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Autore: CassandraBlackZone    27/04/2013    2 recensioni
«Noioso.»
«Che?»
«I freni. Li hai tolti.»
Asia si girò verso la consolle e sbottò un sorriso. «Be’… si cambia.»
Senza girarsi, la siluriana soffocò una risata, salutò con una mano e chiuse la porta sempre dando le spalle. Di nuovo, Asia girò intorno agli innumerevoli comandi della macchina del tempo e in pochi secondi era già all’interno del vortice del tempo. Con una mano sfiorò la leva dei freni. «Dici… noioso?» con fare nostalgico, la ragazza camminò tra i corridoi del TARDIS giusto per aspettare che il suo ospite si svegliasse. Quell’ora la passò a pensare al passato.
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 1, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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«Meglio tardi che mai» chiuso l’uscio della porta, il Gallifreyano alzò lo sguardo impassibile e squadrò severo le tre figure davanti a lui: tre robot umanoidi composti da  una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo affiancata da altri due uomini armati di laser. «Eccovi, creature di cui non so il nome! Davvero molto misteriosi, anche se a guardavi bene potrei benissimo chiamarvi Cybermen 2, magari CBM2 giusto per abbreviare.  Ma deduco che non lo siate, vista la vostra bellissima testa carne e ossa.»
«Chiamaci come ti pare» disse la rossa.
«CBM2 potrebbe essere il nome della specie, ma sicuramente avrete anche un nome di battesimo, no? Ho il diritto di saperlo.»
«Io sono Sarah, questi due sono Mark e Jack.»
«Oh, tre splendidi nomi. Che cosa mi dite dei cognomi?»
«Basta con le chiacchiere. E ora di andare.»
«Eh no. Non così in fretta.»
«Qualcosa ti turba?»
Il Dottore si concesse un minuto di silenzio per decidere se dirlo o meno. Non era la prima che pronunciava quelle parole, ma non era nel suo stile e spesso e volentieri pensava fosse da codardi. Non ci poteva fare niente, lui era fatto così, troppo sentimentale, come diceva sempre sua moglie. «Mi garantite che loro staranno bene?»
Sarah sbottò un sorriso. «Sì.»
«Non toccherete River e Asia?»
«Non le toccheremo.»
«E neppure il mio TARDIS?»
«Certo.»
«Ti avverto, non devi fare la furba con me: è la tua parole d’onore, Sarah.»
La ragazza cibernetica si portò una mano fra i capelli ramati sbuffando. «Sì, non ti devi preoccupare,mio caro Dottore. Come promesso prenderemo te, ma non la tua preziosa famiglia. Ora, se permetti, lascia che i miei soldati ti scortino alla nostra navicella.»
Con un cenno del capo di Sarah, Mark e Jack si avvicinarono all’unisono al Gallifreyano. n quegli ultimi quindici secondi, l’alieno analizzò ad occhio il corpo dei due enormi umanoidi: la prima volta che si incontrarono per poco non li scambiò per dei Cyberman, cosa che scartò subito dopo aver visto la testa umana. Teselecta? Neppure quello. Pensò a diversi nemici di ogni genere, ma nessuno sembrava essere quello giusto e l’unica informazione di cui disponeva erano i sogni ricorrenti di sua figlia, dove i suoi dubbi erano cominciati.
Cosa vogliono? Quali segreti nascondono? E soprattutto, cosa sono?
Per un istante pensò di essere un insensibile, considerando i fatto che stava lasciando la sua adorata famiglia per scoprire chi erano questi alieni da lui sconosciuti. Ma era più forte di lui. Se c’era qualcosa che lo incuriosiva, lui non poteva fare a meno di volerlo scoprire a tutti i costi. Questo accadeva ogni volta che viaggiava in posti esotici e misteriosi, ma forse questa volta il motivo non era solo quello. Se non verrai con noi, uccideremo la tua famiglia: bastò questo a farlo muovere.
«Prima che voi possiate prendermi, ci terrei a dirvi che sono proprio rimasto affascinato dalla vostra pazienza di aspettarmi. Oltre ad essere una misteriosa razza aliena di cui non so proprio nulla, siete proprio gentili.»
«Ci sembrava giusto concederti un po’ di tempo.»
«Anche se si trattava di un’ora?»
«Sì.»
