Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: FedericaLille    16/05/2013    9 recensioni
Catherine ha un fidanzato, una casa e un lavoro. E' ormai una donna matura e con i piedi per terra. Ma cosa succede quando un incontro inaspettato le sconvolge la vita? Crolla ogni certezza e la paura di (ri)innamorarsi prende il sopravvento.
"Eccola, la scatola ben impacchettata con scotch ultraresistente, la scatola contenente un pezzo consistente della mia esistenza. Era rimasto tutto intatto lì dentro, come se il tempo si fosse fermato. I CD, i poster, i DVD, le lettere, i biglietti, i libri, tutto ciò che possedevo con stampato sopra “One Direction”. Erano passati ben dodici anni dalla loro entrata in scena, cinque dalla loro uscita di scena.
In quei cinque anni Zayn era scomparso dai gossip, da qualsiasi rumors e pettegolezzo. Era riuscito a nascondersi bene, e incontrare una sua vecchia fan l’aveva impaurito. Non avrei rivelato di averlo incontrato, non avrei mandato in aria la sua copertura.
Intanto però lui aveva mandato in aria la mia, di copertura. Negli ultimi anni mi ero autoconvinta che quella per lui fosse stata sempre solo una innocente infatuazione passeggera. Purtroppo rivederlo mi aveva dato una certezza: seppure fosse stata solo una infatuazione, non era passeggera affatto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Banner

 

 

Capitolo secondo

 

 

La cantina era uno di quei posti che odiavo maggiormente di quella casa.
A parte la polvere e le ragnatele, che mi disgustavano non poco, c’erano poi tutti quegli scatoloni pieni di ricordi che mi ripetevo sempre di buttare via ma che puntualmente tendevo a conservare.
E che cosa ci facevo adesso in cantina? Mike sapeva che ero qui per fare un po’ di ordine, “perché ogni tanto è necessario fare un po’ di ordine in cantina”. Ma la vera ragione per cui frugavo tra gli scatoloni impolverati era quella masochistica di voler viaggiare indietro nel tempo e ripercorrere anni troppo lontani ormai.
Eccola, la scatola ben impacchettata con scotch ultraresistente, la scatola contenente un pezzo consistente della mia esistenza. La aprii lentamente, e mi resi conto che fosse rimasto tutto intatto lì dentro, come se il tempo si fosse fermato. I CD, i poster, i DVD, le lettere, i biglietti, i libri, tutto ciò che possedevo con stampato sopra “One Direction”.
Era tutto come una volta, vedere i faccini innocenti di quei ragazzini sulla copertina di “Up all night” mi fece rabbrividire. Erano passati ben dodici anni dalla loro entrata in scena, cinque dalla loro uscita di scena.
Anno 2012: il loro primo concerto a cui avevo assistito di persona. Ecco il biglietto, lo tirai fuori dallo scatolone, sospirando.
Anno 2013: il momento più bello della mia vita, abbracciarli e parlare loro al Meet &Greet del Take me home tour.
Ricordavo ancora perfettamente ogni istante di quell’esperienza…
 
 
 
