un'occhiata."

"Non è necessario."

"Non controllare mi innervosisce, sai?"

"... ne ho una anche sulla schiena."

 

"C’era Loki.”

Alle mie spalle, Natasha è una sagoma indefinita nera e rossa. Smetto per un istante di tamponarmi i capelli con l'asciugamano e la fisso attraverso lo specchio offuscato dal vapore: "E dove, ai giardinetti?"

"Dove il rilevatore mi indicava due Gemme." Mi volto a fissarla, indecisa se sospettare o meno che questa sia una trappola. "Uno dei giganti - da come sbraitava e si agitava credo fosse un comandante o qualcosa di simile - aveva la gemma incastonata in una mano: Loki l'ha ucciso, hai idea di chi fosse?"

"È stato feroce?"

"Abbastanza."

"Allora, a rigor di logica, era un suo parente. Stretto."

"Sì, anch'io ho avuto questa impressione. Ad ogni modo, sarò franca con te: ha tentato di uccidermi." I lividi sul collo: lascio andare l'asciugamano che scivola dalla mia testa e cade a terra. "Si è fermato un istante prima di frantumarmi le vertebre. E non sono sicura che l’abbia fatto perché Stark è intervenuto in mio soccorso.”

"Apprezzabile."

"Alquanto." Nat si china e raccoglie il telo, poi me lo riavvolge in testa come un turbante con un gesto premuroso. "La Gemma della mente l'ho presa a lui. Come sempre il tuo trombanemico è troppo impegnato ad essere sicuro della sua superiorità nei nostri confronti per tenere la guardia completamente alzata."

"Sì, da sui nervi anche a me."

“Ma non è tutto: quando stavi chiudendo il portale… beh, è comparso dal nulla, come se un istante prima fosse neve e ghiaccio, e ti ha... non lo so, sembrava ti sostenesse: Credo questo ti abbia aiutato nell’intento.” Deglutisco, ricordando la sensazione di quella fredda energia che circondava il mio corpo e l’ondata di potere che mi attraversava improvvisamente. “È scomparso subito dopo in una luce viola.”

"Gemma dello Spazio. Ecco come può muoversi così velocemente per distanze così grandi."

"Già. Quella proprio non sono riuscita a prenderla.”

"Comunque almeno sappiamo chi ce l’ha. Con quella del Tempo che ho recuperato su Jotunheim e questa della Mente, direi che siamo a buon punto, no?"

Nat alza le spalla: "E magari i nostri avversari hanno le altre tre: Non siamo neppure a metà dell'opera, senza contare che non possiamo davvero sapere da che parte stia Loki.”

Loki sta dalla sua parte.”

“E tu?”

Sospiro: “Non sono dalla sua parte. Anche se non voglio lasciarlo andare alla deriva. È solo, colmo di rabbia e dolore. Pericoloso, per sé stesso e per gli altri.”

“Cosa hai intenzione di fare?”

Mi stringo le spalle. “Far finire questa storia il prima possibile. Cercare di recuperare una parvenza di dialogo con lui, aiutarlo forse, per quanto titanica possa sembrare questa impresa. Non fare quella faccia, so che detesti il solo pensiero di una simile eventualità, però…” sospiro “Non posso evitarlo.”

Natasha annuisce. Apre la bocca per dire qualcosa ma qualcuno bussa alla porta del bagno: "Ragadde *sniff* il bio raffreddore sda peggiorando, *sniff* non è che poddo entrare a scaldarmi? *sniff* Ho freddo!"

"Lasciamo entrare Banner, vah. Sai che casino somministrare del paracetamolo all'Hulk?"

"E spera che funzioni per via orale..." sospira laconica Nat.

 

"Ho dato un'occhiata veloce al Quinjet nell'hangar: i rotori sono conciati male, ma ci sono abbastanza pezzi di ricambio per fare un lavoro decente: domattina mi ci metto d'impegno, ora però sono un po' a pezzi. Cubani?" sedendosi di fianco a Clint e Steve Tony porge il portasigari. Entrambi accettano, con Clint offre un sorso di vodka in cambio. "Vacci piano, è artigianale."

Tony alza le spalle con aria di sufficienza ma si ricrede dopo il primo sorso, mentre tossisce e sputacchia sotto lo sguardo divertito degli altri due. "Ma che cazzo..."

"Nat la prende dal suo 'spacciatore' di fiducia a Little Odessa. È anche un ottimo disinfettante, se sei a corto di acqua ossigenata. E un paio di volte l'ha usata su di me come antibiotico."

"Ci lava anche i piatti, per caso?"

OcchioDiFalco ride, espirando una boccata di fumo: "No, i piatti a casa toccano sempre a me."

"Parli proprio come se foste una coppia sposata." commenta Steve.

