Una canzone
per te
Ciao!
Eccomi qui con
la mia prima ff su High School Musical. Siccome io sono famosa per i miei
pairing strani, ecco anche qui una coppia un po’ particolare che a me sembra
dolcissima… ma sta a voi giudicare!
Le canzoni
utilizzate sono “Did I tell you?” di Rebecca Lavelle e “Bella Stronza” di Marco
Masini.
La mia idea era
di scrivere un secondo episodio che narri la stessa storia dal punto di vista
di Ryan ma questo dipenderà dalle recensioni. In poche parole, se vi piace la
scrivo, sennò lascio stare!
Ora vi lascio
alla lettura.
Un bacio,
Temperance
***
“Caro Ryan…”
Ecco, già l’inizio non mi piace. Sì, ok, ma come altro si può iniziare una lettera?
“Ehilà, come va?”
Oppure potrei saltare i saluti ed entrare subito in medias res…
“è tanto che voglio parlarti ma, siccome
di persona non c la faccio, ho pensato di scriverti questa lettera.”
Bene, così può andare.
Magari un “Caro Ryan” davanti, però, ce lo metto.
Ok, e ora la parte più difficile.
Ce faccio, opto per una osa diretta a rischio fuga immediata o per una lunga e arzigogolata dall’effetto soporifero?
Santo cielo, ma perché deve essere così complicato?!
A volte invidio Sharpay. Se fossi come lei ora potrei chiamare Ryan e dirgli qualcosa del tipo “Ehi, ti va di uscire con me? Sai, mi piaci un sacco e sarebbe carino diventare la tua ragazza” senza alcun problema.
E invece no.
Io non sono Sharpay, la ragazza bella e ricca che non si ferma davanti a niente.
No, io sono Kelsi, la piccola, timida pianista, sempre nascosta dietro a berretti colorati e occhiali spessi come due fondi di bottiglia.
Tutto ciò che so fare è….
Hey, ma come ho fatto a non pensarci prima?!
Accartoccio il mio infelice inizio di lettera e prendo un foglio nuovo.
Sono una compositrice, no?
Quello che in assoluto mi riesce meglio è scrivere canzoni ed è proprio quello che farò.
Dopotutto, anche Ryan ama la musica…. Apprezzerà una canzone molto più di qualsiasi altro tipo di dichiarazione.
Kelsi, sei un genio!
Vediamo… devo solo mettere nelle parole i miei sentimenti, come faccio sempre… e non pensare che lui le leggerà, altrimenti potrei anche decidere di mollare tutto e seguire l’ora di storia dell’arte per la prima volta in vita mia.
Lancio un’occhiata a Ryan che sta chiacchierando con Gabriella, sempre con quello sguardo da innamorato che vorrei tanto fosse rivolto a me, poi chiudo gli occhi e le parole iniziano a scorrere dalla mia mente, giù, giù lungo il mio braccio fino a raggiungere il foglio disteso sul mio banco.
Alla fine dell’ora la canzone ha raggiunto una lunghezza più che rispettabile e decido che può senza dubbio essere ritenuta conclusa.
Dopo essermi preparata psicologicamente a vedere i miei pensieri lì, chiari e ben visibili nero su bianco rileggo il tutto.
“Did I tell you that I love you, today?
Have I looked into your eyes
‘cause I’ve taken down
the last remaining wall
And showed myself to you
As I am
All my faults
All my flaws
All my yearnings...
Oh, I love you
Always have and always will
And I want to fix this moment
Hold it near
Hold it deep
Hold it still.
Did you know how scared I used to be?
Scared for you, scared of me
But taking down this barrier
And touching you at last
Has broken all that down
Into dust
Blown away
Now there’s us
And we’re real!
Oh, I love you
Always have and always will
And I want to fix this moment
Hold it near
Hold it deep
Hold it still
Did I tell you that I love you, today?”
Però, niente male!
Non so con che fegato gliela consegnerò, ma non è assolutamente niente male.
Aggiungo una dedica “A Ryan” alla fine, firmo e piego il foglio in quattro, proprio mentre la campanella suona, segnalando la fine della lezione.
Prendo un bel respiro e faccio per muovermi verso di lui, ma Gabriella mi precede e, insieme, escono dall’aula, chiacchierando animatamente.
Non posso dargli una canzone d’amore scritta appositamente per lui di fronte alla ragazza che gli piace, accidenti!
Già è difficile pensare di poter competere con Gabriella quando lei non c’è, figuriamoci, poi, se ce l’ho di fronte!
Oh, beh, poco male, ho tutto il giorno… un’occasione per esser sola con lui la troverò pure!
***
Ecco, io lo sapevo, me lo sentivo che sarebbe andata a finire così!
Vuoi per Gabriella, vuoi per Sharpay o vuoi perché ho una paura matta, la canzone è ancora nella tasca dei miei jeans.
Il fatto, poi, che Ryan e Gab abbiano scelto proprio oggi, di tutti i giorni, per trascorrere insieme ogni millesimo di secondo non mi facilita certo le cose!
Che avranno, poi, da dirsi… è dalla prima ora che parlano e lui ha sempre quella faccia da cotto e stracotto che mi fa innervosire di brutto.
Spesso, mentre Gabriella parla, lui si volta nella mia direzione e io puntualmente mi sciolgo, anche se so che quei meravigliosi occhi azzurri non guardano me ma un fortunatissimo punto nel vuoto.
