Choice
…“La
pagherete per
aver ucciso i miei genitori, la pagherete molto cara”.
I Dalek
lo
guardavano terrorizzati, mentre Rory iniziò a sbraitare
ordini preso
dall’isteria.
Nessuno
però lo ascoltò, erano troppo presi a fissare con
occhi socchiusi quel bambino
che in pochi secondi si era trasformato in una macchina di morte e ora
li
guardava con odio, facendoli raggelare.
“Che
diavolo vi è preso?! Avanti, prendetelo!”, nessuno
si mosse.
Spazientito
spinse un alieno nella direzione di Matthew, questi non fece in tempo
ad alzare
la testa, che un raggio lo vaporizzò e di lui restarono
pochi residui di
polvere.
Il panico
si diffuse, iniziarono a sparare adosso al piccolo che assorbiva i
colpi e li
rifletteva come uno specchio, provocando una carneficina.
L’astronave
veniva scossa violentemente, tanto che c’era bisogno di un
appoggio per
reggersi in piedi. Rory, che temeva di vedersi esplodere con la sua
nave, tentò
di fermarlo:
“Smettila!
Se continuerai così ci farai esplodere tutti, compresi i
tuoi amichetti” con un
cenno indicò la porta dietro la quale erano rinchiusi gli
altri Signori del
Tempo.
A
quell’affermazione il bambino si calmò, cercando
di controllare l’energia
distruttiva e indirizzare di nuovo la forza dentro di sé.
“Così va
meglio” l’uomo ghignò “Mi
stavo sbagliando nel valutarti, non sei come tuo
padre, sei meglio…molto meglio! Perciò mi stavo
chiedendo: perché non prenderlo
con me? In fondo sei sempre il mio figliastro e non mi dispiacerebbe
avere un
braccio destro forte come te nella mia campagna distruttiva. Che ne
dici
piccolo? Vuoi morire da perdente o diventare il più potente
Signore del Tempo
mai esistito?”.
Matthew non
proferì parola, i suoi occhi dipinti d’odio lo
fissavano bramosi di vendetta.
Rory sapeva
che quell’offerta, che per molti sarebbe stata allettante,
non faceva alcun
effetto al piccolo, anzi aumentava la sua repulsione e la sua rabbia.
Perciò
decise di colpire quello che era effettivamente Matthew, un bambino e
non più
il suo spirito di Signore del Tempo.
“Matthew,
sei sicuro di combattere dalla parte dei buoni?”, ancora una
volta il bimbo non
rispose e si limitò a fissarlo “Beh, sicuramente
ne sarai convinto, visto tutto
quello che hai fatto a me e al mio piccolo esercito. Mi dispiace
doverti disilludere
piccolo, ma il tuo amato Signore del tempo non è quello che
dice di essere…” si
girò verso un grande schermo e dopo aver pigiato qualche
tasto si aprirono una
serie di schede e finestre e, in mezzo a tutto, comparve la faccia del
Dottore.
Matthew non
riusciva a capire
l’intenzioni dell’uomo
e con fare ingenuo chiese:
“Che significa?”,
“Ora lo
vedrai”.
Aprì un
file e una lunga lista di nominativi gli si presentò
davanti, rimase a fissare
per alcuni secondi gli ultimi nomi e le sorti ad essi associate.
Tutti i
compagni del Dottore erano stati abbandonati, o erano morti.
C’era chi aveva
continuato la sua vita, conservando il suo ricordo nel cuore e chi non
avrebbe
mai più potuto ricordare.
Dati, dati,
solo dati di anime che erano state in pena per lui e che con estrema
semplicità
lui aveva rimpiazzato.
Visi, visi, visi tutti diversi, niente in comune per non
ricordare, per non attaccarsi al passato. Allora era quello il Dottore,
un uomo
in fuga da tutto e da tutti.
Un uomo che
dopo un periodo di tempo si stufava delle persone e le lasciava, un
uomo
irresponsabile, a volte immaturo, valeva davvero la pena di lottare per
lui?
