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Autore: Ari_92    07/05/2013    20 recensioni
Crossover Glee/Harry Potter; Beauxbatons!Kurt & Durmstrang!Blaine
Dal primo capitolo:
"«Almeno non sono l’unico a rientrare perfettamente negli stereotipi.»
«Conosci la parola “stereotipi”? Sono impressionato.»
«Certo che la conosco. E non mi serve neanche essere odioso e portare un cappellino da donna.» Kurt spalancò gli occhi.
«Wow. Tu sì che hai sempre la risposta pronta, ragazzo-di-Durmstrang! O almeno ce l’hai quando si tratta di offendere; tre volte in due minuti, complimenti!»"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon pomeriggio ragazzi :)
Ho parecchio da studiare, quindi l’aggiornamento arriva un po’ prima del solito: spero apprezzerete questo piccolo cambio di programma!
Prima di lasciarvi al nuovo capitolo rubo giusto due secondi per ribadire i miei ringraziamenti a chiunque abbia aggiunto questa storia a seguite, preferite o ricordate: siete davvero TANTI e non avete idea di quanto mi rendiate felice (in questo periodo per me così orribile siete un toccasana, fatevelo dire çç).
Un grazie immenso a chi mi lascia il suo parere con una recensione: rileggere i capitoli attraverso i vostri occhi è sempre meraviglioso, e vi ringrazio da morire per questo :’) Oggi un abbraccio particolare va a Estel84, Rorori, Anna_Vik, _Lulina_, neversaynotollamas, P e r l a, TheShippinator, LUcy__, beerpong, Klaineislove, Merilwen, Mi_ki, Ginny_Sara, Lama_Mustache, Anacleto_, candlesklaine e HeySoul (tramite MP <3) che hanno commentato lo scorso capitolo *-*!!
Okay, ce l’ho fatta u.u Avevamo lasciato i nostri Klaine al Ballo del Ceppo, vediamo che succede <3
 
 
 



 

Capitolo Sesto

 

«Lo sapevo. Mai mettersi delle scarpe nuove quando si deve stare in piedi per tutto questo tempo- »
«Kurt, sono dieci minuti che lo ripeti! Ho capito.» Lui borbottò qualcos’altro, tenendosi strettamente aggrappato alla sua spalla.
Alla fine avevano trascorso buona parte della serata a ballare, e Blaine non era ancora del tutto consapevole di aver passato le precedenti tre ore tra le braccia di un altro ragazzo. All’inizio aveva creduto che Kurt avrebbe protestato alla sua alternativa al tradizionale Ballo del Ceppo, perché erano praticamente appiccicati, e perché c’era stato un momento in cui gli aveva anche appoggiato la testa sulla spalla. Ma non lo aveva fatto, e Blaine non poteva negare di aver amato ogni momento trascorso così vicino a lui. A un certo punto aveva addirittura finito per chiedersi se Puck non avesse ragione quando diceva che provava qualcosa per Kurt. Poi si ricordò: non poteva avere una cotta per qualcuno di così insopportabile, viziato e lunatico. Era semplicemente un suo amico. O qualcosa del genere.
Comunque, Kurt – dal momento del ballo fino ad ora – non gli aveva mai tolto la mano dalla spalla.
«Dovranno amputarmi i piedi. Chiederò a te i danni.»
«In realtà non puoi: sei stato tu a chiedermi di ballare.»
«Dannazione!» Blaine ridacchiò, mentre raggiungevano la carrozza di Beauxbatons barcollando pericolosamente.
«Non hai idea di quanto mi fanno male!»
«Trova qualcuno che te li baci. Non avete qualche strambo schiavetto che fa queste cose, nella vostra scuola di nobildonne?»
«Sta’ zitto, Blaine. Stai molto zitto perché non vale rifilarmi battutine idiote quando non sono nelle condizioni fisiche di rispondere.»
«E questo chi l’ha deciso?»
«L’ho deciso io, naturalmente.»
«Oh, naturalmente.» Kurt sbuffò e – una volta raggiunta la sua carrozza – vi si appoggiò di schiena, lasciando la spalla di Blaine, che si limitò a rimanere di fronte a lui spostando il peso da un piede all’altro.
 
