33. DUBBI
<< Io sono incinta
>>
Spalancò gli occhi, gli
mancava il respiro, sudava
freddo, le sue mani tremavano, la testa gli girava all'impazzata e le
gambe non
riuscivano più a reggerlo in piedi.
<< C-cosa?! Vuoi
dire, un bambino? Mio e tuo?
>>
La sorpresa era stata tale per lui
che non gli passò
neanche per la testa di osservare l'espressione di Liz in quel momento.
Solo quando disse:<<
N-non ci sarà nessun
bambino, Murtagh >>, cominciò a sorgergli
qualche perplessità.
<< Che significa non
ci sarà nessun bambino?!
>>
Lei aprì la bocca per
rispondergli, ma il fiato le
mancò. Intervenne Trevor, che fino ad ora era rimasto zitto
:<< ha
intenzione di abortire, per questo cercavo di fermarla...
>>
Ed ecco che il timore che gli era
sorto all'inizio si
rivelava fondato.
Si voltò verso di lei,
sconvolto.
<< Che cosa significa
hai intenzione di
abortire??Quando??Era questo che mi nascondevi?? Volevi prendere una
decisione
così importante tutta da sola?? Senza nemmeno confidarti con
me?? >>
cominciò ad agitarsi e a sudare, mentre osservava la ragazza
abbassare lo
sguardo, piena di vergogna.
<< Murtagh ti prego!
Non ti arrabbiare con me!
Non lo potrei sopportare di nuovo! >> Liz
iniziò a piangere, disperata.
Impietosito, il ragazzo si
calmò un po', poi le
sollevò il mento, asciugandole le lacrime.
<< Ti prometto che
resterò calmo >>
Liz tirò su col naso,
poi annuì.
Ma quando cercava di parlare di
nuovo non ne ebbe la
forza, e il respiro le si mozzò.
<< Venite, vi porto a
casa mia, vi prendete
entrambi un attimo di respiro con una bella tazza di the e poi
continuate la
vostra discussione ok? >> accorse in aiuto Trevor.
Liz accettò subito,
più tranquilla, Murtagh un po'
meno volentieri ma alla fine annuì.
Durante la strada si
affrettò a scusarsi con l'uomo.
<< Non ti
preoccupare, ti capisco, devi aver
frainteso anche io avrei fatto lo stesso >>
<< Vi osservavo da un
po' di tempo, ma non
appena l'hai presa di forza non c'ho visto più...
>>
Arrivarono alla dimora, dove una
donna si affacciò per
aprire.
Appena vide il volto del marito
sbiancò di
colpo:<< Che è successo, amore?
>>domandò spaventata.
<< Nulla di grave,
solo un malinteso >>.
La donna si tranquillizzò un po'. Fu solo allora che rivolse
un'occhiata
incuriosita ai due giovani che stavano dietro.
<< Questi sono
Murtagh e Liz, cara, hanno
bisogno di una tazza di the caldo, puoi prepararcelo, tesoro?
>>
La donna annuì, poi con
un sorriso si allontanò
nell'altra stanza.
Mentre aspettavano che il the fosse
pronto, da una
stanzetta sbucò un bambino piccolo, gattonando.
<< Oh, guardate chi
c'è! Questo, cari ragazzi, è
il mio nipotino di un anno, Joseph >>disse prendendo in
braccio il bimbo
<< saluta i ragazzi, Joseph! >>gli fece
muovere il braccino in
segno di saluto.
Murtagh sorrise spontaneamente al
bimbo, che quando lo
vide, iniziò a ridere.
Liz invece, stava in disparte.
<< Vai da Liz,
piccolo >>disse il nonno,
lasciandolo andare a terra in modo che potesse gattonare verso la
ragazza.
<< Sai, questo
è davvero un colpo basso,
Trevor... >>commentò con voce acida.
<< Che vuoi dire?
>>
<< Che voglio dire?
