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Autore: nozomi08    11/05/2013    2 recensioni
La storia parla della 16enne Yame Minashigo, giovane studentessa appena entrata nella prestigiosa Cross Accadeemy. Sebbene sia a conoscenza dei tempi bui che affliggono sia la società degli umani che dei vampiri, le uniche volontà della ragazza sono quella di scoprire il mistero che si cela dietro alla morte dei suoi genitori e la possibilità di vendicarsi per il dolore e la solitudine che l'hanno attanagliata per molti anni. Ben presto però il suo cuore verrà scosso dalla presenza di un giovane hunter che le farà riscoprire l'intensità di sentimenti perduti e che verrà a sapere un terribile segreto dietro la natura di Yame e il suo passato. E intanto, la guerra contro il vampiro Sanguepuro Rido Kuran imperversa...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 PREMESSA:
Sorpresa! Eccomi di nuovo! Ora penserete magari: “era ora!” e io vi dico che avete assolutamente ragione, e vi porgo le mie più sincere scuse. Purtroppo per me questi mesi stanno diventando una faticaccia, e i professori non mi fanno mai la grazia, perciò la vedo dura pubblicare i capitoli in poco tempo, ahimè -.-“ il tempo che mi rimane dopo lo studio lo dedico alla mia storia, sto facendo tutto quello che posso >.<
Vorrei tanto ringraziare lunablu-chan e vexiil-chan (posso mettere chan vero? XD ) che mi hanno recensito e dato un gran supporto, e lo fanno ancora, con tanta pazienza ^.^” ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite, mi date un grande sostegno, ne sono felicissima! Bene con questo chiudo la mia lagna, alla prossima!!!
nozomi
Quella mattina per me fu un tormento dopo l’altro. I professori non facevano altro che interpellarmi e farmi domande, e conclusi che qualcuno sul serio doveva avercela con me per qualche strana ragione. Però, alla fine, riuscii a cavarmela ogni volta. Ringraziai il cielo di avere la buona memoria dalla mia.
Mi capitò anche spesso di chiedermi, tra una pausa e l’altra, quali fossero i veri compiti di un guardian. Perché lo feci?
Perché non riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di così pesante da far addormentare Yuki e Zero nel bel mezzo delle spiegazioni. Da come reagivano i professori e la classe poi, sembrava che la cosa fosse di routine. Perfino Yori si comportava come se nulla fosse. Ma il guardian non era semplicemente una sorta di rappresentante d’istituto? Insomma, la cosa più impegnativa di quel ruolo è fare qualche rapporto, no? Comunque, non ne fui dispiaciuta della situazione. Guardare Zero dormire sul banco fu una vera goduria. Era così bello, rilassato... mi trasmetteva uno straordinario senso di pace. Sarei restata lì a guardarlo tutto il tempo.
“No! Scema! Ma che vai a pensare??” mi rimproveravo in quei momenti
 Era la prima volta che provavo forti emozioni del genere, e non avevo la minima idea di come comportarmi, né di come gestirle. Fare niente, o fare qualcosa? E così la mia testa girava e girava…
-Uffa! Di nuovo lezioni supplementari!- brontolò Yuki a fine lezione
-Dovresti riposare di più durante la notte, così non ti addormenti nel bel mezzo della spiegazione e non ti becchi lezioni extra…- esordì Yori
- Ma è impossibile per me, lo sai benissimo!- esaperò lei
-Si può sapere cosa fate voi due di notte?- mi intromisi, alzando un sopracciglio
-Le ronde- rispose Zero da dietro le nostre spalle
-E cosa ci sarebbe da controllare?- chiesi girandomi verso di lui
-Che queste oche isteriche non facciano irruzione nel dormitorio di quei nobili idioti- rispose secco, e nel farlo guardava male un gruppo di studentesse gracchianti lì accanto. Emanava un’aura maligna pazzesca, da far accapponare la pelle. Dovevano averla percepita perché poco dopo, allarmate, smisero di chiacchierare.