«Non riesco a credere che siamo sopravvissuti- » Kurt lo indicò con fare accusatorio.
«Parla per te, Durmstrang! Io ci ho rimesso i piedi.» Blaine sorrise, stringendosi nelle spalle.
«Temevo che saresti stato più insopportabile di così.»
«Se questo era il tuo goffo tentativo di farmi un complimento, ci sei riuscito malissimo.» Gli fece presente Kurt, rivolgendogli tuttavia un piccolo sorriso.
«Guarda che li so fare i complimenti, genio. Solo che non voglio farli a te
«Mm. E a chi li faresti, sentiamo? Alle leggiadre vichinghe della tua scuola?» Blaine sogghignò.
«Detta così sembra che tu sia geloso.» E questo, apparentemente, prese Kurt alla sprovvista.
Smise di fissarsi insistentemente i piedi come se temesse di vederli andar via di loro iniziativa da un momento all’altro e alzò lo sguardo su di lui.
«C’è una cosa che devi sapere su di me, Blaine Anderson: le uniche cose di cui sono geloso sono i miei vestiti. Perciò, fino a quando non ti scuoierò vivo ricavando un paio di guanti di infima qualità, non hai nessuna possibilità di rendermi geloso.» 
La seria compostezza con cui pronunciò ogni parola fece sì che Blaine gli scoppiasse a ridere in faccia, cosa che gli costò la peggiore delle occhiatacce.
«E comunque non vedo perché dovrei essere geloso di te.» Si ricompose a fatica, tornando a guardarlo negli occhi.
«Non lo so. Ci sono persone molto possessive nei confronti dei loro amici.» Kurt inarcò un sopracciglio.
«Quindi ti stai autoproclamando mio amico, adesso?»
«Sai, pensavo che dopo aver passato tutta la sera abbracciati fosse il minimo.» Lui balbettò qualche parola priva di senso, dando a Blaine la possibilità di continuare.
«O devo superare qualche strana prova di coraggio per entrare nella cerchia di Kurt Hummel? Tipo passare una notte nella Stamberga Strillante, o- »
«Non fare lo spiritoso, che tanto non ti riesce. E poi noi non siamo amici, non possiamo esserlo.»
«Disse quello che ha passato tutta la sera avvinghiato a me.» Kurt alzò gli occhi al cielo.
«Dico solo che siamo troppo diversi, Blaine. Non siamo amici.»
«E cosa siamo allora?» Kurt ci pensò su un attimo.
«Siamo e basta.» Oh, meraviglioso. Non avrebbe potuto sognare definizione più calzante.
«D’accordo, siamo. Tanto per sapere, tu sei solito ballare con tutti i tuoi siamo o ho l’esclusiva?» Kurt sogghignò.
«Stavolta sembri tu quello geloso.» Blaine si strinse nelle spalle, con tutta la finta nonchalance che era in grado di ostentare.
«Pensa quello che vuoi.» Kurt annuì, malcelando un piccolo sorrisetto.
 
«Ti chiederei di restare un altro po’, ma ho davvero bisogno di togliermi queste scarpe e bruciarle. Ripensandoci non ti chiederei di restare neanche se fossi in splendida forma, comunque- »
«Okay, ho capito: me ne vado.»
Blaine aspettò un attimo. Un lungo secondo per dare a Kurt il tempo di fare qualcosa; non sapeva esattamente cosa, ma gliene concesse comunque la possibilità. Quando lui non si mosse – ovviamente, avrebbe dovuto aspettarselo – si limitò a fargli un cenno impacciato con la mano per poi voltarsi verso il Lago Nero, dove era ormeggiata la nave di Durmstrang.
«Blaine.» Oh Dio santissimo misericordioso.
Blaine tornò a girarsi verso Kurt, con la lentezza che gli imponevano i battiti irregolari del suo cuore: non ci teneva a svenire in mezzo a un prato la notte di Natale, anche perché in tutta probabilità Kurt l’avrebbe lasciato lì a morire congelato.
«Sì?»
«Non ti sei sentito... Uhm, non è stato strano? Ballare in quel modo con un ragazzo.» Blaine avrebbe voluto fare una qualche battuta brillante, come “Oh, e quindi sei un ragazzo?” o “Non sono cose normali per i siamo?”. Ma in qualche modo realizzò che non era il momento.
«Non lo so. Per te è stato strano?»
«Non lo so.» Beh, non avrebbero concluso molto di questo passo. Blaine evitò il suo sguardo, ma parlò ugualmente.
«Quando abbiamo iniziato a ballare mi hai detto che stavi bene.»
«Anche tu l’hai detto.» Blaine annuì.
«Allora va bene. Insomma, è questo quello che conta. Chi se ne importa del resto, giusto?»
«Sì, giusto.» Blaine gli sorrise di nuovo, e tornò a voltarsi verso la nave. Quella volta era già quasi a metà strada quando accadde di nuovo.
«Blaine.» Oh Dio santissimo misericordioso.
«Cosa?»
«Buonanotte.»
«Buonanotte.»
 
