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Autore: Tinkerbell92    14/05/2013    6 recensioni
(DA REVISIONARE)
Seguito della fanfiction "Il Pegno della Luna".
Leila Swift, figlia di Artemide, in seguito alla sconfitta di Crono, decide di compiere un viaggio per ritrovare l'amato Luke, il quale, nel frattempo, si è già reincarnato ed ha cominciato una nuova vita, senza aver memoria degli eventi precedenti.
Quasi in contemporanea, Nico Di Angelo, in seguito ad un sogno premonitore, decide di partire per l'Ade, per salvare l'anima di sua sorella Bianca, tenuta prigioniera da una dea molto pericolosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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-Leila-

Avete presente quando vi fate un’idea non proprio positiva di una persona, provate a rivalutarla a tutti i costi ma alla fine vi arrendete concludendo che quella persona con voi non ha proprio speranze?
Ecco, credo che questo sia sufficiente per farvi capire che, dopo appena dieci minuti di conoscenza, avevo già una fortissima voglia di strangolare Jake Milligan.
Era più forte di me, non riuscivo a sopportarlo: la galanteria eccessiva che usava anche solo per soffiarsi il naso mi dava letteralmente il voltastomaco. Insomma, non mi sono mai piaciuti i cafoni, ma pure i ragazzi che non si siedono accanto a te finché non dai loro il permesso scritto mi danno abbastanza sui nervi.
In quel momento, Jake, alias figlio adottivo dei proprietari del Paris, ci aveva fatti accomodare all’interno del grande gazebo del giardino, raccontandoci la sua vita, o almeno quella che credeva che fosse.
- Non ricordo esattamente cosa successe prima che i signori Milligan mi adottassero. Ero in una Casa di Accoglienza per ragazzi, ma devo aver preso una botta in testa parecchio forte per avere dei punti oscuri riguardo la mia vita precedente. Spero che questa amnesia passi.
Si bloccò un secondo, tirando fuori il cellulare: - Scusate, ho ricevuto un messaggio. Vi dispiace se lo leggo?
Serrai i pugni, grugnendo un “No” appena percettibile, e lui, dopo avermi ringraziata con tono amorevole, iniziò a strizzare gli occhi sullo schermo del suo costosissimo telefono.
Mi irrigidii, sapendo che per un semidio usare un cellulare equivaleva a sparare in cielo un razzo di segnalazione per i mostri, e lo guardai mentre faceva strane smorfie, allontanando e avvicinando a sé l’apparecchio elettronico in maniera quasi meccanica.
Alzò lo sguardo leggermente imbarazzato e ci mostrò lo schermo: - Ehm… vi dispiacerebbe leggere per me? Sono dislessico e faccio fatica a vedere cosa c’è scritto…
Ah, quindi aveva almeno conservato la dislessia tipica dei semidei. Bene.
Non era molto ma comunque mi sembrava un passo avanti e mi dava una certa speranza.
Maggie sospirò, prendendo in mano il telefono e leggendo ad alta voce: - Jake, ti aspettiamo tra mezz’ora per il tè. Porta pure Caroline se vuoi. Dave e Mara.
Jake/Luke sorrise con aria deliziata: - Oh, giusto, il tè! Me n’ero quasi scordato.
- Chi è Caroline?- domandai, con un evidente tono scocciato.
Maggie mi allungò un calcio sotto il tavolo, mentre il principino allargava il sorriso: - Oh, Caroline è la mia fidanzata. E’ figlia dei signori Kingston, proprietari del Mirage Hotel. Io e lei siamo promessi, i suoi genitori pensano che sarebbe una bella cosa unire le famiglie.
Credo che a quel punto la mia faccia abbia assunto un colore violaceo.
Qualcosa si disintegrò nella mia mano, ma non mi premurai di controllare cosa fosse.
- Promessi…- ripetei con disgusto, tamburellando nervosamente le dita sul tavolo. Jake annuì con fare allegro: - Sì. Forse oggi io e lei ci scambieremo il nostro primo bacio. Mi sento un po’ nervoso, non ho mai baciato una ragazza prima d’ora…
Sentii Maggie afferrarmi il polso, per impedirmi di balzargli addosso, ma ero talmente scioccata che riuscii appena a mormorare: - Stai… scherzando?
Jake abbassò lo sguardo, arrossendo: - No. Volevo sentirmi veramente pronto prima di compiere un passo del genere. Voi avete mai baciato qualcuno?
