Whisper
-1-
Avviso:
I personaggi di questa storia
appartengono tutti all’autrice J.K.
Rowling. Io li ho utilizzati solamente per divertirmi e far divertire chi
leggerà questo lavoro. I fatti narrati di seguito non sono mai avvenuti nella
saga di Harry Potter.
Questo racconto è stato scritto con nessuna intenzione di lucro, quindi, si ritiene che
nessun diritto di copyright sia stato violato.
Buona lettura
Angéle
I'm not a perfect
person, there are many things I wish I didn't do
but I continue learning. I never meant to do those things to you
and so I have to say before I go, that I just want you to know.
I've found a reason for me, to change who I used to be
a reason to start over new, and the reason is you.
HOOBASTANK - Reason
Ron si svegliò con un
piccolo urlo.
Gli
occhi blue sgranati dalla strana sensazione che aveva
provato nel rivedere nei suoi sogni dopo tanto tempo l’unica persone che mai
avrebbe dovuto rivedere.
Poteva
sentire sotto le sue dita ancora le forme generose del suo corpo. Il calore di
quei baci dolci ed appassionati , il profumo di quei
boccoli morbidi, la voglia crescente di sentirla sua e sua soltanto.
Si
alzò dal suo letto madido di sudore.
Mai
un’estate in Inghilterra era stata così calda.
Il
solo e leggerissimo pantalone di cotone che indossava, era opprimente. Si
diresse con passo leggero verso la scrivania, dove qualche ora prima aveva
appoggiato la caraffa di acqua fredda.
Scorse
il suo riflesso nello specchio appeso davanti a lui.
Sorrise notando di quanto il suo fisico era cambiato grazie agli allenamenti da AS.
Il
suo torace prima magro ed ossuto si era amplificato diventando muscoloso e
scolpito, le sue braccia erano così toniche e perfette, le sue gambe ed il suo
sedere erano sodi e statuari.
L’unica
cosa rimasta identica era la sua altezza. Persino i
colori degli occhi e dei capelli erano cambiati diventando più scuri e
mascolini.
Si
passò una mano tra le chiome rosso vivo nel vano tentativo di rassettarle.
-Perché
sei così scemo Ronald Weasley?- si domandò ad alta
voce scrutando il suo riflesso nello specchio. –Perché diavolo dopo tre anni
pensi ancora ad Hermione?-
Sbruffò
cercando di chiudere gli occhi e rilassarsi. Buttò giù un lungo sorso di acqua (grazie a dio) fredda e tornò a buttarsi
pesantemente sul suo letto.
Mise
una mano sulle sue palpebre e cercò di riprendere sonno.
Ancora
una volta il dolcissimo viso della sua ex-migliore amica gli riapparve.
-Porco
cane!- esclamò arrabbiato mettendosi a sedere. –Perché
diavolo mi perseguiti Hermione? Di cosa vuoi punirmi?-
Già,
per quale motivo voleva punirlo? In fondo, era stata lei a lasciarlo tre anni
prima per recarsi a lavorare a N.Y. nel reparto di Magia avanzata.
“Sì,
ma tu potevi fare qualcos’altro per impedirle di prendere quell’aereo...” gli disse una vocina cattiva
dentro di lui.
-E cosa? L’ho supplicata di non partire. Le ho chiesto anche di sposarmi, ma lei ha pianto ed è fuggita
via!- parlò a se stesso dandosi del perfetto idiota.
Ron
si gettò di nuovo sul guanciale sbruffando.
Non
poteva più contare il numero delle volte che aveva rimpianto di non essere
andato all’aeroporto a salutarla. A dirle arrivederci, a dirle per l’ultima
volta che l’amava più di se stesso.
“Forse
sarebbe rimasta...”
-No,
no . Non avrebbe fatto alcuna differenza. Hermione
aveva preso la sua decisione...-
“Non
ti amava abbastanza?”
Ron
rimase in silenzio a pensare a quella domanda. Quante volte se l’era posta?
Era
vero.
Forse
Hermione, la sua Hermione, non l’amava quanto lui amava lei. Forse non provava
lo stesso desiderio di sentirlo vicino, come invece lui desiderava. Forse non erano destinati a stare insieme... forse, doveva andare
così!
“No,
che non doveva andare così!”
Quella
dannata vocina continuava a ronzargli nel cervello. Lo contraddiceva sempre e
questo gli dava fastidio.
Chiuse
con disperazione gli occhi nel tentativo di riprendere sonno.
Aveva
così voglia di non rivedere più Hermione nei suoi sogni. Una voglia estrema e
pazzesca. Una voglia sciocca e stupida, perché, in fondo al suo cuore, sperava
che una volta caduto nel sonno più profondo, la sua
Hermione gli tornasse a far visita.
Un
rumore di piatti e padelle risvegliò Ron dal suo
sonno. Guardò l’orologio e si accorse con disperazione che l’ora del risveglio
era arrivata. Si stiracchiò facendo
scoccare i muscoli della schiena. Sbadigliò tirandosi su a sedere.
Si
diresse con passo in certo verso il bagno.
Di
solito c’era sempre la fila ma quella mattina lo trovò
stranamente vuoto. Entrò aprendo l’acqua della doccia. Si lavò i denti ed il viso prima di immergersi sotto il getto
bollente.
Lasciò
che le dure gocce gli lavassero il dolore ed il desiderio provato quella notte.
Lasciò che l’odore del suo bagnoschiuma cancellasse quello molto più buono ed
intenso di Hermione.
Perché i suoi sogni dovevano essere così
stramaledettamente vividi?
Uscì
dalla doccia circondandosi la vita con l’asciugamano. Rimase a fissarsi davanti
allo specchio.