Pensi che vedendo questo
bimbo io possa cambiare idea? Sei proprio un illuso, ti vuoi sempre
impicciare
nelle cose degli altri >>gli rispose secca.
Murtagh allora si alzò
dal divano, prendendo il
bambino in braccio.
Ancora una volta il neonato gli
sorrise.
Il ragazzo allora iniziò
a fargli facce buffe, per
farlo ridere.
Poi si rivolse a
Liz:<< Sai Liz, fra genitori,
le decisioni si prendono in due >>
In quel momento la moglie
arrivò con un vassoio in
mano, pronta a servire il the.
Posò il vassoio sul
tavolino, poi si prese in braccio
Joseph.
<< Mi dispiace se vi
ha dato fastidio, adesso lo
porto a dormire >>
<< No, signora non si
preoccupi, è un bimbo
adorabile >>rispose il ragazzo.
Lei gli sorrise, poi
portò il bambino nell'altra
stanza, lasciandoli soli.
Murtagh prese per primo la tazza,
iniziando poi la
discussione.
<< Trevor, voi non
siete ancora giovane per
essere già nonno? >>
L'uomo rise:<< Lo
pensi davvero, giovanotto?
Beh, ti posso dire che io ho avuto il mio primogenito circa due anni
dopo di
te... >>
A Liz non sfuggì
quest'ultima battutina, ma si limitò
a sbuffare, alzando gli occhi al cielo.
<< La madre del
piccolo è morta di
parto...mentre il padre, mio figlio, è stato chiamato per il
servizio militare.
E così tocca a noi vecchietti badare a quella peste
>> sospirò Trevor,
mentre un velo di tristezza lo sfiorava.
<< Ma adesso basta
con queste discussioni su di
me e sulla mia famiglia! Voi adesso state per diventare genitori!
>>
Liz sbuffò di nuovo. Ma
quanto era ostinato!
<< Basta con queste
fesserie, adesso parlo io
>>disse autoritaria << vuoi dette come sono
andate le cose? >>riferendosi
a Murtagh << Bene, quando mi sono sentita male tutta la
notte sono andata
da Trevor per farmi portare da un dottore. Il dottore ha capito subito
che
fossi incinta, ma siccome mi ha visto molto perplessa mi ha suggerito
di
abortire. Punto e basta. >>
<< No, no, no, calma!
>>esclamò l'uomo
<< non ti ha "suggerito" di abortire, ha detto solo che
ce
n'era la possibilità, poi dovevi valutare tu
>>puntualizzò.
<< Già, io
ho valutato, e ho preso la mia
decisione! Adesso la dovete rispettare! >>
<< Scusami, e io a
che servo in tutto questo?
Non ho almeno il diritto di sapere? >>intervenne Murtagh
a questo punto.
<< Sì, hai
ragione, ho sbagliato a non dirtelo,
ma ciò non cambia la cosa...la decisione spetta a ME!
>>
<< Ma non ti importa
niente di ciò che penso io?
>> chiese un po' deluso dal suo atteggiamento egoistico.
<< Non in questo
contesto...voi uomini non avete
neanche idea di ciò che deve passare una madre durante una
gravidanza! >>
e posò la tazza sul tavolo con violenza, tanto che stava
quasi per romperla.
<< Allora
è per questo che vuoi abortire? Hai
paura della cosa più naturale che ci sia al mondo??
>>disse Murtagh, con
tono velenoso.
Liz si girò a guardarlo
sconvolta. Possibile che lui
credesse davvero che fosse una persona così sciocca ed
egoista?
<< Vedi?! Non capisci
proprio un cazzo...
>>commentò sarcastica, poi si alzò
dal divano e fece per uscire.
<< Non provare a
scappare! Hai promesso che
avremmo affrontato questa discussione! >>la
accusò il ragazzo.