Il Dottore scrollò le spalle sorridente e allargò con decisione le braccia in segno di arresa «Be', in questo caso. Fate quello che dovete fare.»
Sarah sogghignò soddisfatta e si girò pronta a dirigersi alla navicella per ritornare alla base. «Sei davvero patetico, Dottore. Un sentimentalista, aggiungerei.»
«Hai dimenticato di dire anche un genio.»
«Non direi.»
«Non dirmi che non sei rimasta affascinata dalla mia nuvola? Non sarà come un bel giardino fiorito, ma devi ammettere che è fica.»
«Per niente.»
«Ad ogni modo, penso anche io che voi non siate così tanto intelligenti.»
La CBM2 inarcò un sopracciglio e incrociate le braccia si voltò di nuovo davanti al Gallifreyano. «Con questo che cosa vorresti insinuare?»
L’uomo irradiò un largo sorriso e guardò negli occhi la ragazza sicuro di sé. «Lo sai? È stato un grande sbaglio lasciarmi ben quarantacinque minuti di libertà.»
«Che vuoi dire?»
«Cinque minuti per salutare il TARDIS, altri cinque per salutare mia figlia e infine ancora altri cinque minuti per salutare mia moglie e per lasciarle un messaggio. Quindici minuti erano abbastanza per i saluti finali.»
La ragazza aggrottò la fronte un po’ confusa. «Dove vuoi arrivare?»
«Quello che sto cercando di dire è che dandomi quei preziosi minuti, mi avete dato la possibilità di fare… questo.»
All’improvviso, entrambe le mani e la testa del Dottore si tramutarono in getti di luce giallo-oro.
Sarah e i due soldati si allontanarono dal corpo coprendo i loro occhi. «Ma questa non sarà… energia rigenerativa?»
Gran parte del flusso di luce si innalzò verso l’alto sparendo nel nulla. Il corpo del Gallifreyano lentamente scompariva lasciando posto ad una massa informe e densa simile alla nebbia.
I tre alieni si guardarono allibiti. «Ora cosa facciamo, signora?»
«Il vostro compito è di scortarlo alla base, perciò prendetelo.»
I due soldati annuirono all’ordine ricevuto e si avvicinarono alla nebbia di energia senza contestare, ma al contatto con essa i due urlarono di dolore, e davanti agli occhi increduli della ragazza cibernetica, i loro corpi metallici si disintegrarono diventando parte della massa, come se si fosse nutrita di loro.
Sarah digrignò i denti furiosa e confusa. «Maledetto… Non so a cosa ti serva questo tuo giochetto ma ti assicuro che non mi fermerà! Io ti porterò via con me!»
La CBM2 tirò fuori dall’armatura una piccola capsula di metallo e la lanciò davanti a se: in meno di dieci secondi, la massa di energia venne risucchiata da essa ritornando tra le mani di Sarah. «Tu non mi scappi, Dottore. Qualunque cosa tu abbia fatto non ti servirà a nulla.»
 
Dovrebbe essere sorpreso. Dovrebbe farsi tante domande eppure era lì, senza alcuna reazione pur avendo scoperto che il Dottore si era consegnato di sua spontanea volontà ai CBM2 per salvare River e Asia. River. Sperava davvero che stesse bene.
Il mistero stava per essere svelato, l’origine dei CBM2, il motivo della cattura del Dottore e soprattutto quale fosse il complotto dei CBM2.
Matt si sentiva stranamente leggero, come se stesse librando nell’aria o nello spazio. Non riusciva a vedere niente ma soprattutto non riusciva a parlare. Forse stava sognando,eppure aveva la sensazione di avere la mente priva da ogni tipo di pensiero e la cosa lo preoccupava parecchio: lui in quel momento stava pensando, ma allo stesso tempo non lo faceva. Gli pareva un ragionamento contorto che però allo stesso tempo gli sembrava logico. Ok. Ora cominciava un po’ ad essere confuso.
«Non pensare di essere pazzo o roba del genere. È normale, era così che doveva andare. Il TARDIS ti ha semplicemente fatto in modo che io potessi entrare dentro di te ancora per un po’, ma dopo questa nostra conversazione io lascerò tutto nelle tue mani.»
