34.
DECISIONE
FINALE
Murtagh tornò alla
locanda molto tardi, quando ormai
non c'era più nessuno per strada.
Non aveva né pranzato
né cenato, il suo stomaco si
lamentava ormai da un pezzo e le sue gambe non lo reggevano
più in piedi dalla
stanchezza.
Tuttavia non aveva il coraggio di
dormire insieme a
lei, non aveva il coraggio di osservarla negli occhi.
Non era vero che gli faceva schifo,
era solo deluso dal
suo comportamento.
Ma forse era davvero sua la colpa.
Era lui che non
riusciva a capire le sue ragioni.
<< Giovanotto,vi vedo
un po' giù... qualcosa da
bere? >> fece l'oste, interrompendo i suoi pensieri.
Ma sì, perché
no? Avrebbe preferito di gran lunga
qualcosa da mettere sotto i denti ma anche un po' di buon vino non gli
sarebbe
dispiaciuto.
E poi l'alcool aveva la fantastica
dote di farti
sentire bene, momentaneamente.
<< Sì
grazie, avete vino? >>
<< Certo, il migliore
che si possa trovare qui
in paese >>rispose l'uomo, contento di aver trovato un
nuovo cliente.
In pochi secondi lo
servì.
Murtagh rimase a guardare il
liquido scuro attraverso
il vetro, limitandosi a fare ondeggiare il bicchiere, poi quando si fu
accertato della sua qualità bevve tutto in un sorso.
La sua gola prese a bruciare,
così come il suo stomaco
vuoto.
Dopo parecchio tempo neanche si
ricordava più quanti
bicchieri avesse bevuto. La figura sfocata dell'oste di fronte a lui
sembrava
minacciarlo.
Sentì qualche parola,
non capendo bene il significato.
<< Ancora...
>>biascicò il ragazzo
porgendogli il bicchiere vuoto. Ma l'uomo si limitò a
scuotere la testa.
Murtagh allora si alzò
dal bancone, facendo però
cadere il bicchiere, che si frantumò.
L'uomo, parecchio seccato, gli
intimò di salire nella
sua stanza.
Fu allora che Murtagh si
ritrovò involontariamente a
percorrere, barcollante, le scale che portavano nella sua camera.
Prima di arrivare si
accasciò due volte, mentre
cercava di recuperare l'equilibrio.
Si fermò sull'ultimo
gradino, tenendosi la testa
dolorante.
Sembrava essere trascorso un secolo
da quando aveva
visto per l'ultima volta Liz.
Si alzò goffamente e in
equilibrio precario riuscì ad
arrivare fino alla porta.
<< Dannazione!
>>urlò quando la porta non
ne volle sapere di aprirsi. Probabilmente era chiusa a chiave, era
notte fonda.
Dopo incessanti colpi dati al legno
che stavano
svegliando tutta la locanda la porta si aprì lentamente,
rivelando una figurina
esile.
<< Liz! Liz, ti prego
fammi entrare! >>supplicò,
con voce impastata.
La ragazza spalancò gli
occhi.
<< Murtagh, sei
ubriaco? >>domandò,
stupita, vedendo che non riusciva neanche a stare in piedi.
<< Nooo, non
ubriaco...solo leggermente sbronzo!
>>disse il ragazzo, perdendo di nuovo l'equilibrio.
Lei allora spalancò la
porta e lo afferrò,
sostenendolo poi lo portò in camera.
Sempre barcollando
riuscì infine ad arrivare al letto
e si accasciò immediatamente su di esso.
Liz era preoccupata. Non sembrava
una semplice
sbornia, stava sudando e continuava a lamentarsi e ad agitarsi.
<< Murt, calmati,
vieni ti porto nel bagno
>>cercò di tirarlo su, ma lui non ne voleva
sapere. Mentre lei cercava
con tutte le sue forze di sollevarlo dal letto, il ragazzo le
afferrò il posto,
facendola cadere addosso a lui.
<< Ti prego, Liz,
perdonami! Perdonami!
>>supplicò ancora, tenendola stretta.
