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Autore: Mitsuki91    13/05/2013    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Draco Malfoy avesse scoperto il segreto di Severus Piton? Avrebbe continuato il suo lavoro di Mangiamorte, l'avrebbe denunciato o si sarebbe ribellato al Signore Oscuro per combattere a fianco dell'Ordine?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ecco quindi il nono capitolo… E le vacanze di Pasqua.
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e sarà incentrato sulla battaglia.
Ringrazio come sempre chi segue/preferisce/ricorda e chi mi lascia un parere =)
Buona lettura! =)


Nono capitolo

Le vacanze di Pasqua le temeva come non mai. Tornare a casa avrebbe significato un possibile incontro diretto con il Signore Oscuro: e se lui avesse letto nella sua mente… Se le sue barriere non avessero retto… Non avrebbe messo nei guai solo se stesso, ma anche il professor Piton.
Ritrovare sua madre, tuttavia, fu un sollievo. Ormai viveva con l’ansia che le succedesse qualcosa, a lei o a suo padre, e non poteva sopportarlo. Ora aveva la scuola, ma una volta fuori come avrebbe fatto? Dubitava che sarebbe stata una spia eccelsa, come il professor Piton; allo stesso tempo non poteva continuare ad essere un Mangiamorte – aveva scelto la sua strada, con l’Ordine – ma aveva anche paura che il Signore Oscuro si rifacesse con i suoi genitori per il suo tradimento. Cosa più che probabile. Sperava di riuscire a convincere almeno sua madre, di riuscire a portarla con sé: dopotutto lei non era neppure marchiata… Forse…
Nel frattempo cercava di non pensarci, concentrandosi sugli studi e sull’Occlumanzia.
Narcissa, una volta che si fu sistemato a casa, gli propose di fare una passeggiata nelle serre.
“Draco, tesoro, che ti succede? Ti vedo teso.”
“… Non mi piace questa situazione, madre. Lo sapete meglio di me.”
Narcissa sospirò.
“Lo so. Non piace neppure a me. Che possiamo farci, però?”
Draco si morse la lingua, per impedirsi di parlare. Non voleva coinvolgere sua madre, non finché non fosse stato necessario.
“Nulla. Non possiamo farci nulla.”
Camminarono ancora un po’, finché non decisero di rincasare.
“Ancora the con gli Elfi, madre?” chiese Draco, sorridendo.
Lei rise.
“Ebbene sia, the con gli Elfi.”
Per quel pomeriggio Draco visse in una bolla di spensieratezza. Bere the nelle cucine, con la sola compagnia di sua madre e degli Elfi, era… Rilassante. Lì sotto non regnava l’atmosfera tetra che invece pervadeva il resto della casa.
Bisognava tornare alla realtà, però.
Il Signore Oscuro pretese che tutti i Mangiamorte cenassero insieme, nel salone che ormai era di suo esclusivo utilizzo. Draco cercò di rimanere impassibile: lord Voldemort gli chiese come procedevano i suoi studi, ma non violò la sua mente, e lui rispose a tutto con voce un po’ tremante.
Le cose non migliorarono durante il periodo di vacanze. Gli altri Mangiamorte – soprattutto sua zia – lo usavano ancora come galoppino per la tortura dei prigionieri e per altri ‘sporchi’ compiti. Draco stringeva i denti e sopportava, pensando all’Ordine come se fosse un talismano. E a Piton.
Fortunatamente aveva imparato bene ad occultare la mente, grazie ai suoi insegnamenti: Bellatrix lo mise alla prova e lui resistette a tutti i suoi attacchi. La zia era così entusiasta che propose di festeggiare con un dolce speciale, mentre Draco ancora era pallido e con le ginocchia tremanti: e se avesse fallito? Non aveva dubbi che la zia lo avrebbe venduto al Signore Oscuro su un piatto d’argento.
Poi dovette confrontarsi con Potter in persona. Eccolo lì, infine. In casa sua, prigioniero, accompagnato come al solito dalla Granger e da quel Weasley… E chiesero proprio a lui di identificarlo.
Tremava. Non ne era in grado. Si sforzò di pensare all’Ordine, di ricordare da che parte stava. Non poteva permettere che lo catturassero, non ora.
Negò, e fu la cosa più difficile. Negò e temette che sarebbe stata la sua ultima azione.
Potter, comunque, sorprese di nuovo tutti. Riuscì a fuggire con l’aiuto di Dobby, niente di meno. Il loro ex Elfo Domestico. In quel momento Draco ringraziò Merlino e Morgana per quel colpo di scena, nonostante sapesse che sarebbe stato punito. Il Signore Oscuro stava arrivando e non avrebbe trovato Potter.
