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Autore: wrtltwtwd    15/05/2013    6 recensioni
Beckett si risveglia nel suo appartamento sola e disorientata. Perchè non riesce a ricordare nulla?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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So it wasn't a dream °°°So it wasn't a dream - Part 1°°°

Ryan e Lanie rimasero al distretto per coprire l'assenza dei colleghi. Quando arrivarono al loft di Castle la macchina di Gregg era già parcheggiata dirimpetto al portone. Il ragazzo era entrato a far parte della Crime Scene Unit l'anno precedente; era giovane ma aveva già dato prova di spiccate abilità intuitive che, unite all'umiltà e alla rapida capacità di apprendimento, avevano influenzato positivamente la pragmatica Lanie, convincendola a portarselo dietro durante i primi mesi di praticantato.Gregg attendeva composto con la schiena poggiata alla macchina. Non essendo in servizio vestiva panni borghesi, ma i due riconobbero la valigetta con il kit CSU.
In casa non c'era nessuno. Beckett aveva avvisato Martha, suggerendole di far allontanare Alexis prima del loro arrivo al fine di evitarle ulteriori traumi per quel giorno. Erano entrambe sconvolte; al telefono la diva dei tempi andati riusciva a stento a trattenere le lacrime e Alexis diceva di volersi incontrare con Kate. Quella povera ragazza doveva essere a pezzi in quel momento; lei sapeva bene cosa si provasse a perdere un genitore e non avere praticamente nessuno a cui dirlo. Per questo si ripromise di chiamarla nel pomeriggio e in caso raggiungerla negli Hamptons con la nonna.
La chiave era sotto lo zerbino, dove la donna le aveva nascoste appositamente per loro.
"Eccola"
"Trovare il cassetto sarà molto più difficile"
Beckett annuì. Indossati dei guanti di lattice, Gregg ne porse un paio ai due Detective.
"Per me sono inutili, sono già stata qui" declinò lei.
"Se non hai mai aperto o visto lo scomparto segretato farai meglio ad usarli, così non dovremo perdere tempo prezioso per escludere le tue impronte"
"D'accordo" In quel momento Espisito era la mente razionale, l'adulto responsabile e lucido a cui dare ascolto. Per questo una volta accompagnati i due uomini nello studio, la Detective si rannicchiò mansueta nella poltroncina all'angolo, e li guardò sgomberare la scrivania dalle varie suppellettili prima di esaminarla. Recentemente i metal detector avevano raggiunto dimensioni incredibilmente ridotte; grandi quanto un telefono cellulare, e semplici da maneggiare, ogni kit CSU ne prevedeva uno.
Gregg estrasse il suo e, dopo averlo tarato, lo passò tutt'intorno  al mobile: risalì le gambe e aprì i tre cassetti laterali, ma senza risultato. La presenza di metello veniva rivelata solo in prossimità di viti e bulloni. Come ci si sarebbe aspettati, la spia acustica venne attivata dall'esame dello spesso piano di lavoro.
"Ok è qui" Beckett fu riportata alla realtà dalla voce del giovane scienziato.
"Bene, e come l'apriamo?"
"La smontiamo" rispose disinvolto Gregg; nessuno gli aveva detto perché fosse lì o i presupposti che avevano reso necessario il suo intervento. Sapeva solo di dover trovare un cassetto segretato in una scrivania.
Esposito intervenne prima che la sua partner fosse colta dall'infarto di cui già scorgeva i sintomi: "Forse non ci siamo capiti; ascolta Gregg, la scrivania ci serve intatta: se avessi voluto farla a pezzi avrei chiamato una banda di Hoolligans, non un esperto tecnico della scientifica. Perciò dobbiamo trovare il congegno che l'apra."
"Impossibile"
Beckett si sentiva su delle montagne russe, con tanto di effetto nausea: rompere la scrivania, non romperla, romperla, non romperla.
"Non possiamo nemmeno sapere se la serratura in questione si attivi meccanicamente o elettronicamente." Spiegò costernato.
