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Autore: Viola Plummer    30/04/2013    4 recensioni
Prima di allora non avevo mai tenuto un diario, solo libri di contabilità. Il resto non mi interessava, o per lo meno non mi sembrava importarte prendere nota dei dettagli per ricordarli a lungo termine. Ma al terzo giorno che, mentre ero seduta alla mia scrivania concentrata nel prepararmi per l'esame d'ammissione della Todai, la porta della mia stanza sbatteva e la finestra si apriva da sola sul mio naso, senza che soffiasse un alito di vento... beh, decisi che prendere nota di fatti ed orari era una buona misura cautelativa per salvaguardare la mia igiene mentale. Faceva caldo, era estate e l'anno scolastico volgeva al termine.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fanfic-cap4
Quando arrivammo, Akane era già seduta al suo banco. Ebbi l'impressione che Ranma volesse chiederle qualche spiegazione, perché appena entrato in classe si diresse verso di lei. Ma si avvicinò con fare esageratamente tracotante, come al suo solito, e un'occhiataccia lo fece desistere. Pivello. Se non lo faceva lui, l'avrei fatto io.
Volevo chiederle di pranzare insieme, possibilmente parlare - e farla parlare - un po'. Senza entrare in aula, la chiamai dalla porta. Quando però si voltò verso di me, le vidi un'ombra nello sguardo, un'ombra triste che non avevo mai notato prima. Esitai un attimo. Mi stavo facendo intimidire come quel baka di Ranma... possibile? Raccolsi le idee il più rapidamente possibile e decisi che per il momento abbandonavo l'idea di andare in giro a fare interrogatori a caso. Avrei aspettato che mi si presentasse l'occasione giusta, l'ispirazione o non so io cos'altro. Che succedesse qualcosa di nuovo. Ecco, sì, per il momento sarei rimasta in attesa, ma tenendo gli occhi ben aperti.

Durante la pausa pranzo negoziai con Kuno la vendita del videotape e riuscii a piazzarlo per 5000 yen, un prezzo niente male dopotutto. Questo mi fece sentire subito meglio e mi distrasse completamente dalle mie preoccupazioni. Sarebbe bastato vendere una decina di cassette per ammortare tutti i costi. Magari avrei potuto convincere Ranma a girare un video simile nella sua versione maschile per Kodachi, anche se fare affari con quella psicopatica non era cosa semplice e implicava il rischio non trascurabile di finire in pasto a Tartaruga Verde... ad ogni modo quel promettente inizio di una nuova linea di prodotti doveva essere celebrato. Avrei proposto a qualche amica di andare a prendere un gelato tutte insieme nel pomeriggio, prima di andare a studiare da Setsuna. Se fossero state tanto gentili da offrirmelo, in cambio avrei permesso che utilizzassero il mio gioiellino per riprendere quello che volevano. Magari includendo un piccolo tutorial gratuito su come farla funzionare. Certo la cassetta vergine poi dovevano pagarmela...

Finite le lezioni mi stavo avviando con le mie amiche, quando vidi Ranma e Akane che si incamminavano verso casa. Dalla direzione opposta arrivava Shampoo pedalando in tutta fretta e frenando giusto sopra il suo adorato Ranma, come al solito.
- Ni Hao, Lanma! Che blutto bozzo avele in tua flonte... chi avele fatto questo? Lagazza violenta? -
Akane continuava a camminare come se nulla fosse, ma Ranma era bloccato dalla gatta morta.
- Shampoo, come mai il tuo giapponese è regredito in questo modo raccapricciante? -

Si ricorderà del monito di Happosai? O gli spiffererà tutto? Non che io dia molto credito alle sparate di quel maniaco, però per il momento sarebbe stato prudente dargli retta...

