Mi dispiace sempre un sacco quando entro nella mia scuola o quando vado al parco e vedo adolescenti piangere perchè la madre e il padre non li hanno mandati in discoteca o perchè non gli hanno comprato il nuovo iPhone e poi, magari, andare a trovare qualcuno in ospedale e vederlo sorridente anche se ha ancora le cicatrici doloranti. E' triste ma allo stesso tempo confortante.
Paradossalmente chi sta meglio di altri tende a intristirsi mentre chi ha i veri problemi o sta peggio sorride tranquillamente, come se tutto ciò che rendesse felice un uomo è suo. Quindi mi viene da chiedermi se si stesse meglio quando si stava peggio.
Questo fatto è triste perchè è impensabile che chi non ha un iPhone, un pc portatile o una Playstation sia felice mentre chi ha tutto ciò che renderebbe felice un ragazzino della mia età non dia valore alle cose o almeno, non si accontenta mai di ciò che ha, vuole sempre qualcosa di nuovo per cui essere felice. 
Non ci posso credere. E' incredibile, ecco.
Da un altra parte è paradossalmente confortante questo fatto perchè dimostra che l' essere umano, una delle creature più stupide dell' universo, a mio modesto parere, sia capace di ambientarsi nell' ambiente circostante, spesso creato da lui stesso.
Quello che voglio dire è che non c'è sempre bisogno del nuovo modello di iPhone, della nuova Playstation 4 o della PSP per essere felici. 
Spesso, molto spesso bisognerebbe accontentarci del dono più grande che il nostro cervello ci ha dato, l' immaginazione.
E fidatevi che l' immaginazione e libri se messi insieme fanno miracoli.