"Sì che possiamo!" si rianimò lei. "Se ci fosse stato bisogno di recuperare i suoi ricordi più cari durante un black-out, o forse lui pensava più ad una catastrofe nucleare, non avrebbe potuto senza elettricità. E poi Ri...Castle, era... amava le spie vecchio stile, i noir di una volta. Gregg, crede che il congegno possa funzionare spostando dei libri? O il volume dello stereo, cose di questo genere?"
"Sono serrature superate, ma è senza dubbio possibile" rispose il ragazzo sorpreso dall'improvvisa animosità della donna.
Questa senza dire una parola attaccò la libreria sulla parete destra, dal ripiano in alto a sinistra, spostando i libri a blocchi di due o tre per volta. Poi passò al ripiano contiguo e ricominciò. Esposito fece lo stesso con la libreria che fungeva da separé con la sala da pranzo. Anche Gregg aprì varie ante e mosse vasi e cimeli dei viaggi dello scrittore , senza successo. Procedettero con ordine finché il silenzio fu rotto dal fracasso di una abat-jour che si infrangeva al suolo. Il giovane tecnico aveva inavvertitamente urtato col gomito la lampada con la base a forma di teschio che Castle aveva acquistato ad un congresso su Edgard Allan Poe, tenutosi in Inghilterra diciassette anni prima.
"Sono desolato, davvero non volevo. Rimetto tutto a posto!"
"No lascia perdere Gregg, ci penso io. Becks, forse dovresti andare di là a riposare un po'. Qui finiamo noi, quando apriamo il cassetto ti chiamo."
"Aspetta Iavi, voglio raccogliere i cocci e provare ad aggiustarlo, lui..." Beckett tratteneva a stento le lacrime, non aveva mai incontrato tanta difficoltà nel separare i suoi lutti privati dal lavoro.
"D'accordo, ti aiuto?"
"Grazie, ma voi continuate pure. Faccio subito"
Si accovacciò per terra, ma la sua attenzione fu catturata a un dettaglio. Mancante.
Fu colta dal panico. "Iavi?!"
L'ispanico si chinò al suo fianco e chiese con un tono leggermente apprensivo: "Dimmi"
"Credo manchi il pennacchio della feluca di Alexis!"
"Il cosa scusa?"
"Il cappello del diploma. Castle aveva appeso il cordino al paralume, per ricordo... Ma qui non lo trovo!"
Faceva correre freneticamente la mani tra i frammenti, finendo per tagliarsi.
"Dov'è? Espo perché non c'è?"
Lui l'aiutò a rialzarsi e l'accompagnò nella stanza accanto tentando di tranquillizzarla.
"Beckett ora sdraiati sul divano e stai qui. Così. Ti porto qualcosa da bere?"
Nonostante il suo rifiuto lui le prese un bicchiere d'acqua. Aspettò che facesse qualche sorso e chiudesse docilmente chi occhi, poi accertato che non si sarebbe mossa di lì tornò al suo lavoro.
Non voleva darlo a vedere, ma ciò a cui Gregg aveva appena assistito lo aveva visibilmente confuso, tuttavia continuava a cercare meticolosamente tra le numerose suppellettili facendo finta di niente. Sembrò incoraggiato dalla pacca che Espo gli assestò sulla spalla.
"Detective, il congegno potrebbe celarsi dietro questa stampa" propose un po' incerto riferendosi alla grande scala che ricopriva la parete alle spalle della scrivania.
"Buona idea, dammi una mano"
Spostarono la stampa rivelando null'altro che una parete totalmente nuda
 Inaspettatamente però, nel rimetterla al suo posto, il tentativo non si dimostrò del tutto inconcludente; nella cornice inferiore era stata ricavata una tasca nascosta dov'era riposta una specie di brugola dalla forma particolare. Un'estremità si divideva in tre punte, ognuna delle quali terminava con una piccola sfera. Pur non essendone realmente convinti, finirono per stabilire che si trattava di una sorta di chiave.
