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Autore: madelifje    06/05/2013    9 recensioni
Rimasi incantata a guardare i suoi occhi azzurri e i bellissimi capelli biondi. Sembrava un angelo.
Mi voltai verso mio fratello.
-Hazza, chi è?
-Sorellina, ti presento il mio amico Niall
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-Finalmente è arrivato il supplente di musica. Resterà con voi per un po' non so dirvi di preciso
La mia migliore amica disse:- Mhm, è figo il ragazzo.
Il nuovo supplente disse: -Ciao ragazzi.
Quanto a me, l’unica cosa che uscì dalla mia bocca fu: -Niall?!
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-Sono incinta! -esplosi
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '(Im)Perfect life'
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In trouble

I'm a troublemaker 
Never been a faker 
Doing things my own way 
And never giving up 
I'm a troublemaker 
Not a double taker 
I don't have 
The patience 
To keep it on the up 
Troublemaker - Green Day


Gay?
GAY?!
Se Ed era… allora io mi ero… Diavolo.
-Ma… ma…! Non sei effemminato. Per niente. Non sei esattamente il tipo che trascinerei a fare shopping selvaggio e… Oddio quanto sono superficiale.
Lui rise. –Ehi, non sei superficiale. Non sono per niente effemminato e il motivo per cui non mi hai mai sentito fare apprezzamenti su un ragazzo è perché sono innamorato della stessa persona da due anni. E lui è fidanzato…
-Ah… -iniziai.
-Con una ragazza.- terminò Ed.
Oddio. Non riuscivo neanche a immaginare cosa si provasse in una situazione del genere. Lo abbracciai d’impulso.
-Ci vediamo al corso estivo, quindi?
-Sì! Senza conversazioni imbarazzati, stavolta. -Ridemmo. Ero stata una stupida a preoccuparmi della reazione di Ed. Avevo già abbastanza casini e lui era forse la persona più buona che conoscessi.
Presi la mia busta ed uscii.
Quando aprii la portiera della Chevy e mi lasciai cadere sul sedile, notai dallo specchietto Louis Tomlison correre nella mia direzione.
Si appoggiò ansimando alla mia macchina e attese che abbassassi il finestrino.
-Ciao, Tommo.
-Carotina, mi dai uno strappo fino a casa di Xavier?
-Ok. Salta su! –Xavier, un ragazzo della nostra scuola, abitava a meno di un isolato da casa mia e lui e Louis si vedevano spesso. Lou si accomodò sul sedile del passeggero e rubò una Vigorsol dalla scatola. Accesi la radio, per evitare che Louis si lamentasse.
Mi fece fare zapping tra le stazioni per qualche minuto, poi si bloccò.
-Alza. Alza immediatamente.
Girai la valvola del volume (ho un’auto d’epoca, non fate quelle facce).
Today I don't feel like doing anything 
I just wanna lay in my bed 
Don't feel like picking up my phone 
So leave a message at the tone 
Cos today I swear I'm not doing anything
 

Non so chi cantasse peggio tra noi due, ma non ci importava. Non ridevo così di gusto da secoli.
 
-Ci vediamo stasera! -disse Louis prima di scendere.
-Stasera?!
-Non ti sarai dimenticata del compleanno di Sue!
-No, certo che no. 
Oh cazzo. Per mia grande fortuna ero abituata a comprare i regali un mese prima.
-L'ho solo...
-Dimenticato? -mi aiutò il mio migliore amico.
Sbuffai e gli mostrai il dito medio. -Il tuo bel culo non ti autorizza a sentirti superiore.
-Io non mi sento superiore, lo sono.
-No, sei solo un coglione.
-Ti voglio bene Amy.
-Sparisci.
Louis sorrise e si allontanò facendomi "ciao" con la mano.
Parcheggiai la Chevy e armeggiai con le chiavi fino a trovare quella della porta d'ingresso. Quando entrai in casa mi ritrovai davanti mia madre, il suo compagno Gerald e un ragazzo che identificai subito come il figlio. Come si chiamava?
-Oh, Aubree! Eccoti finalmente.
Non è che odiassi Gerald, intendiamoci. Semplicemente, ogni volta che lo vedevo mi chiedevo come mai gli alieni non se lo fossero ancora portato via. I miei genitori avevano un gusto pessimo in amore: bastava guardare Skeletor e Homer Simpson qui presente.
Quanto al figlio, frequentava la scuola cattolica di Holmes Chapel, che da sempre è in competizione con la Holmes High. Non c’era da stupirsi che tra di noi non scorresse buon sangue.
-‘Sera. –grugnii.
-Io e tua madre stiamo per uscire fuori a cena, -mi avvisò Gerald.
-Ciao. –replicai, guadagnandomi un pizzicotto da mia madre.
-Non possiamo lasciare George William da solo.
Ah, ecco come si chiamava. In confronto Aubree è un bel nome.
Gettai una rapida occhiata al ragazzo. Avrà avuto sedici anni e loro non potevano lasciarlo solo per una sera?
-Stasera c’è la festa di Sue.
-Ottimo, George William si divertirà un mondo.
No. Avevano capito male. Quel tipo non sarebbe mai venuto alla festa, oh no.
-Ma…
-A Sue non dispiacerà.
A lei forse no, ma a me sì.
Loro però non erano in vena di proteste, così mia madre prese la sua borsetta e trascinò Gerald fuori da casa.
-Metti i maglioni larghi perché inizia a vedersi la pancia, vero? –chiese William quando fummo soli.
-No, li metto perché mi piacciono.
-Ma tu sei incinta e non vuoi che si sappia, vero?
-Ma i fatti tuoi no, vero?
Purtroppo, quello snob rompimaroni aveva ragione. Ero al terzo mese e cominciavo a vedere un accenno di pancia. Alla festa della ragazza più bela della Holmes High sarebbe venuta mezza scuola. Niente vestitini aderenti, poco ma sicuro. Optai per dei pantaloncini, leggins, vans e un maglione largo diverso da quello che indossavo a scuola.
-Maschio o femmina? -chiese William quando scesi.
-Femmina. Diavolo, Billy, una vecchia zittella è meno curiosa di te!
-Anne e mio padre non parlano molto di questa storia.
La verità è che mia madre non sapeva quasi nulla. Da quando le avevo detto di essere incinta mi parlava solo quando era strettamente necessario. Quando Niall mi aveva abbandonato l'istinto materno si era fatto sentire, e per qualche settimana avevo creduto che le cose si fossero sistemate. Ma mi sbagliavo.
Non vedevo l'ora di iniziare la scuola per dimostrarle che non avrei mandato a battone la mia vita.
 
