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Autore: Pandora86    28/04/2013    7 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il secondo capitolo della storia.
Grazie mille per le bellissime recensioni, mi hanno spronato a scrivere più in fretta!
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite e, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso… buona lettura!
 
 

Capitolo 2. Le Tappe

 

Merlìha entrò nella stanza spalancando rabbiosa la porta e cercando, con lo sguardo, suo fratello.

Eccolo lì, in compagnia di Lenn, che leggeva tranquillamente uno dei tanti libri sparsi sul tavolo.

Si diresse verso di lui a passo di marcia e con un’espressione che non prometteva nulla di buono.

Si avvicinò, sbattendo le mani sul tavolo con l’intento di richiamare la sua attenzione.

Lenn seguì i suoi movimenti con un’espressione perplessa ma preferì tacere.

Quando Merlìha era di quell’umore, era meglio lasciare tutto nelle mani del fratello.

“Non ti hanno insegnato a bussare?” la riprese Gabriel, senza alzare gli occhi dal tomo.

“È tutto quello che hai da dire, fratello?” lo riprese lei.

“A cosa ti riferisci?” domandò incurante.

“La nonna vuole salutarti, Gabriel. Non ti fai vedere da quando la destinazione è stata scelta!” s’infervorò ancora di più la sorella sbattendo, per la seconda volta, la mano sul tavolo.

“Oh…” rispose questi senza scomporsi. “Da tre giorni, allora!”.

“Non capisci che è preoccupata del fatto che potrebbe non vedere mai più i suoi nipoti?” lo riprese ancora Merlìha.

“E tu non capisci che è proprio per evitare che questo accada, che sono concentrato sul compito?” le rigirò la domanda il fratello.

Merlìha si sedette con uno sbuffo, non sapendo cosa replicare.

In una gara di dialettica, nessuno avrebbe battuto suo fratello.

Continuò, però, a rivolgergli occhiate malevole, borbottando come una pentola a pressione.

“Dai Merlìha…” cercò di calmarla Lenn.

Trovava piuttosto difficile, infatti, concentrarsi se in sottofondo avevi la ragazza che mormorava cose come ‘fratellaccio insensibile’ o ‘uomo senza cuore’.

“Vedi di piantarla, sorella!” la riprese Gabriel severo, alzando, solo allora, gli occhi dal suo libro.

“Sai che non ho intenzione di fallire, per questo non voglio lasciare l’ultimo saluto alla nonna!” e ritornò a leggere.

“Ma potrebbe accadere!” lo riprese, lasciando trasparire tutta la sua preoccupazione.

Gabriel alzò nuovamente gli occhi, e anche Lenn si accorse del tono ansioso di Merlìha.

“Non succederà!” la consolò gentile. “Siamo i migliori, lo sai!”.

“E se non ci dici perché sei così isterica, non possiamo risponderti!” s’intromise Gabriel.

Lenn lo guardò storto. Perché doveva sempre andare dritto al punto con così poco tatto?

Gabriel non si curò minimamente di Lenn rivolgendosi esclusivamente a Merlìha.

“Allora? O ci dici che vuoi o stai zitta!”.

Lenn alzò gli occhi sospirando. Gabriel voleva un mondo di bene alla sorella e se le fosse successo qualcosa, probabilmente, la sua ira sarebbe stata ricordata a lungo nella memoria dei guardiani e di tutti quelli che abitavano a palazzo.

Tuttavia, anche se si trattava della sorella, non sprecava parole in più cercando di essere gentile.

Anzi, il fatto stesso che le avesse domandato (a modo suo) cosa non andasse, dimostrava che Merlìha era un’eccezione alla regola, dato che di solito il Guardiano reagiva agli stati d’animo altrui con  indifferenza.

In fondo, era il suo modo di essere gentile e Merlìha lo sapeva visto che non si era curata minimamente del tono del fratello, incominciando a esternargli le sue preoccupazioni.

“Siamo stati mandati a Camelot proprio per fallire!” sbottò la ragazza.

“Che scoperta epocale! E dimmi, l’hai saputo soltanto adesso o ci sei arrivata da sola?”.

“Gabriel!” lo riprese stavolta Lenn.