Tirai le labbra in un sorriso falso e risposi in maniera melliflua: - Sì, Jake, ovviamente.
Lui aprì la bocca per rispondere, quando Percy, che in quel momento stava passeggiando con Moira nel giardino, fece irruzione nel gazebo piuttosto bruscamente: - Ehi, ho avvisato Annabeth e Talia, tra poco saranno qui. Stanno portando anche Missy, spero solo che…
- MISSY?- strillai, facendo sobbalzare tutti – Percy, sei pazzo? Missy non può venire qui!
Jake mi fissò con aria interrogativa, ma lo ignorai: - Percy, dì subito ad Annabeth di tenere Missy lontana da qui!
- Non preoccuparti, già fatto- sorrise Moira, affiancando Percy – La ragazza di nome Talia la porterà al Caesar con le altre ragazze.
Sospirai, per nulla felice del fatto che Faccia di Pigna passasse del tempo con mia figlia, ma comunque sollevata, perché non avrei dovuto dare spiegazioni troppo complicate.
Missy aveva solo tre anni, anche se era una bambina intelligente di sicuro le avrei provocato una gran confusione se le avessi detto che suo padre non era più in sé. 
- Annabeth…- Jake sembrò riflettere un secondo sul nome della nostra amica, ma poi si scosse e commentò semplicemente – Che nome carino. E’ tua sorella, ehm… Percy?
Il ragazzo sorrise: - No, Annabeth è la mia ragazza.
- Davvero?- si stupì Jake – Io pensavo che la tua ragazza fosse lei- disse, accennando a Moira.
Lei emise una leggera risata, arrossendo leggermente: - Oh, no, non sono così fortunata.
Jake sorrise educatamente e si illuminò: - Vi andrebbe di venire tutti a prendere il tè con i miei genitori tra poco? Insomma, dopotutto mi avete salvato da quella strana bestia nell’atrio, è il minimo che possa fare…
Mi alzai lentamente dalla mia sedia rivestita con un qualche materiale costoso e feci un cenno a Maggie: - Scusa, Jake, ma io e Maggie abbiamo da fare. Se Percy e le ragazze vogliono unirsi a voi facciano pure.
- Oh, sì, per me non c’è problema – rispose Percy, sussurrandomi poi in un orecchio – Così magari Annabeth dà un’occhiata alla situazione…
Jake alzò le spalle con un sorriso: - D’accordo. Ma se vuoi, puoi sempre venire alla festa.
- Quale festa?- domandai, leggermente annoiata.
- Stasera ci sarà un Ballo al Mirage. Li organizzano spesso. I miei genitori mi hanno detto che posso invitare chi voglio…
Lo fissai per qualche secondo, mentre una morsa allo stomaco mi tormentava crudelmente, poi, con aria impassibile, risposi distaccata: - Ci penserò.
- D’accordo- disse lui – Il Ballo è alle nove nel salone principale.
 
Non appena varcai la soglia della mia camera, il muro che controllava le mie emozioni si infranse.
Spedii fuori Talia con un cordialissimo “Sparisci” e, non appena se ne fu andata, tirai un pugno contro la parete, imprecando.
Missy, seduta sul letto matrimoniale, mi fissò ad occhi spalancati, così provai a calmarmi, asciugandomi bruscamente una lacrima: - Scusa, tesoro, non sono impazzita, credimi.
Lei mi si teletrasportò accanto e mi tese le mani. La presi in braccio, baciandola sulla fronte, e le sussurrai in un orecchio: - Ti sono mancata?
Missy annuì, facendomi sorridere: - Anche tu mi sei mancata, amore.
Maggie entrò schiarendosi la voce e borbottò: - Siamo in un bel casino.
- Puoi dirlo forte- risposi, sedendomi sul letto – Ti giuro che più lo vedo e più mi viene voglia di ucciderlo.
- Siamo in due, credimi.
Sospirai, mentre Missy iniziava a giocherellare con i miei capelli: - Ma dico, ti pare possibile? Immaginavo che l’avrei trovato diverso, ma fino a questo punto… ti rendi conto che si crede ancora vergine?
Maggie soffocò a fatica una risata e scosse la testa: - Non ho davvero parole. E mi domando come sarà la sua cosiddetta fidanzata…
Mi morsi il labbro per il nervoso: - Probabilmente sarà idiota come lui…
Maggie annuì sorridendo e si guardò intorno con aria distratta. All’improvviso, il suo volto si incupì: - Dov’è Helen? Non doveva trovarsi qui con il ragazzino?