 

***

 
 
Quando Kurt rimise piede in camera – con entrambe le scarpe in mano pronte ad essere utilizzate come combustibile per il caminetto – Sebastian era già spaparanzato sul suo letto, immerso nella lettura degli ultimi capitoli di “Storia di Hogwarts”.
Non appena lo sentì entrare appoggiò gli occhiali da vista sul comodino, proprio di fianco al suo libro.
«Ciao.»
«Ciao a te.» Kurt fece per dirigersi verso il suo letto. Poi cambiò drasticamente rotta, andandosi ad appollaiare su quello del suo esasperato compagno di stanza.
«Posso chiederti una cosa?»
«Come se avessi scelta- »
«Se tu ballassi tutta la sera con un ragazzo, e poi lui- »
«Hummel, puoi anche risparmiarti lo sforzo e parlare in prima persona.» Kurt annuì, riprendendo il suo discorso.
«Ho ballato con Blaine per tutta la sera. Tutta. E non il genere di balli che un ragazzo può fare con un altro ragazzo senza che sia compromettente: il genere lento e romantico e da fare abbracciati- »
«Che schifo.» Kurt ignorò del tutto il suo commento.
«Diciamo che abbiamo avuto una specie di litigata da cui è emerso che io tengo a lui e che lui tiene a me. Poi mi ha riaccompagnato qui, e per un momento ho sperato che mi baciasse. Poi ho sperato che non lo facesse. E comunque non l’ha fatto.» Sebastian lo stava fissando come se parlasse in un’altra lingua, particolarmente incomprensibile.
«Che cosa faccio?»
«Innanzitutto ti calmi. E poi ti fai qualche semplice domanda.»
«Quale domanda?»
Sebastian aveva la peggiore espressione di perché-capitano-tutte-a-me della storia.
«Questa mi sembra scontata, ma comunque: lui ti piace?»
«Non lo so. Forse.»
«Allora mettiamola in questi termini: vorresti rivederlo per scambiarvi tante altre adorabili smancerie molto gay senza essere dichiaratamente gay?»
«Sì.»
«Allora invitalo da qualche parte, con uno di quei tuoi stupidi bigliettini che mi scartavetrano le scatole da settimane. Se non capisce che c’è sotto qualcosa vuol dire che è un povero idiota.» Kurt sembrava sconsolato.
«Che c’è adesso?»
«Blaine è un povero idiota.» Sebastian annuì, riprendendo in mano il suo libro.
«Visto? Ecco qualcosa che avete in comune.»
 
 

***

 
 