“Ciao! Come ti chiami?”, mi accolse Liam, sorridente.
Cominciavo a sudare freddo, non controllavo più il battito cardiaco né la respirazione.
“C-Catherine…”, balbettai.
“E’ un bellissimo nome.” Zayn mi guardò intensamente negli occhi, e mi sembrò che ci fosse solo lui, lì con me, in quel momento. Tutto il resto si dissolveva attorno a noi. Io, lui, e il suo sorrisetto sghembo. Dio, quanto amavo quel sorriso…
“Grazie…”, ricambiai il sorriso, mentre le mie guance avvampavano inevitabilmente.
“Di dove sei Catherine?”, mi chiese Harry, che senza che me ne accorgessi mi stava osservando attentamente. Quant’era bello, con quegli occhi smeraldo che mi scrutavano fin dentro l’anima.
“Vengo da Rotherham”
“Oh, vicino Doncaster!”, s’intromise Louis, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
“Si”, ridacchiai. Ero rossa come un peperone e non smettevo di tremare un attimo. Avevo davanti i ragazzi che mi avevano fatto sognare per tre anni, e stavo parlando proprio con loro! Erano reali, non era un sogno, stavolta.
“Bella maglietta!”, mi disse il biondino alla mia destra. Niall mi stava facendo un complimento, e il rossore sulle mie guance aumentava. Indossavo una maglietta verde con su stampato un quadrifoglio. Chissà perché, ma immaginavo che all’irlandese sarebbe piaciuta.
“Grazie!”
“Avanti con la fila!”, gridava qualcuno alle mie spalle. C’erano ancora tante ragazze che aspettavano il loro turno per poter vivere le emozioni che stavo vivendo io. Dovevo lasciarle passare.
Subito mi fiondai tra le braccia di Liam, seduto dall’altra parte del tavolo. Fu doloroso staccarsi da lui, ma volevo stringerli tutti e cinque tra le mie braccia, e il tempo stava per scadere.
Abbracciai Harry, Louis, Niall e quando arrivai a Zayn era già troppo tardi.
“Da questa parte!”, mi scostò un bodyguard, scortesemente.
“No, un attimo!”, provai a contrastarlo.
“Signorina, faccia passare la prossima!”, mi rimproverò quello, bloccandomi un braccio.
No, no, no, non potevo andarmene senza quell’abbraccio. La mia vista cominciò ad appannarsi, ero sull’orlo del pianto. Non potevo andare via proprio adesso.
“Aspetta.” Una voce al di fuori di me e del bodyguard stesso ci sorprese entrambi. Era Zayn che chiedeva al tizio che tentava di allontanarmi di lasciarmi stare altri cinque secondi. Quello acconsentì e io non ci pensai su due volte prima di gettarmi tra le braccia che Zayn teneva spalancate appositamente per me. Erano così confortevoli e accoglienti. Inspirai profondamente per assaporare meglio quel momento, per sentire il suo odore e memorizzarlo per sempre.
 
 
 
