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Autore: jasmine94    08/05/2013    5 recensioni
Se amate le storie ricche di avventure e soprattutto ricche di fantasia, questa FF fa al caso vostro.
Non per nulla infatti è incentrata sul fantastico mondo di Alagaesia, però con un protagonista del tutto nuovo: una ragazza, il cui destino si intreccerà inesorabilmente con quello dei protagonisti del Paolini, in un mondo sempre più magico e misterioso, in cui verranno svelati particolari inediti che ogni fan della saga di Eragon vorrebbe conoscere.
Se vi incuriosisce sapere cosa accadeva nel castello di Galbatorix prima che il nuovo Cavaliere trovasse il suo drago, allora iniziate a leggere questo primo capitolo...buona lettura :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                         34.     DECISIONE FINALE

 

 

Murtagh tornò alla locanda molto tardi, quando ormai non c'era più nessuno per strada.

Non aveva né pranzato né cenato, il suo stomaco si lamentava ormai da un pezzo e le sue gambe non lo reggevano più in piedi dalla stanchezza. 

Tuttavia non aveva il coraggio di dormire insieme a lei, non aveva il coraggio di osservarla negli occhi.  

Non era vero che gli faceva schifo, era solo deluso dal suo comportamento.

Ma forse era davvero sua la colpa. Era lui che non riusciva a capire le sue ragioni.

<< Giovanotto,vi vedo un po' giù... qualcosa da bere? >> fece l'oste, interrompendo i suoi pensieri.

Ma sì, perché no? Avrebbe preferito di gran lunga qualcosa da mettere sotto i denti ma anche un po' di buon vino non gli sarebbe dispiaciuto.

E poi l'alcool aveva la fantastica dote di farti sentire bene, momentaneamente.

<< Sì grazie, avete vino? >>

<< Certo, il migliore che si possa trovare qui in paese >>rispose l'uomo, contento di aver trovato un nuovo cliente.

In pochi secondi lo servì.

Murtagh rimase a guardare il liquido scuro attraverso il vetro, limitandosi a fare ondeggiare il bicchiere, poi quando si fu accertato della sua qualità bevve tutto in un sorso.

La sua gola prese a bruciare, così come il suo stomaco vuoto.

 

Dopo parecchio tempo neanche si ricordava più quanti bicchieri avesse bevuto. La figura sfocata dell'oste di fronte a lui sembrava minacciarlo.

Sentì qualche parola, non capendo bene il significato.

<< Ancora... >>biascicò il ragazzo porgendogli il bicchiere vuoto. Ma l'uomo si limitò a scuotere la testa.

Murtagh allora si alzò dal bancone, facendo però cadere il bicchiere, che si frantumò. 

L'uomo, parecchio seccato, gli intimò di salire nella sua stanza.

Fu allora che Murtagh si ritrovò involontariamente a percorrere, barcollante, le scale che portavano nella sua camera.

Prima di arrivare si accasciò due volte, mentre cercava di recuperare l'equilibrio.

Si fermò sull'ultimo gradino, tenendosi la testa dolorante.

Sembrava essere trascorso un secolo da quando aveva visto per l'ultima volta Liz.

Si alzò goffamente e in equilibrio precario riuscì ad arrivare fino alla porta.

<< Dannazione! >>urlò quando la porta non ne volle sapere di aprirsi. Probabilmente era chiusa a chiave, era notte fonda.

Dopo incessanti colpi dati al legno che stavano svegliando tutta la locanda la porta si aprì lentamente, rivelando una figurina esile.

<< Liz! Liz, ti prego fammi entrare! >>supplicò, con voce impastata.

La ragazza spalancò gli occhi.

<< Murtagh, sei ubriaco? >>domandò, stupita, vedendo che non riusciva neanche a stare in piedi.  

<< Nooo, non ubriaco...solo leggermente sbronzo! >>disse il ragazzo, perdendo di nuovo l'equilibrio.

Lei allora spalancò la porta e lo afferrò, sostenendolo poi lo portò in camera.

