Ritorno alla normalità,
o quasi.
Giulia
camminava
rigirando fra le dita una ciocca di capelli biondi insieme alle altre
matricole, ogni due secondi si guardava intorno alla ricerca di una
familiare
capigliatura verde. Ma fra gli alunni di quinta incaricati di portarli
in giro
per la scuola N non c'era...
"Bene, matricole,
questa è la segreteria, troverete tutto quello che vi serve,
comprese le chiavi
delle vostre stanze. Ricordate che il dormitorio dei maschi
è alla sinistra di questo
edificio mentre quello delle ragazze è a destra, e che se
fate tardi a mensa
non mangiate". Il ragazzo rise, salutò il bidello seduto
alla scrivania
davanti all'ingresso con un gesto e si allontanò. Senza N si
sentiva spaesata
come gli altri ragazzi di prima, e adesso che li guardava bene avevano
tutti la
stessa espressione a metà fra il terrorizzato e l'eccitato.
Alcuni di loro stavano
già socializzando, ma non riuscì a sentire i nomi
di chi si stava presentando
vicino a lei che una ragazzina con i capelli del suo stesso colori ma
più
lunghi le si avvicinò con la mano tesa e un sorriso
simpatico. "Ciao, io
sono Alyson Aveline. Piacere di conoscerti."
Si strinsero la mano.
"Piacere mio. Io sono Giulia, Giulia N. Kitsune per la precisione".
"Che bello! Ti
presento Madeline e Francesco e, pensa, saremo in classe insieme!" e il
sorrisino iniziale si trasformò in un enorme sorriso a
trentadue denti.
"Giulia hai già preso le chiavi? Se non l'hai ancora fatto
vieni con noi
in segreteria che controlliamo insieme dove sono le nostre stanze" e
trascinò la biondina con se in segreteria seguita dai suoi
nuovi amici senza
darle la possibilità di rispondere.
Francesco
seguiva le
ragazze con passo flemmatico, le guardava saltellare di quà
e di là per il
corridoio. Si comportavano come se si conoscessero da sempre, a lui
però stare
con loro non dispiaceva, non aveva mai avuto problemi a relazionarsi
con gli
altri.
Dietro di lui camminava
una ragazzina con lunghi capelli neri, tutti ordinati. Madeline non si
era
ancora abituata all'ambiente, sembrava non credere ai suoi occhi. Non
era mai
stata sola in un posto così grande ed era spaesata, si
guardava intorno con la
bocca aperta cercando di memorizzare più cose possibili,
sapeva che lì avrebbe
passato cinque anni della sua vita. Era così impegnata a
guardare il cortile
dalle finestre che non si accorse di andare a scontrarsi con il suo
nuovo
compagno.
"Ops. Scusa, scusa
non volevo! Tu sei Francesco, giusto?" e lo guardò con i
suoi occhioni
grigi.
"Sì, e tu sei
Madeline". Lei annuì. "Dunque saremo in classe insieme.
Dimmi, cosa
farai: allenatrice o coordinatrice?"
"Coordinatrice, e
tu?"
"Anch'io!"
"Wow! È raro trovare
ragazzi che fanno i coordinatori, di solito preferiscono buttarsi nelle
lotte..."
Da poco lontano giunse la
voce squillante e allegra di Alyson "Ehi, Madeline! Siamo compagne di
stanza. E con noi c'è anche Vera!"
Gli
altri preferivano
bighellonare per i corridoi e incontrare vecchi amici piuttosto che
conoscerne
subito di nuovi. Fra questi c'erano due studentesse di seconda, due
amiche di
vecchia data che avevano avuto la fortuna di ritrovarsi nella stessa
scuola.
Feraligatr Rainers era
stata spinta ad entrare alla T.C. Academy dal professor Elm, suo vicino
di casa
e al momento anche genitore adottivo, in quanto sua madre e suo padre
gliel'avevano affidata mentre loro erano a Unima per lavoro.
Elizaveta
Howell, invece,
aveva studiato come una matta per ottenere una borsa di studio e
levarsi di
torno perché il clima in casa sua era diventato
insostenibile.
Sua madre era ancora alla
ricerca del vero amore e non si era rassegnata a passare il resto della
sua
vita da single; suo fratello stava entrando nell'adolescenza
più orrenda che un
ragazzino potesse avere e tra via vai di uomini semisconosciuti,
litigate
quotidiane con chiunque in quella casa e un'esistenza che l'annoiava
sempre di
più e le toglieva la voglia di vivere, aveva preso una
decisione: doveva
fuggire in fretta.
"Come
sono andate le
vacanze?" cominciò Elizaveta pettinandosi la massa di
capelli castani con le
dita.
"Bene, Elm ha già
preparato le lezioni per tutto il resto dell’anno, i miei
genitori non si sono
fatti vedere quasi per niente mentre Ethan e Lyra sono stati a
Olivinopoli
insieme. Ora che ci penso, non ti ho visto quest'estate a
Borgofoglianova..."
disse Feraligatr guardando curiosa l'amica.