E ancora oggi ricordavo quel profumo. Non ero riuscita davvero più a dimenticarlo, nonostante fossero cambiate tante cose da allora, nonostante il tempo avesse portato via con sé i momenti più belli.
Sospirai, tirando fuori dallo scatolone il CD autografato a quel Meet & Greet. Passai un dito sopra quelle cinque firme e sorrisi involontariamente. Un tempo consideravo oro quegli autografi…
“Cathy?!”, la voce di Mike mi rimbombò nelle orecchie, tirandomi fuori dal flusso di pensieri.
“Si!” Sistemai in fretta e furia tutto dentro la scatola  e mi affacciai alla porta della cantina.
“Sto uscendo, torno per pranzo.”
“Va bene…”
“Fai la brava, a dopo.” Mi lanciò un bacio volante e io gli sorrisi.
Dopo qualche istante sentii la porta d’ingresso chiudersi.
Tornai di corsa al mio scatolone e afferrai il loro primo album. Scesi le scale, saltando velocemente sui gradini, e raggiunsi il soggiorno, accesi lo stereo e introdussi il CD. Desideravo restare sola a casa per poter riascoltare le loro voci.
Da quando la band si era sciolta avevo sentito qualche loro canzone di sfuggita alla radio, ma mi ero rifiutata di ascoltare di mia spontanea volontà i loro CD. Adesso però ne sentivo il bisogno.
Pigiare il tasto play fu come pigiare il tasto: lacrime mode on. Fu impossibile trattenerle, sfuggivano agli occhi inevitabilmente, le avevo trattenute per troppo tempo.
Ascoltai ogni singola canzone di “Up all night” e piansi a dirotto per i primi minuti. Dopo però mi abituai alle loro voci, e quasi mi sembrò di essere tornata liceale. Quando anziché prepararmi agli esami di maturità me ne stavo con le cuffie alle orecchie a ballare sulle note di “One thing”.
Sorrisi a quei ricordi, e asciugai le lacrime.
Avevo 26 anni ormai, non ero più una ragazzina. Avevo un fidanzato, e vivevo già con lui. Avevo un lavoro, conducevo una vita ben diversa da quella che progettavo da diciassettenne.
Quasi mi era sfuggito ciò che mi aveva spinto a fare quel tuffo indietro nel tempo…
Zayn Malik era riapparso nella mia vita, dopo cinque lunghi anni, e io dovevo rivederlo. Anche solo per convincermi che i sentimenti che provavo da ragazzina erano futili e insensati. Si, dovevo rivederlo.
Spensi lo stereo e mi diressi alla scrivania di Mike. Frugai nel cassetto e trovai presto ciò che cercavo.
Il libretto di circolazione di Zayn.
Oddio, quell’idiota non avrebbe mai imparato a guidare. Non lo sapeva fare da ragazzo, e non aveva imparato nemmeno da adulto.
L’incidente era stato colpa sua, diceva Mike, e forse aveva ragione.
Andai in magazzino e afferrai la mia vecchia bicicletta mezza arrugginita. Sperai vivamente che le ruote fossero gonfie, e la fortuna per stavolta girò dalla mia parte.
Chiusi a chiave e cominciai a pedalare. Raggiunsi presto il punto dell’incidente, c’era ancora la mia auto in frantumi, ma non c’era traccia dell’auto di Zayn. Che fosse venuto a riprendersela?
Pedalai ancora e arrivai alla stazione dei carabinieri, abbandondai la bici nel marciapiede ed entrai nell’edificio.
“Salve signorina, come posso esserle utile?”
“Due giorni fa ho fatto un incidente con la macchina, si è occupato di tutti i dettagli burocratici il mio ragazzo. Adesso però mi sono resa conto di essere in possesso del libretto di circolazione del conducente dell’altra auto coinvolta nell’incidente.”, parlai tutto d’un fiato.
“Questa mattina un ragazzo è venuto a denunciare lo smarrimento del libretto della sua auto, in seguito ad un incidente.”, rispose il tizio in divisa, dall’altra parte della scrivania, sfiorandosi il mento con due dita.
“Oh, davvero?!”, sussultai dalla sorpresa. Zayn era stato qui quello stesso giorno.
“Si, mi ha lasciato il suo recapito telefonico. Un secondo…”
Bum, bum, bum, bum, bum. Era il mio cuore che rischiava di esplodere.
Oh, andiamo, Catherine! Non hai più 17 anni!
Dovevo mettere fine a questa storia. Era un’assurdità.
“No, lasci stare.”, lo fermai. “Ecco, tenga.”, gli consegnai il libretto di Zayn.
“Grazie, lo contatto subito per informarlo.” Il carabiniere mi sorrise amorevolmente.
“Arrivederci”, salutai. Non volevo assistere a quella telefonata.
Dovevo andare avanti e dimenticarmi di tutta quella faccenda. Avevo un fidanzato che aspettava che gli preparassi il pranzo, avevo un lavoro che stavo trascurando in quei giorni, avevo una bicicletta abbandonata sul marciapiede.
Errato, quest’ultima non ce l’avevo più.
Appena varcata la porta infatti mi guardai attorno, alla ricerca della mia bici. Ma non la trovai. Me l’avevano fregata: ottimo! Mi toccava chiamare Mike, sorbirmi la sua ramanzina e tornare a casa col muso lungo.
Mi sedetti sul marciapiede, scoraggiata. Ero troppo spossata, i dolori post-incidente cominciarono a farsi sentire nel momento meno opportuno, ovviamente.
D’un tratto una grande macchina nera, nuova fiammante, si fermò di fronte ai miei occhi. Un finestrino si aprì lentamente e un viso a me fin troppo familiare fece capolino.
“Serve un passaggio?” La voce che avevo ascoltato fino ad una mezz’oretta fa allo stereo era maturata, il tono si era indurito, ma la sensualità di quel suono non era mutata.
Mi ero pietrificata, non sapevo che rispondere, se rispondere. Non sapevo come controllare il subbuglio di emozioni che mi ribollivano dentro. Volevo soltanto accettare l’invito e salire su quell’auto.






Angolo Autrice.

Hola bellezze! Ho scritto questo capitolo di fretta e furia, volevo chiarirvi le idee il prima possibile, e spero di esserci riuscita.
Ecco il passato di Catherine, che studieremo più a fondo nei prossimi capitoli. Ed ecco riapparire Zayn.
Spero che questo viaggio indietro nel tempo vi sia piaciuto,
credo che qualunque directioner riuscirebbe a immaginarsi in un contesto simile.
Perchè arriverà questo momento, prima o poi... Ma adesso basta deprimerci! u.u
Vi saluto e vi chiedo di recensire per farmi sapere che ne pensate di questo capitolo e un po' di tutta la storia fino ad ora :)
A presto!

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: FedericaLille