Lei tentò di liberarsi,
ma più si allontanava, più il
ragazzo iniziava ad ululare.
Facendo in questo modo avrebbero
svegliato tutti.
Sospirò
spazientita:<< Va bene, se mi lasci ti
perdono ok? >>
Il ragazzo fece un sorriso ebete,
poi la lasciò
immediatamente.
<< Perché
non dormi con me? >>si lamentò
<< non è vero che mi fai schifo, io ti amo lo
stesso >> borbottò
<< anche se non hai più il nostro bambino in
grembo >>le sfiorò
leggermente la pancia, poi si addormentò all'improvviso.
Un forte mal di testa gli
annunciò il mattino seguente.
Perché si era ridotto in quello stato? Sollevò il
busto e scoprì di essere solo
con le brache. Molto probabilmente la notte passata un angelo si era
occupato
di lui. Ricordò vagamente quando lui si lamentava degli
impacchi freddi a
contatto con la sua pelle bollente.
Ma a quanto pare l'angelo era
volato via anche questa
volta lasciandolo solo.
E al dolore si aggiunse anche una
profonda tristezza.
Perché incolpava lei
della sua testardaggine quando
poi lui stesso era ancora peggio?!
Si era impuntato sul non voler
rinunciare al bambino,
ma adesso stava anche per rinunciare a lei.
"Bravo Murtagh, bravo davvero!" si
disse fra
sé, imprecando.
Con difficoltà si
alzò in piedi, intenzionato a
cercarla, ovunque si trovasse.
Ma dove doveva andare?! Non
riusciva nemmeno a fare
quattro passi in linea retta che già il pavimento cominciava
a ruotare intorno
a lui.
Si accasciò di nuovo sul
letto, frustrato.
Era lui il vero egoista. La ragazza
si era occupata
della sua salute tutta la notte, mentre doveva essere lui a prendersi
cura di
lei, dopo aver fatto quella cosa. Meritava riposo, meritava
tranquillità. Tutto
il contrario di ciò che gli aveva portato.
<< T-ti ho portato
qualcosa da mangiare...
sempre se ne hai voglia... >>
Murtagh si girò, verso
dove proveniva la voce.
Liz entrava dalla porta, con un
sorriso imbarazzato,
portando un piccolo vassoietto.
Gli venne l'irrefrenabile impulso
di abbracciarla,
così su due piedi, senza motivazione, solo spinto da tutto
l'affetto che
provava per lei in quel momento. Peccato che il suo corpo non la
pensava allo
stesso modo. Riuscì solo a sollevare un po' il busto.
Non rinunciò
però a farle un gran sorriso, il più
umile che potesse fare.
<< Vieni qui
>> disse aprendo le braccia.
La ragazza rimase sorpresa da
quella richiesta, però
poggiò il vassoio con la colazione nel comodino, lasciandosi
poi abbracciare.
<< Non sai quanto ti
amo, non puoi sapere quanto
>>pronunciò lui, allentando la presa subito
dopo. Si dedicò poi
esclusivamente ai suoi occhi.
C'era forse un po' di stanchezza,
ma niente rabbia o
indignazione.
<< Liz, amore mio, tu
sei troppo buona con me
>>disse abbassando per un attimo il capo per poi tornare
al suo sguardo
attento.
<< Io non mi meritavo
il tuo perdono... non
perché io non mi sia pentito, ma perché non ho
fatto niente per farmi
perdonare, anzi come un idiota sono andato ad ubriacarmi, incasinadomi
ancora
di più. Se tu fossi stata una persona come le altre molto
probabilmente mi
avresti mandato a quel paese, ma tu invece no, ti sei presa cura di me
per
tutta la notte...come ho potuto avere il coraggio di dire che tu sia
egoista?
>>chiese più a sé stesso che a lei.
<< E' tutto passato,
tranquillo, anche io ero
fuori di me dalla rabbia, e molto probabilmente anche io
avrò detto delle cose
a sproposito... >>
Il ragazzo sospirò,
ripensando a quell'accesa
discussione, che alla fine aveva finito per tramutarsi in una lite.