“Allora
Matthew, che ne pensi? Questo è tuo padre e
sai…penso proprio che rimarrà tale
per poco tempo, lui non è fatto per la vita sedentaria.
E’ un nomade che viaggia
nel tempo e può avere tutto quello che vuole, non ha bisogno
di voi per essere
felice”.
Il bambino
rimase spiazzato e quel piccolo dubbio che si era sempre rifiutato di
ascoltare
stava piano-piano riaffiorando nella sua mente, sempre più
forte.
Guardò
l’uomo che giaceva a terra, e non lo riconobbe
più. In fondo, chi era realmente
il Dottore? Il Dottore Chi?
Più guardava
il bambino e più si rendeva conto che il suo piano aveva
portato ai risultati
sperati. Questione di poco e avrebbe avuto l’essere
più forte dell’universo
nelle sue mani, Rory ne era certo.
“Unisciti a
me e potrai essere veramente felice e.. amato, figlio mio!”
si avvicinò,
mettendogli un braccio attorno alle esili spalle e stringendolo a
sé.
Matthew
rimase paralizzato, era confuso e combattuto: una parte di lui era
fedele al
Dottore, era suo padre e non l’avrebbe mai
abbandonato…o si?
Una
sequenza di ricordi legati all’uomo iniziò a
scorrergli nella mente. Preso da
un raptus violento spinse via l’uomo che lo stava
abbracciando e per
un momento
la coscienza lo tormentò a causa dei dubbi che aveva
iniziato a nutrire.
“Non
tradirò mai il Dottore…mio padre!”, lo
sguardo fermo e deciso rifletteva l’uomo
che era in lui.
“Se questa
è la tua scelta dovrai pagarne le
conseguenze…soldati!”, i Dalek che nel
frattempo si erano ritirati seguendo la scena da un posto sicuro,
iniziarono ad
avvicinarsi intimoriti, “staccate la spina”. Gli
alieni s’illuminarono al
comando del capitano e con foga si diressero nella stanza blindata,
nella
camera dei Signori del Tempo.
“Piccolo,
dolce Matthew. La tua energia ha fatto andare in cortocircuito la
nostra nave,
ma non c’è nessun problema perché noi
abbiamo il Tardis”, il bambino lo guardò
di sbieco:
“Voi avete
cosa?”, una forte botta lo investì facendolo
cadere a terra, tutto iniziò a
farsi molto scuro.
Quando
rinvenne intorno a se era calato il silenzio più completo,
gli alieni e Rory
erano scomparsi e con loro anche il Tardis. La stanza era illuminata da
delle
lievi scosse di elettricità che l’attraversavano
come un lampo, colorando di
giallo le facce dei cadaveri che giacevano a terra.
Matthew si
avvicinò a uno di quei cadaveri, uno in particolare. Gli
appoggiò una manina
sul petto, nel punto esatto in cui il cuore aveva cessato di battere
poco
prima.
Chiuse gli
occhioni concentrandosi al massimo.
Una leggera
brezza si alzò nella stanza, dell’energia
iniziò a scorrergli dal giovane
cuore, verso le braccia, fino alle mani. Una sorta di fluido e polvere
splendente, che penetrò nell’uomo e piano piano si
diffuse in tutto il corpo,
facendolo risplendere.
“Matthew”,
riaprì gli occhi
“Dottore!”
il bimbo gli buttò le braccia al collo e l’uomo da
canto suo lo strinse forte a
sé, stampandogli un bacio sulla fronte.
“Che cosa è
successo? Che ti hanno fatto? Dove sono andati?...aspetta” si
alzò in piedi
ruotando su se stesso “Dove il mio Tardis?!”.
Spiegare al
Signore del Tempo che gli alieni, guidati da Rory, l’avevano
“rubato” non fu un
impresa facile, anche perché il Dottore fu preso da un
attacco di isterismo
puro e iniziò a calciare una sedia in lamiera, facendosi
pure male.