“È giusto che lo sappia, visto che non è più una bambina” continuò Gabriel imperterrito.

“Anzi, lo avrebbe dovuto capire nel momento in cui la destinazione è stata scelta” concluse con noncuranza.

“Come lo hai scoperto, Merlìha?” domandò Lenn.

“Stamattina, ho sentito due degli otto Saggi che parlavano tra loro.

Erano certi che avremmo fallito. La nonna mi ha confermato che quando si è tenuto il consiglio, anche se nessuno al Tavolo dei Saggi lo ha detto apertamente, l’intento era proprio quello”.

“Questo non fa altro che confermare quello che pensavo!” affermò Gabriel, sicuro di sé.

“Lo sapevi?!” s’inalberò sua sorella.

“Lo sospettavo, Merlìha, è diverso. Ma non me ne curo, perché non falliremo!”.

“Anche io avevo i miei sospetti!” confermò Lenn.

“Del resto è abbastanza strano, no? Voglio dire, è vero che siamo i Guardiani più promettenti ma non si è mai vista una cosa del genere”.

“È, a conti fatti, la nostra prima missione sul campo dopo anni di nozioni teoriche” confermò Gabriel.

“Ed è la prima volta che dei Guardiani così giovani si occupano di una faccenda così delicata” aggiunse Lenn.

“Si aspettano che falliamo molto prima rispetto agli altri Guardiani, in modo da poterci confinare nel mondo mortale!”parlò ancora Gabriel.

“Quasi sicuramente” aggiunse, “altri guardiani saranno già stati scelti in attesa del nostro fallimento!” concluse poi, con lo stesso tono indifferente di chi parla del tempo.

Tutta quella faccenda, per lui, non aveva nessuna importanza.

“Ma perché?” domandò Merlìha.

“Sveglia, sorella!” la riprese, piuttosto severamente, il fratello.

“Siamo gli ultimi discendenti della famiglia di Guardiani più antica e potente. Il nonno e la nonna siedono al Tavolo dei Saggi e il loro voto vale il doppio.

Se anche noi, fra qualche secolo, dovessimo averne accesso, allora le decisioni del nostro mondo sarebbero in mano solo ed esclusivamente alla nostra famiglia” le spiegò pratico.

“La mia famiglia, inoltre” s’intromise Lenn, “si è sempre schierata con la vostra! Ci mandano a Camelot per eliminare alla radice il problema.

Ma rimarranno di stucco, quando non falliremo!”.

“Come fai a esserne sicuro, Lenn?” domandò Merlìha.

“Perché, fino ad ora, i guardiani che si sono occupati di Camelot erano dei vecchi bacucchi ultra centenari.

Ognuno di loro non ha fatto altro che apportare lievi modifiche al lavoro del guardiano precedente.

Noi siamo giovani e abbiamo completamente stravolto le cose. Siamo i più promettenti e lo sanno tutti. Pensano che la nostra poca esperienza ci farà fallire, ma non sarà così” concluse sicuro.

“Anche mamma e papà erano molto giovani, avendo da poco passato i duecento anni. Non come noi, certo, ma comunque ancora troppo per occuparsi di un tempo così difficile. Questo già avrebbe dovuto far sospettare il complotto!” chiarì Gabriel.

“Quindi, sono stati mandati lì per fallire!” tirò le somme Merlìha.

“Esattamente! Mamma e papà si sono distinti per la loro bravura, tanto da poter avere accesso al Tavolo dei Saggi dopo quell’ultima missione che, guarda caso, è fallita.

Sarebbero stati i Saggi più giovani, considerato che l’età minima è sempre stata dopo i cinquecento anni!”.

“Eccezione fatta per vostra nonna che ha avuto accesso al Tavolo a quattrocentotrentasei anni, dopo essersi occupata brillantemente della storia di Alessandro Magno” intervenne ancora Lenn.

“Ed è stato per questo che i vostri nonni, quando si è tenuto l’ultimo consiglio, non hanno potuto fare nulla.

Se il Tavolo dei Saggi lusinga la vostra famiglia, facendo passare una missione suicida per un’opportunità promettente, allora anche il loro voto, seppur negativo, perde valore.