Sempre barcollando riuscì infine ad arrivare al letto e si accasciò immediatamente su di esso.

Liz era preoccupata. Non sembrava una semplice sbornia, stava sudando e continuava a lamentarsi e ad agitarsi.

<< Murt, calmati, vieni ti porto nel bagno >>cercò di tirarlo su, ma lui non ne voleva sapere. Mentre lei cercava con tutte le sue forze di sollevarlo dal letto, il ragazzo le afferrò il posto, facendola cadere addosso a lui.

<< Ti prego, Liz, perdonami! Perdonami! >>supplicò ancora, tenendola stretta.

Lei tentò di liberarsi, ma più si allontanava, più il ragazzo iniziava ad ululare.

Facendo in questo modo avrebbero svegliato tutti.

Sospirò spazientita:<< Va bene, se mi lasci ti perdono ok? >>

Il ragazzo fece un sorriso ebete, poi la lasciò immediatamente.

<< Perché non dormi con me? >>si lamentò << non è vero che mi fai schifo, io ti amo lo stesso >> borbottò << anche se non hai più il nostro bambino in grembo >>le sfiorò leggermente la pancia, poi si addormentò all'improvviso.  

 

Un forte mal di testa gli annunciò il mattino seguente. Perché si era ridotto in quello stato? Sollevò il busto e scoprì di essere solo con le brache. Molto probabilmente la notte passata un angelo si era occupato di lui. Ricordò vagamente quando lui si lamentava degli impacchi freddi a contatto con la sua pelle bollente.

Ma a quanto pare l'angelo era volato via anche questa volta lasciandolo solo.

E al dolore si aggiunse anche una profonda tristezza.

Perché incolpava lei della sua testardaggine quando poi lui stesso era ancora peggio?!

Si era impuntato sul non voler rinunciare al bambino, ma adesso stava anche per rinunciare a lei.

"Bravo Murtagh, bravo davvero!" si disse fra sé, imprecando.

Con difficoltà si alzò in piedi, intenzionato a cercarla, ovunque si trovasse.

Ma dove doveva andare?! Non riusciva nemmeno a fare quattro passi in linea retta che già il pavimento cominciava a ruotare intorno a lui.

Si accasciò di nuovo sul letto, frustrato.

Era lui il vero egoista. La ragazza si era occupata della sua salute tutta la notte, mentre doveva essere lui a prendersi cura di lei, dopo aver fatto quella cosa. Meritava riposo, meritava tranquillità. Tutto il contrario di ciò che gli aveva portato.

<< T-ti ho portato qualcosa da mangiare... sempre se ne hai voglia... >>

Murtagh si girò, verso dove proveniva la voce.

Liz entrava dalla porta, con un sorriso imbarazzato, portando un piccolo vassoietto.

Gli venne l'irrefrenabile impulso di abbracciarla, così su due piedi, senza motivazione, solo spinto da tutto l'affetto che provava per lei in quel momento. Peccato che il suo corpo non la pensava allo stesso modo. Riuscì solo a sollevare un po' il busto.

Non rinunciò però a farle un gran sorriso, il più umile che potesse fare.

<< Vieni qui >> disse aprendo le braccia.

La ragazza rimase sorpresa da quella richiesta, però poggiò il vassoio con la colazione nel comodino, lasciandosi poi abbracciare.

<< Non sai quanto ti amo, non puoi sapere quanto >>pronunciò lui, allentando la presa subito dopo. Si dedicò poi esclusivamente ai suoi occhi.

C'era forse un po' di stanchezza, ma niente rabbia o indignazione.

<< Liz, amore mio, tu sei troppo buona con me >>disse abbassando per un attimo il capo per poi tornare al suo sguardo attento.

<< Io non mi meritavo il tuo perdono... non perché io non mi sia pentito, ma perché non ho fatto niente per farmi perdonare, anzi come un idiota sono andato ad ubriacarmi, incasinadomi ancora di più. Se tu fossi stata una persona come le altre molto probabilmente mi avresti mandato a quel paese, ma tu invece no, ti sei presa cura di me per tutta la notte...come ho potuto avere il coraggio di dire che tu sia egoista? >>chiese più a sé stesso che a lei.

