#Sorella, amante
Quanto mutevoli sono i nostri sentimenti, e come è strano questo amore esclusivo che portiamo alla vita
anche in mezzo al dolore.
(Mary Shelley, Frankenstein)
§
Stupido, stupido Ron!
Dio, quante volte me l’hai
urlato in faccia e, a dire il vero, hai sempre avuto ragione. Come darti torto
se sin dal primo anno mi sono comportato come uno stronzo egoista che non aveva
nient’altro da fare se non
insultarti e prenderti in giro! Ecco, forse l’aggettivo che
avresti dovuto usare ero proprio quello: stronzo. Ma tu sei sempre stata troppo
generosa, riuscendo a vedere qualcosa di buono in me anche quando sputavo
veleno sul mio migliore amico, accusandolo di essere sempre al
centro dell’attenzione o di non pensare ad altro che a se stesso. Come potevo
solo pensarlo, quando sapevo che aveva passato tutta la sua vita a combattere
contro Tu-Sai-Chi invece di
scappare dalle sue responsabilità?
Io sapevo, ma ignoravo.
Vedi quanto sono stupido?
Anche ora non riesco a pronunciare quel nome.
La paura è sempre stata
una costante nella vita e anziché dominarla, sono riuscito solo a imparare a
conviverci, mentre lei intanto cresceva a dismisura, fino a scoppiare.
Scusa, Hermione.
Per cosa? Per averti fatto piangere al primo anno e per non aver chiesto il
tuo perdono. Anche allora, quando il professor Raptor
ci disse che c’era un Troll di montagna io pensai solo a fuggire. Fu Harry a
pensare a te.
Scusa, Hermione.
Per aver riso di te quando
mettesti i peli di gatto nella tua Pozione Polisucco,
anziché il capello di Millicent Bullstrode,
però eri davvero buffa e adorabile con quel musetto triste. E la coda, eh!
Scusa, Hermione.
Per aver baciato Lavanda e
non te quel giorno. Quanto tempo ho perso con te? Mi
hai sempre ripetuto che non importava, che l’importante era esserci ritrovati
alla fine, ma so che ogni singolo anno a Hogwarts non ho fatto altro che infliggerti
dolore in un modo o nell’altro. Ma io pensavo solo a copiare i compiti, perché
tu eri la mia amica secchiona. Niente di più.
Vai avanti, Hermione.
Ti vedo china sui libri,
intenta in qualche ricerca. Hai legato i capelli in una crocchia, ma alcune
ciocche sono sfuggite al tuo severo controllo e ricadono ai lati delle tue
orecchie. Vorrei allungare una mano e accarezzarti il viso.
Sembri stanca, anche
stanotte non hai dormito, e io con te. Non hai fatto
altro che rigirarti nel letto alla ricerca di un po’ di pace, ma anche nei
sogni c’è qualcosa che ti tormenta. O forse dovrei dire qualcuno. Sei sempre stata una donna sveglia, ma credo che con gli
anni tu abbia cominciato a ignorare persino le cose evidenti.
Ti mordi il labbro e
smetti di scrivere. Leggi e rileggi un passaggio finché con un tocco di
bacchetta non lo cancelli, non sei soddisfatta del tuo lavoro. Quando imparerai
a smettere di pretendere sempre il massimo da te? Mai. E
io ti amo per questo.
Vai avanti, Hermione.
Dovrei smetterla di venire
qua. È colpa mia se non riesci a dormire; perché senti il mio dolore,
percepisci il mio desiderio di continuare a restarti accanto sempre e comunque.
La verità è che ho paura di rimanere solo e di perderti.
Anche da morto, continuo a
darti noie, lo so.
Vai avanti, Hermione.
Non ti disturberò più.
Affronterò le mie paure, come tu farai lo stesso.
Domani ti alzerai dal letto più fiduciosa, più serena, sarai la donna con la
quale ho convissuto per tanti anni. Affronterai la giornata con una nuova
forza, perché finalmente riuscirai ad ammettere che non puoi vivere senza di
lui. Sì, senza Harry.
Basta, basta pensare a me.
Noi due abbiamo sprecato anni, ma non permetterò a lui o a te di commettere lo
stesso errore. Semplicemente perché lo meritate, e io
uscirò dalla vostra vita senza urlarvi in faccia, senza sputare sentenze su di
voi. Se c’è una cosa che la morte mi ha insegnato è
che la vita è troppo breve e che continuare a ragionare su un sentimento come
l’amore è solo una perdita di tempo.
Corri, Hermione.
Tu, sorella, amante.
Corri, Hermione.
Lui è fuori dalla porta,
ad un passo da te.
Corri, Hermione, corri.