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Autore: jasmine94    27/04/2013    5 recensioni
Se amate le storie ricche di avventure e soprattutto ricche di fantasia, questa FF fa al caso vostro.
Non per nulla infatti è incentrata sul fantastico mondo di Alagaesia, però con un protagonista del tutto nuovo: una ragazza, il cui destino si intreccerà inesorabilmente con quello dei protagonisti del Paolini, in un mondo sempre più magico e misterioso, in cui verranno svelati particolari inediti che ogni fan della saga di Eragon vorrebbe conoscere.
Se vi incuriosisce sapere cosa accadeva nel castello di Galbatorix prima che il nuovo Cavaliere trovasse il suo drago, allora iniziate a leggere questo primo capitolo...buona lettura :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                    32. Sorpresa!

 

 

Decisero di restare per un altro po' di tempo al villaggio, visto che la ragazza lamentava ancora deboli dolori, e presero la stanza per altri tre giorni.

Il loro scopo iniziale era quello di rilassarsi e godersi gli ultimi giorni di "vacanza" prima della partenza, ma al contrario, nessuno dei due riuscì a stare sereno.

Murtagh temeva che a causa del suo comportamento avesse spezzato qualcosa nel loro rapporto. E non era solamente un timore infondato.

Avevano notato entrambi che non riuscivano più a guardarsi negli occhi come prima.

O meglio, era Liz che continuava ad abbassare lo sguardo non appena incrociava quello di Murtagh. Lei faceva finta di niente, continuava a volte a volergli fare le coccole, a lanciargli sguardi dolci, ma al giovane non sfuggivano tutte le volte che lei per una scusa o per un' altra lo rifiutava, rifiutava di posare quegli occhi di ghiaccio su di lui.

Ed era proprio questo che più di tutto lo facesse star male, la sua indifferenza.

Ma cosa credeva? Che fosse così stupido e superficiale da non aver notato il suo cambio d'umore?

Quante volte l'aveva sorpresa sull'orlo del pianto e aveva fatto finta di niente?

Murtagh credeva che lasciandola un po' da sola forse l'avrebbe aiutata a dimenticare quello che era successo.

Ma se lei non aveva il coraggio di parlarne come poteva sperare che le cose si risolvessero?

<< Liz, dobbiamo parlare >> sputò infine ad un certo punto.

La ragazza, che si stava preparando ad andare a letto sollevò lo sguardo verso di lui, sorpresa e un po' timorosa. Da che mondo è mondo quella frase non aveva mai portato nulla di buono. Comunque stette ad ascoltare cosa lui avesse da dire, in silenzio.

Lui la invitò a sedersi sul bordo del letto, poi si posizionò di fronte a lei, piegandosi sulle ginocchia in modo che gli i loro sguardi si incrociassero perfettamente.

<< Liz, amore mio, se c'è qualcosa che non va...qualsiasi cosa, io sono qui, sono pronto ad ascoltarti >> disse con tono dolce, reclinando di poco la testa.

Lei rimase un po' sorpresa, ma non si scompose.

<< Cosa te lo fa pensare? >> rispose accennando un lieve sorriso.

Intanto sentiva la sua pelle aver preso fuoco. Non era pronta ad affrontarlo, non era pronta a questa discussione, non così presto.

<< Ti conosco >>affermò Murtagh, risoluto, il suo sguardo si fece più intenso, come a voler scavare negli occhi di Liz per trovare la risposta.

<< Con me puoi parlarne, non ti farò più del male, te lo giuro >>aggiunse, calcando principalmente su quest'ultima frase, per imprimergli tutta la sincerità e l'umiltà possibile.

Liz si mosse leggermente sul letto. Simbolo di agitazione.

<< I-io non credo di essere pronta per parlarne, Murt perdonami >>lo implorò quest'ultima prendendogli entrambe le mani.