<< E' tutto passato, tranquillo, anche io ero fuori di me dalla rabbia, e molto probabilmente anche io avrò detto delle cose a sproposito... >>

Il ragazzo sospirò, ripensando a quell'accesa discussione, che alla fine aveva finito per tramutarsi in una lite.

<< Io... >> le sfiorò una guancia con la mano << ...devi sapere che accetto la tua scelta. Perché io ti sosterrò sempre, sempre, sappilo >>

<< Lo so >>

<< Hai già...? Beh hai capito >>

<< Messo fine alla vita di mio figlio? No, e non lo farò >> lo guardò decisa.

<< C-che significa? >> balbettò confuso, vedendola raggiante.

<< Significa che ho cambiato idea, non posso? >> mentre cercava di trattenere le risate.

<< C-certo, ma...che è successo? Chi è stato a farti cambiare idea?? I-io non capisco >> disse sempre più confuso.

All'ennesimo balbettare di quest'ultimo Liz non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, poi gli diede un bacetto sul naso.

<< Dai Liz! Non mi prendere in giro! >> disse esasperato, mentre continuava a non capire cosa ci fosse di tanto divertente.

<< Sciocchino sei stato tu a farmi cambiare idea >>

<< Io?? Ma se mi stavi assalendo ieri per quello che dicevo! >>

<< Sì ma...beh ci ho riflettuto bene, e ho deciso che insieme ce la possiamo fare, ne sono sicu.. >>fu interrotta dal ragazzo che gli saltò addosso, cominciando a sbaciucchiarla.

Quando poi finalmente la lasciò andare passò l'attenzione alla sua pancia, per adesso ancora totalmente piatta.

Alzò poco la maglietta per osservare la sua pelle chiara e delicata, che poi baciò lentamente.

Quando alzò il viso era raggiante. Se le sue gambe glielo avessero permesso si sarebbe messo a saltare sul letto dalla gioia.

Poi però mentre tutta una furia di emozioni bellissime gli vorticavano in testa lo assalirono anche i dubbi.

<< Liz, non è che tu lo stai facendo solo per farmi felice vero? Perché io prima di tutto voglio la tua felicità, e se tu non sei convinta o... >> ma la ragazza lo zittì. Il suo largo sorriso fu la risposta più soddisfacente di tutte. Nessuna parola avrebbe potuto descrivere la gioia come quel sorriso così spontaneo.

Sarebbe diventato padre. No, che parola burbera, sarebbe diventato papà. Papà.

Sì, adesso sì che poteva definirsi contento... ma quale contento! Era semplicemente fuori di testa dall'euforia! Papà. Già incominciava ad abituarsi a quel termine.

 

 

Quello era l'ultimo giorno che passavano a Daret.

Si svegliò per primo ed incominciò ad accarezzarle il ventre, dove in quel momento il loro bambino stava crescendo. La baciò delicatamente e lei si svegliò, aprendo gli occhi assonnati ma pieni di gioia.

<< Buongiorno... >>disse con voce impastata dal sonno.

<< Buongiorno piccola >>le rispose con un gran sorriso << senti ti volevo chiedere una cosa, sei sicura di voler viaggiare? Perché se non te la senti possiamo rimanere e prendere una casa qui...visto che ti piace così tanto... >>

<< No andiamo a Carvahall, io mi sento bene, posso farcela >>rispose decisa << in fondo ho solo 2 mesi, la grande maggioranza delle donne a 2 mesi non sa nemmeno di essere incinta >>

<< Va bene, faremo come preferisci tu... >>disse Murtagh baciandola dolcemente.

 

 

Salutarono per l'ultima volta Trevor davanti le porte della città.

La moglie con in braccio il piccolo Joseph, era venuta a fare compagnia al marito.