- Shampoo essele stata molto tempo in Cina, tu non licolda? -
- Sì, va bene... ma insomma cos'è che vuoi...? - Ranma parlava con Shampoo ma guardava verso Akane che si allontanava - Ehi! Aspettami! -
- Sapele cosa essele successo a tua faccia. -

Dopotutto si è trattato di una sconfitta e a Ranma Saotome non piace parlare delle volte che ce le prende, tutt'altro, preferisce negare anche di fronte all'evidenza più palese. Ma un freezer è pur sempre un freezer, e questo scemo svampito è così scemo e svampito che potrebbe anche...

Mentre me ne stavo là appoggiata ad un albero, godendomi il siparietto e riflettendo sull'opportunità di intervenire, eccoti comparire Happosai in persona, col suo grosso fagotto di zuccherini in spalla, seguito da un'orda di ragazze indiavolate armate di scope e bastoni. Ranma si lanciò all'inseguimento, lasciando Shampoo con un palmo di naso.
- Maledizione, vecchio! Vuoi piantarla una buona volta?! -
Anche in quell'occasione per fermare il grande maestro dovette ricorrere all'ormai usuale ma sempre infallibile trucchetto di trasformarsi e sbottonarsi la camicia. Niente di nuovo sotto il sole, non su quel fronte per lo meno. Già, perché a poche decine di metri Shampoo aveva sbarrato la strada ad Akane. Pugni sui fianchi, petto in fuori, la guardava con aria di sfida.
- Tu ola dile me cosa essele successo a faccia di Lanma. -
Aveva detto proprio "faccia di Lanma", non "faccia di ailen", "faccia di mio amato Lanma", "bella faccia di Lanma, mio amato ailen"... No, niente di tutto ciò. Solo "faccia di Lanma". Per la serie, bando alle ciance.
- Cosa vuoi che ne sappia io? -
- Tu sapele. Tu non vuole dile! -
- Ti sbagli, non lo so. Magari si è alzato di notte e ha preso uno stipite. Non ne ho idea. Perché non lo chiedi a lui? -
Akane in effetti non sapeva cosa fosse successo, quindi non avrebbe potuto cantarsela troppo. Ma perché diamine la cosa interessava tanto alla donna-gatto? Perché?
- Tu adesso combattele. Se Shampoo sconfiggele te, allola tu dile tutto. -
Akane getta la cartella a terra. Lo sguardo fisso al suolo, le braccia stese lungo i fianchi, le mani strette a pugno.
- Ti ho già detto che non lo so, - aveva una voce strana... - ma oggi sono piuttosto nervosa e l'idea di scaricare un po' di tensione non mi dispiace affatto. Quindi, se proprio insisti... - fece scrocchiare tutte le dita e alzò di scatto la testa - ma tieni presente che negli ultimi mesi mi sono allenata molto duramente. Ora scopriremo con quali risultati! -
Prima ancora di aver terminato la frase, sferrò un attacco fulmineo. Sembrava molto più agile e decisamente più veloce di come la ricordavo. Insomma, io non ne ho mai capito nulla di queste cose, ma la differenza era tale da saltare all'occhio persino a me. Ad ogni modo Shampoo aveva schivato i suoi colpi ed ora erano di nuova una di fronte all'altra.
- Tu molto migliolata, Shampoo si divelte di più se lagazza violenta è meno schiappa. -
- Non ci contare. -
In una frazione di secondo erano di nuovo entrate in contatto. La cosa si faceva interessante. Lo scontro si stava rivelando abbastanza spettacolare, stranamente sportivo, un vero combattimento ricco di gesti atletici e acrobazie varie. Molto fruibile, per chi apprezza il genere, suppongo. Decisi di riprenderlo.
Quando Ranma arrivò sul posto fece solo un timido tentativo di fermarle.
- Anche meglio della lotta nel fango, no? - mi avvicinai a lui alle spalle riuscendo a coglierlo di sorpresa tanto era preso dallo spettacolo a cui stava assistendo - E per di più dal vivo e gratis. -
- Ma che stai dicendo? -
- Dico che deve essere eccitante e gratificante vedere due donne che si battono per te con tanto ardore. Non saranno sporche e seminude, almeno per ora, ma insomma... -
- Ma che scemenze vai pensando? E poi figurati se Akane si mette a combattere per me. -
- No, infatti non si sta battendo per te. Direi piuttosto che lo sta facendo a causa tua. -
Mi è sempre riuscito facilissimo infastidirlo. Il fatto sorprendente era che continuassi comunque a provarci gusto. Avrei voluto dirgli che Shampoo insisteva in modo sospetto nel voler sapere cosa gli fosse successo e che per questo aveva sfidato Akane, ma il combattimento l'aveva assorbito completamente e non mi stava più dando retta.
- Nabiki... -
- Sì? - io intanto continuavo a filmare confidando nel fatto che la posizione scelta da Ranma fosse la migliore per seguire la scena.
- Ma che tu sappia, Akane... sta seguendo qualche allenamento speciale ultimamente? -
- Non ne ho la più pallida idea... trovi anche tu che sia migliorata, vero? Pare quasi quella dei tempi di Do-chan! -
- Già... non sembra lei... -