Alle otto Niall suonò il campanello. Non poteva presentarsi alla festa di un’alunna, così si sarebbe limitato a farci da autista (e da amico sobrio).  Nei cinque secondi che impiegammo ad uscire dal cancello scoprii che Niall insegnava anche nella scuola di William. Avrei dovuto tenere segreta la nostra relazione anche con lui.
Horan fece per abbracciarmi, ma quando vide William finse di sgranchire le braccia.
-Ma… prof Horan?
-Sono un amico del fratello di Amy. –spiegò.
-E anche nostro, -dissero Zayn e Louis.
Eravamo in sei in una macchina da quattro. Quando finii schiacciata contro la portiera, provai un moto di invidia per Louis e Niall che erano seduti davanti.
-Dove vi porto?
-A Culonia. Sai la strada?
Mi ignorarono.
-In una fabbrica abbandonata che è stata sistemata per l’occasione. –spiegò Zayn.
-COSA?! –fece Billy.
-Se vai in un negozio Amplifon hai un mese gratis di prova. –risposi, incapace di trattenermi. Qualcuno ridacchiò.
La macchina di Niall si arrampicò su per le colline. La vecchia fabbrica doveva essere esattamente dall’altra parte. Non c’era l’ombra di un lampione e, nonostante fossero solo le otto, era buio pesto.
-Stiamo andando davvero a Culonia. –sussurrò Louis.
-Speriamo che non piova –commentò Zayn. Quella è forse una delle frasi più attira-sfiga della storia, ma nessuno glielo fece notare.
Sbagliammo strada due volte, ma alla fine trovammo la fabbrica.
-Non fate cavolate. Vengo a prendervi alle due. Mi raccomando. –disse Niall.
-Ok, papà –sbuffò Louis scendendo. Feci per dare un bacio al biondino, ma mi bloccai giusto in tempo. Tommo mi prese a braccetto ed insieme ci avviammo verso la porta.
Sarebbe stata una serata stupenda.
 
La sedia in legno era scomodissima. Non importava in che posizione tentassi di mettermi: quella bastarda era sempre fastidiosa.
Evidentemente i poliziotti non mi consideravano una minaccia, perché non si erano nemmeno sprecati ad ammanettarmi al tavolo. O forse quella era una cosa da film americani. Quando avevo nove anni avevo imparato –grazie a CSI che guardavo di nascosto - che lo specchio appeso davanti a me era in realtà una finestra. Dall’altra parte dovevano esserci un paio di agenti che osservavano ogni mia mossa.
Finalmente la porta si aprì e Palla di Lardo rotol… entrò nella stanza.
-I miei amici dove sono? –Perché avevo detto una frase così patetica?
-Non è un suo problema. –rispose il tizio.
-Signorina Styles, sa di cosa siete accusati lei e i suoi amici?
-Sì.
-Allora le conviene dirmi tutto quello che è successo stasera. Sempre che non voglia passare un bel po’ di anni dietro alle sbarre.
Aveva ragione. Non ero più minorenne.
Deglutii ed iniziai a raccontare.

HOLA!
Non ci posso credere, sono riuscita a finire questo capitolo! E' più corto dei miei standard perchè sarà diviso in due parti, ma spero che vi piaccia lo stesso!
L'spirazione mi aveva momentaneamente abbandonato, forse per colpa della scuola .-.
Quindi scusate il ritardo ♥
Nelle recensioni mi avete detto che vi farebbe piacere leggere il seguito (ajdbvhgyehnjm) *^* ottimo! Vi avviso subito che Amy non partorirà in questa fic, mancano ancora troppi mesi e troppo pochi capitoli (?) però saprete il nome della bambina a breve ewe
Devo andare agli allenamenti, gentaglia
bacioni ♥
Gaia
  
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