<< Non so chi
è peggio fra voi due: tu che non
capisci o fai finta di non capire o lui che vuole intromettersi nella
mia vita
>>disse disgustata, però si sedette di nuovo,
pronta a non farsi mettere
i piedi in testa.
<< Visto che non
capisco, spiegamelo tu >>la
guardò in cagnesco << perché non lo
vuoi il bambino? So che siamo
giovani, so che siamo inesperti, ma non siamo mica i primi ad esserlo
non
credi? >>si addolcì un po'. Forse la ragazza
aveva solo bisogno di essere
incoraggiata. E' normale essere agitati all'inizio. L'arrivo di un
bambino può
sconvolgere ogni cosa.
<< Murtagh ma ti
rendi conto di che razza di
vita avremo da offrirgli? Una vita da clandestini, una vita da
ricercati, una
vita di merda insomma! E io non voglio mettere al mondo nessuno che poi
sarò
costretta ad abbandonare in fasce >> disse cercando di
trattenere le
lacrime.
Lui si spostò accanto a
lei nel divano, prendendole
entrambe le mani.
<< Noi non lo
abbandoneremo, farò di tutto per
nostro figlio, te lo prometto! >>
Liz scosse la
testa:<< Non fare promesse che non
puoi mantenere, Murtagh >>
Il ragazzo si alzò dal
divano, sconfortato. Gettò poi
uno sguardo alla stanza. Non si erano nemmeno accorti che l'uomo non
era più
con loro, forse aveva preferito lasciarli parlare da soli di questa
questione
così delicata.
Iniziando a fare avanti e indietro,
rimase però in
silenzio, mentre la ragazza si osservava le mani.
Un silenzio tombale regnava tra di
loro, nessuno osava
parlare, solo i passi del ragazzo risuonavano nella stanza, ad un ritmo
quasi
snervante.
Poi le urla leggere di Joseph si
sentirono nell'altra
stanza. Un sorriso fece increspare le labbra di Murtagh.
<< Io penso
>>iniziò con calma <<
che ai tempi d'oggi nessuno può dare ai propri figli un
futuro sereno e
assicurato >>
Liz sollevò allora lo
sguardo verso di lui,
guardandolo un po' perplessa.
Il ragazzo
continuò:<< Vedi Joseph. Lui non ha
alcun genitore in questo momento, così come moltissimi altri
bambini, cui la
guerra e la distruzione hanno portato via tutto. >>
parlava come se
improvvisamente avesse capito, avesse ricevuto un'illuminazione
<< ma
essi continuano a crescere lo stesso, continuano a vivere, continuano a
coltivare la speranza >> si girò poi a
guardare la ragazza, con sguardo
dolce e comprensivo.
D'altra parte lei non lo
interruppe, interessata.
<< E' così
che va avanti la vita, è così che va
avanti il mondo. Chi siamo noi per voler modificare la natura?
>> si
interruppe per riprendere fiato, poi continuò il suo
discorso << nostro
figlio non sarà né il primo né
l'ultimo a vivere nell'incertezza del futuro
>>
<< Ma io, adesso, ho
l'opportunità di decidere, ho
l'opportunità di scegliere se ne vale la pena!
>>intervenne a questo
punto lei, alzatasi in piedi.
<< Ma chi ti da il
diritto di scegliere per lui?
>>
<< Chi più
di una madre ne ha il diritto?
>>
<< Ok, quindi
preferisci ucciderlo?! Preferisci
uccidere tuo figlio perché il destino potrebbe riservargli
un futuro infelice?
>>
<< Murtagh, ti prego,
mi stai confondendo!
>>disse mettendosi le mani sulla testa, che in quel
momento sembrava
scoppiare.
Si accasciò nuovamente
sul divano, accucciata, e le
lacrime iniziarono a scendere di nuovo, per la centesima volta quel
giorno.
Si sentiva debole, sempre
più debole, ma la cosa che
più le dava fastidio era che Murtagh non riuscisse a capire
come si sentiva.