Non sembra lei...

Mentre la mia mente si dedicava a studiare quest'ultima affermazione di Ranma sotto tutte le angolazioni possibili, valutandone la plausibilità, esaminando le probabili cause, le possibili implicazioni, i significati reconditi e compagnia cantando... insomma, mentre mi ero estraniata per benino, Akane aveva mandato Shampoo a schiantarsi contro un albero. Non domandarmi come avesse fatto, ero distratta. Un istante prima Akane era a terra, un attimo dopo rotolava via schivando un atterraggio a pié pari della gatta morta. Secondo me voleva spezzarle la spina dorsale. Shampoo pareva combattere per uccidere. Purtroppo per lei però la mia sorellina si era rialzata sulle braccia e, approfittando del momentaneo sbilanciamento dell'altra, l'aveva fatta volare via con un calcio all'indietro preciso e potente. Se vuoi altri dettagli puoi cercarti la videocassetta.

Assolutamente incredibile. Akane - Shampoo :  1 - 0.

Ma non era l'Akane di Do-chan. Niente tutine magiche, niente super poteri. Le aveva date, e le aveva prese. Aveva i gomiti sbucciati, il segno evidente di un colpo sullo stinco e la sua faccia era a quel punto messa piuttosto peggio di quella di Ranma. Ansava, era sfinita, ma sorrideva soddisfatta asciugandosi il sudore dalla fronte col dorso della mano.
- Mi sento proprio meglio! - esclamò sorridendo in direzione mia e di Ranma. Noi la stavamo a guardare a bocca aperta. Spensi la telecamera.
- Tutto a posto? - chiese lui avvicinandosi timidamente, appena si fu ripreso un minimo dalla sorpresa.
- Mai stata meglio. Mi ci voleva proprio, è stata un'iniezione di autostima. - Ranma la guardava perplesso senza riuscire a spiccicare parola. Di nuovo dava l'impressione di volerle chiedere qualcosa e di non sapere bene come farlo.
- Credo che andrò subito a casa a farmi un bagno caldo - continuò Akane raggiante. Fece un paio di passi. Zoppicava. - Forse però è meglio che io faccia prima un salto dal dottor Tofu. Ci vediamo a casa. -
Si allontanò lentamente, Ranma continuava a fissarla imbambolato senza decidersi a seguirla.
- Se non fosse riuscita a reagire rapidamente, Shampoo le avrebbe fatto male sul serio questa volta, non credi? - gli domandai, con la mia noncuranza d'ordinanza mentre riponevo la telecamera.
- Già. E io ero così distratto dai suoi progressi che non avrei fatto in tempo ad evitarlo... -
- Fortunatamente non è stato necessario. Tutto è bene quel che finisce bene, no? - Ma questa sarebbe finita anche dritta dritta nel mio albo di fatti strampalati.
A nessuno di noi venne in mente di andare a vedere come stesse l'amazzone assassina, ma tanto si era già dileguata. Ranma si decise a raggiungere Akane e a chiederle se voleva essere portata in spalla dal dottore. Io mi allontanai nella direzione opposta. Era ora di andare a cercare le mie amiche per la nostra piccola uscita ricreativa prima di tornare sui libri.

