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Autore: ToscaSam    13/05/2013    3 recensioni
Orube era stata una fredda guerriera ma qualcosa sulla Terra l'ha cambiata: l'amore. E adesso l'ha perduto per sempre.
.... Per sempre?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Orube se ne stava nella stanza che le era stata affidata a giocare passivamente con l’acqua contenuta in una grande vasca. Sentiva che la sua mente avrebbe potuto iniziare un flusso di pensieri a partire da quelle gocce bagnate, arrivare a Irma la detentrice dell’acqua, a Will, alle Guardiane, a Heaterfield, alla Ye Olde….. no, decise che non era il caso di iniziare a farsi male nuovamente. Si girò a pancia in su e chiuse gli occhi.
Quella pace che regnava nella fortezza di Kandrakar era stata snervante i primi tempi in cui si era rifugiata là; ora le appariva come il perfetto sfondo per la sua mente svuotata e devastata.
I suoi sensi sviluppati le fecero intuire un lieve zampettare in lontananza: doveva essere We, che gironzolava lì vicino. Nemmeno lui la faceva più starnutire, la sua apatia aveva raggiunto livelli esorbitanti, ma Orube se ne infischiava del tutto. La voglia di vivere, di essere attiva, di essere la miglior guerriera non le andava più a genio.
Adesso che ci pensava forse non era stata una buona idea chiedere al consiglio di ritornare a Basiliade, terra di combattenti. Che avrebbero detto di lei? Che ruolo avrebbe avuto là?
Decise che nemmeno questo filone di pensieri era dea seguire, adesso.
Se l’Oracolo avesse deciso che doveva tornare a Basiliade, così avrebbe fatto; il poi attualmente non la interessava, o comunque era troppo impegnativo per pensarci.
Sentì dei passi molto lontani dalla parte opposta a quella di We: provenivano dal corridoio. La cosa non la interessò minimamente, perché la fortezza era piena di persone che camminavano in su e in giù ad ogni ora; tuttavia questi passi sembravano seguire il percorso che conduceva al corridoio davanti alla sua stanza …. Alla grande porta ….
Toc! Toc!
Un fremito scosse la guerriera distesa a terra: non se l’aspettava questa visita; del resto , non fece altri movimenti sintomo di vitalità: si ributtò nella sua silenziosa apatia senza curarsi né di chi fosse entrato, né di che cosa volesse.
 
-          Orube, mia cara –
Drizzò le orecchie come un gatto: era Yan Lin, la nonna di Hay Lin. Le stava, simpatica nonostante non la conoscesse, perché la trattva come se fosse la sua nonna. Le diceva cose affettuose come cara , tesoro, bambina mia … cose che nessuno nemmeno sua madre le aveva mai detto in tutta la sua vita.
Non rispose visibilmente.
Yan Lin si sedette silenziosamente accanto a lei.
Non parlò.
Poi chissà perché accadde una cosa che fu del tutto involontaria, da parte di Orube; una cosa a cui mai aveva pensato e di cui non aveva mai sentito minimamente la necessità: scoppiò a piangere.
Pianse molto forte come non aveva mai fatto nemmeno quando era nata, rifugiò il voto nella tunica di Yan Lin stringendo i pugni.
Si sorprendeva di sé stessa, eppure non riusciva a controllarsi.
Piangeva, piangeva, piangeva senza sapere se le sarebbero mai finite le lacrime.
Yan Lin dal canto suo, senza giudicare o fare esclamazioni, le cominciò ad accarezzare dolcemente i capelli  e a cantare piano piano una canzone in una strana lingua che agli orecchi di una abitante di Basiliade, sembrò bellissima.
La saggia attese in tranquillità che lo sfogo finisse.
Orube, quando le lacrime vennero meno e le guance le facevano male per il contatto con la stoffa, singhiozzò:
-          Perché?! Perché è successo questo?! Non si meritava di morire così! Era una brava persona! Lo era! Lo posso garantire io!-
Yan Lin la fece parlare, poi rispose pacificamente, senza smettere di accarezzarle i capelli lucenti e scuri:
-          Lo so, Orube. Fidati, anche io lo so. Ho visto il suo cambiamento. È stato solo merito tuo. –
Orube gemette e Yan Lin continuò:
-          Il destino è crudele, se al suo interno si intrecciano contatti con persone crudeli. Lui ha legato il suo destino a molte persone crudeli che l’hanno condotto per vie orribili. Ma poi ha intrecciato il suo destino al tuo … -
-          … ed è morto!-
Gridò Orube stringendo i pugni.
-          … no, Orube. Non lo è –
A Orube si fermò il cuore per qualche secondo e una morsa strinse lo stomaco.
-          Cosa?-
Alzò lo sguardo verso Yan Lin: era uno sguardo disperato, di chi vede l’ultimo barlume di luce che se gli verrà negato pure quello, si lascerà uccidere dall’oscurità per sempre.
-          La congrega ha deciso che non ti manderà a Basiliade. Ha deciso anche che proverà in ogni modo a ripristinare quanto è stato distrutto all’interno del libro magico che custodisci. Ciò che non avviene nel mondo reale non può essere reale e definitivo. Ludmoore non è più una minaccia: la sua vita terrena era finita da un bel pezzo e la sua esitenza era legata solo a quel volume. Ma per Cedric-pronunciò quel nome con molta grazia e Orube fremette di nuovo- non era ancora scoccata l’ora terrena e non ha fatto particolari patti che lo legano in eterno al libro. Sarà necessaria molta, moltissima, energia magica. Abbiamo bisogno delle nostre forze, del cuore di Kandrakar … ma soprattutto di te: tu devi affidarci quel libro, se vuoi, ed avere fiducia.-
Orube con movimenti febbrili si voltò di scatto, raccolse il volume che giaceva accanto a sé e lo gettò fra le mani dell’onorevole Yan Lin, inginocchiandosi ai suoi piedi.
-          È presto per ringraziarmi, bambina mia. Ma abbi fede. Troveremo  il modo. Ce la faremo- 
  
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