“Wow…” pensai
-Ehi Yame perché non fai le lezioni extra con me?- chiese Yuki con grandi occhi luccicanti – Per una volta, dai! Non mi va di stare con quello là!- bofonchiò indicando Zero
-E perché io? Andate così d’accordo voi due… siete pur sempre fratello e sorella no?-
-No che non andiamo d’accordo!- esclamarono loro in coro
-Non sarò mai il fratello di quest’ebete- brontolò
-E poi io, sorella di quel musone? Figuriamoci!- disse incrociando le braccia –E’ monotono, sempre di cattivo umore e cupo! E’ deprimente!-
-Guarda che ti sento…- sibilò lui
-Lo so benissimo, l’ho fatto apposta!- rispose brusca lei, facendogli la linguaccia. E così i due incominciarono a lanciarsi fulmini e saette dagli occhi. Scontro tra titani.
Tenetti a stento le risate di fronte a quell’alterco. Mi domandai cosa poteva accadere se c’era anche il direttore…
“Caspita! Il direttore! Devo andare da lui!” pensai all’improvviso
-Mi dispiace Yuki, ma non posso. Il direttore mi ha chiesto di raggiungerlo  a fine lezioni…- le dissi addolorata
-Non mi terrai compagnia allora?- piagniucolò
Scossi la testa, dispiaciuta, e vidi la vivacità di Yuki spegnersi di colpo. Mi mise in soggezzione quel veloce cambio di umore, non sapevo come prepararmi. Lei abbassò la testa, afflitta dalla mia risposta negativa.
-Yuki? Tutto bene?- chiesi cauta
Yori poggiò una mano sulla mia spalla, rivolgendomi uno sguardo dolce
-Non darci peso, dalle almeno cinque secondi e ritornerà come prima. Fa sempre così.-
La guardai di nuovo dispiaciuta
-Se lo dici tu…- sospirai - Beh, io vado, non voglio fare aspettare troppo il direttore. Yuki, sul serio, mi dispiace tanto, ma prometto che mi farò sdebitare, ok?- le dissi sorridendo
Lei sembrò riprendere vita, lasciandomi interdetta di fronte a quella nuova, improvvisa reazione. Dovevo cercare di abituarmi a quei suoi cambi d’umore, o ci avrei rimesso la pelle prima o poi. Per i colpi.
-Guai a te se non lo fai! Ci conto sai?- mi disse indispettita
-Certo!- sorrisi, dirigendomi poi frettolosamente negli affollati corridoi
“Quella Yuki… è proprio incorreggibile!” pensai rassegnata, con il sorriso sulle labbra
Credo che, in fondo, fui contenta di aver incontrato quella ragazza. Sprigionava talmente tanta allegria da far sembrare soleggiata una giornata piovosa. Era impossibile non farti coinvolgere dal calore di un tale sole. Perché lei, era il sole. Esattamente tutto ciò che io non sono. Esattamente tutto ciò che avrei voluto essere. Il fatto è: potevo permettermelo? Potevo rimanere lì, accarezzata dalla sua luce? O dovevo ritornare sola, tra le mie ombre?
Scossi la testa, e la mia bocca si curvò in un sorriso amaro
“Sono solo una sciocca egoista…”
Si, sarei stata travolta da quella luce, ma una volta giunto il momento, me ne sarei tornata dalle ombre dalle quali provenivo, e non ne sarei più uscita. Era giusto così. Era quello che mi meritavo per il mio egoismo.
Ma allora non sapevo che, una volta voltato le spalle al sole, dovevo fare i conti con lo splendore della luna.
Dopo pochi minuti mi ritrovai di fronte alla porta del direttore. Bussai, ma senza ricevere alcuna risposta. Bussai di nuovo, con più forza, avvicinando il capo verso la porta, l’orecchio teso su di essa. Sentii la voce del direttore dall’interno. Aveva un tono sbrigativo.