<< Io...
>> le sfiorò una guancia con la
mano << ...devi sapere che accetto la tua scelta.
Perché io ti sosterrò
sempre, sempre, sappilo >>
<< Lo so
>>
<< Hai
già...? Beh hai capito >>
<< Messo fine alla
vita di mio figlio? No, e non
lo farò >> lo guardò decisa.
<< C-che significa?
>> balbettò confuso,
vedendola raggiante.
<< Significa che ho
cambiato idea, non posso?
>> mentre cercava di trattenere le risate.
<< C-certo, ma...che
è successo? Chi è stato a
farti cambiare idea?? I-io non capisco >> disse sempre
più confuso.
All'ennesimo balbettare di
quest'ultimo Liz non riuscì
più a trattenersi e scoppiò a ridere, poi gli
diede un bacetto sul naso.
<< Dai Liz! Non mi
prendere in giro! >>
disse esasperato, mentre continuava a non capire cosa ci fosse di tanto
divertente.
<< Sciocchino sei
stato tu a farmi cambiare idea
>>
<< Io?? Ma se mi
stavi assalendo ieri per quello
che dicevo! >>
<< Sì
ma...beh ci ho riflettuto bene, e ho
deciso che insieme ce la possiamo fare, ne sono sicu..
>>fu interrotta
dal ragazzo che gli saltò addosso, cominciando a
sbaciucchiarla.
Quando poi finalmente la
lasciò andare passò
l'attenzione alla sua pancia, per adesso ancora totalmente piatta.
Alzò poco la maglietta
per osservare la sua pelle
chiara e delicata, che poi baciò lentamente.
Quando alzò il viso era
raggiante. Se le sue gambe
glielo avessero permesso si sarebbe messo a saltare sul letto dalla
gioia.
Poi però mentre tutta
una furia di emozioni bellissime
gli vorticavano in testa lo assalirono anche i dubbi.
<< Liz, non
è che tu lo stai facendo solo per
farmi felice vero? Perché io prima di tutto voglio la tua
felicità, e se tu non
sei convinta o... >> ma la ragazza lo zittì.
Il suo largo sorriso fu la
risposta più soddisfacente di tutte. Nessuna parola avrebbe
potuto descrivere
la gioia come quel sorriso così spontaneo.
Sarebbe diventato padre. No, che
parola burbera,
sarebbe diventato papà. Papà.
Sì, adesso sì
che poteva definirsi contento... ma
quale contento! Era semplicemente fuori di testa dall'euforia!
Papà. Già incominciava
ad abituarsi a quel termine.
Quello era l'ultimo giorno che
passavano a Daret.
Si svegliò per primo ed
incominciò ad accarezzarle il
ventre, dove in quel momento il loro bambino stava crescendo. La
baciò
delicatamente e lei si svegliò, aprendo gli occhi assonnati
ma pieni di gioia.
<< Buongiorno...
>>disse con voce
impastata dal sonno.
<< Buongiorno piccola
>>le rispose con un
gran sorriso << senti ti volevo chiedere una cosa, sei
sicura di voler
viaggiare? Perché se non te la senti possiamo rimanere e
prendere una casa
qui...visto che ti piace così tanto... >>
<< No andiamo a
Carvahall, io mi sento bene,
posso farcela >>rispose decisa << in fondo
ho solo 2 mesi, la
grande maggioranza delle donne a 2 mesi non sa nemmeno di essere
incinta >>
<< Va bene, faremo
come preferisci tu...
>>disse Murtagh baciandola dolcemente.
Salutarono per l'ultima volta
Trevor davanti le porte
della città.
La moglie con in braccio il piccolo
Joseph, era venuta
a fare compagnia al marito.
Per la prima volta la ragazza,
spinta dall'uomo, prese
in braccio il piccolo. E per lei fu una sensazione così
piacevole! La sua pelle
così morbida, il suo profumo così delicato.