Frustato
iniziò a camminare in tondo, parlando tra se e
sé, mentre Matthew usava la sua
energia vitale per resuscitare la madre, ancora inanime.
“Che stai
facendo?”, lo staccò dal corpo della madre che nel
giro di pochi secondi si
risvegliò, “non puoi usare la tua energia vitale
per resuscitare le persone,
questo non si può fare!”.
Il bambino,
che nel frattempo l’aveva completamente ignorato, troppo
preso dalla madre, lo
guardò perplesso, “Perché non
posso?”.
Il Dottore
si strappò i capelli,
“Perché…bentornata tra noi
Pond!,…perché così facendo
diventerai mortale. Quell’energia ti serve per le
trasformazioni, se la usi per
resuscitare i morti e uccidere non ne avrai più per te
stesso!”.
La povera
donna nel frattempo si guardava intorno scioccata, non sapeva se
più per la
carneficina del figlioletto o per il fatto che poteva
“trasformarsi” come il
padre.
Il piccolo
Signore del Tempo alzò le spalle,
“Non
importa, l’importante è che voi siate
vivi!” gli sorrise e il Dottore di fronte
a QUEL sorriso non riuscì ad obbiettare. Già
erano vivi, ma per quanto ancora?
Tutto nella
nave aliena era andato in corto circuito, i comandi erano quindi
inutilizzabili
e le speranze di salvezza nulle.
-Ci deve essere un modo, pensa Dottore pensa,
pensa…- l’uomo strizzò gli
occhi concentrandosi a tal punto che la sua
mente iniziò a fumare, poi come ad esaudire le sue preghiere
l’idea arrivò e fu
come un fulmine a ciel sereno, una piccola esplosione. E infatti si
trattava
proprio di quello, un esplosione.
“Che
cosa?!! No assolutamente!”, il Dottore la guardò
confuso
“Pond mi
sorprendi! Una volta eri più avventuriera, si vede che stai
invecchiando!”, un’affermazione
che gli costò il naso. La scarpa di Amy gli si
spiaccicò in fronte
provocandogli fiotti di sangue e, come se non bastasse, gli
urlò in faccia:
“Non voglio
che mio figlio si trasformi continuamente come fai tu! Non è
psicologicamente
preparato, né adatto, essendo per metà un essere
umano” per poi stringere il bimbo
a sé come a proteggerlo da quella cruda realtà.
Il Dottore
scattò in piedi:
“Certo che
è preparato e adatto! E’ comunque per
metà Signore del Tempo ricordalo! Non
puoi ignorare quello che realmente lui è, ovvero
l’ultimo della sua specie”,
iniziò una vera e propria discussione che il piccolo Matthew
non poteva
sopportare e alla quale sfuggì, rifugiandosi nella cella
dove erano rinchiusi i
suoi simili.
Lì
tutto
era maledettamente silenzioso, tristemente silenzioso, così
silenzioso che il
bambino poteva sentire il suono dei suoi neuroni che lavorarono e prese
la sua decisione… .
-CONTINUA-
Eccomi dopo
3 mesi (scusate ç_ç) con il nuovo capitolo!
Purtroppo non sono riuscita a
pubblicare qualcosa prima a causa della scusa e problemi vari e
perciò vi
chiedo di perdonarmi.
Quale sarà
il piano del Dottore, contrariato da Amy?
Che
decisione avrà preso il piccolo Matthew?
Le risposte
al prossimo capitolo che, lo prometto, pubblicherò a breve!
Quindi caro lettore
continua a seguirmi!
Come dico
sempre spero che questo ennesimo capitolo ti sia piaciuto e se hai
consigli da
darmi o anche una piccola recensione (“anche una piccola cosa
può cambiare il
mondo) sappi che l’accetterò molto volentieri!
Grazie per
aver continuato a leggere la mia storia, ciao alla prossima!