“Eccovi! Benvenute!” Esclamò Thamara accogliendo le amiche in casa.
“E quel cappello nero?” Chiese Alyssa
indicando il copricapo dell’amica.
“Vedova! E’ la volta buona, Alex se ne
è andato!” Esclamò Sophia.
“Festa! Pepepepepepe…”
La seguì Fanny improvvisando un trenino.
“Ma no! Che dite? Questo è
l’abbigliamento di strega Thamara!”
“Eccone un’altra delle sue…” Commentò Sophia.
“Venite, venite! Sediamoci qui tutte
attorno al tavolo… Siamo qui riunite per evocare gli
spiriti!”
Sophia si battè una
mano sul viso “Quali spiriti Thammy?”
“Le correnti d’aria che ha nel
cervello, Sophy…” Le bisbigliò Fanny.
“Ma gli spiriti! E chiederò loro chi mi
ha salvato l’altra notte!” Disse Thamara.
“Prima cominciamo prima finiamo. Prima
mi dedico ai miei progetti. Forza, al lavoro!” Disse Alice, strizzando l’occhio
a Sophia che si ritrasse spaventata.
“Allora, ci dobbiamo prendere tutte per
mano e poi ognuna può chiedere qualcosa a questi spiriti. Tanto sono un’ottima
medium, mi parlano sempre.”
“E… Tu ci fai
lunghe conversazioni con questi spiriti, sì?” Chiese Alyssa squadrandola.
“Abbastanza, abbastanza…”
Le ragazze assunsero la posizione e Thamara cominciò a dire, chiudendo gli occhi “O Spiriti, vi
invoco…”
A quel punto la sorella di Thamara spuntò da sotto le scale e silenziosamente andò ad
aprire la finestra.
“Ecco, avvertite il cambiamento d’aria,
vero? Succede ogni volta che provo a parlare loro.”
La sorella fece segno alle altre
ragazze di stare zitte e corse in cucina a godersi la scena.
“Ecco, o spiriti, io vi chiedo di
rivelarmi chi mi ha salvato la scorsa notte.”
Nella stanza scese il silenzio. “Forza,
ora tocca a voi!” Bisbigliò Thamara.
Dopo un attimo di smarrimento, Alyssa
riprese “O spiriti, vi prego di far diventare Edward ancora più bello!”
“O spiriti, vi prego di dare uno
scossone a Jasper!” Disse Alice.
“O spiriti, vi prego di dare un po’ di
cervello a Thamara…” Disse sconsolata Sophia.
“O spiriti, già che siete lì, potete
mica portare dei palloncini? Sapete, qui si stava organizzando una festa!”
Concluse Fanny.
“Ecco fatto! Adesso aspettiamo e sono
sicura che avremo presto tutte le risposte!”
“Va bene, va bene. Ma mentre aspettiamo
mi è venuta fame…” Disse Sophia.
“Vai in cucina a cercarti qualcosa! Io
devo cercare il messaggio degli spiriti…”
“Fammi capire, arriva davvero la
risposta?” Chiese Alice.
“Certo! Ma questi spiritelli fanno
spesso pasticcetti e allora non trovo le loro risposte…”
“Che, fammi indovinare, sono scritte
con una grafia simile a quella di tua sorella?” Le disse Fanny.
“Esatto! Parlano anche con te?”
“Che genio! Che mito! L’idea è buona ma
si potrebbe sviluppare meglio… Devo andare andare a parlare con tua sorella un attimo!” Disse Fanny
andando in cucina anche lei.
“Oh, Edward puccioso
teneroso amorottolo! Insalatino amoroso!”
Alice cominciò a prendere le distanze
da Alyssa.
“Piccolo fagottino ripieno di tanto
amore!”
“Aly, forse è
meglio se andiamo a trovare i Cullen uscite da qui, eh…” Disse Alice.