Una volta conclusa la missione a Camelot, infatti, i Saggi hanno assicurato che saremo automaticamente ammessi a quel tavolo preoccupandosi, ovviamente, di rendere la cosa nota a tutti”.

“Una cosa assolutamente mai vista!” gli diede man forte Gabriel.

“D’altro canto” aggiunse, “per il nonno e la nonna è stato impossibile rifiutare una tale proposta dopo queste condizioni” concluse.

“Infatti!” confermò Lenn. “I Saggi hanno fatto credere a tutti che ci affidano la missione perché credono fermamente nelle nostre capacità. Un rifiuto dei vostri nonni, avrebbe stroncato a priori la nostra futura opera, facendoci passare per incapaci”.

“Infatti, nel caso tu non lo sappia sorella, si ha accesso al consiglio dopo una missione difficile. Per questo i Guardiani fanno esperienza cominciando dapprima con cose banali fino a cose di rilevanza storica importantissima.

D’altro canto, sono tutti tranquilli, perché pensano che falliremo!”.

“Ma questo è un imbroglio bello è buono!” sbottò Merlìha stringendo i pugni.

“Sono dei dannati bastardi”urlò con ancora più foga, alzandosi in piedi.

“Non urlare Merlìha. Non puoi insultare chi, agli occhi degli altri, ci offre un’occasione d’oro per accedere al Tavolo dopo solo una missione” cercò di calmarla Lenn.

“Ciò non toglie che siamo vittime di un complotto” rispose la ragazza riportando però il tono di voce a frequenze più basse.

“E che i Saggi sono dei bastardi!” ribadì il suo concetto con un sussurro.

“No, Merlìha, sono dei manipolatori, come tutti i guardiani!” si stufò, a quel punto, il fratello.

“Sì, ma noi manipoliamo i personaggi della storia, non i nostri simili!” ribattete pronta la sorella.

“La sostanza non cambia. Per accedere a quel Tavolo è necessaria una scaltrezza senza limiti!” le fece notare Gabriel.

“Quindi” si alzò in piedi sua sorella puntandogli il dito contro, “non ti importa niente il fatto che siamo stati imbrogliati e che ci hanno nascosto informazioni per farci fallire”.

“Non particolarmente, se posso dimostrare il mio valore!” rispose con noncuranza, per nulla intimorito.

“La tua ambizione ha dei limiti, Gabriel?” s’infervorò, ancora di più, la ragazza.

“Ancora devo trovarli, Merlìha” le rispose sarcastico, con un sorriso beffardo.

“Va bene!” s’intromise Lenn fra i due. “Cerchiamo di calmarci, e vediamo di lavorare insieme!”.

“Sempre se qualcuno non ci interrompe!” sibilò velenoso Gabriel.

“Per piacere!” lo pregò Lenn ma questi non aveva intenzione di accantonare il discorso, soprattutto dopo una particolare frase della sorella.

“Che intendevi con: ci hanno nascosto informazioni?” domandò con interesse.

“Beh, intendo la scomparsa della magia nel ventesimo secolo!” rispose pronta sua sorella.

Gabriel sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

“Non erano tenuti a dircelo, Merlìha!” le chiarì Lenn.

“E perché no?” domandò sconcertata la ragazza.

“È Merlino che incarna la magia e, se questa scompare, allora dipende da lui. Guarda caso poi, noi andiamo proprio a occuparci della storia del mago” difese la sua tesi la ragazza.

Gabriel sbuffò nuovamente e Lenn lo pregò, con gli occhi, di stare zitto.

“Vedi Merlìha, la magia si estingue molti secoli dopo la scomparsa di Merlino. Siamo noi che abbiamo dedotto il ritorno del Re in quel secolo”.

“Vuoi dire che nessun guardiano ha collegato i fatti?” domandò la ragazza corrugando la fronte.

“No, Merlìha, perché non ne avevano motivo. Gabriel è venuto a conoscenza dell’estinzione della magia perché ha fatto ricerche nel ventesimo secolo, ma noi siamo i primi che avanzano un’ipotesi del genere.