"Beh, non fa poi tanta differenza. Coinquilina come terzo incomodo a parte."

Il Capitano alza le spalle. "Il matrimonio è impegno, è sicurezza..."

"È un contratto."

"Andiamo, Tony, non fare il cinico proprio tu."

"Guarda che è così." Stark prende un altro sorso e tossisce di nuovo, questa volta con meno violenza, passandogli poi la bottiglia. "Non sposo Pepper per una qualche idea strana di giuramento di amore sempiterno: lo faccio perché abbia una copertura legale. È già la principale beneficiaria del mio testamento e la CEO delle Stark Industries. Ma non voglio correre rischi che perda anche solo l'1% del mio patrimonio per un qualche strano cavillo, e la via più semplice e sicura è quella. Considero Pepper mia moglie da prima che ci mettessimo effettivamente insieme, e lei lo sa perfettamente. Per questo inizialmente non ha accettato la proposta. Ma poi le ho parlato, e ha capito: Questa è l'unica sicurezza che posso darle. A parte il progetto Rescue, ma quella è un'altra storia ancora in fase preliminare."

"Ed il mega-anello allora?"

"Beh, una donna ha comunque le sue vanità. Ed anche un genio fuori dagli schemi come me ogni tanto è costretto a piegarsi alle convenzioni più comuni."

La bottiglia passa da Steve a Clint, che dopo il suo sorso ed una boccata di sigaro appoggia la testa contro il muro con aria stanca e lascia scivolare lo sguardo attraverso il corridoio. La porta della stanza di fronte è semi aperta: Natasha si è sollevata il pantalone sinistro e si sta applicando il nastro dei cerotti elasticizzanti lungo l'interno dello stinco. Sembra canticchiare qualcosa, Clint sorride: "Per noi questo discorso non varrebbe proprio."

"Io continuo a puntare sull'idea dell'impegno." Si ostina Steve.

"Ed infatti sei single, Capsicle." scherza Stark.

Ma dal sorrisetto che piega la bocca del Capitano, a Clint sorge il dubbio che non sia del tutto vero.

 

"Nat, posso darti una mano?"

"Ho quasi finito." Risponde semplicemente: i cerotti sono applicati sino a metà polpaccio, tagliati in piccole strisce che si diramano dalla caviglia. Incurante, Clint si avvicina comunque, sedendosi sulla panca a cui è appoggiata e prendendole la caviglia tra le dita, a sostituire il suo tocco nell'applicazione; lei lo lascia fare: " È solo un affaticamento muscolare" lo rassicura.

"Ed un principio di congelamento.”

"Passato. Una doccia, seppur tiepida, ti rimette al mondo. Ai tempi dell’addestramento base, non potevo contare neppure su quella. E ho anche meno ustioni da freddo di voi: buon sangue russo non mente.”

"Ottimo!" La sente fremere e si compiace nel sentire la pelle d'oca affiorare mentre le dita superano l'incavo del ginocchio e lambiscono l'interno coscia. "Secondo me hai anche una piccola storta all’articolazione."

Natasha alza un sopracciglio e lascia sfuggire uno sbuffo divertito: "Pensavo di averti licenziato come infermiere personale." Le mani di Clint scivolano anche sull'altra gamba, a premere dietro al ginocchio guidandolo a cedere per farla sedere in grembo."Mi rivolgerò ai sindacati." Cerca la pelle sotto la felpa, le labbra sulle sue. Natasha si stringe a lui, il respiro più intenso e le mani tra i capelli a spazzola, e poi sul petto a liberarlo dalla zip della maglia e...

"Scusade." In un angolo della stanza Banner ha le sembianze di una larva nel bozzolo, avvolto com'è dentro un sacco a pelo di una taglia degna dell'Hulk e con gli occhi gonfi dal raffreddore: "Dod vodevo inderrompervi, podede condinuare, dando qua dentro non sendo niente. Dolo vi ghiedo di spegnere la luce, pev favode, ho mal di desda."

 

"Vogliamo testare il mio Unguento sulle ustioni degli Jotun? Bruce ha detto che non ha trovato nulla che ti aiutasse, su me e Steve ha funzionato."

Thor è gigantesco rispetto alla brandina che gli è stata assegnata. Deborda da tutte le parti e deve tenere le gambe piegate in un modo ridicolo. "Siete tutti preoccupati per queste ferite, eppure voi non siete messi meglio."

"Oh, vogliamo solo coccolarti." Scherzo, aprendo il vasetto tra le mani. Ubbidiente - che lo sguardo di Banner prima l'ha inquietato non poco - Thor si toglie la maglietta.

Oh. Porca. Miseria.

"Ti fanno così impressione le ustioni?"