Sentì il suo sospiro
delicato accanto a lei, poi un abbraccio
da parte sua che la fece un po' calmare da quello stato di agitazione e
nervosismo in cui era caduta.
<< Ti sto confondendo
perché neanche tu sei
sicura di quello che vuoi fare >>
<< E' la scelta
migliore, fidati >>disse,
tornando ad essere la solita ragazza sicura di sé. Sciolse
l'abbraccio e tornò
a guardarlo con freddezza.
Il repentino cambiamento di Liz
lasciava Murtagh
stupefatto. Un secondo prima sembrava una ragazzina indifesa e
insicura, un
attimo dopo il suo essere incredibilmente testarda tornava ad
impadronirsi di
lei.
<< No, non
è la scelta migliore, è quella più
facile >>
<< E cosa
c'è di sbagliato nel voler scegliere
la via più semplice? >>
<< Tu stai stroncando
la vita ad un essere, ti
sembra giusto? >>
<< Murtagh, ti prego,
ha poco più di due mesi,
ti pare che possa già essere definito un essere umano?? Non
è niente
ancora...ed io non voglio che questo processo vada avanti
>>disse
sarcastica.
Il ragazzo sospirò,
esasperato dal suo comportamento
apparentemente insensibile. Perché sapeva benissimo che lei
non era così,
sapeva benissimo che si era autoconvinta di poterlo fare.
<< Sai, quando oggi
mi hai detto di essere
incinta il mondo sembrava essermi caduto addosso
>>iniziò fissando un
punto di fronte a sé, appoggiando i gomiti sulle cosce
<< un po' come
credo sia stato anche per te...non credo di essere pronto a fare il
padre, ma
voglio provarci ugualmente >> disse sicuro
<< voglio provarci
perché ho la speranza di potercela fare, voglio provarci
perché siamo insieme,
e insieme possiamo badare al nostro bambino, anche se a volte non tutto
potrebbe andare per il meglio, anche se a volte rischieremo tanto. Ma
crescere
un bambino non è mai stato facile. Forse non abbiamo da
offrirgli una delle
migliori vite, ma certamente possiamo offrirgli tutto l'amore che
abbiamo. E so
che basterà. >> alzò il capo,
pronto a guardarla, pronto a offrirgli
tutto il suo supporto. Ma lei abbassò lo sguardo, scuotendo
il capo.
<< Non in questo
momento, non adesso >>
disse prendendo il respiro << non è solo
perché non mi sento pronta, no,
anzi, io sarei felicissima di avere un bambino con te...
>> e a queste
parole Murtagh sorrise leggermente << ma non
c'è momento più sbagliato di
questo >>
<< Ma ormai
è così! Non puoi semplicemente rimandare!
>> la interruppe il ragazzo perdendo un po' di quella
calma iniziale.
<< Si invece! Se solo
tu mi lasciassi abortire
potremmo ricominciare tutto daccapo! Potremmo innanzitutto cercare una
stabilità che non sia così precaria, e poi
potremmo costruirci una famiglia, tu
con il tuo lavoro ed io con i miei compiti, come tutte le altre
famiglie! Io
non voglio che mio figlio cresca con l'odio verso di me per avergli
offerto
questa dannatissima vita! >>
<< Come credi di
poter vivere in pace con te
stessa dopo che avrai posto fine volontariamente alla sua vita?
>>si alzò
nuovamente dal divano.
<< Non credi siano
affari miei ?! >>fece
lo stesso.
<< Io cerco solo di
aiutarti >>
<< Non ho chiesto
nessun aiuto >> rispose
lei bruscamente, troncando la discussione.
Ma Murtagh non voleva arrendersi,
non poteva
lasciarglielo fare.