Per la giornata successiva al Ballo del Ceppo Kurt aveva organizzato un piano di studi piuttosto articolato, cullandosi nell’illusione che stesse davvero rimanendo in pari col programma.
Quando alle nove di sera qualcuno bussò alla porta di camera sua era ancora intento a cercare di capire qualcosa del suo Manuale di Pozioni, ad esempio da che parte bisognasse guardarlo per leggere. Perché doveva essere così assurdamente difficile?
«Sebastian, perché diavolo devi bussare? Entra!» I colpi non cessarono. Kurt sbuffò e si alzò dalla sedia, procedendo svogliatamente verso la porta. Quando la aprì, “senza parole” era esattamente ciò che l’avrebbe definito meglio.
«...E tu cosa diavolo ci fai qui?!»
«Ciao anche a te. Sì, grazie, ho passato una bella giornata.» Rispose tranquillamente Blaine, guardandosi intorno con curiosità.
«No, dico, ti sei perso? Hai idea di dove sei? Non puoi stare qui!»
«Sono da qualche parte dentro la casa di Barbie, e a quanto pare posso dato che nessuno mi ha ancora cacciato.» Kurt lanciò una rapida occhiata lungo il corridoio, inquieto.
«Sei di Durmstrang, non dovresti neanche avvicinarti a questo posto!»
Un piccolo rumore proveniente dalla fine del corridoio lo allarmò al punto da fargli afferrare Blaine per un braccio e trascinarlo senza troppi convenevoli nella sua stanza.
«Mi stai lussando una spalla- »
«Me ne frego della tua spalla! Che cosa ti dice il cervello?! Oh, scusa: non ce l’hai!»
«Studi Pozioni?» Chiese indicando il libro aperto sulla scrivania, senza dar segno di aver preso in considerazione una singola parola che Kurt gli aveva urlato contro. Il ragazzo sospirò, arrendendosi.
«Brancolo nel buio, più che altro.» Blaine gli lanciò un’occhiata perplessa.
«Perché? Pozioni è la materia più facile di sempre!» Kurt non riusciva a credere alle sue orecchie.
«Erbologia è la materia più facile di sempre, questo è assurdo!»
«Posso darti una mano se vuoi.»
«Certo. Prenderò ripetizioni da uno di Durmstrang, contaci.» Blaine alzò gli occhi al cielo.
«Perché devi essere sempre così orgoglioso?» Kurt non rispose, ma si stupì parecchio quando Blaine gli allungò un pezzo di pergamena.
«E questo cos’è? Se è uno scherzo idiota giuro che- »
«Devi per forza reagire così a qualunque cosa? Aprilo e basta!»
 
“Kurt,
Hai voglia di fare due passi? Prima che tu me lo chieda: sì, adesso.
 
P.S. Se le tue amichette mi uccidono prima che raggiunga la tua stanza la proposta è annullata.
 

Blaine”

 
Kurt alzò lo sguardo su di lui, confuso.
«Per quale caspita di motivo l’hai scritto su un bigliettino?» Afferrò la tracolla della sua borsa, sistemandosela su una spalla.
«Beh- »
«No. Voglio vivere nella convinzione che in te ci sia un pizzico di sanità mentale. Andiamo.»
 
 

***

 
 
«Dimmi perché ho accettato di fare una passeggiata con te a dicembre. Di sera, tra l’altro.»
Blaine si strinse nelle spalle, mentre entrambi continuavano a camminare lentamente vicino alla riva del Lago Nero. Si chiese per quale ragione lo chiamassero in quel modo, dato che di giorno il suo colore si avvicinava molto di più al grigio piombo che al nero. Le luci provenienti dalle finestre della nave di Durmstrang illuminavano fiocamente il paesaggio circostante, insieme alla luna, per una volta non oscurata da un fitto strato di nuvole scure.
«Perché siamo. E i siamo non temono il freddo.»
«Parla per te. Io sto gelando, qui.»
L’ipotesi di fare qualcosa per tenerlo al caldo – come abbracciarlo, per esempio – sfiorò la mente di Blaine per la seconda volta dopo la loro gita ad Hogsmeade, e anche in quel caso ricacciò il suo pensiero da dove era venuto. Sarebbe stato troppo strano, e probabilmente Kurt non avrebbe voluto saperne di fare qualcosa del genere con un altro ragazzo – in particolare con lui – mentre erano da soli, di sera.
«Avresti dovuto portarti una divisa più pesante, o qualcosa del genere.»
«Fermiamoci qui.»
Kurt indicò una piazzola d’erba tra il tronco di un grosso albero dalle fronde cascanti e la sponda del Lago, per poi appoggiare a terra la sua borsa e mettersi a sedere sopra di essa.
Blaine lo imitò, sistemandosi sul mantello di pelliccia che gli arrivava fino alle ginocchia. A un tratto, Kurt si mise a ridere.
«Che hai adesso?»
«È assurdo.»
«Cosa è assurdo? Tu? Oh sì, lo sei.»
«Questa situazione. L’ultima cosa che mi sarei aspettato venendo qui era di passare una serata all’aperto con uno di Durmstrang.»
«Mi chiamerai “uno di Durmstrang” in eterno?» Kurt non rispose, ma si sollevò dalla borsa quel poco che bastava per estrarne un piccolo sacchetto di carta.
«Vuoi una Gelatina Tuttigusti+1?» Blaine allungò una mano, diffidente.
«Perché me le offri? Le hai avvelenate?» Kurt sbuffò.
«È solo il regalo di una mia amica. Dai.»
Blaine si rese conto che guardare Kurt illuminato dalle deboli bagliori che li circondavano era uno spettacolo bello quasi quanto vederlo alla luce del giorno. Prese una caramella.
«Allora? Di che cosa sa?»
«Fagioli in scatola.»
«Bello schifo.»
«Infatti.» Kurt si mise in bocca la sua, facendo una smorfia.
«Dio, ma questo è legno!» Blaine sogghignò, guadagnandosi un’occhiataccia indignata. Kurt ingoiò intera la sua caramella, strizzando gli occhi dal ribrezzo.
«Guarda che potevi sputarla.»
«A differenza tua, io sono una persona educata.» Blaine annuì vigorosamente.
«Certo che lo sei. Mamma e papà ti hanno insegnato ad insultare la gente delle altre scuole e a ingoiare le gelatine Tuttigusti+1.» Kurt lo guardò storto.
«Non circolavano molte Tuttigusti+1 a casa mia.» Disse semplicemente, stringendosi le braccia al petto per il freddo. Quando iniziò a battere i denti, Blaine lasciò definitivamente perdere tutti i suoi viaggi mentali. Si slacciò velocemente la pelliccia e la allungò al ragazzo al suo fianco, che lo fissava con aria interrogativa.
 