Allora il ragazzo decise di non insistere più. Lei sapeva che era a sua disposizione, sempre, che avrebbe potuto confidarsi, ma se non era ancora pronta le avrebbe lasciato quanto più spazio e tempo possibile. Forse solo così sarebbe tornata ad essere la Liz di sempre, quella allegra e scherzosa, quella romantica ma permalosa, gelosa e testarda, quella Liz che lui amava con tutto sé stesso, e che credeva di aver distrutto con le sue stesse mani.

<< No, perdonami tu...quando vorrai venire da me, io ci sarò >> e con questa frase si congedò, lasciandola seduta nel letto, mentre lui apriva la porta della stanza.

<< Dove vai? >>le chiese subito la ragazza, rizzatasi in piedi.

<< Voglio che tu ti prenda i tuoi spazi, vado a prenotare un'altra stanza >>rispose con tono un po' fiacco, poi chinò il capo e uscì.

Sentì un tocco delicato che gli afferrava il polso, poi una vocina, debole, incrinata.

<< Resta con me >> non era un ordine, era una supplica.

<< Non hai paura di me? >>

La ragazza scosse la testa. Lui però rimase sulla soglia, indeciso.

Fu allora che Liz gli afferrò la mano, sicura, fino a trascinarlo di nuovo dentro.

 

 

 

Quando però Liz si svegliò la mattina seguente non lo trovò vicino a lei.

"Voglio che ti prenda i tuoi spazi" aveva detto. Chissà, forse era ora di accontentarlo. Magari aveva anche ragione, magari le avrebbe fatto bene.

Ma quel peso nello stomaco, che si era affievolito leggermente durante il sonno tornò a opprimerla ancora una volta.

Era già passato un giorno. Ne rimanevano altri due.

Liz doveva sbrigarsi se voleva fare tutto per bene, Murtagh non doveva assolutamente venire a saperlo.

Fu così che afferrò il mantello e si precipitò fuori dalla stanza, decisa.

Ciò che doveva fare andava fatto, e in fretta.

 

                                           _______________

 

Murtagh si ritrovò per l'ennesima volta con il suo cavallo. Ormai era diventato il suo passatempo preferito quando si sentiva depresso.

Osservò poi il cavallo di Liz, così impettito e introverso. Se ne stava per i fatti suoi, non cercava affetto, gli bastava solamente un po' di cibo e un po' di riposo.

Gli andò vicino per provare ad accarezzargli il muso, ma quello lo allontanò bruscamente.

Perché in quel momento pensava a Liz? E a come lo allontanava lei?

Arretrò,deluso e decise di dirigersi verso la piazza, nella speranza che ci fosse qualcosa da fare lì, che gli impedisse di continuare a torturarsi con questi pensieri.

Lungo la strada incontrò un uomo, che trascinando una lunga trave di legno, imprecava a gran voce, alla ricerca di aiuto.

Murtagh accorse. Insieme poggiarono la trave a terra, vicino all'abitazione di quest'ultimo.

<< Grazie >>disse l'uomo, porgendogli la mano sudata << quel bastardo di Trevor, giuro che me la paga >>disse poi fra sé.

<< Conosce Trevor? >>domandò Murtagh, curioso.

<< Certo, tutti lo conoscono qui in città, la domanda è..come lo conosci tu, forestiero? >>

<< Oh, lunga storia..ma di che si tratta, perché ce l'avete con lui? >>

<< Perché mi ha abbandonato con una trave pesantissima in mano per correre dietro ad una ragazza. Ste cose non si fanno, no no, lui è pure sposato, si dovrebbe vergognare... >>commentò con un certo risentimento l'uomo.

A quelle parole,una spia di allarme si accese dentro la testa del giovane, che si trovò a domandare:<< e questa ragazza..insomma com'era fatta, almeno era carina? >>

<< E certo che era carina, era una gran pezzo di gnocca, ma di preciso ho visto solo che aveva i capelli ricci, e neri... >>

<< Gran figlio di puttana! >>lo interruppe il giovane mordendosi poi il labbro per la rabbia << ha visto da che parte è andato per caso? >>domandò mentre in lui cresceva la tensione e la voglia di dare pugni a qualcuno.