- Interessante, molto interessante... non trovi anche tu, Nabicuccia? - Happosai. Per poco non mi faceva inciampare quel nano malefico.
- Cosa? Cosa è interessante, esattamente? - iniziava a farmi innervosire, maledetto vecchio. Io vedevo solo un insieme di cose fuori dal comune, che mi sembravano in qualche modo in relazione tra loro, ma che dipingevano un quadro complessivo assolutamente sconclusionato, senza capo né coda. Che il vecchio ci vedesse un disegno intelligibile e non volesse sputare il rospo mi mandava letteralmente in bestia.
- Lo saprai presto... magari potrei anche anticiparti qualcosa in esclusiva se tu volessi avere la bontà di... - detto ciò mi si lanciò addosso avvinghiandomisi al petto come un polpo viscido e appiccicoso... brrrrr! Lo scacciai da me immediatamente.
- Maledetto maniaco! - si scollò senza opporre troppa resistenza.
- Io cercavo solo un po' di calore umano... - disse risentito e lamentoso.
- Ma falla finita. -
- Peggio per te. Vorrà dire che non ti dirò niente in anteprima. -
- Ne faccio volentieri a meno. -
- Come vuoi, ma poi dovrai assumertene la responsabilità. Non dire che non ti avevo avvisata.
- Responsabilità...? - non ci stavo capendo granché, ma non ebbi tempo di fare altre domande che il vecchio era scomparso tra gli alberi.

Happosai mi avverte che dovrò assumermi la responsabilità di non so che.

Che giornatina, eh? Ed eravamo solo all'inizio.
Il resto del pomeriggio non presentò altre sorprese. Un po' di relax e molta fatica intellettuale, questo sì, ma era nei piani. Poi verso le otto papà aveva telefonato a casa di Setsuna piangendo - ci mancherebbe altro - e aveva voluto parlare con me.
- Papà? Che succede? ... si, va bene, vengo subito... ma voi state tutti bene? Come sarebbe a dire più o meno? ... d'accordo, vi porterò la cena, ma che volete che prenda? Va bene del ramen istantaneo? ... ah, capisco... non si può far bollire l'acqua... No, il Nekohanten meglio di no oggi. Passerò all'Ucchan per prendere delle okonomiyaki. Sì, sì, certo, digli al vecchio di stare calmo. Dirò a Ukyo che Kasumi non si sente bene... Ah, sì, certo... la zia Saotome, in effetti non è molto plausibile... quindi cosa volete che faccia? Prendere delle okonomiyaki da qualcuno che non ci conosca? Non c'è problema, posso chiedere a Setsuna, magari sa di qualche posto decente qui intorno. Tranquilli, arrivo subito. Preferenze? ... ah, papà, solo un'ultima cosa. Poi mi ridarete i soldi, vero? -
C'erano stati dei problemi grossi a casa e Happosai non voleva che nessuno uscisse. La cucina era fuori uso e io dovevo tornare il prima possibile e reperire del cibo.
Trasportare una pila di okonomiyaki attraverso due quartieri a piedi e senza un carretto non era un'impresa facilissima. Si sarebbero freddate e poi pesavano. Che scocciatura. Questa situazione iniziava proprio ad esasperarmi. E poi faceva così caldo... e io dovevo studiare, non cincischiare con queste scemenze. Avevo in programma di restare da Setsuna ancora qualche ora, avremmo mangiato un boccone al volo in camera sua con l'idea di tirare avanti fino alle undici, almeno.
Chissà poi a che si riferiva papà quando aveva detto che i problemi erano stati davvero grossi, magari aveva drammatizzato come sempre. Magari no.
Faceva caldo. Faceva tanto caldo. Ancora non era buio, c'era poca gente in giro. Quei quattro gatti che si vedevano sfrecciavo in macchina o in moto, o almeno in bici. Con quella temperatura tremenda fare quattro passi era tutt'altro che piacevole. Immaginati poi se una si doveva tenere abbracciate dieci crepes bollenti - due omaggio, per la gioia di Ranma e dello zio Saotome. Accidenti, se faceva caldo...