«Tieni.»
«Se la prendo io sarai tu a congelare, genio.» A questo non aveva pensato. O più probabilmente era stato il suo subconscio a pensare per lui; ne era abbastanza certo nel momento in cui gli venne in mente come rispondergli.
«Potremmo condividerlo, allora.» Kurt sbatté le ciglia un paio di volte, senza accennare a muovere un muscolo.
«E come?» In tutta risposta Blaine si alzò dal suo posto e gli andò più vicino, abbastanza da riuscire a coprirlo con l’estremità posteriore del suo mantello. Kurt rabbrividì un po’ e si spostò appena, in modo che le loro spalle si sfiorassero.
«Meglio?»
«Un po’.»
Blaine gli passò cautamente un braccio dietro la schiena fino a posargli le dita su un fianco, attirandolo un altro po’ verso di sé. Ora non erano solo le loro spalle a toccarsi, ma anche tutta la lunghezza del braccio di Kurt contro il suo petto e parte della gamba.
«Meglio?»
«Meglio.»
Blaine sorrise, grato che Kurt non potesse vederlo. In realtà avrebbe potuto abbracciarlo per tutta la notte senza stancarsene, con i rami dell’albero che penzolavano sopra di loro e la luce della luna che si specchiava nel Lago. Forse era dovuto al fatto che Kurt era il primo ragazzo con cui aveva quel tipo di vicinanza, o magari perché era piacevole riempirsi di frecciatine e poi improvvisare cose come quella. Qualunque fosse la ragione, Blaine sarebbe davvero rimasto così per tutta la notte.
«Perché non circolavano le gelatine Tuttigusti+1 a casa tua? Dovrebbero circolare dappertutto.» Kurt si strinse nelle spalle, facendo sfregare tra loro le stoffe delle rispettive uniformi.
«Perché mio padre non sapeva che mia madre fosse una strega.» Blaine inarcò le sopracciglia.
«Mezzosangue, eh? L’ennesimo motivo per cui dovrei odiarti.» Kurt non rispose e – da quanto teneva la testa bassa – Blaine riusciva a vedere soltanto la rotondità del suo dannatissimo cappello.
«Voglio dire, io non ho niente contro i Mezzosangue. È solo che nella mia scuola- »
«Lo so. Non vedete di buon occhio i Mezzosangue ma siete perfettamente a vostro agio con l’insegnamento delle Arti Oscure. Punti di vista.»
«Guarda che non è una specie di corso per formare dei futuri Tu-Sai-Chi, o è questo che ti ha detto tua madre?»
«Mia madre è morta.» Oh.
Oh! Blaine si insultò nei modi peggiori che conosceva. Come aveva potuto essere così stupido?
«Io non- io non lo sapevo. Mi dispiace.»
«Se le tue Arti Oscure ti hanno insegnato un modo per risvegliare i morti possiamo chiederle cosa ne pensa.» Aggiunse seccamente, senza tradire un briciolo di emozione. Non sapendo cosa fare, Blaine gli accarezzò per un momento la schiena con il palmo della mano.
«Mi dispiace davvero, Kurt.»
«No, non ti dispiace: mi conosci appena. Non sai niente di me.»
«D’accordo, questa è un’assurdità. Io so un sacco di cose di te.» Kurt inarcò un sopracciglio, tornando a guardarlo.
«Per esempio?»
«Non ti piace il sapore del legno.» Kurt rise. Grazie al cielo rise.
«Okay, continua. Trovane almeno cinque.» Cinque. Okay, poteva farcela.
«Uno, parli da solo. Due, hai una gran passione per i cappellini blu. Tre, hai una migliore amica molto inquietante. Quattro, sei geloso solo dei tuoi vestiti. Cinque, ti piace ballare con i ragazzi.» Kurt lo fissò per qualche istante, prima di scuotere leggermente la testa.
«Una di quelle che hai detto è sbagliata, un’altra solo parzialmente corretta.» Blaine aggrottò la fronte.
«Ovvero?» Lui prese un profondo respiro, di quelli che precedono una rivelazione scioccante.
«Odio, detesto e disprezzo con tutto me stesso questo schifosissimo cappellino.»
«...Che cosa? Non me l’hai mai detto!»
«Non me l’hai mai chiesto. Lo porto solo perché è parte dell’uniforme, ma lo odio.» Blaine rimase a bocca aperta, sconvolto dalla notizia.
«Quantomeno significa che hai un minimo di buongusto- »
«Ti prego, non venirmi a parlare di buongusto. Non tu.» Blaine fece per ribattere, poi si ricordò.
«Aspetta. Qual è la cosa parzialmente corretta?» Kurt esitò qualche istante prima di parlare.
«Hai detto che mi piace ballare con i ragazzi, il che non è del tutto vero dato che sei l’unico con cui abbia mai ballato.» Blaine impiegò qualche istante per realizzare pienamente dove stava portando quella conversazione.
«Mi stai dicendo che ti è piaciuto ballare con me?» Kurt lo fissò, apparentemente confuso.
«L’hai detto tu, non io.»
 