“Verrei volentieri ma ho un
appuntamento con Edward…” Sospirò Alyssa nel mondo
dei sogni.
Nel frattempo Sophia
tornò dalla cucina vittoriosa “Ho trovato la mela…”
Nel mentre suonarono al campanello. Thamara andò ad aprire e si trovò davanti Alex che fece
accomodare.
“Ecco, io” Cominciò lui “dovrei
parlarti di quello che è successo ieri sera…”
Cominciò.
“Porti la soluzione del mistero?” Gli
chiese lei.
“Be’, praticamente sì…”
“E ha anche i palloncini!” Esclamò
Fanny indicando ciò che nascondeva dietro la schiena.
“Gli spiriti ci hanno ascoltate!”
Esclamò gioiosa Thamara.
“Mmm…” Disse Sophia “Thammy, chi è Sailor
Moon?”
“Io!” Le rispose.
Sophia levò lo sguardo al cielo “Lo sapevo
che era impossibile… Dovevo chiedere il deposito di
zio Paperone…”
Dopo che le altre ragazze se ne furono
andate Alex tirò fuori dalla sacca che aveva con sé alcune bambole.
“Allora, Thammy,
guarda… Questa sei tu” e prese la bambola di Sailor
Moon “e questo io” concluse estraendo dalla borsa anche Milord.
“Oh! Amore, come siamo carini!” Esclamò
Thamara tutta contenta.
Ma Alex non si fermò. Frugò ancora
nella borsa e trovò un piccolo cane di peluche.
“Ecco” Cominciò il ragazzo “noi stiamo
passeggiando lungo il mare…” e mimò con le bambole la
situazione “quando improvvisamente… Puff! Milord sparisce e arriva questo cane…
Capito, no?” Chiese gettando via la bambola e afferrando il peluche.
“Certo!” Si infervorò la ragazza “Sono
i cattivi che hanno rapito il mio Amore e io lo salverò!”
“Cosa ti farebbe credere che i lupi
siano cattivi?”
“Che ti hanno fatto buttare via Milord… Mio povero Milord…” Disse
Thamara chinandosi a terra per raccogliere la
bambola.
“Sarà una lunga giornata…”
Commentò Alex sconsolato.
“Sophy… Scusa… Per quanto io apprezzi il panorama, dico sul serio…” Cominciò piano Alice scrutando lo sguardo
infervorato dell’amica “Perché ci stiamo addentrando nella foresta?”
“Per andare dai Cullen!”
Alice si fermò e la guardò
attentamente. “Avrei pensato che avresti scelto il comodo viale da percorrere
in macchina… Ma non mi lamento, mi piace la foresta!”
Sophia si girò decisa “Devo spiegarti tutto… Noi siamo sotto copertura. Adesso ci intrufoliamo in
casa di nascosto e cerchiamo prove del loro coinvolgimento nei fatti strani che
stanno accadendo ultimamente.”
“Come faremmo a intrufolarci, scusa?”
“Allora…
L’ultima volta ho contato 34 finestre nella casa. La probabilità di trovarne
una aperta, considerata la situazione metereologica,
il livello di pulizia della casa, la quantità di ospiti ricevuti e altre
varianti minori è del 18%. Tuttavia, attendendo tutto il giorno, sale al 63%.
Prospettiva ancora in crescita tornando qui ogni giorno della settimana.”
“Cioè… Entriamo
dalla finestra. Ma tu quando avresti fatto tutti questi conti?”
“L’altra sera, mentre voi facevate
attività inutili.”
“Tipo dormire?”
“La regina delle attività inutili.”
Alice sospirò. “Come sappiamo che non
c’è nessuno in casa?”
“Semplice! Alyssa ha detto di avere un
appuntamento con Edward. Fanny doveva incontrare Carlisle
in ospedale. Al massimo c’è Jasper, per questo tu sei qui.”
“Io devo intrattenerlo? Mi piace il tuo
piano!!” Saltellò Alice tutta contenta.