- Papà, sono a casa! - gridai dall'ingresso appena vi misi piede.
Papà mi venne incontro piangendo come un disperato: - Oh, Nabiki! Non immaginerai mai cosa è successo... È orribile, davvero orribile! - e via giù un fiume di lacrime. Gli appioppai le okonomiyaki che non ce la facevo più. Ma Soun Tendo era talmente sconvolto che non trovò niente di meglio da fare che poggiarle maldestramente sul pavimento lasciando che la pila di cartoni si convertisse in un mucchio disordinato.  Addio cena. Avremmo mangiato delle crepes mediocri, fredde e pure accartocciate. Mentre io continuavo a fissare desolata quel piccolo sfacelo, mio padre mi prese per un polso e iniziò a tirarmi attraverso il corridoio.
- Guarda! - gridò pieno d'angoscia aprendo la porta della cucina. Beh, non c'è male. Quella che mi trovavo davanti poteva essere definita, senza tema d'eccesso d'enfasi, una vera devastazione. Armadi e cassetti aperti, posate, piatti e quant'altro buttati alla rinfusa un po' ovunque. La tendina dell'entrata che da sul vialetto era ridotta a brandelli, il tavolo da lavoro squassato, il lampadario e il microonde parevano essere stati scagliati in terra. Qua e là c'erano stracci bruciacchiati, sui fornelli un'intera montagna di coperte annerite. Nel pavimento, vari buchi. Pentole e padelle erano sparpagliate nei posti più impensabili, conficcate nel soffitto, incastonate nelle pareti, nel frigo, nel forno. Come fossero stati chiodi di una bomba artigianale. La cucina era letteralmente esplosa. E poi acqua, acqua ovunque, in un flusso continuo. Un wok si era andato a schiantare contro la caldaia rompendone le tubature. Per l'ennesima volta.  
Entrata nel soggiorno mi trovai davanti uno spettacolo volendo ancora più desolante. Si sarebbe detto che un intero reparto di cavalleria l'avesse attraversato al galoppo. Akane e il Signor Panda erano intenti ad ammucchiare negli angoli una quantità di cocci e rottami. I mobili neanche si riconoscevano più. Papà senza mai smettere di singhiozzare mi condusse nella stanza dei Saotome, momentaneamente adibita ad infermeria. La signora Nodoka si stava prendendo cura dei due feriti del giorno: Kasumi e Ranma. La sorellona giaceva supina sul futon della zia, aveva le braccia fasciate e cerotti sul naso e sulle orecchie. Era pallida, fissava il vuoto. E poi aveva... sì, insomma, la sua fronte era... lei non aveva... non aveva più la frangetta. I suoi capelli erano molto più corti. Le saranno arrivati giusto alle spalle. La zia, inginocchiata nella penombra, le stava sistemando una fasciatura alla caviglia.
- Tranquilla, Nabiki. Non si è fatta nulla - la signora Nodoka si rivolse a me prima che avessi il tempo di fare domande. La sua voce era gentile e rassicurante, come sempre. Beh, quasi sempre. - Kasumi si è presa solo un grosso spavento, e si è un po' scottata le braccia e il piede, ma guarirà presto. -
- Ma cosa è successo ai suoi capelli? - se per Akane era stato un trauma perdere la sua folta e lunga chioma, per Kasumi che portava i capelli lunghi da sempre la cosa poteva causare un vero tracollo psicologico.
- Hanno preso fuoco, purtroppo. Ho dovuto tagliarglieli per eliminare le parti bruciate, quando starà meglio vedrò di aggiustarglieli come posso. -
- Ma... ma chi è stato? - avevo quasi timore di chiederlo. Che stupida, come se parlarne potesse fare qualche differenza...
- Nessuno. Kasumi è andata in cucina per iniziare a preparare la cena quando è scoppiato il putiferio. Ranma è stato il primo a raggiungerla e si è battuto valorosamente... ma è stato tutto inutile. -
- Battuto? Allora c'era qualcuno! Contro chi si è battuto? -
- Contro la batteria di pentole in sommossa che ha scatenato questo disastro. Non è molto virile avere a che fare con tegami e padelle, ma se si tratta di un nemico da affrontare non credo sia un problema. Tu che ne pensi, Nabiki? -