L’uomo non si stupì di sentire quella voce. Anzi. Un po’ se lo aspettava, ma visto che non poteva aprire gli occhi o la bocca, si limitò ad ascoltare. Tutto nelle sue mani? Chi sa come mai neanche quello lo stupiva più, dal momento che era da quando tutta quella assurda storia era cominciata che se lo sentiva ripetere.
«So bene che non puoi parlare e che ora ti sembrerà strano, ma poco importa. L’importante è che ascolti: quando riceverai questo messaggio, dovresti essere abbastanza pronto per andare. Fai tutto quello ti ho detto e vedrai che andrà tutto per il meglio. Sei un attore, improvvisare è il tuo forte.»
All’improvviso Matt sentì i muscoli contrarsi e iniziare a tremare.
«Stai ancora tremando. Non avrai mica ancora paura spero?»
In realtà il giovane attore non lo sapeva. Non sentiva niente che potesse reputare paura o panico. Ma forse sì, aveva paura e vista la strana situazione in cui si trovava, non se ne accorgeva.
«Be', in tal caso cerca di raccoglierla tutta e trasformarla in coraggio. Non mi puoi crollare adesso che sei quasi pronto. Avanti, sii coraggioso. Dopotutto, voi esseri umani siete tutti coraggiosi. Giusto?»
Su questo Matt era completamente d’accordo, anche se ancora era incerto su diverse cose e questa volta doveva ammettere di avere un po’ paura di chiederlo.
«Ebbene sì, mio caro Matt. Non è finita qui, perché manca ancora un ultimo tassello. Cerca di stare attento e molto concentrato, perché tutto ciò che hai visto e sentito non basterà: devi ricordare. Ricorda Matt. Ricorda.»
 
«Jenny, come ti ha spiegato River attiva gli scudi. Sento che ci stanno sparando. Inserisci la nuova impostazione di Asia e immetti almeno qualche tonnellata, così che non possano spostarci.»
L’ umana annuì alla moglie e si avvicinò subito ai pannelli di controllo. Quella sarebbe stata la sua seconda, se non forse la terza, volta che metteva le mani sulla consolle; difatti premette bottoni e abbassò leve un po’ titubante e insicura. «Ma… perché dobbiamo alzare gli scudi? Il TARDIS dovrebbe essere in grado di incassare i colpi.»
«Arrivati qui il TARDIS è rimasto a corto di energia. Così mi ha detto River.»
«D’accordo. Scudi alzati e ho impostato le tonnellate.»
«Perfetto. Ora non ci resta che aspettare.»
«Che cosa facciamo con Matt?»
La siluriana scostò per un attimo gli occhi dalla consolle e scrutò uno dei corridoi.
Usciti dalla stanza una decina di CBM2 era già pronta ad attaccare Vastra, Jenny e Matt. Quest’ultimo era appoggiato alle due donne ancora incapace di muoversi e ancora disperato per River. Con l’aiuto delle indicazioni date dall’archeologa, riuscirono a trovare il TARDIS all’interno dell’edificio nemico.
La donna-rettile continuò a guardare il corridoio rievocando il momento in cui Matt svenne: al solo toccò dell’uscio, Vastra si trovò l’uomo tra le sue braccia privo di sensi. Il perché sia successo proprio non lo sapeva,ma sta di fatto che ora come ora lo reputava un peso e doveva trovare in qualche modo una soluzione.
«Adesso ci conviene lasciarlo lì a riposare e speriamo che si svegli.» spiegò alla fine.
«Signora Vastra, non può essere un altro sintomo?»
«Non credo sia collegata all’epidemia. C’è da dire che è strano.»
Un forte scossone indusse le due donne ad aggrapparsi saldamente alla ringhiera. Dallo scanner, Vastra vide delle enormi macchine a tenaglia che cercavano di spostare il TARDIS, ma con scarsi risultati.
«Guardi! L’invenzione di Asia funziona!»
La siluriana ridacchiò «Tale padre, tale figlia: semplicemente geniale.»
«Signora Vastra, sul diario c’è scritto qualcos’altro?»
Cercando di fare attenzione a non cadere, tra un sisma e l’altro tirò fuori dalla sula borsa di pelle a tracolla un diario dalla copertina rigida ormai consumato: era il diario blu-TARDIS di River regalatole dal Dottore il primo giorno che si incontrarono.