Sophia la interruppe, arrivate in prossimità
della casa. “Basta saltelli! Ecco la nostra finestra aperta. Ora entriamo. Tu
pensa ad una scusa adeguata da propinare a Jasper se è in casa.”
“Sìsì, ne ho
una bella pronta!”.
Dopo qualche iniziale difficoltà (“Sophy, è una finestra al primo piano, non possiamo farci
alcun male.” “Alice, cerca di non precipitare sul cesto della biancheria!”) le
due ragazze si ritrovarono in uno dei bagni di casa Cullen.
Sophia in piedi ed Alice per terra attorniata dai
panni sporchi.
“Vedi? Ecco, avevo ragione!” Gongolò Sophia precipitandosi per terra.
“Sì, Sophy,
la finestra è nostra nemica e ci ha dichiarato guerra…”
Le disse accondiscendente Alice.
“Ma no! Non su quello! Anzi, è nostra
alleata! Ti ha fatto precipitare su questa camicia!” Concluse sollevando il
capo in questione dal pavimento.
“Ricordo di averla vista addosso a
Jasper qualche tempo fa.”
“Jasper eh? Vedi che è rotta? E
corrisponde al brandello che ho ritrovato a casa di Josh.”
“Quindi Jasper era nel fienile di Josh. Mmm… Sophy,
secondo te due ragazzi in un fienile… Cosa ci
facevano? Mi devo preoccupare?”
“Decisamente sì! Jasper ha qualcosa a
che vedere col mio incidente!”
“Andrò a chiedere spiegazioni…”
Disse Alice alzandosi da terra.
“Ma che spiegazioni! Quello ti ammazza!
Vieni via e andiamo dalla polizia!”
“No. Parlerò con lui. E poi ho una
scusa inattaccabile per essermi introdotta di soppiatto in casa sua, non è un
problema. Senti la televisione al piano di sotto? E’ sicuramente in casa.”
“Ma Alice…”
“Tornerò con la spiegazione del
mistero!”
“Ehilà, Jasper!” Saltellò Alice allegra
entrando in sala.
“Alice? Cosa ci fai qui?”
“Sì, mi sono intrufolata dalla
finestra. Sai, volevo vedere che effetto poteva fare ad un ladro la nuova
sistemazione della tua camera. Un ottimo effetto, direi!” Concluse “Sicuramente
rimarrà colpito dal tuo stile!”
“Ehm. Sì, grazie.”
“E già che sono qui…”
continuò lei sedendosi sul divano accanto a lui “avrei qualcosa da chiederti.”
“Lo immaginavo. Sophia
no?”
“Perché, c’è anche Sophia?”
“Alice… Non
siete state così delicate.”
“Beh, Sophia
aveva un impegno con Jacob, solo che non lo sapeva.” Jasper le lanciò uno
sguardo interrogativo mentre tornava a sedersi sul divano. “Ho organizzato
tutto!” Gli confermò Alice trottando e saltando sul divano al fianco del
ragazzo, che si ritirò nella parte più lontana da lei.
Nel frattempo Sophia
correva per la foresta, maledicendo il fatto che casa Cullen
fosse così isolata che i cellulari non prendevano. Doveva assolutamente
avvisare la polizia di quello che stava accadendo!
All’improvviso le si parò davanti
Jacob, piuttosto alterato. “Sophia, ma cosa diavolo
ti viene in mente?”
“Jacob! Ti prego, dimmi che hai la
macchina nelle vicinanze! Dobbiamo andare dalla polizia!”
“E cosa vuoi che ci facciano?
Piuttosto, ti hanno fatto del male?”
“Quindi anche tu mi credi? I Cullen nascondono sicuramente qualcosa di losco!”
Jacob alzò gli occhi al cielo. “Sophia, ti facevo più intelligente. Ovviamente hanno qualcosa di losco! Ma tu spiegami perché tra tutti
i posti possibili proprio in questa parte della foresta dovevi venire a cercare
le viole?”