Penso che stai fuori come un balconcino, zietta, anche se sei molto dolce e gentile.

Ovviamente questo non lo dissi, ma certamente dovette accorgersi che la stavo guardando come fosse il matto del villaggio, perché rise nervosamente e cambiò subito discorso.
- Anche Ranma si riprenderà presto, ma certo ha preso una bella botta in testa. -
Sulla nuca questa volta. Infatti era steso bocconi, una borsa di ghiaccio sulla testa e un'altra sul sedere.
- E quella? - chiesi indicando la seconda borsa.
- Ah, sì. Le ha prese per bene anche lì. -
A me venne un po' da ridere al pensiero di una padella volante che prendeva a sonore sculacciate il più grande combattente di lotta indiscriminata del paese. Ranma emise un mugolio in segno di protesta. Suvvia, aveva ragione, non era certo il momento di sghignazzare.
- Ma come mai è così buio qui? - domandai ancora alla cara Nodoka.
- Nella metà delle stanza si sono fulminate le lampadine. È stato quando dai fornelli si sono alzate delle fiamme così alte... - che voleva dire, stando a quanto indicava con le mani, alte più di lei in ginocchio. Delle belle fiammone di circa una metrata.
- Ma che bello. - Oh, il sarcasmo amaro.
Sospirai, poi decisi di andare a vedere se potevo dare un mano in salotto. Non a mettere in ordine, che vai a pensare? Io volevo solo capire. Volevo fare domande, farmi spiegare, volevo sapere chi sapeva cosa, come, quando e perché. Volevo i dettagli. Io volevo torchiare Akane. Invece non feci in tempo ad aprire bocca che il vecchio porco si palesò tra noi sbuffando fumo dalla sua pipa, circondato da un'aura al quanto sinistra, gli occhi ridotti a due piccole inquietantissime fessure.
- Vi voglio tutti riuniti nella mia stanza tra cinque minuti, feriti inclusi. Poche storie. È ora di darci un taglio. -

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[...]

2 luglio 1990
8:00 circa - il bollitore quasi fa inciampare Kasumi
8:10 circa - Happosai: "Tu marmocchio non sai quello che fai, non sai quello che dici e nemmeno quello che vuoi. E questo alla lunga può portare solo grossi guai per tutti." rivolgendosi a Ranma. Akane se l'è squagliata di nuovo. Ranma? Non sa / non risponde.
8:25 - Ranko si lascia riprendere pur di sapere di Akane sulle scale.
16:40 circa - Shampoo insiste nel voler sapere che è successo alla faccia di Ranma
17:05 - Assolutamente incredibile. Akane - Shampoo :  1 - 0.
17:10 - Happosai mi avverte che dovrò assumermi la responsabilità di non so che.
19:00 / 19:30 circa - devastazione di soggiorno e cucina. Sommossa di una batteria di pentole che pare un battaglione a cavallo. I capelli di Kasumi hanno preso fuoco. Ranma  le ha prese sul culetto e non può stare seduto.
20:45 - Happosai ci convoca in riunione. La cena finisce di freddarsi. Non mi aspetto nulla di buono.
   
 
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