Andò tutto esattamente come previsto: lui li cruciò tutti per diversi minuti, livido di rabbia. Draco sopportò stoicamente il dolore, usandolo per purificarsi e per liberarsi la mente dall’immagine di Potter catturato, della Granger torturata sotto ai suoi occhi… Di tutte le vittime innocenti che lui stesso aveva cruciato; ora quello stesso dolore scorreva nelle sue vene…
Una volta che il Signore Oscuro ebbe finito con loro, Draco si rialzò – a fatica, tremante – e si diresse verso il bagno, dove vomitò anche l’anima.
Non per il dolore della maledizione, no.
Per la paura che il Signore Oscuro l’avesse scoperto, per quel “no” che gli era costato tutto il coraggio – per altro misero – che possedeva.
Solo Narcissa gli rimase accanto, durante quelle notti in cui le pozioni calmanti non bastavano neanche più, dove si svegliava urlando e in preda agli incubi.
Arrivò anche la fine delle vacanze. Con un sospiro di sollievo e un peso in meno sul cuore – per non essere stato scoperto né dal Signore Oscuro né da sua zia – Draco tornò ad Hogwarts.
Piton sarebbe stato fiero di lui, ne era certo.
I gironi passavano, Draco si ritrovò a studiare più seriamente di quanto avesse mai fatto per i M. A. G. O., alternando i pomeriggi di studio a pomeriggi di addestramento presso il professor Piton. L’uomo era davvero contento di come fosse riuscita a cavarsela durante le vacanze, ma temeva che d’ora in avanti avrebbe abbassato la guardia.
Non potevano permettersi errori, non potevano permettersi incertezze: una volta finita la scuola non ci sarebbe stata altra via se non scegliere da che parte stare, definitivamente. Per Draco, significava anche trascinare la sua famiglia verso l’Ordine, senza avere alcuna garanzia né che Narcissa e Lucius lo seguissero, né che questo sarebbe bastato per tenerli in vita.
In realtà non ci fu poi molto da scegliere.
In realtà la guerra piombò nel bel mezzo della scuola, molto prima del previsto.
Era il due di maggio. Draco era in dormitorio come tutte le altre sere, quando un Caposcuola irruppe nella stanza dicendo che tutti si sarebbero dovuti presentare in Sala Grande.
Era scoppiato il caos: Potter era a scuola, i Mangiamorte stavano per arrivare. Hogwarts avrebbe dovuto dare battaglia.
Durante il breve discorso della preside, Draco cercò di valutare le alternative. Andare dal Signore Oscuro era fuori discussione, eppure come fare per evitare che i suoi genitori fossero puniti per il suo tradimento? Strinse i denti. Doveva contare sul fatto che tutti avrebbero dato battaglia, quindi Voldemort sarebbe stato troppo occupato – e troppo bisognoso di uomini – per punire chicchéssia.
Doveva restare, trovare Potter, portarlo da Piton. Stando a quanto aveva detto la McGranitt, l’uomo se ne era andato. Ma lui sapeva che non era così; non doveva essere così… Eppure lui l’aveva avvertita, sapeva che Piton doveva parlare a Potter…
Quando i Prefetti cercarono di condurli fuori dalla Sala Grande, lui rimase indietro. Tornò nel salone, andò verso la McGranitt, che stava facendo qualche incantesimo – sicuramente di difesa contro la scuola –.
“Professoressa, dov’è il professor Piton?”
Lei lo guardò appena, continuando a muovere la bacchetta.
“Non c’è stato tempo di spiegare a Potter quello che ci hai riferito, Malfoy. Lui era dietro di me, con il suo mantello, e Piton ci ha intercettati. Stavo per dirgli di mostrarsi, quando lui ha cercato di schiantarlo. Piton ha provato a disarmarlo, ma Potter era invisibile… E’ scappato. Credo che lo stia ancora cercando.”
Draco imprecò sonoramente, tanto che si guadagnò un’occhiataccia da parte della professoressa.
Uscì correndo dalla Sala: non sapeva dov’era Potter, sapeva solo che doveva trovarlo.
Quasi andò a sbattere contro Tiger e Goyle.
“Tiger! Goyle! Che… Che ci fate qui?”
“Abbiamo visto come chiacchieravi allegramente con la McGranitt, Malfoy.” il loro tono era apertamente derisorio. “Dobbiamo forse credere che… Uhm… Hai cambiato sponda? Il Signore Oscuro non sarà felice di saperlo.”
Draco imprecò mentalmente, tuttavia preparò una maschera impassibile e, con un tono viscido che gli era appartenuto forse tempo prima, si apprestò a replicare.
“No di certo, idioti. Io sto cercando Potter, non come voi che vi limitate a spiare la gente. Lo voglio consegnare personalmente al mio Signore. Seguitemi: lo troveremo.”
Voltando le spalle allo sguardo di scherno di quelli che un tempo erano stati i suoi migliori amici, Draco si incamminò.
   
 
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