Non sei rosa di rose,
Tulipano:
sfiorisci elegante
e resti in piedi
orfana di corolla,
superbo stelo che non si inchina.
Ti ha innaffiato il vino,
illuminata la gelida luna,
ma non sei appassita
nei ciechi labirinti della notte di Azkaban;
solo resta il gambo arrogante
che non si piega,
vanità oscena
di nudità sfrontata.
I tuoi capelli, narcisismo femmineo,
caduti
o forse strappati
nei giorni d’Abbandono lenti,
ed ora è solo l’epidermide tesa
ad indovinare i tuoi pensieri presuntuosi
che ti distinguono tra i Vinti dai Vinti.