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Autore: She is made of glass    16/05/2013    2 recensioni
Il punto è che siamo così lontani, così irraggiungibili che a pensarlo mi vien male al petto.
Le sento tornare le vertigini, e il male che senti addosso quanto il tuo copro cade.
Cade, cade.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao Fiore.

E' da circa quaranta minuti che sto cercando le parole, ma le ho perse.
In questo periodo giuro che le ho perse le parole.
E mi rimane tutto dentro, marcisco dentro. Capisci?
Chi la vuole una persona marcia dentro?
Una che ha la muffa?
Una che non sa amare?
E' che fa paura amare, come volare, come le vertigini.
Si, cioè a me fa paura davvero.
Marcire dentro intendo, morire in me stessa, urlare urlare senza che nessuno venga a salvarmi.
Io non ho bisogno, io non ho bisogno.
Mi ripeto questo, fino a che non annego.

 

Riccardo.
Si chiama così il mio sogno, la mia alta marea, la mia cosa bella.
Si chiama Riccardo e sta a 2.040 respiri da me, 120 minuti di distanza, 198 km di mondo che ci allontanano.
Non sono tanti.
E io ti giuro che i suoi occhi li vorrei proprio vedere.
Le sue mani, i capelli, le spalle.
Le cicatrici che ha sul viso, i nei che ha il suo copro, io vorrei vedere tutto.
E sentire.
Sentire la sua voce, il suo calore il suo odore.
Mi piacerebbe proprio abbracciarlo, e cullare tutto quel nero che si porta dentro, abbracciarlo solo per sentirmelo addosso senza nessuna scusa.

 

E quindi, non è solo la distanza che ho contro.
Per la distanza ci sono i treni, le macchine, gli aerei.
Ho contro me stessa, e non so come scavalcarmi, non so come rassicurarmi.
E' che sono solo io.
Solo io.
Mai abbastanza.
E se non gli piaccio?
Se non supero le sue aspettative?
Metti che poi non mi scrive più?
Che smette di essere la mia cosa bella?
Se questo finisce come tutte è destinato a finire, io poi che faccio?
Come torno a respirare?
E se gli piaccio, se supero le sue aspettative, poi quando torna?
Poi quanto fa male non vederlo qua?
Quanto?
Quanto?

 

Lei è maggiorenne, è grande. Io sono così piccola, così bambina ancora; ma un una volta vorrei proprio scappare.
Scappare e andare da lui.
Andrei sotto casa sua, la sua bella villetta a schiera, con quell'immenso prato davanti, e seduta per terra lo aspetterei mentre torna da scuola.
E non riesco a immaginarmelo il suo visto perchè qualcosa di così bello io non l'ho mai visto.

 

Il punto è che siamo così lontani, così irraggiungibili che a pensarlo mi vien male al petto.
Le sento tornare le vertigini, e quel male che ti viene addosso quanto il tuo copro cade.
Cade, cade.

 

E non lo sento più io Fiore.
E' come se fosse diventato solo un ombra a ricordarmi che il dolore esiste, che il male esiste.
Lui è lontano.
Lontano mille miglia da me, con il corpo e con l'anima.
Mi manca.
Mi manca, ma non si può.
Non si può.
Riccardo, la mia cosa bella.
Il mio muro bianco da riempire di foto, di scritte, di colori.
La mia coperta calda, la mia maglia preferita.
Il profumo che indosso, è l'aria che mi sta in mezzo ai capelli.
Riccardo è il più bel pensiero che mi culla quel breve momento tra il sonno e la veglia, è il respiro che faccio appena mi passa il raffreddore.
E' come quando finisce di piovere, e l'acqua rimane tra le foglie, si formano le pozzanghere, tutto si bagna, tutti sono colpiti dal suo passaggio.
Ecco, lui è così.
E' la mia cosa bella.

 


E guardarlo negli occhi sarà come volare, allora saremo come aeroplani nel cielo.

  
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