<< E che vuoi che ne sappia? Non mi metto a spiare la gente... >> ma il ragazzo era già corso fuori.

A tutta velocità vagava per il paesino, cercando di individuare uno dei due. Tutti conoscono Trevor qui in città gli venne in mente.

Fermò una donna anziana.

<< Mi scusi, signora, ha visto passare Trevor di qua? >>

<< Uhm..Trevor? Oh sì certo Trevor, è andato di qua. Sembrava di premura >> rispose indicandogli la strada.

La ringraziò e poi corse verso quella direzione.

La stretta viuzza sbucò in una piazzetta piuttosto affollata.

Murtagh allungò un po' il collo e fu allora che lo vide. O meglio, li vide. Erano insieme. E sembrava stessero litigando per qualcosa.

Liz aveva messo il mantello, forse proprio per non farsi notare e riconoscere, ma quella massa di capelli neri che sbucavano davanti erano inconfondibili.

Velocemente Murtagh si abbassò, per nascondersi dietro una siepe, e pian piano cercò di avvicinarsi ai due, cercando di non farsi scoprire.

Era abituato a farlo, era abituato a spiare, e anche se si trattava della sua ragazza non gli importava : a questo punto era necessario.

Una volta trovato un buon punto d'osservazione, sbirciò cosa stesse accadendo.

Per ben tre volte poco ci mancò che uscisse dal suo nascondiglio per intervenire. Ma chissà perché ogni volta si fermava. Forse era la sua testardaggine. Perché voleva scoprire a tutti i costi cosa stesse succedendo. E forse era anche per la sua curiosità. Perché era ansioso di scoprire quale verità si celasse dietro alle bugie di Liz.

<< Tu non puoi farlo, Liz! Non sai quanto te ne pentirai >>le urlava l'uomo.

Liz? Come Liz? Questo significava che lei gli avesse rivelato il suo vero nome? Quante altre cosa aveva rivelato a quello sconosciuto?

<< Non mi interessa, ormai ho deciso >> rispose secca la ragazza, voltandosi e facendo cenno di andarsene.

<< M-ma ne hai parlato con lui? >> le chiese afferrandola per un braccio.

In quel momento a Liz sfuggì un gemito di dolore, che si sforzò poi di nascondere, inutilmente.

<< Che hai fatto? >>domandò lui incerto, senza però mollarla.

<< Niente >> abbassò lo sguardo, e cercò di scrollarselo di dosso, ma ciò gli provocò altro dolore nel punto indolenzito, fino a quando si arrese.

Con delicatezza Trevor gli sollevò la manica della camicia, scoprendo dei lividi violacei sul braccio.

<< Come niente? E questi? Te li ha fatti lui? >>domandò sempre più infuriato.

La ragazza non rispose.

<< Allora?? Te li ha fatti lui? >>

Liz annuì.

<< Allora è stata questa la sua reazione quando gliel'hai detto! Ti ha picchiata! Bel pezzo di merda! E' così che crede di fare l'uomo?? Perché non si assume le sue responsabilità?! Adesso vado da quel ragazzino e gliene dico quattro... >> andando su tutte le furie.

<< No no, non è come pensi tu! Io...ancora non gliel'ho detto... >>

<< C-cosa? Perché? >>

<< Non ne ho trovato il coraggio >> disse sempre più dispiaciuta.

<< Ma allora perché ti ha fatto questo? >> le domandò sempre più sconvolto, indicando i segni violacei.

<< Non sono cose che ti interessano >>gli rispose brusca, coprendosi i lividi << adesso devo andare, ho cose più importanti da fare >>

<< No, Liz, non lascerò che ti rovini così! >>disse poi afferrandola per i fianchi, mentre la ragazza si dimenava.