"Sì, infatti sono
stata in vacanza con un tipo... Ti ricordi quel ragazzo che faceva la
terza
insieme a Green, con cui ho stretto amicizia l'anno scorso? Lui. Siamo
stati in
crociera insieme." borbottò come se si vergognasse.
"Ma chi? Quel
donnaiolo che ora dovrebbe fare quarta? Niente di serio spero,
perché sarà
anche un bel ragazzo ma è comunque un pezzo di sterco
fumante, l'ho visto come
tratta la gente" si voltò con sgranando gli occhini color
cioccolato e
facendo ondeggiare la coda di capelli scuri.
"Lo so. È una merda,
ma con me è piuttosto gentile" fece una pausa e poi riprese
come se avesse
ricevuto l'illuminazione "Ehi, Feralis! Ti piacerebbe se stessimo nella
stessa stanza quest'anno?"
Aveva colto l'altra alla
sprovvista e le ci volle qualche secondo per collegare la domanda ad
una
risposta "S-sì, certo. Ma non possiamo mica deciderlo noi"
rispose
balbettando.
"Noi no, ma Lui
sì" e ridacchiò. Non bisognava essere geni per
capire che si riferiva al
suo amico. "Lo chiamo subito..."
"Pronto?...
Si...
Ok, ci penso io" il giovane rimise il cellulare in tasca e
iniziò a
lavorare al computer per accontentare la ragazza che gli aveva appena
telefonato.
Non era il tipo che
faceva favori gratuiti alla gente, ma per lei poteva anche fare
un'eccezione e
mettere da parte il suo egoismo.
"Damieeen!" un
altro ragazzo aprì la porta con un calcio e si
catapultò nella stanza carico di
valigie e rumoroso come una mandria di tori “Guarda chi
è il tuo compagno!”
urlò il sedicenne, gettando a terra i bagagli e rimanendo a
bocca aperta come
un ebete. Aprì le braccia facendo svolazzare la maglietta
rossa troppo larga,
rischiando pure di perdere i pantaloni tutti strappati. Non aveva avuto
nemmeno
la decenza di indossare l’uniforme, come d’altronde
facevano tutti per almeno i
primi due giorni, tranne le matricole ovviamente.
“Chi non
muore si rivede. Eh, Niko?” Fece
l’altro alzando appena gli occhi dallo schermo “Non
ti sei ancora disfatto di
canne?” si sistemò i capelli, spostando i ciuffi
neri che gli ricadevano sugli
occhi azzurri, impedendogli di concentrarsi sul suo lavoro.
“Nah, e poi un paio di
cannette ogni tanto non hanno mai ucciso nessuno”
spostò le valigie che aveva
lasciato cadere vicino ai letti a castello e tornò a
guardare l’amico “Qual è
il tuo?”
“Quello singolo, non mi
va di dividere i miei spazi anche mentre dormo”
Il più giovane ridacchiò
e appoggiò le pokeball su una delle
tre scrivanie appiccicate alla parete opposta a quella dei letti.
“Allora io
prendo quello in alto” poi se ne andò a
spaparanzarsi sulla poltroncina
appoggiando i piedi sul tavolino che Damien aveva fatto portare
lì in segreto
insieme al divano.
Il più grande gli lanciò
un’occhiataccia ma non bastò per fargli
abbandonare la comoda posizione, si
guardò intorno, soffermandosi un po’ sui tre letti
che occupavano ben due
pareti “Allora… Dami, sai chi sarà lo
sfigato che verrà a dormire con una
brutta persona come te?” si spettinò ancora di
più il ciuffo castano sulla
testa e rise guardando la faccia offesa dell’altro.
“Nessuno,
appena avrò
accontentato Elizaveta farò tutto ciò che
è in mio potere per far sì che non ci
sia qualcun altro ad infestare la stanza” detto questo si
rimise a lavorare al
portatile che teneva sulle ginocchia.
“A proposito, che ti ha
chiesto quella disgraziata di Borgofoglianova? Tank, come la chiami
tu” chiese
il castano.
“Vuole stare in stanza
insieme ad una sua amica… Mi sta usando, e pure
gratis… soffro” e per
fortificare il concetto si batté il petto con fare
drammatico.
“Hai già visto le
primine?”
“E cosa c’entra?”
“Niente, ma tu mi annoi.
Parliamo di ragazze che non siano Elis, lei non è una
ragazza” e cambiò
posizione “Quindi, hai già visto le
primine?”
“No, non posso perdere
tempo con loro, sono troppo piccole e l’anno prossimo
passerò a un livello
superiore: le prof” concluse solennemente.
“Sei un maiale” e lo
guardò con un sorriso sornione “In classe tua
nessuna degna di nota?”
Si grattò il mento
riflettendo mentre guardava il soffitto. “Sì, ci
sarebbero Seraphine Gray e
Reiko di cui non ricordo mai il cognome. Sono le più carine.
Ma non mi
interessano”
“Non ti interessano o con
loro non hai speranze?” rise Niko.
“Basta, lasciami
lavorare!” e gli lanciò un cuscino in faccia.