RiprenditiRiprenditiRiprenditiRiprenditiRiprenditi.

Niente da fare, il cervello mi è andato in Stand-by. Solo dopo qualche minuto di boccheggio selvaggio riesco a biascicare un 'sì' seguito da un'improbabile e balbettante scusa su come le ferite inferte dagli Jotun mi facciano impressione, considerato che anche Loki è uno di loro.

A proposito, Loki, scusa. Anche se spalmare unguenti sui muscoli guizzanti, sodi ed incredibilmente perfetti di tuo fratello non credo sia da considerarsi tradimento.

Che poi, quando mai ci siamo accordati sulla monogamia?

"Beh, Loki non è uno Jotun vero e proprio..." mormora Thor. "Ehm...guarda che lì non sono ustionato."

"Oh, scusa." Ritraggo la mano birichina: "In effetti, Loki è Jotun solo per metà. Per questo è più piccolo e non sempre blu."

"E l'altra metà? Voglio dire, sappiamo che Laufey era suo padre. Ma sua madre? Te ne ha mai parlato?"

Alzo le spalle. "Non lo sa, e neppure vuole saperlo."

"Perché?"

"Perché è nato durante una guerra in cui gli Jotun hanno invaso più regni." sospiro. "Dovrei spiegarti cosa accade in genere alle donne di regni invasi?"

"Non è necessario." Thor abbassa lo sguardo a terra. "Per lui sarebbe motivo di ulteriore afflizione."

"Sta imparando ora a sopportare l'idea di essere nato per errore, di essere stato scartato dalla nascita e di far parte di una stirpe che lui stesso odia a morte. Avere la certezza di essere il frutto di una violenza... beh, chi potrebbe sopportarlo?"

Thor annuisce, gli occhi lucidi piantati ostinatamente sul pavimento. "Se solo avessi compreso prima la fragilità e la sua debolezza..."

"Loki non è debole. È complicato, emotivamente instabile, affetto da mezza dozzina di psicosi ed un po' incompreso, ma debole non direi proprio, o non avrebbe avuto la forza di tentare la conquista della Terra, di affrontare Thanos e adesso di intraprendere la sua vendetta." Ed ora per favore non ti mettere a piangere che a vedere un biondone di due metri seminudo e lacrimante mi fa venir voglia di ritirarmi in convento. "C'è una cosa che vorrei chiederti."

"Ti ascolto.”

"Amora, l'Incantatrice" Thor si irrigidisce a sentire il nome dell'assassina di sua madre. "In che rapporti era con Loki?"

Cerca di nascondere il rossore infilandosi la maglietta. Deglutisce, prende tempo grattandosi una tempia, guardandosi le unghie scheggiate e da come mi rivolge infine lo sguardo ne indovino la risposta:

Di natura squisitamente sessuale.

 

"L'Incantatrice è la maestra di magia più potente che si conosca. Quando eravamo piccoli, e Loki iniziò a dimostrare predisposizione verso la magia, Madre la fece cercare ed invitare a corte per dare a mio fratello la migliore educazione possibile. Inizialmente mio padre ne fu contrariato, poiché significava incoraggiarlo in un'arte che non fosse quella della guerra, ma si fece promettere da Loki che avrebbe continuato comunque il suo addestramento."

Farsi promettere qualcosa da Loki. Bel colpo Odino!

"Le capacità di Loki prosperavano sotto gli insegnamenti di Amora. E lui dimostrava impegno e devozione nei suoi confronti. Un po' troppa devozione, a dire il vero."

Oh, cielo. L'insegnante Cougar. Un cliché superato dai tempi di Dawson Creek.

"Il suo carattere aveva iniziato a mutare. Da fanciullo Loki dimostrava un'indole piuttosto remissiva e mite, per quanto spesso si dilettasse in dispetti e piccole bugie. Ma erano giochi infantili, nessuno se ne preoccupava più di tanto."

Pedagogia spicciola made in Asgard, dovrebbero tenere convegni in merito.

"Ma da quando frequentava Amora era diventato indisponente, saccente, nervoso ed offensivo. Madre se ne preoccupò, ma Loki non sembrava predisposto ad un dialogo chiarificatore: non dava retta a nessuno se non all'Incantatrice. Così Madre domandò ad Heimdall di tenerli sott'occhio, poiché aveva intuito che ella stava tramando qualcosa e stava fomentando Loki contro la sua famiglia. Non si immaginava che invece l'avesse avvinto con un altro legame."

Allora Heimdall è davvero un voyeur! Ok, ho un quadro sempre più completo delle psicosi di Loki.

"Madre andò su tutte le furie, ma non intentò nessuna accusa formale ad Amora per non far nascere uno scandalo che danneggiasse mio fratello. Tuttavia le tolse la potestà degli studi di Loki e lei, sdegnata, lasciò il regno. Improvvisamente, eludendo anche lo sguardo di Heimdall."