Il bambino non fece storie, anzi le
rivolse un grande
sorriso, poi disse qualche parola nel suo linguaggio da
bebè, che naturalmente nessuno
riuscì a
comprendere. Liz si fece contagiare subito dalla sua allegria,
sorridendo
felice, mentre Murtagh osservava tutta la scena molto rincuorato.
<< Siete davvero
delle persone stupende, mi
auguro che vostro figlio possa tornare sano e salvo dall'esercito
>>
La donna rivolse a Murtagh un
sorriso stanco, un
sorriso educato di chi ormai ha tutta l'aria di aver perso le speranze.
Liz si avvicinò a lei
:<< Non arrendetevi,
continuate sempre a sperare... >>cercò di
consolarla. Trevor le mise un
braccio intorno alle spalle, facendole poggiare la testa nella sua
spalla. Un
gesto semplice, ma di grande affetto. Il piccolo dopo un po' sporse le
braccia
in avanti, e Liz lo mollò fra le braccia del nonno.
<< Grazie ragazzi,
vedrete che voi due insieme
costruirete davvero una bella famiglia. >>
I due ragazzi li ringraziarono e
salutandoli per
l'ultima volta salirono sui cavalli per partire alla volta di
Carvahall.
Camminavano ormai da diversi
giorni, senza fare alcuna
sosta in altri villaggi. In effetti non ne avevano incontrati
percorrendo la
traiettoria che avevano stabilito prima. Altrimenti avrebbero dovuto
deviare di
un bel po' di miglia, e non era affatto conveniente.
Era quasi buio ormai, quindi
decisero di fermarsi.
<< Liz, sai dove
siamo? >> la interrogò
Murtagh.
<< Uhm...no
>> rispose riflettendoci un
po' su << vicino Carvahall suppongo, ormai manca poco
>>
<< Rifletti, siamo
vicino Carvahall e siamo
sulle montagne, guarda siamo così in alto... >>
<< Smettila di
interrogarmi! >> sbuffò la
ragazza, infastidita dalle sue richieste. Gli duoleva ammettere di non
essere
brava in qualcosa. E questo qualcosa era proprio tutto ciò
che riguardava
l'istruzione. A stento sapeva leggere e scrivere!
<< Va bene, stai
calmina! >> la canzonò,
divertito << siamo sulla Grande Dorsale! >>
disse infine.
La ragazza alzò il
sopracciglio.
<< Beh?
>>
<< Ma come?? Non hai
sentito parlare delle varie
leggende oscure su queste montagne? >>
La ragazza
sbuffò:<< Ti pare che me ne importi
qualcosa? Sono solo sciocche superstizioni! >> e detto
questo si tolse la
sacca dalle spalle, gettandola a terra.
Lui alzò le spalle, poi
incominciò a preparare la
legna per il fuoco.
<< Ricordami
perché non potevamo arrivare fino a
Carvahall, ormai è talmente vicino... >>si
lamentò Liz.
<< Beh,
più che altro per cautela. E' meglio
arrivare in un nuovo paese quando è giorno...gli abitanti
potrebbero
insospettirsi >> gli rispose il ragazzo, e lei
annuì, convinta.
Dopo un po' di tempo che Murtagh
raccoglieva legna a
sufficienza, raccogliendola tutta in un punto, sentì la
presa della ragazza,
che gli fermò la mano.
Si girò per chiedere
spiegazioni.
<< Qui ci penso io
>> disse con decisione
<< perché non vai un po' a caccia?
>> propose.
<< Ma abbiamo cose a
sufficienza per questa sera
no? >>
<<
Uhm...sì >> abbassò lo sguardo
<<
ma la carne l'abbiamo finita da un po' e io sono stufa di minestre...
>> si
lagnò.
Murtagh le sollevò il
mento:<< Stai diventando
davvero capricciosa sai? >>scherzò.
<< Non è
colpa mia! >>
<< Ti diverti a
sfruttarmi con la scusa della
gravidanza eh? >>la stuzzicò ancora.
<< Beh allora a che
servono gli uomini se non
per essere sfruttati in questi casi? >>
continuò il gioco, facendogli
l'occhiolino.