I guardiani lavorano individualmente sul proprio secolo. Quando un periodo storico finisce, subentra l’altro guardiano e così via. L’estinzione della magia è un argomento discusso al Tavolo dei Saggi, ma nessuno di loro ha mai pensato che il tutto potesse dipendere da Camelot”concluse Lenn.

“In pratica, stai dicendo che nessuno crede neanche al ritorno del Re!” affermò la ragazza dubbiosa.

“Per questo tutti i guardiani hanno cercato di impedirne la morte”.

“Esattamente!” confermò Gabriel.

“La profezia del suo ritorno, in realtà, è nata dopo gli errori dei primi guardiani. Artù moriva sempre e Merlino, prima o poi, falliva!” valutò serio guardando la sorella.

“Quindi, stai dicendo che i Guardiani successivi non hanno fatto altro che rifilare questa fandonia al Mago per farlo andare avanti!” s’indignò Merlìha stringendo i pugni.

“Artù è un essere umano senza alcun potere magico!” le chiarì il fratello con tono annoiato.

“Tuttavia, ritengo sia l’unico che possa affiancare il Mago! Non dimentichiamo che i loro destini sono intrecciati e le loro anime congiunte alla nascita, anche se queste avvengono con parecchi anni di differenza, e questo non è stato deciso da nessun guardiano. È stata l’essenza della magia stessa a decidere di queste due nascite così strettamente collegate per cui, ritengo improbabile che passino così pochi anni insieme quando al Mago viene concessa l’immortalità” concluse pratico.

“Ma se hai detto che non tornerà!” s’incaponì sua sorella.

“Io ho detto che i Guardiani credono che non tornerà visto che fino a ora non l’ha mai fatto, non che questo non possa avvenire!” le chiarì Gabriel.

“Ritengo, infatti, che il periodo di massima crisi per Albion sia il ventesimo secolo. L’errore dei guardiani, uno dei principali, è stato non fare in modo che il re tornasse, basandosi solo sul potere di Merlino che, seppur potente, non può riportare una vita dal regno dei morti né bloccare l’anima di Artù per farla rinascere” concluse beffardo.

“E questo spiegherebbe anche perché il re non è mai tornato!” s’intromise Lenn.

“Sì, ma perché siete convinti che tornerà nel ventesimo secolo?” domandò ancora Merlìha.

“Perché non è un caso che la magia si estingua. Merlino è l’essere che la incarna. Se lui muore, lasciando la sua essenza magica al mondo, allora questa è fuori controllo.

Specifico, infatti, che non è Merlino a essere immortale, quanto la sua essenza magica!”.

“Questo spiegherebbe anche perché in tutte le leggende è vecchio!” aggiunse Lenn.

“Stop, fermi tutti! Non ho capito niente!” lì fermò, a quel punto, Merlìha.

“Allora” riprese Lenn gentile.

“Merlino è un essere immortale. Ma ti sei mai chiesta perché può invecchiare?”.

“In effetti, no!” rispose Merlìha.

“La nostra teoria è: nascita di Merlino e successiva iniziazione alla magia.

Merlino cresce e invecchia, non sapendo di avere il potere dell’immortalità. Lo scopre quando il suo re muore, perché gli viene detto che risorgerà.

Merlino, allora, arranca negli anni scoprendo che è immortale o meglio, che è la sua magia che lo rende tale”.

 “Quindi, stai dicendo che invecchia perché non sa di essere immortale?” domandò ancora Merlìha.

“Esattamente” le rispose Gabriel.

“Tuttavia” continuò, “non è il suo corpo a essere immortale, quanto la sua magia. Il corpo non è altro che un contenitore. Un contenitore che si adatta ogni qual volta il mago fa un passo in più verso la conoscenza di se stesso.

Merlino racchiude tutta la magia, di conseguenza viene logico pensare che non debba imparare nulla.

Deve tuttavia imparare a usarla. Usare, non imparare ed è questo che fa la differenza. Se non sa di avere il potere dell’immortalità è normale che il suo corpo, che è un contenitore, invecchia.

Infatti, Merlino può ferirsi o addirittura morire se la sua magia non fa in tempo a guarire il suo corpo, cosa estremamente improbabile tra l’altro" terminò con noncuranza.