Sarò forse prevenuta, ma alla luce degli ultimi avvenimenti, lo sguardo di Heimdall mi pare possa essere eluso con troppa facilità.

"Loki come la prese?"

"Male, molto male. Si chiuse nelle sue stanze e non uscì per giorni, nonostante cercassimo di parlargli e di farlo ragionare: Madre diceva che aveva il cuore spezzato, Padre era furioso per 'tutta questa storia delle lezioni di magia' ed io sinceramente ero un po' invidioso che mio fratello avesse avuto una donna prima di me. Ad ogni modo, Loki non volle più avere nessun'altro insegnante, si dedicò agli studi da solo. Questa è la storia, mi dispiace avertela dovuta raccontare."

Riassumendo: un Loki adolescente è stato preso con le mani nel sacco (vabbè, non erano solo le mani e non era proprio un sacco) dal Guardiano, che ha spifferato tutto a mamma e papà che hanno interrotto l'idilliaca relazione. La cougar ha lasciato il regno di punto in bianco, probabilmente senza neppure salutarlo. Alla faccia del trauma.

 

La pelle di Amora è livida di inedia, l'unica nota di colore è la scia di sangue coagulato che scende dalle narici, lambisce il labbro superiore ed attraversa la guancia.

È talmente fredda che quando le guardie della scorta la appoggiano sul tavolo della stanza della guarigione Malekith inizialmente teme non ci sia più nulla da fare. Sprona i cerusici con minacce di morte e loro si affrettano attorno al corpo dell'Incantatrice, liberandola dai lacci del corsetto e dal mantello, cercando le pulsazioni ed il respiro e pulendole il viso dal sangue. Mentre uno di loro le friziona il petto per ristabilire la circolazione sanguigna che la prolungata esposizione al freddo di Jotunheim ha compromesso, un altro invece le versa il contenuto iridescente di una fiala tra le labbra.

Amora spalanca gli occhi azzurri e prende fiato violentemente, poi inizia a tossire ed un cerusico fa appena in tempo a voltarla su di un fianco che viene spinto via da Re Malekith. Passa il braccio dietro alla schiena dell'Incantatrice e ne solleva il busto, lieto di vederla riprendere colore mentre la tosse smette di scuoterla.

"Maestà, vi domando perdono: non credevo che..."

"Sssht. Riposa, Amora, hai fatto un lavoro eccellente. L'invasione degli Jotun è fallita come prospettavamo."

"I mortali hanno almeno due Gemme. Quella piccola vipera ha osato..."

"Non preoccupartene ora. Avrai tempo e modo per lavare quest'onta, mia cara. Sono in procinto per partire per Jotunheim, a parlare a quei barbari decerebrati. Senza un capo, senza un Re non sono altro che cani sciolti: Li prenderò sotto il mio dominio e mi servirò anche della loro armata. Saranno il mio cuneo di sfondamento per invadere Asgard. I primi a cadere, mentre Svartalfheim, servendosi delle Gemme, farà breccia nell'esercito Asgardiano. Avrò la testa di Odino su un vassoio d'oro prima che egli si renda davvero conto di chi sta combattendo."

"Mio Signore, permettetemi di venire con voi."

Malekith le accarezza i capelli con la mano bianca mentre scuote la testa: "Devi riprendere le forze, Incantatrice. Ti farò scortare nelle mie stanze e avrai a tua disposizione tutta la servitù della Rocca per sopperire a qualsiasi capriccio in mia assenza. Hai fatto un lavoro egregio, mia cara, ed io sono un Re molto riconoscente verso chi mi serve con fedeltà."

"Attenderò con ansia il vostro ritorno"

 

 

 

Ed eccomi di nuovo!

Grazie innanzitutto, come sempre, per aver letto e commentato questa storia: a dire il vero sto notando un calo drastico delle recensioni, spero che non sia perché la storia stia annoiando o comunque non piacendo… in tal caso, vi prego, fatemelo sapere (anche via mp), in modo che possa aggiustare il tiro.

Per qualsiasi cosa, vi lascio il mio ask, come sempre: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos.

Intanto, sul mio tumblr (http://evilcassy.tumblr.com/) ho il piacere di pubblicare le vignette di Vampire_heart: Vi anticipo che sono sulla capigliatura che Loki sfoggia nel trailer di Thor: The Dark World, e che sono spassosissime!!!

Grazie, Grazie, Grazie ancora!

Alla prossima, vostra

 

EC

PS: Titolo tratto da ‘Total Eclipse of the Heart’ e citazione inizale di ‘The Butterfly Effect.’

 

   
 
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