La
porta del bagno si aprì bruscamente
rivelando una Ginny che sorreggeva tra le braccia una grande
quantità di biancheria pulita.
-Ehi!-
esclamò il rosso allacciandosi meglio il telo sul bacino.
Ginny
sghignazzò.
-Non
preoccuparti fratellino, dopo aver visto Harry nudo non posso
certo scandalizzarmi per te...-disse
maliziosa iniziando a riempire il mobile degli asciugamani.
Ron
le fece il verso.
-Anche
se vi state per sposare non c’è alcun bisogno di
ricordarmi che tu, mia sorella minore, hai già visto abbondantemente
gli arnesi da lavoro di Harry...-
Ginny
rise togliendosi una ciocca vino dagli occhi. Il leggero vestito di lino bianco
contrastava terribilmente.
Rimase
a fissare suo fratello per qualche minuto.
Ron
si ostinava a sbarbarsi ogni mattina. Il pizzetto rosso cresciutogli sul mento
gli dava un certo effetto da auror navigato.
-Toglierai
quel coso per venerdì, vero?-
Ron
si accarezzò i peli corti ma folti che erano stati abilmente disegnati e
curati, in torno alla sua bocca e sul suo mento, dalle espertissime mani del
barbiere della base.
-Neanche
se me lo chiedi in ginocchio...- il rosso si girò
verso di lei puntando le sue mani sui fianchi.
Ginny
incrociò le braccia sul petto.
-Invece
te lo toglierai... almeno che tu non voglia finire per
sederti accanto a Lavanda Brown e al suo fidanzato...- lo minacciò sedendosi
sul brodo della vasca.
Ron
sbiancò. Odiava dai tempi della scuola Lavanda Brown. E
in quel momento la sopportava ancora di meno. Quella sua voce così stridula e
petulante. Per non parlare poi di quel suo fidanzato ipermega noioso.
Non
sapeva fare altro che parlare di calderoni, sfere di cristallo... un vera pizza.
-Ginny,
non puoi farmi questo! Comportati da sorella e fammi tenere il mio pizzetto e
alla larga da quei due!-
Ginevra
rise mordendosi le labbra rosee e stringendo gli occhi. Si alzò dal bordo della
vasca e si avvicinò al petto nudo di Ron.
Alzò la testa ed afferrò con poca grazie i peletti rossi.
-Potrei
anche decidere di farti cambiare tavolo senza toccare questo prezioso... coso... ma tu in cambio dovrai andare a
prendere una persona all’ aeroporto, per me ed Harry.
Non possiamo andare oggi, quindi dovresti pensarci tu.-
Ron ci rifletté. Era una cosa troppo
semplice... quindi dov’era la fregatura?
-Per
me va bene, oggi non ho nulla da fare... però devo prima passare alla base per
la mia lezione agli addestranti. Ho solo due ore questa mattina.-
Ginny sorrise soddisfatta.
-Benissimo.-
Velocemente
si avviò alla porta, ma prima di scomparirci dietro, Ron la
fermò.
-Chi
è?-
Ginny
si girò.
-Chi
è chi?-
-La
persona che devo andare a prendere all’aeroporto?-
Ginny
sorrise si portò una ciocca rossa dietro l’orecchio.
-Oh,
beh... la conosci molto bene.-
-E allora?-
-E allora cosa?-
Ron
sbruffò mentre si pettinava i capelli davanti allo specchio.
-Ginny,
finiscila di fare la bambina. Dimmi chi è che devo andare a prendere
all’aeroporto!- esclamò in un tono che non avrebbe più
ammesso giochi di parole.
-Te
lo dico se mi prometti che poi non ti arrabbierai e verrai lo stesso al mio
matrimonio...-
Ron
rise
-Dai
Ginny, chi mai potrebbe essere, Draco Malfoy...perché se è davvero lui, mi
dispiace ma...-
-Prometti!- lo interruppe portandosi le mai sui
fianchi snelli.
Ron
la guardò negli occhi. Due iridi identiche si confrontarono.
-Prometto...
ora me lo dici, per favore?-
Ginny
fece un profondo respiro.
-Beh,
è Hermione Granger...-
Un
silenzio surreale cadde nel bagno. Le gocce del lavandino non sembrarono mai
così rumorose. Ginny non si era mai resa conto di quanto le orecchie di suo
fratello prendevano colore velocemente.
Ron
strinse tra le mani il flacone di gel.
All’improvviso,
un tuono riempì l’aria.
-COSA?!-
Bene, bene... il primo chap, di questa nuova ffc lampo
sempre su Ron ed Hermione, è stato postato.
L’ho scritta in un periodo un po’ scuro della mia vita
(Verso la fine di Agosto), così se troverete alcune
fasi un po’ noiose o tristi... beh, mi dispiace!
Tra un po’ inizia la scuola... lo so forse mi
troverete pazza ma non mi dispiace poi così tanto. Certo non sarò libera di
scrivere ed inventare come in questi ultimi mesi però sarò sempre impegnata, ed
io adoro esserlo! In inverno, riesco a gestire meglio
il mio tempo, in fatti tra poco arriverà il nuovo chap di DAAB.
L’ho iniziato a scrivere da poco, quindi è ancora in
alto mare, però state tranquilli che è in cantiere...
Beh, ragazzi ora vado.
Ci leggiamo presto con un nuovo aggiornamento di
questa storia, di Clair de Lune(devo ancora iniziare a scrivere il chap ma cmq l’
ho già pensato e strutturato), e DAAB.
Un bacio a tutti.
AngéleJ
p.s.
...lasciatemi un commentino...