-Va bene, va bene, ci sentiamo dopo ok? Stanno bussando! Ciao, ciao- si sciarì la gola –Entrate pure!-
E così entrai, con fare titubante
-Ho disturbato una cosa importante, per caso?- chiesi educatamente
-Oh Yame, cara, finalmente! No, non ti preoccupare, nessun disturbo! Sono io che ti ho chiesto di raggiungermi, dopotutto! Prego, siediti!- disse gioioso, con un lieve cenno della mano verso le sedie di fronte a lui. Forse mi ci dovevo ancora un pò abituare, ma ormai mi ero rassegnata all’idea che il qui presente Kaien Cross, uno dei più grandi hunter esistiti nonché preside di questo sfarzoso istituto, si comportasse sempre, e dico sempre, con questi modi un po’ infantili ed euforici. Ovviamente fino a che non lo facevi arrabbiare. Allora sì, che dovresti aver paura, molta paura.
Mi sedetti su una delle sedie lì davanti alla sua cattedra, e accavallai le gambe, poggiando le mani ai lati della sua base.
-Allora, cosa voleva dirmi di così urgente direttore?- chiesi diretta
Lui fece una piccola smorfia, come se un bambino avesse messo il broncio per una caramella rifiutata. Che carino. Ma anche buffo. Tremendamente buffo.
“Credo di incominciare a capire perché Zero lo chiama idiota…” dissi trattenendo una lieve risata
-Non mi dici niente delle lezioni? Di come sono andate, dei compagni, niente di niente?- bofonchiò dispiaciuto
Sospirai, come una madre quando il proprio bambino fa i capricci
-Si, mi trovo molto bene qui, la ringrazio, e le lezioni sono molto interessanti…-
“Specialmente con un bellissimo Zero che puoi ammirare mentre dorme” continuò il mio subconscio
Arrossii leggermente e mi diedi della stupida
-… ma preferisco andare al sodo. Sa, sono molto stanca, e ho tanta voglia di riposarmi…- continuai come se nulla fosse
-E va bene, allora andiamo al sodo- proferì sconsolato –Poco fa, al telefono, ho parlato con Talya, la tua tutrice, per chiederle se era d’accordo con me a darti una cosetta…- disse tirando fuori una cosa da uno dei cassetti della sua scrivania –E’ da quando seppi che ti iscrivevi qui che ci sto riflettendo, e alla fine mi sono convinto che sarebbe stata la cosa più giusta per te. Non è stato facile persuaderla, ma ce l’ho fatta- posò davanti a me una scatolina in legno e  mi guardò con aria soddisfatta. Osservai la scatolina, dai decori semplici ma raffinati, e poi lui, con aria interrogativa
-Su coraggio che aspetti?! Apri!- mi incoraggiò il direttore, scalpitante di vedere una qualche mia reazione.
Lo accontentai ed aprii la scatola, svelandone il contenuto. Rimasi completamente incantata da quel che trovai: c’era un pugnale, un magnifico pugnale. L’elsa e la guardia ondulata erano di un intenso rosso scarlatto, incise da un motivo di steli di rose intrecciati come i rovi. La lama, scintillante al carezzare della luce, era lunga e sottile, di uno splendido nero. Mi ritrovai senza parole, catturata da quel fascino inquietante che sprigionava. Lo presi con delicatezza e me lo rigirai con cautela tra le mani, come se fosse stato fatto di cristallo.
-E’ stupendo…- mormorai rapita, dedita ad osservarlo nei suoi minimi particolari.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto!- esclamò felice il direttore, battendo le mani come un bambino, ma tornò subito serio –Sai, quella era l’arma preferita di tua madre. La forgiò tuo padre dalla fornace come regalo per il suo compleanno. Ricordo che era talmente contenta che sembrava le avesse regalato un diamante. Era incredibile. Tutti e due erano incredibili. Non sai quanto tu assomigli a lei Yame, tanto che quando ti guardo mi sembra di averla di fronte a me, in carne e ossa. Però, poi, vedo i tuoi occhi, e allora mi ritorna in mente lui- sospirò, lo sguardo basso e gli occhi persi in ricordi lontani –Dio, quanto mi mancano quei due…-
Mi toccò molto quello che disse in quel momento, e mi fece capire che deve aver voluto loro un gran bene. Credo che sia stato uno dei pochi ad intuire quanto mi mancavano, perché provava un po’ anche lui questa sensazione di vuoto. Il vuoto che provoca la perdita di un amico caro. Lo guardai con tenerezza, riconoscente per quei sentimenti sinceri.