“In pratica, se le cose stanno così, Merlino muore perché vecchio e stanco. La sua magia lo può guarire rendendolo immune alle piaghe, anche non magiche, che invadono il mondo. Ma, se lui è allo stremo della sopportazione e angosciato nell’attesa del re che non arriva, allora la sua magia ne risente fino a farlo addormentare per sempre” riassunse Merlìha.

“Tra l’altro, con le nostre linee guida rimarrà per sempre nel corpo di un ventenne” aggiunse Lenn.

“E andrà sempre avanti perché non avrà il male nell’animo. Sarà triste, deluso e anche arrabbiato con il passare dei secoli, ma non si tirerà mai indietro fino a che il re non tornerà” concluse per lui Gabriel.

“Quindi, vuoi dire che dovremo essere noi a creare le condizioni adatte in modo che Artù possa tornare quando Albion sarà in crisi!” tirò le somme Merlìha.

“Esattamente!” le confermò Lenn.

“Sappiamo che è proprietà esclusiva dei maghi reincarnarsi. Noi creeremo le condizioni temporali per fare in modo che l’anima di Artù non vada persa!” concluse con un sorriso.

“Ma come?” domandò Merlìha, ora più curiosa che mai.

“Avalon, ti dice qualcosa?” domandò Lenn con un ghigno.

“L’isola leggendaria che contiene il fulcro della Magia. Attualmente, la sua posizione attuale, nel ventesimo secolo, è fonte di divergenze visto che nessuno sa per certo come identificarla. Inoltre” aggiunse con tono accademico, “è l’isola dove, sempre secondo le leggende, riposa il re in attesa di tornare nel mondo”.

“Appunto! Ma come potrebbe ritornare se l’anima non riesce a rimanere attaccata alle acque di Avalon? Le leggende parlano tutte chiaro, Avalon è il luogo in cui Merlino dovrà seppellire il suo Re. Ma come farà questi a tornare se si tratta di una semplice isola?” le domandò il fratello.

“Tra l’altro, in alcune leggende è la strega a portarlo ad Avalon” s’intromise Lenn.

“Appunto!” si alterò Gabriel. “Avalon è una tappa fondamentale, ma perché nessun guardiano ha pensato a come renderla, per fare in modo che il Re possa realmente tornare?”

“Vuoi creare un portale?” domandò Merlìha.

“Esattamente, sorella” le confermò questi.

“Avalon sarà conosciuta come la Terra degli Immortali. È il luogo adatto per tale scopo dato che si tratta di un luogo mistico popolato da creature magiche. Noi non dovremo fare altro che creare un portale che faccia da collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Le creature che abitano quel luogo, e gli stessi uomini, non si accorgeranno mai di un simile cambiamento né potranno usarne il potere, dato che quello che avverrà sarà fatto da noi, esseri adimensionali!”.

“Non puoi lasciare un simile potere senza custodia!” si alterò Merlìha.

“Chi dice che non debba essere custodito?” le domandò il fratello piccato.

“La Dama del Lago?” domandò dubbiosa.

“Esattamente, sorella, la Dama del Lago! Dovrà esserci anche lei nella storia quindi, perché non fare in modo che si renda utile?” le domandò ancora sfidandola, con lo sguardo, a contraddirlo.

“Una persona dovrà morire se vuoi fare in modo che risieda ad Avalon!” gli specificò sua sorella.

“È necessario o il mondo verrà contaminato dal caos!” fu l'indifferente risposta del fratello.

“Ha ragione lui, Merlìha” intervenne Lenn pacatamente.

“E va bene!” s’imbronciò la ragazza.

“Ora” parlò ancora Gabriel, “se qualcuno non continua a interromperci, possiamo riprendere da dove eravamo rimasti!”.

“Senti…” incominciò Merlìha alzandosi.

“Va bene, va bene!” intervenne Lenn cercando di riportare la calma tra i due.

“Io e Gabriel eravamo alle prese con un problema non da poco” continuò cercando di riportare il discorso all’origine, prima della venuta di Merlìha.

“Ti ascolto!” si sedette la ragazza, incrociando le gambe.

“Allora” incominciò Lenn, con la sicurezza che la calma regnava nuovamente nella stanza.