La donna-rettile sfogliò velocemente le pagine ingiallite fino al segnalibro: River morirà e tornerà in vita, dopo quella frase scritta in rosso non vi era nient’altro che fosse collegata ad essa. «No, niente.»
Esasperata, Jenny sbuffò restando aggrappata al parapetto.«Non resisteremo a lungo! Che cosa facciamo?»
«Quello che River ci ha detto di fare: aspettare.»
«Ma cosa?»
Vastra di nuovo si girò verso il corridoio e pregò che qualcosa di buono succedesse: fortunatamente, grazie al diario sapevano che River e Asia stavano bene, ma la sua preoccupazione più grande era per quanto potevano resistere. Ora più che mai avevano bisogno d’aiuto e subito.
«Che lui faccia la sua mossa.»
Il pavimento della sala si controllo riprese a tremare. Le due donne andarono nel panico ma subito si accorsero che quelli erano tremori ben diversi da quelli precedenti: erano decisamente meno violenti, quasi lieve che davano una senso di sollievo. Vastra e Jenny si guardarono intensamente e realizzarono entrambe di star rivivendo un déjà vu.
«Ehm… signora Vastra… questi scossoni…»
La siluriana si lasciò scappare una risata. «Era ora. Finalmente ti sei deciso a muoverti!»
Jenny si fece contagiare dalla risata della moglie e rise assieme a lei mentre l’insolito ma atteso rumore dei freni abbassati riecheggiava nella sala.
 
Sugli enormi spalti dell’arena di metallo, completamente protetta da una cupola di vetro, urlavano a perdifiato milioni e milioni di CBM2 chiedendo che River ed Asia venissero giustiziate. Al centro di essa, su un basamento circolare, vi erano River con in mano le sue pistole laser e la guardia alzata, intenta a proteggere sua figlia che era intrappolata in una capsula.
Asia cercava invano di uscirne. Si sentiva bruciare dentro, aveva paura di esplodere lì in quel preciso istante e di coinvolgere sua madre. Batteva frenetica sul vetro, tra le lacrime implorava a River di scappare: ormai aveva perso ogni speranza che ce l’avrebbero fatta. «Mamma!! Mamma va via!»
«No! Non me ne vado senza di te!»
«Loro sono troppi! Arrenditi!»
«Non m’importa! Anche se sono milioni… io non ti lascerò qui...»
«A morte!»
«Uccidete la Signora del Tempo!»
«Sentite la folla? E’ questo quello che vogliono.» Su una piattaforma antigravità, Sarah si avvicinò a River con le braccia incrociate e sorridente. La donna le puntò contro una pistola laser.“Ancora quelle pistole? Ma non ti è bastata la prima lezione?»
«Libera mia figlia. Ora!»
Con un balzo, la ragazza scese dalla piattaforma «Lo sai, dovresti anche essere sollevata che io l' abbia fatto. A quest’ora la pelle della ragazza sarà già pericolosamente corrosiva: se la facessi uscire da lì, potresti morire.»
«Tu… brutta… Ah!»
Presa alla sprovvista, River cadde a terra dopo un solo calcio del ragazza cibernetica. Con un altro calcio spostò le pistole e cominciò a picchiare a sangue freddo la donna, accompagnata dagli incitamenti dei suoi coetanei.
«Vai Sarah! Uccidila!»
«Finiscila!»
«No, mamma!»
River era incapace di difendersi, cercò di incassare i colpi ma ad ognuno di essi le costava uno sputo di sangue e un urlo di dolore: era sul punto di svenire.
«Basta! Fermati!» Al richiamo di Asia, Sarah si fermò a guardare la ragazza nella capsula che piangeva disperata. La CBM2 sogghignò divertita e soddisfatta.
«Sì, Asia. Mi piace quell’espressione. Resterei a guardarti per ore, però… Voglio vederti soffrire ancora di più.»
La ragazza cibernetica tramutò il braccio destro in un arma e la puntò sulla testa di River ormai esausta «No! Non farlo!»
«Ti farò vedere cosa si prova a perdere qualcuno d’importante una volta per tutte e questa volta non sarai in grado di salvarla.»
«Allora… è così. E’ per questo che ce l’hai con mio marito.» River spostò leggermente la testa e squadrò Sarah «Mio marito… ha fatto qualcosa a qualcuno a te caro?»