Blaine ridacchiò e gli diede una piccola spintarella che – in qualche strano modo – si rivelò sufficiente a far perdere a Kurt l’equilibrio. Si sporse esageratamente in avanti, fino a cadere a carponi nell’acqua del Lago Nero. E Blaine ci provò, sul serio, tentò in tutti i modi di non scoppiare a ridere, ma fu davvero più forte di lui. Il livello dell’acqua vicino alla riva era ridicolmente basso, ma niente gli avrebbe tolto un bel raffreddore il giorno seguente. Stava giusto per rifilargli qualche battutina di dubbio gusto da sommarsi alla già critica situazione del momento, quando se ne accorse. Le sue spalle erano scosse da piccoli fremiti, agitate al ritmo di qualcosa spaventosamente simile ad un singhiozzo.
Oh Dio santissimo misericordioso.
«Kurt!» Stava piangendo. Perché diavolo stava piangendo, immerso in due dita d’acqua? Perché-
«Kurt, non fare così. Ti prego non piangere!» Si alzò di scatto dal suo posto e in un attimo era sulla riva del Lago Nero; si accovacciò più in fretta possibile accanto a lui, cercando di incontrare il suo sguardo.
«Dai, non piangere. Non posso vederti piangere- » Kurt si voltò verso di lui in quell’esatto momento, con il più perfido dei sorrisi stampato in faccia. Si godette tutto lo smarrimento dipinto negli occhi di Blaine.
«Ma che- » Prima che potesse dire qualunque cosa Kurt l’aveva già afferrato per i vestiti, trascinandolo in acqua con lui.
«Tu non- tu non stavi piangendo!» Kurt rise, e lo spinse un po’ più in là, inzuppandolo dalla testa ai piedi.
«Piccolo bastardo- » Blaine provò a rincorrerlo, inciampando nella fitta vegetazione che tappezzava il fondo del Lago fino a quando entrambi non arrivarono ad avere l’acqua alla vita, senza smettere di schizzarsi e spingersi.
«Domani pagheremo entrambi per questa bella trovata, lo sai vero?» In tutta risposta Kurt gli tirò un’alga che Blaine evitò per puro miracolo.
Gli si avventò letteralmente addosso e Kurt – non sapendo cosa fare – lasciò che si scontrasse con lui, abbastanza vicino che le nuvolette bianche dei loro respiri potevano quasi fondersi in una sola e abbastanza da riuscire a sentire il suo corpo tremare di freddo più distintamente di quanto non avesse consapevolezza del proprio.
Rimasero immobili per un attimo, poi entrambi emisero una piccola risata.
«A-Adesso mi spieghi come fai ad avere ancora il cappello in testa.»
«Beh- »
Tutto a un tratto Blaine urlò, più o meno nello stesso istante in cui cadde in ginocchio, arrivando ad avere l’acqua fino alla gola.
«Cosa diavolo stai facendo?»
«Oh, merda- Aiutami!»
Per un momento Kurt pensò che Blaine volesse ripagarlo con la sua stessa moneta, ovvero con uno scherzo di cattivo gusto. Poi intercettò l’espressione di puro panico nei suoi occhi e capì che era reale. E che doveva fare qualcosa. Allungò un braccio verso di lui, che lo afferrò, un attimo prima di finire sott’acqua anche con la testa.
«Oh merda merda merda- » Kurt scoprì di tremare come non aveva mai tremato in vita sua, cosa che gli rese il semplice gesto di estrarre la bacchetta dalla tasca interna dove la teneva un’impresa impossibile. L’afferrò, rischiò di cadergli, allora la strinse con tutta la forza che aveva, esattamente come stava facendo con la mano di Blaine che lo tirava inesorabilmente verso il basso. Kurt lanciò il primo incantesimo di autodifesa che gli venne in mente, scagliando una pioggia di scintille rosse da qualche parte indistinta oltre Blaine, nel tentativo di colpire qualunque cosa stesse provando a portarlo giù con sé. La resistenza diminuì leggermente, e Kurt agitò la bacchetta ancora. E ancora e ancora e ancora. Finché non riuscì a tirarlo fuori dall’acqua e a trascinarlo a riva. Non aveva mai avuto più paura di così. Come aveva potuto essere così stupido da pensare che entrare nel Lago Nero fosse una buona idea? Gettò la bacchetta da qualche parte sull’erba e poi tornò da Blaine, che era freddo e immobile e sembrava morto e lui voleva solo che fosse un incubo.
 