“Tre giorni fa, abbiamo steso le linee guida della storia di Camelot decidendo di far partire tutto dall’anno mille. Ora, dobbiamo decidere le Tappe fondamentali e, prima che tu arrivassi Merlìha, tuo fratello mi stava facendo vedere le sue idee!” disse porgendole un foglio.

Merlìha incominciò a leggere rischiando, poco dopo, di strozzarsi con la sua stessa saliva.

“Sterile?” domandò sconcertata. “Vuoi rendere Igraine sterile?” ripeté la domanda, cercando di farla risultare meno assurda.

“Questa è l’idea, sorella!” le confermò il fratello.

“Oh bene!” sbottò allora la ragazza. “Così, Artù non nascerà proprio e noi falliremo in tempo record” gli urlò contro.

“Tra l’altro, non nascerà neanche Morgana” continuò camminando per la stanza e gesticolando vistosamente, “visto che lei e Artù sono fratellastri da parte di madre!”.

“Siediti!” le ordinò il fratello seccato. “Mi infastidisci!” aggiunse, non preoccupandosi però di spiegarle il perché delle sue decisioni.

Seppur con uno sguardo omicida, Merlìha si sedette incrociando le braccia.

“Ascolta, Merlìha” intervenne Lenn, una volta capito che Gabriel non avrebbe sprecato altre parole.

“Secondo l’idea di Gabriel, Artù e Morgana, saranno fratellastri da parte di padre”.

“Certo, ma Artù?” domandò la ragazza.

“Uther” si alzò allora Gabriel, “è il personaggio più semplice da manipolare e il perché è presto detto: è arido e ambizioso. Secondo i miei calcoli, se ho afferrato bene il suo carattere, farà di tutto per dare a Camelot un erede. Se la prima Tappa della storia di Camelot prevederà una regina sterile, allora arriveremo alle altre Tappe senza difficoltà” concluse sicuro.

“Oppure, falliremo all’istante!” aggiunse Merlìha che, però, stava incominciando a capire dove il fratello volesse arrivare.

“In un tempo come Camelot, dove fin troppi hanno fallito, bisogna intervenire con cambiamenti radicali che porteranno o all’immediato fallimento, o alla vittoria schiacciante. Non possono esserci mezze misure!” continuò Gabriel.

“Non possiamo limitarci a copiare i nostri predecessori” s’intromise Lenn.

“Un cambiamento radicale di tutta la storia ci darà una percentuale di vittoria più alta” ragionò con gli altri.

“Sarebbe più semplice se potessimo decidere tutto noi” sbuffò Merlìha.

“Certo, e invece di infiniti mondi popolati da uomini, avremmo infiniti mondi popolati da scimmie ammaestrate!” la riprese, pungente, il fratello.

“Ammetti che però sarebbe più semplice!” insistette cocciuta.

“Merlìha” intervenne ancora Lenn, prima che Gabriel sbottasse definitivamente. “Non possiamo negare il libero arbitrio agli uomini.

Il compito di tutti i Guardiani è quello di decidere le condizioni temporali e le Tappe del cammino della vita. Ma, fra una Tappa e l’altra, l’uomo dovrà poter scegliere cosa fare”concluse sorridendole.

“Già! Peccato però che i guardiani, lasciando il libero arbitrio dopo aver deciso una tappa, non hanno nessuna garanzia che l’uomo arrivi alla successiva, rischiando così di far cadere nel vuoto tutto il lavoro del Guardiano!”.

“Forse, e dico forse” la riprese suo fratello sarcastico, “il fatto che un uomo percorra ogni Tappa decisa, sta nella bravura del Guardiano che, dopo aver analizzato il carattere della persona in questione, sa esattamente come agirà fra una Tappa e la successiva, assicurandosi così che porti a compimento la sua storia” concluse, guardandola storto.

“Dovrebbero chiamarci i manipolatori del Tempo, non i guardiani!” ridacchiò Merlìha continuando a leggere i fogli che Lenn le aveva dato.

“Mh… sembra interessante. Ovviamente, stravolgiamo il tutto” commentò pensierosa.

“Già, era questa l’idea!” le spiegò meglio Lenn.