Per la prima volta la ragazza, spinta dall'uomo, prese in braccio il piccolo. E per lei fu una sensazione così piacevole! La sua pelle così morbida, il suo profumo così delicato.

Il bambino non fece storie, anzi le rivolse un grande sorriso, poi disse qualche parola nel suo linguaggio da  bebè, che naturalmente nessuno riuscì a comprendere. Liz si fece contagiare subito dalla sua allegria, sorridendo felice, mentre Murtagh osservava tutta la scena molto rincuorato.

<< Siete davvero delle persone stupende, mi auguro che vostro figlio possa tornare sano e salvo dall'esercito >>

La donna rivolse a Murtagh un sorriso stanco, un sorriso educato di chi ormai ha tutta l'aria di aver perso le speranze.

Liz si avvicinò a lei :<< Non arrendetevi, continuate sempre a sperare... >>cercò di consolarla. Trevor le mise un braccio intorno alle spalle, facendole poggiare la testa nella sua spalla. Un gesto semplice, ma di grande affetto. Il piccolo dopo un po' sporse le braccia in avanti, e Liz lo mollò fra le braccia del nonno.

<< Grazie ragazzi, vedrete che voi due insieme costruirete davvero una bella famiglia. >>

I due ragazzi li ringraziarono e salutandoli per l'ultima volta salirono sui cavalli per partire alla volta di Carvahall.

 

 

Camminavano ormai da diversi giorni, senza fare alcuna sosta in altri villaggi. In effetti non ne avevano incontrati percorrendo la traiettoria che avevano stabilito prima. Altrimenti avrebbero dovuto deviare di un bel po' di miglia, e non era affatto conveniente.

Era quasi buio ormai, quindi decisero di fermarsi.

<< Liz, sai dove siamo? >> la interrogò Murtagh.

<< Uhm...no >> rispose riflettendoci un po' su << vicino Carvahall suppongo, ormai manca poco >>

<< Rifletti, siamo vicino Carvahall e siamo sulle montagne, guarda siamo così in alto... >>

<< Smettila di interrogarmi! >> sbuffò la ragazza, infastidita dalle sue richieste. Gli duoleva ammettere di non essere brava in qualcosa. E questo qualcosa era proprio tutto ciò che riguardava l'istruzione. A stento sapeva leggere e scrivere! 

<< Va bene, stai calmina! >> la canzonò, divertito << siamo sulla Grande Dorsale! >> disse infine.

La ragazza alzò il sopracciglio.

<< Beh? >>

<< Ma come?? Non hai sentito parlare delle varie leggende oscure su queste montagne? >>

La ragazza sbuffò:<< Ti pare che me ne importi qualcosa? Sono solo sciocche superstizioni! >> e detto questo si tolse la sacca dalle spalle, gettandola a terra.

Lui alzò le spalle, poi incominciò a preparare la legna per il fuoco.

<< Ricordami perché non potevamo arrivare fino a Carvahall, ormai è talmente vicino... >>si lamentò Liz.

<< Beh, più che altro per cautela. E' meglio arrivare in un nuovo paese quando è giorno...gli abitanti potrebbero insospettirsi >> gli rispose il ragazzo, e lei annuì, convinta.

Dopo un po' di tempo che Murtagh raccoglieva legna a sufficienza, raccogliendola tutta in un punto, sentì la presa della ragazza, che gli fermò la mano.

Si girò per chiedere spiegazioni.

<< Qui ci penso io >> disse con decisione << perché non vai un po' a caccia? >> propose.

<< Ma abbiamo cose a sufficienza per questa sera no? >>

<< Uhm...sì >> abbassò lo sguardo << ma la carne l'abbiamo finita da un po' e io sono stufa di minestre... >> si lagnò.

Murtagh le sollevò il mento:<< Stai diventando davvero capricciosa sai? >>scherzò.

<< Non è colpa mia! >>

<< Ti diverti a sfruttarmi con la scusa della gravidanza eh? >>la stuzzicò ancora.