«Blaine! Dimmi qualcosa- Oh mio Dio!» Gli prese il viso tra le mani, vagamente consapevole che forse avrebbe dovuto fare qualcosa come la respirazione bocca a bocca. Non avendo la più pallida idea di come si facesse optò per dargli una specie di schiaffo non troppo convinto, senza ottenere niente.
«No no no no Blaine non puoi- Ti prego, mi dispiace- » Gli diede un pugno sul petto. Forte.
Abbastanza forte da fargli spalancare gli occhi e piegarlo in due, oltre che sputare una discreta quantità d’acqua.
Tossì convulsamente, e Kurt si gettò di peso su di lui, stritolandolo tra le braccia.
«Cazzo! Pensavo di averti ucciso!» Lui tossicchiò qualcos’altro, e probabilmente stava ricoprendo tutta la sua uniforme di bava, ma al momento non gliene poteva fregare di meno.
«Mi hai fatto morire di paura! Oddio- »
Gli strinse le braccia attorno al collo, affondandoci anche la testa. Blaine stava visibilmente rantolando. Kurt si staccò subito da lui, tenendogli le mani strette sulle spalle in modo che rimanesse seduto.
«Stai bene? Ti porto in infermeria? Cosa diavolo era quella cosa- »
«È proprio come nella sfera di cristallo.» Kurt aggrottò la fronte.
«Oddio. Non metterti a delirare, Blaine. Per carità non metterti a delirare- »
«No, no- io... Il giorno in cui siamo andati nell’aula di Divinazione. La palla aveva predetto questo momento.»
«La palla
«Sì, la palla di vetro. E ha anche predetto il Ballo del Ceppo.» Kurt gli diede uno schiaffo. Non troppo violento, ma comunque uno schiaffo.
«Ma che diavolo- »
«Perché non me l’hai detto, razza di imbecille?!»
«Non era una visione chiara! C’era solo dell’acqua, delle scintille rosse e... beh, tu.» Kurt smise di scuoterlo, e tornò ad abbracciarlo. Questa volta anche Blaine gli avvolse debolmente le braccia attorno alla schiena.
«Siamo affettuosi stasera, uhm?»
«No, idiota. Sono solo sollevato di non avere sulla coscienza nessuno. Anzi, in realtà ti ho salvato la vita e dovrai essermi grato per sempre.» Prese la pelliccia di Blaine – unica immune ai recenti avvenimenti – e gliela avvolse sulle spalle. Lui sorrise.
«Grazie. Ci sono strane creature in questo Lago- »
«E comunque, sbaglio o prima di essere aggredito da qualche strano mostro hai detto qualcosa tipo “non posso vederti piangere”?» Gli chiese, sciogliendo il loro abbraccio e rivolgendogli un sorrisetto consapevole.
«Beh- »
«Come sei dolce! Potrei commuovermi. Oppure potrei vomitare. Quale ti sembra la più probabile?»
«Dimentica quello che ho detto e aiutami a tornare sulla nave. Oh, Kurt?»
«Cosa?»
«Temo che tu abbia perso il tuo cappellino.»
Kurt si portò subito una mano alla testa, a verificare l’attendibilità delle parole di Blaine. Quando non trovò altro che i suoi capelli – i suoi morbidi, meravigliosi e troppo a lungo celati capelli – non poté davvero trattenersi.
«Finalmente
 