-Sa cosa le dico direttore? Che sono felice che i miei genitori abbiano avuto un amico come lei, e le sono grata, per tutto quello che ha fatto per loro, veramente. Grazie- gli rivelai onestamente
Lui alzò lo sguardo su di me, gli occhi lucidi per le lacrime che fremevano ad uscire. Ebbi un brutto presentimento.
-Vi prego, apprezzo quello che state pensando ma non mi salti addosso- dissi allungando le braccia davanti a me. Da come reagì, capii che avevo colto l’intenzione nel segno.
Rivolsi di nuovo l’attenzione all’arma che tenevo in grembo. L’arma della mamma… un’arma antivampiro, che ora era stata consegnata a me…
-Direttore, ma… perché?- chiesi alzando di nuovo lo sguardo su di lui
-Perché penso che sia ora che tu diventassi hunter- fu la sua risposta secca - Non lo desideravi, forse?-
-Io…- indugiai un attimo – si, con tutto il cuore- risposi infine
-Bene, allora penso non ci sia nient’altro da aggiungere. Farai l’addestramento con me- disse deciso
-Ma, signor Cross, Talya mi ha proibito…-
-Con Talya ho parlato poco fa, come già ti ho detto, e le ho spiegato che intendo farlo. E lei, alla fine, ha accettato. Quindi non c’è nessun problema-
-Ma allora perché ora?! Perché non prima?!- chiesi arrabbiata. Ho sempre agognato di ricevere un’addestramento degno per un hunter, e nonostante le mie insistenze per anni e anni me l’hanno negato senza spiegarmi una ragione. E proprio ora che mi ero rassegnata all’idea di dover aspettare ancora molto, mi dicono che era giusto che lo facessi?!
-Perché penso sia meglio che tu sia preparata per l’imminente futuro- disse secco, con gli occhi penetranti dietro le lenti dei suoi occhiali, lasciandomi allibita. Cosa significava poi quella frase? Cos’era questo “imminente futuro”? Aveva a che fare con qualcosa?
-E poi, credo che sia sempre meglio avere una mano in più di questi tempi, no? Sei pur sempre la discendente di una prestigiosa famiglia di hunter, sarebbe un vero peccato non averti con noi all’associazione- disse suadente
A quelle parole rimasi lì, sulla sedia, pietrificata, confusa, in mano ad un tripudio di emozioni. Ero arrabbiata: avevano chiuso il mio sogno più grande in una scatola, permettendomi solo di guardarlo, e ora, dopo che mi ero dolorosamente arresa al fatto che oramai era così, me lo sventolavano sotto il naso come se mi avessero giocato un brutto scherzo. Non potevo sentirmi altrimenti. Ma ero anche felice, perché ora potevo raggiungerlo, e stavolta nessuno poteva impedirmelo. Era servito su un piatto d’argento, non più rinchiuso da una scatola. Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro, per sbollire la mia rabbia. Dopo, lasciai parlare il mio istinto.
-E va bene direttore. Mi dica cosa devo fare- dissi guardandolo decisa. Lo vidi sorridere soddisfatto.
-Niente di particolare, in realtà. Dovrai solo venire nella mia residenza nei weekend. Si trova vicino al dormitorio Sole-
-E come faccio ad arrivarci?-
-Di questo non ti devi preoccupare. Assicurati solo di venire con il pugnale. Al resto penserò io- disse misterioso
-Noto con piacere che si sta divertendo molto a fare il misterioso…- dissi con un mezzo sorrisetto
-Decisamente!- disse raggiante, tornando al suo solito umore – Ah, quasi mi stavo per dimenticare…- disse aprendo un altro dei cassetti della sua scrivania. Stetti ancora lì, con aria interrogativa.