<< La tua non
è una scelta. O meglio, tu non
stai scegliendo che tipo di vita offrire a nostro figlio. Tu stai
stroncando
questa scelta, credendo che sia la soluzione più facile,
quella che può
risolvere tutti i problemi! >> disse spazientito
<< tu, credi di
fare l'altruista, ma in realtà al tuo egoismo non
c'è fine >>gli uscì di
bocca, con tono quasi velenoso.
A quelle parole la ragazza
indietreggiò, offesa.
Non era nelle intenzioni di Murtagh
offenderla così
però. Lui voleva solo farle capire che stava sbagliando, ma
forse aveva
esagerato, e solo adesso se ne rendeva conto.
<< Liz, scusami
>>iniziò a dire, avanzando
e prendendole le mani << i-io non volevo dire questo
>>
Ma lei ritirò subito le
mani, guardandolo disgustata.
<< E allora cosa
volevi dire eh? Ti sei espresso
benissimo guarda.. >>poi prese il suo mantello da sopra
una sedia,
furiosa.
<< Aspetta, ti prego!
Parliamone! >> cercò
di dire disperato, ma lei era già uscita dalla porta,
richiudendola dietro di
sé e lasciandolo solo nella stanza, in preda ai dubbi e al
risentimento.
Cosa doveva fare? Inseguirla?
Alla fine girò la
maniglia, e uscì fuori, cercando di
individuarla e correndole poi dietro.
La ragazza sbuffò
spazientita.
Si girò di
scatto:<< che vuoi? Ti faccio schifo,
no? Bene, allora lasciami in pace, io ormai ho deciso, vattene
>> e si
allontanò di corsa.
Invece di correrle dietro un'altra
volta, e cercare
ancora una volta di convincerla Murtagh rimase immobile, come
pietrificato,
mentre ogni speranza lo abbandonava.
Era troppo testarda, non sarebbe
mai riuscito a
convincerla. Non ci sarebbe potuto riuscire nessuno.
La collera che era avvampata dentro di lui e che gli aveva fatto pronunciare senza volerlo quella frase, adesso era sparita, e aveva lasciato spazio solo ad un'angosciante frustrazione.
Salveee :) mi sa tanto che
questo spazio autrice oggi sarà piuttosto lungo
perché ho da dirvi tante cose...
Credo proprio che questo che ho appena pubblicato sia stato in assoluto
il capitolo più difficile da scrivere che io abbia mai
fatto. Un po' perché è praticamente una
discussione continua quindi sono dialoghi dialoghi dialoghi, e
soprattutto perché ho deciso di trattare un tema delicato,
appunto, l'aborto. Non me la sento di fare la moralista e cose varie,
perché non pretendo affatto di avere ragione. Non so se si
è capito bene per come ho scritto questo capitolo, ma io
sono e sarò sempre "squadra Murtagh". Bene, ci tenevo a
dirvelo e spero tanto che tutte quelle che hanno letto abbiano letto
anche questa nota. Un'altra cosa che volevo dirvi è: non ve
la prendete con Liz o con i personaggi quando fanno cazzate. Io sono
così, non mi piace reppresentare personaggi perfetti e
idillici che non sbagliano mai. Nessuno è perfetto.
Bene, dopo questa parte pallosa forse per voi viene la parte un po'
più bella. Visto che comunque questo capitolo non sia un
granché, diaciamo che non accade assolutamente nulla, vi
propongo una cosa: visto che ho già l'altro
capitolo pronto, e vi assicuro che è molto più
emozionante, non appena arrivo...mmm..che so...a 4 recensioni
metterò subito l'altro, ve lo prometto :)
Anzi siccome sti numeri non mi piacciono per niente...diciamo
che basteranno un po' di recensioni ;) Lo faccio solo per non lasciare
questo capitolo assolutamente a zero, visto quanto tempo ci ho messo
per farlo mi dispiacerebbe. Bene, adesso vi lascio, spero di poter
sentire i vostri pareri al più presto :) sappiate
che vi adoro