"Proviamo di nuovo con la scrivania?"
"Non credo, con tutto il rispetto Detective, l'ho esaminata accuratamente. Vediamo se sotto il tappeto troviamo qualcosa."
L'intuizione del giovane si rivelò all'altezza delle referenze con cui Lanie lo aveva presentato. Trovarono la serratura e infilarono attentamente la chiave. Essendo indecisi se girarla verso destra o sinistra, tentarono trattenendo il fiato fintanto che la sentirono scattare con un sonoro CLACK.
Frenarono l'entusiasmo e si concentrarono sul contenuto del cassetto. Gregg in questa fase si fece un po' da parte, lasciando che fosse il più esperto Esposito ad occuparsene.
Per quanto vagamente banali, Espo dovette ammettere che le foto conservate lì erano veramente belle: una scattata all'ospedale ritraeva  Alexis appena nata in braccio a Meredith e Castle, i primi passi di Alexis a Central Park, qualche primo piano di Martha Rogers ai tempi d'oro. Aprirono un portagioie d'argento e sorrisero vedendo i denti da latte di Alexis e il suo primo ciuccio. Oltre ad altre foto e documenti, in un angolino una scatolina di velluto blu era stata riposta un po' in disparte. Notando la R e la K dorate, Esposito ebbe un brutto presentimento e sperò di sbagliarsi.
Pensò di appurare i suoi timori dando una sbirciatina, ma non sarebbe stato corretto intromettersi così nella vita privata della sua migliore amica.
"Gregg puoi terminare tu qui con le impronte digitali? Appena finisci chiamami e passiamo al piano di sopra."
"Certo Detective"
Iavier Esposito avrebbe fatto qualunque cosa pur di evitare il compito che di lì a poco gli sarebbe toccato. Eppure sapeva essere giusto così. Era giusto che spettasse a lui essere lì a darle quella che in altre circostanze sarebbe stata una notizia stupenda, ma quel giorno non avrebbe fatto altro che farla soffrire ancora di più. Avrebbe potuto non dirglielo, ma allora sarebbe stato ancora peggio. Mentre tornava in camera da pranzo da Beckett, Esposito non poteva fare a meno di chiedersi cosa ci fosse di tanto sbagliato, storto, ottuso nell'universo da separare due persone che si amano e, non contento, continuare a torturarle.
Tutti quei profondi pensieri furono dissolti come nuvoloni al sole dalla spiazzante visione del divano vuoto.
E ora dove diavolo è finita Beckett?! Sarei dovuto rimanere qui con lei...  fa che non commetta sciocchezze!
Non essendo affatto pratico del loft, Esposito impiegò diversi minuti per controllare la cucina e la zona giorno in tutta la loro vastità, e ancora più tempo per il piano superiore. Cercava in ogni stanza eseguendo un rituale semplice ma efficace: bussava, se non udiva suoni dall'interno entrava e coglieva una prima panoramica della camera dopodiché la esaminava da ogni angolo e ispezionava negli armadi, dietro le tende, dietro le porte, sotto il letto. Per ultimo si accertava sempre che le finestre fossero chiuse bene
In tutto questo non smetteva di chiamare la collega per nome, senza ricevere risposta.
Nell'immaginario del Detective, che dopo otto anni nella sezione omicidi del NYPD aveva visto centinaia, anzi migliaia di cadaveri, già si delineavano gli scenari più tragici; malgrado la sua scarsa propensione alle teorie campate in aria, Esposito era sempre più preoccupato per la sua collega. Tirò un leggero sospiro di sollievo dopo aver controllato il bagno: i rasoi erano in ordine, la presa del fono intatta, e non mancavano medicinali.
Ma di Beckett nemmeno l'ombra.
L'ultima stanza era quella in fondo al corridoio e per esclusione doveva essere quella dello scrittore.
Ripeté la procedura ed entrò.
Beckett era seduta sul grande letto matrimoniale e guardava fuori dalla finestra, dando le spalle alla porta.