Sarah rimase in silenzio «Questo non lo so. Me lo deve dire lui.»
«Che… vuoi dire?»
«Quella parola non smette di tormentarmi e sono l’unica. Perché?»
«Quale… parola?»
«Dottore… Dottore… perché non smette?! Eh?!»
La CBM2 era ormai pronta a sparare
«No!!» urlò Asia.
«Dimmelo, River Song?! Perché? Perché il Dottore mi perseguita?!»
«Dottore? Dottor chi?»
Il braccio di Sarah venne attraversata da una scarica elettrica e si bloccò di punto in bianco. La ragazza avvertì uno strano presentimento «No… non può essere….»
«A quanto pare anche tu non hai imparato la lezione, Sarah
Nell’enorme anfiteatro risuonò una voce profonda dal tono sarcastico, inconfondibile alle orecchie di River, Asia e Sarah: tutti i CBM2 rimasero sconvolti e incapaci di capire da dove venisse fuori la voce poiché non vi erano altoparlanti.
«Tu… come hai fatto?! Dovresti essere debole!!»
«Oh, tu dici? Solo perché te l’ho detto io non vuol dire che lo ero veramente. Regola numero uno: io mento sempre.»
Sarah tolse il piede dalla testa di River e urlò al cielo furiosa.
«Vieni fuori! Codardo! Fatti vedere! Affrontami da vero Signore del Tempo.»
Sotto gli occhi increduli di tutti i presenti, in mezzo all’arena di materializzò il TARDIS, la mitica cabina blu, l’ultima macchina del tempo di tipo 40 in tutta la sua bellezza senza neanche un graffio.
«Ma non è possibile… l’ho fatta distruggere!»
«Il TARDIS è indistruttibile.»a fatica River si rialzò appoggiandosi al vetro della capsula di Asia e tenendosi un braccio con l’altro allargò un sorriso. «Nessuno può distruggerla. Nemmeno tu, dolcezza.»
All’apertura delle porte, Sarah stette in guardia pronta a ricevere il suo nemico e spalancò gli occhi dallo stupore nel vedere chi varcò la soglia: era Matt Smith con addosso vestiti completamente diversi da prima: scarpe e pantaloni erano gli stessi, ciò che cambiarono furono la camicia, le bretelle e la giaccia di tweed che vennero sostituiti da una camicia bianca con sopra un panciotto nero e una giacca marrone-bordeaux vittoriana. Il tutto con un cilindro come cappello.
«Tu? Che cosa ci fai qui? E… cosa sono quei vestiti?»
L’attore fece un giro su se stesso sghignazzando eccitato. «Ti piacciono? Io li trovo semplicemente fantastici! Vestiti vittoriani, è proprio quello che ci voleva! Senza contare che saranno quelli che indosserò non appena tornerò a casa. Scusa se ti ho fatto attendere, ma sai dovevo proprio cambiarmi, gli altri vestiti erano rovinati.»
«Dov’è il Dottore? Voglio il Dottore e non la sua stupida copia! Quella voce era la sua. Portami il Dottore!»
«Spiacente di deluderti, mia cara Sarah, ma lui non è l’unico a saper mentire e di nuovo scusa, perché ho paura che ti dovrai accontentare di un semplice essere umano. Al momento il Dottore non è in casa: Se vuoi puoi lasciare un messaggio dopo il Bip. Biiiiip!!»
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Ok… ammetto che qui ho avuto un bel po’ di problemi e ho paura di aver fatto un altro casino!! ( Infatti ho modificato delle parti che non avevano senso…)  In questo capitolo mi sono fatta dare un’altra mano dagli amici perché ho avuto un vero è proprio blocco!
Vorrei solo avvertirvi di una cosa: da ora in poi vi inviterei ad immaginarvi Matt parlare come il Dottore, perciò con il suo classico tono da saputello e sarcastico… insomma… come se fosse in sé il Dottore!
Spero vivamente che i prossimi capitoli siano più comprensibili di questo, visto che sta per finire poco ma sicuro farò ulteriori macelli qua e là! Ma forza e coraggio! La devo pur finire!! XD
Un bacione a tutti e per qualsiasi errore ( di calligrafia, di grammatica ecc…) vi prego di farmelo sapere!! ;)
Ciaoooooo
 
Cassandra
   
 
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