 

***

 
 

 
 
 
 
 
 
 
...Guardate che vi vedo. Vi vedo, mentre mi tirate dietro dei ferri da stiro perché ho quasi affogato Blaine Anderson :’D
Sul serio ragazzi: non fate i coglioni nei pressi Lago Nero, perché poi finisce male u.u (<-- insegnamento morale intrinseco al capitolo).
Bene, andiamo con ordine. Abbiamo appurato che Kurt e Blaine sono, il che è un grande passo avanti nella loro contorta logica da folli <3 Also, amate Sebastian. Sul serio: amatelo.
Comunque, per la serie piccole-cose-che-potreste-non-aver-notato-ma-che-sono-notabilerrime:
1. Blaine è bravo in pozioni.
2. Quando Kurt ha ricevuto le Tuttigusti+1 da Britt lei gli aveva detto di condividerle con una persona speciale. ...Fluff, perché mi perseguiti? Perché mi rotoli e mi arcobaleneggi in faccia?
 
Lo so che quando erano in piedi uno di fronte all’altro nel Lago Nero stavano per baciarsi. ...Ma non è stato più carino vedere Blaine quasi-annegare :)))??
Lo so che Kurt avrebbe potuto fargli la respirazione bocca a bocca. ...Ma non è stato più carino un bel pugno :)))?
...Forse è il caso che la smetta di farmi odiare? Sì? Sì u.u Non preoccupatevi: mi farò decisamente perdonare con il prossimo capitolo... Forse. In ogni caso prevederà un incremento di rating, quindi state all’erta ;)
Prima di sparire, mi riservo un momento finale per il grazie più importante di tutti: quello alla mia veneranda, meravigliosa e perfetta moglie che mi ispira e mi fa notare quando scrivo “mane” al posto di “mani” o quando durante certe scene del capitolo dieci mi metto a far parlare un terzo personaggio inesistente durante un dialogo Klaine <3 Cosa farei senza di te, sweetheart?
Come sempre sono curiosissima di leggere i vostri pareri *-*!! Non odiatemi troppo: vi amo e vi assicuro che la prossima settimana mi farò perdonare ;)
A martedì <3
 
As always, la mia pagina facebook (dove tra l’altro ho postato una bellissima fanart su questa storia gentilmente concessa da un’adorabile lettrice <3): https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
 
E il mio ask (è anonimo! Potete mandarmi a cagare :’D): http://ask.fm/Nonzy9

  
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