Accanto
a Den, Carlotta
sembrava ancora più pallida e spettrale. Quei capelli neri
erano in netto
contrasto con la pelle chiara della ragazza, soprattutto se messa a
confronto
con quella olivastra di lui, insieme al suo fisico muscoloso e robusto
lei
sembrava veramente un fantasma.
Arrivati in segreteria
bussarono alla finestrella che dava sull’ufficio e pochi
secondi dopo la testa
del bidello spuntò da dietro uno scaffale metallico
stracolmo di fogli di
carta.
“Den Miller e Carlotta
diMotta, possiamo avere le schede con gli orari e le chiavi delle
nostre stanze?”
chiese in tono cordiale il giovane.
“Un attimo che controllo”
l’uomo sparì di nuovo dietro agli armadietti, si
sedette davanti al grosso
computer e cercò i nomi dei ragazzi nell’archivio.
Quando riapparve aveva con
sé due fogli pieni di scritte e tabelle e le chiavi con
appeso il cartellino
con il numero delle stanze. “Ecco qua ragazzi. E se fossi in
te, giovanotto, mi
sbrigherei, sei capitato in una camera tipla” mise gli
oggetti sotto i nasi dei
due e Den li afferrò in fretta “Scusa Carlotta,
devo andare” e fuggì di corsa.
La moretta rimase impalata balbettando “Non
c’è problema”. Osservò
l’amico
correre verso i dormitori, i capelli castani svolazzanti al ritmo dei
suo passi
e l’ombra di un sorriso apparve sul suo viso pallido.
Den era al suo terzo
anno, ormai aveva capito che quando venivano sorteggiate le stanze
c’erano due
possibilità:
1) capitare in una camera
doppia con due letti singoli, due scrivanie e uno spazio adeguato a due
persone;
2) essere smistati in una
a tre… questo significava sì uno spazio
più grande, tre letti, di cui uno
singolo e gli altri a castello.
Quelli
più ambiti erano
ovviamente quello singolo e quello in alto e venivano presi dai primi
che
arrivavano, mentre all’ultimo toccava il posto peggiore: il
letto in basso. Per
uno della sua stazza sarebbe stata una vera tortura. Ogni mattina si
sarebbe
svegliato sbattendo la testa e con il mal di schiena. No, doveva
assolutamente
evitarlo.
Fece di corsa tutto il tragitto,
andando a scontrarsi di tanto in tanto con altri ragazzi che incontrava
lungo
la strada, ogni volta blaterava delle scuse e ripartiva a tutta
velocità.
Arrivato
davanti alla
porta che recava lo stesso numero scritto sulle sue chiavi si accorse
con
orrore che era già aperta. Sperò con tutto se
stesso che non fosse già al
completo. L’aprì sussurrando qualche preghiera che
gli morì in gola vedendo due
ragazzi in atteggiamenti bizzarri: uno se ne stava seduto su un divano
che non
avrebbe dovuto trovarsi lì davanti ad un computer portatile
con la testa fra le
mani che emetteva strani mugolii, l’altro era svaccato su una
poltrona (e
nemmeno quella avrebbe dovuto trovarsi lì!) che rideva a
crepapelle dando forti
e sonore pacche sulla schiena al compagno. “Che
incapace!” rise ancora più
forte, si accorse del ragazzo sulla porta e della sua espressione
sconvolta e
gli sorrise amichevolmente. “Benvenuto!” e si
lanciò verso di lui per
stringergli la mano “Io sono Niko e tu sei quello che si
prende il letto
sfigato, Sfigato” e lo fece entrare con una potente pacca fra
le scapole. Il
tipo sul divano continuava a borbottare “Maledetto Clarence,
è tutta colpa tua”
Den
non aveva ancora
spiccicato parola salvo sibilare il suo nome. Rimase con gli occhi
sgranati a
fissare la scena con i due che discutevano a proposito di nomi e
nomignoli senza
capirci una mazza.
Non riusciva a cacciar
via il presentimento che quelle persone all’apparenza quasi
innocue gli
avrebbero regalato un soggiorno infernale.
I
ragazzi di prima si sono conosciuti. Vecchi amici si sono rincontrati e
per tre di loro sta per iniziare una lunga e tortuosa
convivenza.
Prima
di tutto ci presentiamo: siamo Vongola e Scolopendra, ridete pure se
volete... Anche noi abbiamo dei personaggi, e ci scusiamo con tutti voi
se i vostri non compaiono subito in questo capitolo, abbiamo avuto dei
problemi di spazio e anche di immedesimazione. Presto rimedieremo e vi
assicuriamo che tutti i personaggi (anche quelli canon) avranno il loro
spazio e i loro momenti di gloria.
Siamo disponibili a rispondere ad ogni vostra domanda o messaggio,
anche solo per fare due chiacchiere.
Feraligatr Rainers belongs to Feralis
Giulia N. Kitsune belongs to Lady_Kitsune
Alyson Aveline belongs to Alesaphi24
Francesco Matthews belongs to Franciesco td
Elizaveta Howell and Damien Gervais belong to Vongola
Madeline Maynard and Clarence Wiblin (Niko) belong to Scolopendra