<< Va bene va bene,
vedo che posso fare, ma non
ti garantisco niente >>acconsentì, prendendo
il suo arco con le frecce.
<< Dai che ce la puoi
fare! Io confido in te!
>> scherzò ancora, dandogli un bacio e
dandogli una piccola spinta per
farlo andare in fretta << Ah e...preferibilmente
coniglio! >>gli
urlò infine.
Il ragazzo rise poi si
affrettò ad incamminarsi dentro
il bosco, alla ricerca di selvaggina.
Era bravo nel tiro con l'arco, ma
non quanto con la
spada, quindi non era per niente sicuro di riuscire a catturare qualche
preda
di sera e, soprattutto, in fretta.
Mentre cacciava, sentì
un improvviso odore di bruciato
provenire da poco più in fondo. Decise di scendere a vedere,
ma non fu un bello
spettacolo.
L'intera foresta più
sotto era avvolta dalle fiamme.
Era sicuramente un incendio doloso,
visto come si
stesse propagando in fretta. Il vento per di più non
contribuiva ad aiutare la
situazione già complicata.
Il fuoco si sarebbe propagato anche
nei boschi e nelle
campagne vicine, per non parlare della piccola cittadina,
pericolosamente a
tiro. Ma le fiamme
erano ormai troppo
alte, non si poteva fare più niente, a meno che...
A meno che non avesse chiamato
rinforzi.
Il suo animo nobile lo spinse a
provare.
Allora di corsa tornò
indietro, fino a raggiungere la
ragazza, che ormai acceso il fuoco stava guardando il cielo, distesa.
Appena lo vide arrivare
così affannato si alzò,
preoccupata.
<< Che è
successo? >>
<< L'intera foresta
va in fiamme, vado a
Carvahall per avvertire i cittadini e cercare aiuto >>
disse salendo in
fretta e furia su Tornac.
<< Vengo anch'io! In
due si fa prima! >>
<< No! Tu resti qui e
non si discute. Non credo
che le fiamme arriveranno fin qui, il vento le porta verso il villaggio
>>
Ma Liz non si
arrese:<< Murtagh smettila, sono
incinta non sono malata! >>replicò, ma il
ragazzo dopo averle rivolto
un'occhiata severa, era già partito al galoppo, andando
verso il villaggio.
Era meglio ubbidirgli, non voleva
scatenare la sua
ira.
In poche ore il ragazzo
arrivò. Anche qui non c'erano
cancelli o mura di cinta quindi entrò senza problemi,
percorrendo la strada
principale.
Ma visto che era notte fonda era
tutto deserto.
Non poteva mettersi a urlare,
doveva trovare qualcuno
del villaggio che chiamasse tutto il resto.
Si guardò intorno in
cerca di un'osteria o qualcosa
del genere, ma non appena volse lo sguardo in alto, notò nei
tetti di ogni casa
degli uomini, sbucati improvvisamente.
Non fece in tempo a riflettere su
cosa fare che già
diverse frecce vennero scagliate contro di lui.
Murtagh cercò di deviarle e schivarle, ma erano troppe, e prima di riuscire a trovare un riparo una lo trafisse alla spalla, provocandogli un dolore acuto, ma per niente paragonabile a quello che provò quando qualcuno lo colpì alla schiena, con quello che giudicò essere un martello o una mazza. E cadde a terra svenuto.
AAAAAAAAWWWW
Vi giuro
non mi aspettavo minimamente che queste recensioni arrivassero
così presto!! Non mi avete dato manco il tempo!! Quando ho
controllato poco fa quasi mi è venuto un colpo!!
Non potete capire quanto io sia rimasta contenta! Quindi dovevo per
forza ringraziarvi per benino! ;)
Ahahaha visto com'è finito in aria sto capitolo penso mi
ammazzerete davvero! Beh, suspance è suspance muahahha mi
sento crudele...
A prestissimo tesori miei ;) spero che le recensioni arrivino anche
senza incoraggiamenti e proposte di accordi vari! ahaha