“Manca solo di decidere dove nascerà Merlino!”.

“Non a Camelot?” chiese Merlìha.

“Sorella, ti pare che, con le condizioni che creeremo, Camelot possa essere un posto sicuro per lui?”.

“Non è detto che Uther agisca in questo modo!” ci tenne a precisare Merlìha.

“Meglio non rischiare. E poi, detto fra noi, Uther è un personaggio abbastanza prevedibile. La sua sete di potere lo acceca e, ben presto, quando sua moglie morirà, il suo cuore s’indurirà definitivamente!”.

È certo quindi, che la magia prenderà sua moglie se deciderà di usare un incantesimo per la nascita del principe?” chiese Lenn.

“Beh, non è certo quanto logico” gli spiegò Gabriel.

“La magia dovrà rispettare l’equilibrio prendendosi la vita di una persona. Ovviamente, la magia stessa, trovandosi dinanzi una donna sfinita dal parto, deciderà di prendersi proprio quella vita”.

Lenn annuì dandogli ragione. Del resto, era vero; la magia degli esseri umani funzionava in quel modo. Inoltre, Gabriel era quello che aveva più esperienza tra loro per cui, non poteva fare altro che assecondare le sue idee.

“Resta solo da decidere da chi nascerà Merlino!” aggiunse poi.

“Anche da chi?” domandò Merlìha.

“Si!” le rispose Lenn.

“A differenza di Morgana, di cui conosciamo i genitori e abbiamo potuto decidere con quale dei due avrà un legame di sangue con Artù, e di Artù, che ha sempre gli stessi genitori, su Merlino invece, non abbiamo nessun dato uguale all’altro”.

“Vuoi dire che ogni guardiano ha previsto una nascita da persone diverse?” domandò Merlìha sconcertata.

“Esattamente” intervenne Gabriel.

“Se nel caso di Artù e Morgana i genitori sono sempre gli stessi, su Merlino non si ha nessun dato che sia uguale a un altro!”.

“I guardiani precedenti hanno sprecato un’opportunità d’oro, considerato che rientra nei nostri poteri cambiare le nascite” aggiunse Lenn.

“Si sono, infatti, limitati a cambiare solo la nascita di Merlino, rimanendo intatte le altre” spiegò Gabriel.

“I genitori di Artù e Morgana sono sempre gli stessi. Persino le nascite di personaggi marginali come Ginevra e Lancillotto sono sempre state mantenute intatte, anche se qui abbiamo qualche eccezione” continuò pratico.

“Noi, invece, abbiamo deciso di mantenere intatta solo quella di Artù che è il personaggio cardine. Del resto, una delle condizioni temporali è quella che Artù e Morgana siano fratellastri. Nessuno però ci impedisce di decidere da parte di quale genitore!” concluse per lui Lenn.

“Agli altri Guardiani non piacerà tutto questo!” costatò Merlìha.

“La cosa non ha importanza” controbatté pronto Gabriel.

“Una delle leggi del nostro mondo è che nessuno può interferire con il lavoro di un Guardiano una volta che la destinazione è stata scelta e le linee guida imposte!” concluse con indifferenza.

“Secondo voi, tutto deve partire da Igraine sterile!” riassunse il tutto Merlìha.

“Questo porterà una reazione a catena, facendo sì che il nostro intervento sia inutile!” le spiegò Lenn.

“In pratica, i personaggi di Camelot si muoveranno da soli! Non avremo bisogno nemmeno di intervenire fra una Tappa e un’altra!”concluse con un sorriso.

“Quanti interventi possiamo fare?” s’informò Merlìha.
“A parte osservare intendo!”.

“Non c’è un numero prestabilito, ma nel caso di Camelot il meno possibile considerato che ci occupiamo del mago più potente della storia. Dobbiamo lasciare alle persone più autonomia possibile e di certo non possiamo intervenire in ogni Tappa” le rispose Lenn.

“Il nostro primo, e spero unico, intervento sarà quando Merlino inizierà a muoversi nel grembo materno per togliere il male dal suo animo.

Per il resto, mi auguro che ci limiteremo solo ed esclusivamente a osservare” chiarì Gabriel.