Ora, però, Gabriella è andata a casa e Sharpay non sembra essere nei paraggi, quindi mi dirigo, decisa, verso la sala prove, dove ho visto entrare Ryan poco fa.
Appena arrivo a destinazione, però, mi blocco.
La porta è semiaperta e dallo spiraglio esce la voce di Ryan, accompagnata dalle note del pianoforte.
Non sta suonando una delle solite scemenze di sua sorella… è una canzone forte, decisa…ma dolce allo stesso tempo. Deve averla scritta lui ed è ovvio a chi è dedicata: Gabriella…
Sbirciando all’interno della stanza, lo vedo.
È curvo sul pianoforte, totalmente preso dalla musica. Ho quasi l’assoluta certezza che i suoi occhi siano chiusi, visto il trasporto con cui sta suonando.
Sembra che ogni nota gli costi una sofferenza estrema, sembra che stia per piangere o che lo abbia già fatto ma, nonostante questo, la sua voce è struggente e bellissima.
“Ma
se Dio ti ha fatta bella
Come il cielo e come
il mare
A
che cosa ti ribelli
Di chi ti vuoi
vendicare?
Ma se Dio ti ha fatta bella
Più del sole e della
luna
Perché
non scappiamo insieme,
Non lo senti questo
mondo come puzza?
Ma
se Dio ti ha fatta bella
Come un ramo di
ciliegio
Tu non puoi amare un
tarlo
Tu commetti un
sacrilegio…”
Un tarlo…
Come può definirsi un tarlo uno come lui?
Lui è un cigno…e io non sono altro che un anatroccolo brutto e spennacchiato ed è per questo che il mio sogno rimarrà per sempre tale.
Il re del lago non può amare il piccolino timido e sgraziato, giusto?
Spero solo che Gabriella si renda conto di quanto lo stia facendo soffrire, ostinandosi a stare con Troy….
Ad un tratto, la musica si ferma e lui si appoggia pesantemente con i gomiti sul piano, stringendosi la testa tra le mani… ma chi ha detto che l’adolescenza è l’età più bella?
Se è vero, allora, non voglio crescere, perché non oso immaginare come potrebbe essere il resto della vita.
Mi allontano dalla porta.
La canzone non ha lasciato la tasca posteriore dei miei jeans: ora non mi pare proprio il caso di dargliela. Rischierei solo di fare altri danni.
***
Entro in classe all’incirca un millisecondo prima che suoni la campanella.
Stanotte non ho quasi chiuso occhio.
Ho perso la canzone!
Sono arrivata a casa, mi sono cambiata e ho notato che il foglio non era più nei pantaloni…. Così, dopo aver setacciato centimetro per centimetro ogni stanza dalla cantina alla soffitta, ho trascorso il resto del tempo cercando di immaginare che fine potesse aver fatto quell’odiosissimo pezzo di carta.
Incrocio le braccia sul banco e vi appoggio la testa, ormai rassegnata a non vedere più la mia canzone.
Nel farlo, però, incrocio gli occhi chiari di Ryan che mi sorridono da tre file più avanti.
Mi fa un cenno di saluto con la mano e poi indica il pavimento o, comunque, qualcosa che sta in basso.
Ma sta parlando con me?
Mi volto, ma dietro di me c’è soltanto Chad che sta beatamente sonnecchiando su un quaderno aperto, evidentemente colto da un moto di stanchezza durante la delicata opera di copiatura dei compiti a casa.
“Kelsi!” Mi chiama Ryan, sottovoce. “Guarda sotto al banco.”
Obbedisco, chiedendomi, nel frattempo, se nella classe non ci sia un’altra ragazza di nome Kelsi.
Sul ripiano sotto al mio banco c’è una busta rosa con il mio nome scritto sopra.
La apro.
Dentro, due fogli ripiegati in quattro aspettano pazientemente che qualcuno li legga.
Apro il primo.
“Did I tell you that I…” Un momento, questa è la mia canzone!
“Ryan!” Chiamo. Lui si volta. “Dove l’hai trovata?”
“Leggi!” È la sua unica risposta.
Accidenti l’ho scritta io, so cosa c’è scritto, perché dovrei leggerla?!
I miei occhi scorrono veloci sulle parole senza davvero vederle fino all’ultima riga e, quando arrivano a questa, il mio cuore salta un battito.
La dedica non è quella scritta da me….
“Scusa se ho rubato le
bellissime parole della tua canzone ma davvero non
avrei saputo trovarne di migliori per esprimere ciò che provo.
Spero che mi
perdonerai per questa ignobile rapina e accetterai di
venire con me al ballo di sabato.
Un bacio,
tuo Ryan”
Tuo Ryan?
Tuo RYAN?!
Qualcuno mi svegli!
Anzi, no, lasciatemi sognare…
Sotto alla dedica c’è un post scriptum… se il contenuto è simile a quello di prima, giuro che svengo!
“P.S. Guarda l’altro
foglio”
Ok, fin qui tutto liscio.
Prendo dalla busta l’altro pezzo di carta.
È uno spartito.
Uno spartito con le parole della mia canzone scritte sotto alle note…
“Perdonami, ma mi sono permesso di scrivere un accompagnamento…. Era un peccato lasciare quella canzone fantastica senza musica, non ti pare?”
Alzo gli occhi e lui è qui di fronte a me che mi rivolge lo stesso sguardo che aveva ieri, mentre parlava con Gabriella… beh, ora non sono più così sicura che fosse poi tutto per lei.
Fine