A Ness,
perché me l’hai betata,
perché mi piace dedicarti le storie
e soprattutto, perché un giorno troverò anche te
Thad non avrebbe dovuto andare
a
Parigi quell’estate.
Lui sarebbe dovuto essere in
Messico da sua madre e sua sorella in quel momento, con la sua ragazza,
la
stessa ragazza che un mese prima aveva beccato con un altro, la stessa
ragazza
che pensava di amare e che voleva presentare a sua madre, a cui un
giorno
avrebbe voluto chiedere di sposarlo, la stessa per la quale aveva
negato la sua
bisessualità, perché a lei quelli come lui
facevano schifo,
I suoi amici
l’avevano trascinato
a forza a Parigi, dopo una settimana passata a scopare ragazzi a caso
allo
Scandals, per distrarlo.
E, c’erano riusciti molto
bene infatti: erano stati
lì due settimane e ogni sera erano andati a una festa o per
locali. Si era dato
alla pazza gioia solo una sera, la prima, e dopo di ché
aveva dovuto fare da
balia a quelli scalmanati che aveva per compagni di scuola e amici,
concedendosi al massimo una birra, nemmeno decente, perché
per quei francesi
era tutto o champagne o super alcolici.
E mentre i suoi amici erano troppo
stanchi e
sbronzi, lui di mattina aveva visitato tutta Parigi, da solo con la sua
fidata
Nikon al collo, tipico turista che girava spaesato per le grandi
città europee.
Ma in fin dei conti non poteva
lamentarsi, era stata
una bella vacanza, e si, aveva smesso di pensare ogni tanto.
Era pronto a tornare in America e
ricominciare da
capo.
La Francia era un bel posto, ma
in fondo quello non era stato uno di quei viaggi che cambiano la vita,o
almeno
non era stato così per Thad finché non era salito
sul pullman verso
l’aeroporto.
Era lì che li aveva
visti, fermi ad un semaforo, un
paio di occhi verdi, così tristi e luminosi allo stesso
tempo, dicendo con un
solo sguardo così tanto e così poco allo stesso
tempo.
I loro sguardi si incrociarono e
quando quegli occhi
guardarono lui Thad sentì un tonfo al cuore,sentendo quasi
un filo di argento
che partendo da lui lo collegasse a quegli occhi.
Cosa avrebbe potuto fare? Prendere
un foglio e
scrivere il suo numero allo sconosciuto? No,sarebbe sembrato una
puttana. Il
suo nome? E poi? Una foto col telefono? Un maniaco.
E poi il semaforo scattò
mentre lui pensava
velocemente e Thad rimase a cerare quegli occhi per tutta la strada, in
ogni
volto, in ogni persona, in ogni cosa.
Si, decisamente quello era stato un
viaggio che,
anche se solo all’ultimo minuto, gli aveva cambiato la vita.
E non sapeva nemmeno quanto.
Sua
madre gliela aveva detto quella
mattina.
”Ci
trasferiamo in Ohio, tuo padre é stato promosso in un nuovo
ufficio lì, ti
abbiamo trovato anche una scuola, un collegio maschile di altissimo
livello.”
E,come
tutte le volte, Sebastian si era
elegantemente alzato dal divano, senza dire una parola, e se ne era
andato
sbattendo la porta,con quel comportamento che sua sorella denominava
‘’la calma
prima della tempesta’’.
E
come dargli torto, dato che
quella che si scatenava nella testa di Sebastian era riduttivo
chiamarla
tempesta, era un vero e proprio tifone, e guai a disturbarlo, o ne
saresti
rimasto travolto, schiacciato, e non è detto vivo.
Sebastian
non era arrabbiato tanto per il fatto
che si trasferissero, di nuovo, quanto per il breve preavviso dei suoi
genitori.
Dopo
essersi trasferito a NY era
dovuto scappare di casa per tornare in Francia,quando aveva perso
Louis. Meningite
gli aveva detto la madre di lui e Sebastian non era riuscito a dirgli
addio, a
dirgli ti amo un ultima volta. Quando era tornato in America poi era
stato
peggio, perché non aveva niente e così passava le
serate a ubriacarsi e a farsi
usare.
Finché
non aveva incontrato Nicole.
Lei l’aveva raccattato e aiutato a rialzarsi,era la sua
migliore amica,e lui
non avrebbe neanche potuto salutarla come si deve e abbracciarla un
ultima
volta perché quando lei sarebbe tornata dalle Filippine lui
sarebbe già stato
chiuso nella sua nuova scuola-carcere.
Bhé,
in fondo forse la scuola non sarebbe stata
male, un collegio maschile significava tanto sesso.
Solo
una cosa Sebastian si era ripromesso
passeggiando per le strade di Parigi.
Non
si sarebbe legato più a
nessuno. Niente amici, solo compagni, niente amanti, solo scopate di
una volta
e,soprattutto, niente sentimenti.
Da
quel giorno sarebbe stato uno
stronzo, cinico e egoista,avrebbe fatto solo quello che avrebbe voluto
e che
gli avrebbe fatto più comodo, si sarebbe fregato degli
altri, si sarebbe fatto
strada in tutto quello che era bravo senza curarsi di chi avrebbe
dovuto
scavalcare o eventualmente fatto fuori.
Sarebbe
stato “cattivo”, perché
nessuno sta con i cattivi.
E
poi era passato quel pullman e aveva incrociato
quegli occhi cioccolato, profondi come pozzi e magnetici come calamite,
e aveva
visto qualcosa dietro quegli occhi, qualcosa che andava scoperto.
E,
mentre il pullman si allontanava, e lui
continuava a cercare quegli occhi ormai lontani, si era fatto una nuova
promessa.
-Ti
troverò-
E
tutti gli altri pensieri scomparvero.
LaRagazzaConICapelliInFiamme
:
Mi piace il nuovo nome del mio angolo d’autore, in onore
della mia nuova
capigliatura.
Ma passiamo alla storia. L’idea è venuta fuori
tornando da Londra, e visto che
sul pullman mi annoiavo, mi sono guardata attorno e aimè,
non ho trovato gli
occhi del mio Seb, ma solo steppa e gente che guida al contrario.
Anche se non so che fine farà questa storia, ci tengo,
perché l’idea mi piace
non tanto, di più. E voglio che sia un gran successo, voglio
che mi ricordino,
voglio rientrare fra i grandi della Thadastian *megalomane e
egocentrica* perché
ce la posso fare, ho le capacità di farlo e ce la
farò.
Alla faccia di quella cogliona di matematica che mi vuole cacciare
dalla scuola
che pensa che sia solo un problema per lei.
Scusate lo sfogo, ma questa cosa sta influenzando tantissimo tutto
quello che
faccio, compresa questa storia.
Quindi mi arrabbierò non molto, di più se non mi
fate sapere niente su cosa
pensate!
Melipedia