“Troppi interventi dei Guardiani, infatti, creano una discrepanza tra la nostra dimensione e quella in cui andremo ad agire. Il mondo in questione potrebbe entrare nel caos se interferiamo una volta di più” specificò per lui Lenn.

“Resta solo da decidere della nascita di Merlino” aggiunse pensieroso Gabriel congiungendo le mani.

“Io un’idea l’avrei!” sorrise Lenn raccogliendo in un codino i lunghi capelli neri che gli arrivavano alle spalle.

Gabriel lo osservò curioso.

Non l’avrebbe mai ammesso, ma Lenn era un Guardiano molto promettente e, anche se aveva un’indole gentile ed era sempre pronto al sorriso, aveva un carattere molto deciso.

A palazzo era molto ben voluto per il suo carattere amabile e per il suo aspetto piacevole.

Più alto di lui, arrivava all’incirca al metro e novanta.

Muscoloso e dalla carnagione ambrata.

I capelli neri, portati lunghi fino alle spalle, incorniciavano un volto dai lineamenti molto marcati, anche se piacevoli alla vista.

Inoltre, aveva una perspicacia molto sviluppata motivo per cui, si mise comodo in attesa che l’altro parlasse.

Le sue idee, infatti, non erano per nulla campate in aria e Gabriel aveva il sospetto che avrebbe risolto anche il problema della nascita di Merlino.

“Che ne dite di un signore dei Draghi?” domandò sorridendo.

Gabriel lo guardò a lungo. Era certo che Lenn lo avrebbe sorpreso e, infatti, così era stato.

“Non credi che il ragazzo abbia già troppo potere in sé per aggiungerne altro?” domandò scettica Merlìha.

“Sì, ma se le cose vanno come abbiamo previsto, allora i draghi potrebbero rimanere senza un Signore che li comandi!” spiegò Lenn furbo.

“Mh… ottima idea!” approvò Gabriel.

“Ottima idea un corno!” si alterò Merlìha.

“Perché Uther dovrebbe prendersela anche con i Signori dei Draghi?
Non si è mai visto che Merlino ne comandasse uno!” s’incaponì cocciuta.

“Questo perché nasce sempre cinquecento anni prima.

Non dimentichiamo che abbiamo spostato il tutto all’anno mille, e Merlino avrà a che fare con una magia medievale che si sta appena sviluppando e con creature mitologiche che rischiano l’estinzione!” la riprese Gabriel severo.

“Non in tutti i mondi, i draghi si estinguono nel medioevo.
In alcuni, iniziano proprio dal medioevo la loro ascesa” ci tenne a ribadire Merlìha.

“Peccato però che noi rischiamo di accelerare la loro estinzione, sorella”.

“Inoltre” aggiunse Lenn furbo, “solo perché sarà solo ad affrontare il suo destino, non vuol dire che non possa essere aiutato” aggiunse vago con un sorriso misterioso.

“Vuoi che un drago lo guidi con le profezie che dovrà affrontare!” capì al volo Gabriel.

“Esattamente!” confermò Lenn.

“Gli esseri umani non possono vederci né parlare con noi. Ma, le creature della magia, essenza quindi del mondo che andremo a guidare, sono un altro discorso!” concluse.

“Ottima idea!” approvò Gabriel.

“Mh… non male” si trovò d’accordo Merlìha.

“Bene allora, direi che siamo tutti d’accordo!” chiese Lenn, alzandosi in piedi.

“Andiamo!” s’incamminò Gabriel, alzandosi anche lui.

“Andiamo!” confermò Merlìha con un sorriso raggiante, avvicinandosi ai due.

La prima Tappa era stata decisa.

I destini del Re e del Mago erano stati tracciati.
 


Continua…

Note:

In questo capitolo viene gettato uno sguardo sul mondo dei guardiani e su come esso funzioni.

Si vede anche il loro tipo di potere e come loro lo mettono in pratica, anche se molte cose verranno spiegate più nel dettaglio nei capitoli successivi.

Nel prossimo, li vedremo in azione a Camelot.

Spero di non avervi annoiato.

Come sempre, sono graditi i vostri pareri.

Grazie a chi è arrivato fin qui.

Pandora86

 
  
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