- Forse sono andati a farsi un giro- suggerii – Potrebbero essere in giardino…
La mia amica scosse la testa: - Se fosse così percepirei il loro odore. Ne avverto solo una leggera traccia, il che indica che sono stai qui… ma non credo si trovino da qualche altra parte nei dintorni. Riesco quasi a sentire l’alone di morte che ha lasciato il ragazzino vicino al cassetto…
Alzai un sopracciglio, mentre Maggie sembrava riflettere su qualcosa. Non era da lei interrompersi a metà frase.
- Maggie?
La mia amica ebbe una specie di sussulto ed aprì tempestivamente il proprio cassetto della biancheria. Iniziò a frugare in maniera poco ortodossa, sibilando imprecazioni e bestemmie.
- Che stai facendo?- domandai alzandomi in piedi, con Missy stretta in braccio.
Maggie emise un ringhio furioso e chiuse il cassetto con violenza: - Lo ammazzo!
- Che?- squittii, cercando di capire il motivo della sua rabbia – Si può sapere cos’ha fatto Nico?
Un’illuminazione improvvisa mi colse mentre incrociavo lo sguardo con quello furente di Maggie: - Il ciondolo…
- Già!- ruggì lei – Quel piccolo mostriciattolo l’ha usato per andare chissà dove ed ha portato Helen con sé! Dovevo immaginare che fosse lui ad avere un doppio fine, perché altrimenti avrebbe tanto insistito per venire?
Cercai di fare mente locale: - Ma che cosa vuole fare? Dove sarà andato in quelle condizioni?
- E’ proprio quello che intendo scoprire- brontolò Maggie, dirigendosi rapidamente verso la soglia della stanza – Cerco di rintracciare Helen con un I-Phone. Appena so qualcosa ti raggiungo.
- D’accordo- mormorai parecchio confusa, mentre la guardavo allontanarsi.
Avevamo un bel problema: Nico aveva portato con sé il ciondolo di Ecate, la nostra via di fuga più rapida e sicura. Se fosse accaduto qualcosa a lui o Helen, se il ciondolo fosse andato perduto, come avrei potuto riportare un intero gruppo di semidei al Campo Mezzosangue?
Non potevamo usare l’aereo, dato che avevamo Percy dietro, ed usare altri mezzi sarebbe stato comunque un problema, perché ci sarebbe toccato come minimo affittare un treno solo per noi, oppure un sacco di autobus…
Perché Nico aveva fatto una cosa del genere? Che cosa doveva fare di così importante?
- Dov’è Maggie?
La vocina di Missy mi riportò alla realtà: - Ehm… torna subito, tesoro. E’ andata a cercare Helen e Nico.
- Nico!- sorrise lei, illuminandosi – E’ bello Nico.
- Ehm… suppongo di sì… sì, è un bel ragazzino.
Lei rise, arrossendo un po’, e si teletrasportò sul letto, iniziando a saltare.
In quel momento, il telefono della stanza squillò. Aggrottai le sopracciglia e risposi: - Sì?
Tirai un sospiro di sollievo non appena sentii la voce di Annebeth: - Ciao, Leila, ti posso parlare?
- Certo- mormorai – Da dove chiami?
- Dal Paris Hotel. Stiamo prendendo il tè con Luke e i proprietari e… beh, pensavo fosse giusto informarti. Mi sono allontanata con una scusa, quindi non posso stare tanto…
Arricciai il filo del telefono attorno al dito: - Dimmi tutto.
La sentii sospirare: - Penso tu sappia che la situazione è uno schifo. Luke o Jake o chicchessia è un assoluto disastro. E’ imbranato, viziato ed esageratamente galante. Per carità, non dico che un po’ di educazione faccia male, ma questo è davvero troppo!
- Sì- commentai – Ho notato. Come sono i genitori adottivi?
Annabeth esitò: - Beh… loro sembrano delle brave persone e lo amano sinceramente. Non hanno mai potuto avere figli, la signora Milligan è sterile, e questa adozione significa molto per loro. Questo è il primo dei problemi che dobbiamo affrontare. Anche riuscissimo a far tornare Luke in sé, come potremmo portarglielo via? Non sappiamo se la Foschia ci aiuterà molto in questo caso, l’amore che provano per lui è davvero forte.