Probabilmente Esposito ce l'aveva un po' con lei per averlo fatto preoccupare tanto, ma si avvicinò a lei e le disse dolcemente: "Becks, ti ho cercata dappertutto. Perché non mi hai risposto?"
Parlava lentamente come si fa con i bambini impauriti.
Preferendo non invadere lo spazio intimo che quel letto rappresentava, preferì inginocchiarlesi di fronte, ma anche quella posizione gli apparve immediatamente sbagliata per l'oggetto che con tutta probabilità racchiudeva la scatolina che stava per darle.
La chiamò nuovamente e lei smise di fissare il vuoto per mettere a fuoco il viso di lui. Tutto di lei urlava Non c'è, lui non è qui. Non è con me nella camera che ci ha visto baciarci, toccarci, Non è con me qui dove abbiamo fatto l'amore.
Non ce la fece. Esposito disse solo: "Abbiamo aperto il cassetto e c'era una cosa per te. La metto qui sul letto, non devi aprirla ora. Lo farai quando e se ti sentirai pronta. Mi dispiace tanto Becks".
Posata la piccola custodia quadrata sul piumone alle sue spalle, il Detective la lasciò sola.
Pur non amando l'attesa, Kate si concesse diversi respiri, lenti e profondi, prima di lasciare scorrere le dita dietro di lei fino a trovare il velluto sotto ai polpastrelli.
Prendendo in mano l'oggetto e riconoscendone la nota forma al tatto, ebbe un tuffo al cuore.
Rick, possibile che riesci ancora ad essere tanto presente? E' come se fossi qui con me mentre tutto intorno mi dice che non è così. Possibile che mi hai lasciata così... sul più bello? Quando veramente tutto iniziava ad andare bene tra noi, intorno a noi. Finalmente insieme eravamo... giusti. Ti avevo trovato, e ora ti ho perso. Qualunque cosa mi hai lasciato, ti prometto che sarà parte di me per il resto dei miei giorni, tu sarai parte di me per sempre... Always.
Raccolse tutto l'amore che nutriva per lui e tutto il coraggio che quel sentimento le donava e aprì la scatolina.
Rimase senza fiato, per parecchi secondi. La testa che girava e il cuore che batteva all'impazzata.
Tra le sue mani c'era un anello d'oro bianco. Le due sottili estremità della montatura si incontravano sul davanti abbracciando un piccolo diamante. Sul bordo interno si scorgevano gli eleganti caratteri di una parola che da sola racchiudeva in sé un'intera esistenza. Always.
Piangendo lo sfilò dal velluto per ammirarlo ancora un po' prima di unirlo a quello di sua madre che portava appeso al collo.
Decise che quell'anello non avrebbe mai nemmeno sfiorato il suo anulare sinistro finché non fosse stato lui a infilarvelo.
Piangeva e gridava tra sé. Sì, sì, certo che lo voglio. Ci rivedremo presto amore mio. Appena avrò trovato chi ti ha fatto questo, chi ci ha fatto tutto questo, giuro che ti raggiungerò. Aspettami.


Angolino dell'autrice:
Innanzi tutto vorrei chiedere scusa a tutti quei lettori che hanno dovuto attendere tanto per avere un seguito. Chiedo venia, ma gli ultimi mesi di scuola sono senza dubbio i peggiori, e sono sicura che chi si trova alle superiori sia d'accordo su questo.
Detto ciò... faccio come sempre i più sentiti ringraziamenti a tutti i lettori che hanno recensito o che che anche solo seguono silenziosi la storia di questa pazza furiosa (XD)!!!
Piccola precisazione: giuro che l'idea mi era venuta già da parechio prima della 5x24, ma spero apprezzerete lo stesso :)
Ultimisima cosa e poi chiudo... AVETE VISTO IL FINALE DI STAGIONE DI CASTLE????????  OMG!!!!! NON SPOILERO NIENTE, MA CORRETE A VEDERLO!!!!!


  
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