I come Indipendenza
“Pertanto,
noi, rappresentanti degli Stati Uniti d’America, in Congresso
Generale riuniti, facendo appello al Supremo Giudice del mondo per la
giustezza delle nostre intenzioni, nel nome e per
l’autorità della buona gente di queste colonie,
solennemente e pubblicamente dichiariamo che queste colonie unite sono
e per diritto devono essere Stati indipendenti e liberi; che sono
sciolti da qualsiasi obbligo di fedeltà alla Corona inglese e
che tutti i legami politici tra esse e lo Stato di Gran Bretagna
è e deve essere del tutto dissolto e che, come Stati
indipendenti, esse hanno pieni poteri di muover guerra, concludere
pace, trattare alleanze, stabilire commerci e fare tutte le altre
azioni e cose che gli Stati indipendenti possono fare per diritto.”
[Dichiarazione d’Indipendenza,
Conclusioni]
Nel gelo dell’inverno, il paesaggio si mostrava tutto uguale: una fitta trama di tronchi legnosi che spuntavano dalla neve bianca e compatta, come aghi infilzati in un puntaspilli non troppo morbido. Gli alberi che sorgevano dalle acque scure e melmose del bayou erano molto più suggestivi e affascinanti, forse anche perché risentivano degli echi dei rituali vudù che si svolgevano nella palude. O forse, semplicemente, Aveline aveva nostalgia dell’ultimo luogo che l’aveva vista in buoni rapporti con Agaté.
Si rialzò, dopo aver sentito le ultime parole dell’ufficiale lealista, una volta schiavo vendutosi ai Templari: l’Uomo della Compagnia le era più vicino di quanto credesse. George Davidson era morto e la ragazza sentì che costui le aveva lasciato più dubbi che certezze.
Era partita alla volta di New York sperando di far luce sui troppi misteri che l’avevano circondata, nonché di capire se la sua disobbedienza nei confronti del suo Maestro fosse stata giusta.
Al Nord, il neo-popolo americano aveva cercato e ottenuto l’Indipendenza dall’Inghilterra.
Al Sud, la gente era ancora sotto il dominio spagnolo, ma Aveline non cercava l’indipendenza solo dal dominatore straniero, sfruttatore della schiavitù per i propri scopi. La giovane cercava anche risposte più solide sulla propria identità. Era giusto ottenere l’Indipendenza anche dal suo Maestro? Era giusto avere una individuale e propria autonomia di pensiero rispetto alla Confraternita?
Agaté l’aveva sempre rimproverata per la sua eccessiva capacità di iniziativa, poiché la disciplina veniva prima di tutto per essere una buona Assassina. Eppure Aveline non aveva mai pensato di agire nel torto.
«Hai trovato ciò che cercavi?» le chiese Connor, sopraggiungendo in quel mentre.
Aveline tentennò nella risposta: se era certa di una cosa era proprio quella di non disporre di certezze assolute e questo l’aveva capito anche il fratello di Boston.
«Sì, ma ho ancora tanti dubbi.»
Da sotto al cappuccio, il ragazzo non aveva tradito alcuna particolare reazione. Aveva solo contratto lievemente le labbra. Che avesse anch’egli le sue perplessità? Era un Assassino più giovane di lei ma, dopotutto, si trovavano entrambi a dibattersi all’interno di un’Organizzazione più che secolare, la quale si stava cercando di -anzi, doveva- adattarsi ai tempi che correvano. Aveline necessitava di un confronto con un fratello Assassino. Ne aveva bisogno.
«Connor, tu sei sempre sicuro dei metodi della Confraternita?» domandò, soppesando accuratamente le parole.
«Io... Mi fido di me stesso.» replicò immediatamente e con sicurezza l’Assassino, stringendo forte il pugno alzato davanti al volto.
Aveline sorrise debolmente.
«Ma certo.»
[408 parole]
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Aveline de Grandpré,
Connor Kenway e tutti gli altri personaggi di Assassin’s Creed
III/Liberation appartengono alla Ubisoft e alle sue varie
divisioni, io li ho presi in
prestito senza pretesa alcuna; solamente gli OC e la grafica del
titolo appartengono a me.Ringrazio la mia Anto per aver letto ancora una volta in anteprima.
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Sebbene con un ritardo mostruoso... Eccomi qui.
Chiedo scusa per questi aggiornamenti così diluiti nel tempo, nonostante abbia la scaletta delle flash pronta da mesi, ma gli impegni sono quello che sono. E gli imprevisti sono all’ordine del giorno.
Dunque, anche questa volta abbiamo Aveline come protagonista, con la partecipazione straordinaria di Connor!
Scherzi a parte, la flash è ambientata nel corso della Sequenza 8 di Liberation, dove appunto Aveline incontra Connor. Le battute che si scambiano i due sono quelle originali (sono più che altro quelle tra le più significative perché non avrebbe avuto senso ricopiare punto per punto tutta la loro conversazione).
Il tema dell’Indipendenza è molto sentito nell’ambito dei due Assassin’s Creed III. Non a caso molte delle critiche che sono state mosse contro Connor riguardavano proprio il suo agire in maniera troppo individualistica poco legata alla Confraternita, rispetto magari a come facessero Ezio o Altair. Ma io penso che sono i tempi ad essere cambiati: l’epoca delle grandi rivoluzioni non è che appena iniziata.
Ah, dimenticavo, bayou è il nome originale della palude di New Orleans (se avete visto La Principessa e il Ranocchio della Disney dovreste ricordarvi qualcosa).
However... Detto tutto questo posso annunciare che dalla prossima flash cominceremo a vedere (finalmente) il punto di vista di Ratonhnhaké:ton.
Come avranno pensato in molti: sarebbe anche ora!
Ringrazio chi ha messo questa raccolta nei propri elenchi; chi mi ha fatto sapere cosa ne ha pensato lasciandomi il suo gentilissimo parere, recensendo la scorsa flash-fic; chi si esprimerà in merito in futuro.
Grazie anche ai lettori silenziosi che vengono a dare un’occhiata.
Saluti e alla prossima!
Halley S.C.