Avvertii una stretta allo stomaco: - Questo è un vero problema. Forse dovrei dare un’occhiata anch’io per valutare la situazione…
- Oh, sì, te lo consiglio vivamente- rispose Annabeth con tono frettoloso – So che sarà difficile, ma penso che dovresti partecipare al Ballo di stasera. Comunque, la mente di Jake non ha cancellato del tutto il passato di Luke: è ancora dislessico e, nonostante i modi da principino, fa parecchia fatica a stare fermo per troppo tempo in un posto. Ah, ed ha confessato di avere paura dei draghi, dice che spesso se li sogna ed i film un drago come protagonista lo inquietano. Mentre diceva questa cosa si toccava spesso la cicatrice. Immagino sia un buon segno, anche se non sa proprio spiegarsi come se la sia procurata… comunque, tra poco io e Percy torneremo in Hotel e decideremo cosa fare.
- Ehm… Annabeth- sussurrai un po’ incerta – E… com’è la sua… ragazza?
La figlia di Atena emise un leggero grugnito, poi rispose quasi scocciata: - Credimi, è una delle cose peggiori in cui sia incappata. Sono certa che quando la conoscerai Talia ti sembrerà simpatica al confronto…
- Bene- risposi ironicamente – Anche se mi sembra una cosa difficile. E’ una di quelle antipatiche che saltano su per tutto oppure una falsa mielosa?
- Guarda, al momento non ho parole per descriverla. Vedrai tu stessa quando la incontrerai al Ballo.
Mi morsi il labbro per il nervoso, domandandomi che cosa mi aspettasse: - D’accordo, grazie Annabeth. Ci vediamo più tardi.
-Ah, un’ultima cosa…
Una lieve ansia si impadronì di me dopo l’ultima frase di Annabeth: - Cioè?
La ragazza esitò, poi rispose un po’ incerta: - Prima… lui ti ha nominata spesso davanti ai suoi genitori. Non lo so, pare che tu l’abbia colpito molto…
Sospirai, riuscendo a malapena a rispondere: - Va bene, ho capito. A dopo.
- A dopo.
Riattaccai il telefono con una sgradevole sensazione a livello dello stomaco.
Missy scese dal letto e mi raggiunse trotterellando: - Dov’è Annie, mamma?
- E’ con Percy, ma tra poco sarà qui.
Artemis sorrise, poi tornò a letto ed abbracciò il cuscino, chiudendo gli occhi.
La coprii con la mia maglietta e mi diressi in bagno per fare una doccia.
L’acqua tiepida che scorreva sulla mia pelle sembrava quasi volermi aiutare a scrollare via tutte le sgradevoli sensazioni di quella giornata, gettandole giù per lo scarico.
Ma sapevo bene che in realtà era solo l’inizio. Quella sera avrei dovuto incontrare Jake e la sua odiosissima fidanzata.
Il fatto che Annabeth non avesse saputo esprimersi su di lei non faceva ben sperare. Provai ad immaginarmi un centinaio di volte come potesse essere, ma alla fine rinunciai.
Uscii dalla doccia ancora grondante e afferrai un accappatoio, quando cacciai un urlo.
La ragazzina che Percy aveva trovato, Moira, stava gironzolando con aria di noncuranza per il bagno.
Mi coprii all’istante e squittii: - Che cosa ci fai tu qui? Come sei entrata?
Lei mi rivolse un sorriso innocente e indicò un punto alle proprie spalle: - Ehm… dalla porta?
Boccheggiai per la sorpresa, senza sapere cosa dire, così lei, alzando gli occhi al cielo, spiegò: - Percy e Annabeth stanno per arrivare. Credo che quei signori li abbiano trattenuti più del previsto.
- Tu non hai preso il tè con loro?
Moira scosse la testa, allargando le labbra in un sorriso decisamente familiare: - Non riuscirei a stare seduta per più di cinque minuti. Così mi sono fatta un giro e poi sono tornata qui. Mi sembrava che avessi bisogno di parlare con qualcuno…
Mi strizzai i capelli ed iniziai a pettinarli: - Ehm… no, grazie mille, sto bene, davvero.
Moira alzò un sopracciglio arcuato e mi fissò severamente: - Percy mi ha detto tutto. Anche se sono solo una ragazzina posso capire certe cose. Allora, come hai intenzione di andare al Ballo?
Alzai gli occhi al cielo, leggermente contrariata al fatto che una sconosciuta si intromettesse nella mia vita così: - Non lo so. Penso che andrò come sono…
- Io penso che invece dovresti preparati al meglio- osservò lei – Se rivuoi indietro il tuo Luke dovresti almeno usare tutte le tue armi migliori.