<< Beh allora a che servono gli uomini se non per essere sfruttati in questi casi? >> continuò il gioco, facendogli l'occhiolino.

<< Va bene va bene, vedo che posso fare, ma non ti garantisco niente >>acconsentì, prendendo il suo arco con le frecce.

<< Dai che ce la puoi fare! Io confido in te! >> scherzò ancora, dandogli un bacio e dandogli una piccola spinta per farlo andare in fretta << Ah e...preferibilmente coniglio! >>gli urlò infine.

Il ragazzo rise poi si affrettò ad incamminarsi dentro il bosco, alla ricerca di selvaggina.

Era bravo nel tiro con l'arco, ma non quanto con la spada, quindi non era per niente sicuro di riuscire a catturare qualche preda di sera e, soprattutto, in fretta.

Mentre cacciava, sentì un improvviso odore di bruciato provenire da poco più in fondo. Decise di scendere a vedere, ma non fu un bello spettacolo.

L'intera foresta più sotto era avvolta dalle fiamme.

Era sicuramente un incendio doloso, visto come si stesse propagando in fretta. Il vento per di più non contribuiva ad aiutare la situazione già complicata.

Il fuoco si sarebbe propagato anche nei boschi e nelle campagne vicine, per non parlare della piccola cittadina, pericolosamente a tiro.  Ma le fiamme erano ormai troppo alte, non si poteva fare più niente, a meno che...

A meno che non avesse chiamato rinforzi.

Il suo animo nobile lo spinse a provare.

Allora di corsa tornò indietro, fino a raggiungere la ragazza, che ormai acceso il fuoco stava guardando il cielo, distesa.

Appena lo vide arrivare così affannato si alzò, preoccupata.

<< Che è successo? >>

<< L'intera foresta va in fiamme, vado a Carvahall per avvertire i cittadini e cercare aiuto >> disse salendo in fretta e furia su Tornac.

<< Vengo anch'io! In due si fa prima! >>

<< No! Tu resti qui e non si discute. Non credo che le fiamme arriveranno fin qui, il vento le porta verso il villaggio >>

Ma Liz non si arrese:<< Murtagh smettila, sono incinta non sono malata! >>replicò, ma il ragazzo dopo averle rivolto un'occhiata severa, era già partito al galoppo, andando verso il villaggio.

Era meglio ubbidirgli, non voleva scatenare la sua ira.

In poche ore il ragazzo arrivò. Anche qui non c'erano cancelli o mura di cinta quindi entrò senza problemi, percorrendo la strada principale.

Ma visto che era notte fonda era tutto deserto.

Non poteva mettersi a urlare, doveva trovare qualcuno del villaggio che chiamasse tutto il resto.

Si guardò intorno in cerca di un'osteria o qualcosa del genere, ma non appena volse lo sguardo in alto, notò nei tetti di ogni casa degli uomini, sbucati improvvisamente.

Non fece in tempo a riflettere su cosa fare che già diverse frecce vennero scagliate contro di lui.

Murtagh cercò di deviarle e schivarle, ma erano troppe, e prima di riuscire a trovare un riparo una lo trafisse alla spalla, provocandogli un dolore acuto, ma per niente paragonabile a quello che provò quando qualcuno lo colpì alla schiena, con quello che giudicò essere un martello o una mazza. E cadde a terra svenuto.

AAAAAAAAWWWW 
Vi giuro non mi aspettavo minimamente che queste recensioni arrivassero così presto!! Non mi avete dato manco il tempo!! Quando ho controllato poco fa quasi mi è venuto un colpo!!
Non potete capire quanto io sia rimasta contenta! Quindi dovevo per forza ringraziarvi per benino! ;)
Ahahaha visto com'è finito in aria sto capitolo penso mi ammazzerete davvero! Beh, suspance è suspance muahahha mi sento crudele... 
A prestissimo tesori miei ;) spero che le recensioni arrivino anche senza incoraggiamenti e proposte di accordi vari! ahaha

  
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