“Cosa sarà ora?” pensai curiosa
-Ecco qui- annunciò porgendomelo –Questo è l’astuccio con cui puoi assicurare la tua arma sotto la gonna. Si allaccia alla coscia-
-Posso quindi portarlo con me?- chiesi prendendolo. Lui annuì
-Certo, a patto che lo usi solo quando necessario- disse sottolineando la parola “necessario”. C’era un che di allusivo…
-Certamente-
-Bene- proferì –Questo è tutto. Puoi andare, ora-
-La ringrazio direttore, davvero-
Sorrise malinconico –Questo è niente, per la figlia di Haruhiko e Misaki-
Lo guardai con dolcezza e riconoscenza, prima di uscire dal suo ufficio e chiudermi la porta alle spalle. Quando fui fuori nel corridoio, un solo pensiero mi aveva attraversato la mente:
“E’ fatta. Sarò hunter.”
********************
-Pronto?-
- …. Sono io-
-Talya, cosa c’è stavolta?-
-Non sono ancora sicura se quello che stiamo facendo è giusto. Insomma, Yame… Yame potrebbe…
-Talya non devi pensare a cosa sarà Yame, ma devi pensare a come aiutarla quando succederà. Lei può diventare sia vittima che carnefice, e non sarà per sua volontà-
-Sì, lo so, lo so! Ma so anche quello che potrebbe fare lei con un’arma del genere quando si risveglierà! E, sì, lei si risveglierà sicuramente, perché sai bene quanto me che quel sigillo è debole!-
-Hai ragione, ma se noi…-
-Noi cosa Kaien? Quando il sigillo si romperà, lui giocherà la sua mossa. E sarà scacco matto. Non ha aspettato altro per tutto questo tempo. Il momento giusto. Perché lui, in realtà, non le ha mai tolto gli occhi di dosso, neanche un singolo istante. Vuole manipolarla alla prima occasione che gli capita e ora non mi aspetto di certo che se ne starà lì buono buono a ridersela al minimo errore che facciamo. No. Ci salterà addosso come uno sciame di cavallette. No, non posso permetterlo, ne va dell’incolumità di Yame. E pensare che l’avevo portata da te per aiutarmi a proteggerla, non per…-
-Frena Talya, ascoltami per una buona volta! Se Talya non riceve l’addestramento, non sarà mai capace di affrontare tutto quello! Non potrà mai difendersi! Sarà come una bambola di pezza tra le mani! Ma se noi la aiutiamo, allora potrà acquisire la forza necessaria per tener loro testa! Dobbiamo credere in lei!-
-…. Le racconterai tutto quanto?-
-Cosa?-
-Le dirai la verità? Su di lei, su quella notte…-
-Su questo ancora non lo so, probabilmente…-
-Succederà, me lo sento. E’ una ragazza intelligente. Mi auguravo che si bevesse la storia che le ho raccontato su quello che successe ai suoi genitori senza porsi ulteriori domande, ma avevo torto. Non l’ha bevuta, e ha sempre cercato di scovare la verità. Sa che può trovare le risposte che cerca all’associazione, ed è anche per questo che è così ansiosa di diventare hunter. E ora che lo sarà... ho paura Kaien. Ho paura di perderla-
-Ti capisco, ma era inevitabile. Prima o poi avrebbe scoperto tutto. E se non ci avremmo pensato noi o Yame stessa, ci avrebbero pensato lei o lui stesso. Le domande che si sarebbe posta sarebbero affiorate ugulamente, così come le risposte. Non possiamo farci nulla-
-E’ vero… e va bene Kaien, hai vinto: inizia questo benedetto addestramento. Per il bene di Yame-
-Oh, che bella notizia! Vedrai Talya, ne sarai estasiata!-
-Spero solo di aver fatto la scelta giusta…-
 
  
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