- Oh, non credo che essere carina basterà – osservai, specchiandomi – E poi non ci tengo proprio a portarlo a casa in quelle condizioni. Io mi sono innamorata di Luke, non di Jake Milligan.
Moira alzò le spalle: - Come ti pare – diede un’occhiata fuori dalla porta e commentò – Hai davvero una bella bambina, lo sai?
Annuii, mentre lei, dopo avermi rivolto un sorriso, uscì dal bagno e si sedette sul letto accanto a Missy. La piccola, che si era appena risvegliata, osservò con interesse la nuova arrivata e, prima che potessi fare un passo, la abbracciò come se si conoscessero da una vita.
Mi stupii parecchio: d’accordo, Artemis era sempre stata una bambina socievole, ma mai aveva reagito in quel modo davanti ad una persona che non aveva mai visto prima.
Non feci a tempo ad indagare, perché l’arrivo di Maggie mi scosse dai miei pensieri.
- Non ho parole!
Sembrava ancora più arrabbiata di prima e la cosa mi inquietò parecchio: - Li hai trovati?
La mia amica grugnì, aprendo di scatto il proprio armadio: - Sono a Los Angeles. Non ho ancora avuto modo per rintracciarli, così ho contattato Morgan che li ha individuati con un incantesimo. Credo che ci raggiungerà entro stasera, così mi darà modo di teletrasportarmi per andarli a riprendere.
- Morgan sta arrivando qui?- domandai sorpresa.
Maggie sbuffò: - Sì, ma non si tratterrà a lungo. Ha delle cose da fare al Campo e non può abbandonare la casa di Ecate per molto. Credo debbano ancora stabilizzare il flusso di magia che scorre sulle pareti esterne della cabina…
Riflettei per un secondo, tirando fuori della biancheria pulita dal cassetto: - Magari può riportare a casa anche un po’ di Cacciatrici. Vista la situazione non so a quanto servano…
Maggie alzò le spalle e fece alcuni passi verso la porta: - Come vuoi. Vado da Percy nella Hall, chissà che non porti qualche altra notizia. Ti avviso in anticipo che non credo di poterti accompagnare al Ballo…
- Fa niente, lo capisco- risposi, iniziando a vestirmi – Tanto nemmeno io mi tratterrò a lungo.
La mia amica annuì , uscendo rapidamente dalla porta.
Mi voltai verso il letto dove stava seduta Missy e, con grande sorpresa, notai che Moira era sparita.
Sospirai, iniziando a dare una veloce occhiata al mio guardaroba, e stabilii che, fino a quando la serata non si fosse conclusa, non avrei indagato su ulteriori misteri che mi avrebbero solo complicato la vita.
- Secondo te che cosa dovrei indossare stasera, Missy?
La mia piccola sorrise e mi si materializzò accanto, iniziando a giocare con i miei vestiti nei cassetti.
All’inizio fui tentata di indossare un abito da sera, ma poi, ripensando alla gente che avrei trovato a quel Ballo, mi venne un nervoso tale che decisi di fare di testa mia.
Alle nove in punto, mi presentai all’ingresso del Mirage in jeans e maglietta.
Non mi sentii minimamente in imbarazzo quando, seguendo la folla di persone benvestite verso il salone principale, ricevetti parecchie occhiate scettiche.
Non sarei mai stata al loro gioco e non avrei mai tentato di sedurre Jake/Luke con un abito elegante.
Anche perché a Luke ero piaciuta subito, dal momento in cui misi piede nella Casa di Ermes, e in quell’occasione non ero affatto abbigliata in modo elegante o sexy.
Non appena giunsi a destinazione, mi fermai un attimo sulla soglia, facendo scorrere lo sguardo all’interno di quell’enorme salone allestito secondo l’arte polinesiana.
E poi lo vidi.
Jake Milligan, insieme ad altre cinque persone, si trovava al centro della sala, parlando tranquillamente di chissà cosa.
Ogni tanto, senza pensarci, si sfiorava distrattamente la cicatrice.
Feci un respiro profondo e, preparandomi psicologicamente, avanzai verso di lui.
 
***
Angolo dell’Autrice: Scusate il ritardo, Spero che il capitolo non sia orrendo, dato che l’ho scritto con pochissima ispirazione. Spero che i prossimi risultino migliori.
Grazie per aver letto.
  
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