<< Ti prego, non farlo! Ripensaci! >>

<< Fatti i cazzi tuoi! >> strillò quest'ultima quando lui la prese in braccio di forza.

Lei era forte sì, ma lui era un uomo tutto muscoli e certamente di tutti i pugni che lei gli stava caricando non ne sentiva la metà.

Fu allora che Murtagh decise di intervenire. Adesso era troppo. Aveva capito tutto, e non avrebbe mai lasciato che quel maniaco approfittasse un'altra volta di lei. Stavolta sarebbe scomparso dalla faccia della terra.

<< Lascia stare la mia ragazza, brutto bastardo! >>urlò, per poi partire come un razzo e caricargli un poderoso pugno proprio sulla mascella.

Si sentì rumore di ossa rotte, poi un urlo, e la ragazza fu lasciata andare, mentre rimaneva troppo sconvolta per intervenire.

<< Io ti ammazzo, giuro che ti uccido! >>continuava ad urlare Murtagh.

Fortunatamente tutto quel trambusto aveva richiamato l'attenzione di tutte le persone che in quel momento si trovavano in piazza, e anche dalle stradine vicine accorse gente per osservare cosa succedeva.

Gli uomini più forti si affrettarono a dividerli, o meglio, si affrettarono a tenere fermo Murtagh. Il che non fu affatto facile. Dopo vari tentativi e vari colpi assestati per sbaglio riuscirono a tenerlo lontano dall'uomo.

Alcuni si affrettarono a trascinare il povero Trevor, insanguinato e dolente, lontano da lui, per accompagnarlo da un dottore.

Ma l'uomo li fermò, dicendo di potercela fare da solo.

Lo lasciarono, e lui si diresse un'altra volta verso Liz, che era rimasta immobile, con gli occhi spalancati.

<< Liz, devi dirglielo >>le disse con voce malferma, sputando un po' di sangue.

<< N-non ce la faccio da sola >> lo supplicò lei con voce tremante.

<< Non osare avvicinarti a lei o sfiorarla! >>tuonò di nuovo Murtagh, minaccioso.

<< Murtagh, calmati, ti prego... >>sussurrò lei, mentre le lacrime cominciavano a minacciare di uscire << So che lo fai per me, per proteggermi, ma non ce n'è bisogno stavolta >>disse ancora, avvicinandosi di più a lui.

Gli uomini attorno al ragazzo incominciarono ad allentare la presa, e ad un cenno della ragazza lo lasciarono completamente.

Murtagh rivolse un'occhiata di disprezzo all'uomo, poi si concentrò sulla ragazza di fronte a lui.

Posò le mani sui suoi fianchi per avvicinarla a sé.

<< Ti prego, rischio di impazzire se non mi dici cosa è successo  >> la implorò con lo sguardo << se ti ha toccata, se ti ha fatto del male, devi dirmelo... >>

<< No! Trevor non c'entra nulla, la cosa riguarda solo me... >>

<< Se mi vuoi bene, se mi hai mai davvero voluto bene allora devi dirmi la verità, non prolungare ancora la mia sofferenza, ti prego Liz >>

<< H-hai ragione, io ti dirò tutto >>rivolse un'occhiata spaventata a Trevor, che la incoraggiò, poi parlò:

<< Io sono incinta >>

BAAAAM !! 

Ed ecco qui la sorpresa!!! Anche se poi tanto sorpresa non era visto che molti di voi se l'erano già immaginato, anzi era certo!
Beh, non so se avete notato, ma la situazione è un po' più complicata del previsto...però non vi anticipo nulla!
Murtagh sta combinando un casino dopo l'altro...poretto, la gelosia lo sta veramente accecando! Non capisce più nulla!
Vi prego scrivetemi dei commentini, mi farebbero tanto piacere! Un bacione ;)
  
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