“Le viole?”
“Sì. Quelle. Me l’ha detto Alice.”
“Cosa ti ha detto Alice, scusa?” Chiese
Sophia fissandolo truce.
“Mi ha mandato un messaggio un’oretta
fa dicendo che tu e lei stavate andando a raccogliere viole e che sareste state
più tranquille se fossi venuto io a difendervi.”
-Cioè, quando abbiamo lasciato la
macchina e l’ho portata nel bosco lei ha elaborato tutto questo! Astuta, lo
riconosco!- “Jacob, e tu hai creduto che io, dico io, andassi a raccogliere viole? Ma dai, come ti è venuto in
mente?”
“Ma perché Alice mi avrebbe mentito?”
Sophia lo squadrò da capo a piedi “Jacob, ti
facevo più intelligente. Comunque parlerò con Alice. Deve capire che quello che
si costruisce nella sua testa, tutte le storie che si inventa, non devono per
forza diventare reali.”
“Ma cosa stai dicendo?” Chiese Jacob
avvicinandosi “E piuttosto, che fine ha fatto Alice?”
“Ora basta distrazioni!” Esclamò Alice
saltando su dal divano seduta sul quale stava guardando un film fino a un
istante prima. “Voglio andare dritta al punto! Non posso sempre farmi
interessare da altro! Sono venuta a farti un discorso!”
“Sei sicura che questo film non ti
interessi più?” Le chiese Jasper osservandola sornione.
“Sì! Ascoltami…”
Cominciò lei andandosi a sedere accucciata sul divano vicino a lui. “Tu sai che
io e Sophia abbiamo avuto un piccolo incidente
qualche tempo fa, giusto? Proprio poco dopo che voi siete arrivati?”
“Sì, lo ricordo.” Rispose lui asciutto.
“E tu per caso ne sai qualcosa?”
“Non dovrebbe indagare la polizia? E
non si era parlato di una piccola distrazione?” Rispose velocemente il ragazzo.
“Da quando sei così loquace?”
Jasper si nascose il viso tra le mani.
“Ok, riproviamo. Io e Sophia stavamo viaggiando in macchina, nel bosco, di notte.
All’improvviso qualcosa ci è venuto addosso, la macchina si è fermata in mezzo
alla strada e sono scesa a controllare. Sono stata sbalzata indietro e ho perso
conoscenza. Sophia è scesa dall’auto e ha avvertito
una presenza, un movimento subitaneo. Quando è tornata verso la macchina l’ha
trovata contro un albero e con me dentro. Fin qui ci sono i dati certi.”
Concluse Alice osservando Jasper.
“Ora, l’ipotesi che pareva più
probabile era che avessimo colpito un cinghiale ma questo non spiegherebbe la
macchina spostata né il mio volo all’indietro. Quindi non possiamo prenderla
come buona. Ed era la nostra migliore ipotesi! Ti rendi conto com’è
frustrante??” Sbottò Alice saltellando sul divano. Jasper la fissò.
“E io cosa dovrei dirti?”
“Quello che sai! Chiedo forse troppo?”
“Sì.”
Alice si fermò sorpresa a guardarlo.
“Allora quello che puoi dirmi.”
Jasper sospirò. Poi incurvò le labbra.
“Perché, ti accontenteresti?”
“Diciamo che lo potrei considerare un
punto da cui partire.”
Questa volta Jasper sorrise del tutto,
mostrando alla ragazza i suoi denti bianchi. “Qualcuno, qualcosa voleva farvi
del male ma per fortuna non c’è riuscito e tutto è finito bene. Voi state bene
e tutti stanno bene.”
“E chi era questo qualcuno?”
“Non si può dire.”
“E tu come lo sai?”
Jasper scosse la testa. “Questo non si
può sapere.”