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Autore: AgelessIce    16/05/2013    1 recensioni
-Che il tempio sia in movimento è un dato di fatto.
Semplicemente, sto ignorando la situazione.
Non ho la forza, né la volontà, per indagare.
L’ultima battaglia mi ha portato via più di quanto il mio spirito riesca a sopportare.-
-“Non vuoi farmi vedere il tuo viso per le leggi del santuario? “
E scuoto leggermente la testa, dondolando i piedi.
“ Prometti di non ridere, se te lo dico?”
Annuisce, serio, mordendosi appena il labbro inferiore.-
-E mi do’ della sciocca cento volte, e cento volte ancora, quando sento l’urlo soffocato alle mie spalle.
Perché, al momento, non è il cavaliere di Pegasus a necessitare di protezione.
È la sua maestra, ad essere instabile.
Ed, infatti, è lei ad essere riversa al suolo, un rivolo di sangue che sgorga al di sotto della maschera.-
- Aiolia X Marin, fondamentalmente u.u
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Ophiuchus Shaina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aquila decaduta

Supplica

-Aiolia POV-

Osservo quel volto metallico, dannatamente familiare, dannatamente freddo, mentre lei mi pone quella domanda.

È sempre stata una donna intelligente, Marin. Sapevo benissimo, fin dall’inizio, che non avrei potuto prendermi gioco di lei.

Non importa quanto sia sconvolta, indignata magari, o delusa. È sempre riuscita ad analizzare ogni situazione in tempi mostruosamente brevi.
Anche questa volta. Le è bastato poco per capire che non voglio ucciderla davvero.
Come potrei, infondo?

Mentirle, a questo punto, non serve. Lo capirebbe.
Non combatterebbe più contro di me, non seriamente.
Ed a me serve che lei mi attacchi.
Non mi resta che dirle parte della verità.

“Per un assurdo gioco degli dèi. A loro non interessa degli umani, li reputano solo un simpatico passatempo. Qualcosa con cui giocare, intrattenersi. Ma lo sai, no? L’unica ad aver avuto sempre a cuore la sorte dell’umanità è la dea Atena.”

Cerco di mantenere il mio tono spavaldo, cantilenante. Cerco di irritarla.
Spronarla a colpirmi.
Perché non ho altra scelta se non quella di assecondare il volere degli dèi.

Quindi per favore, Marin, combatti contro di me. Combatti con tutte le tue forze.
Non costringermi a rischiare di ucciderti.
Ti prego.

“Quindi per chi è che stai combattendo? Cosa state cercando di ottenere?”

La sua voce è confusa, ferita, tremante.
E mi rendo conto solo ora delle condizioni in cui verte.

È dimagrita terribilmente, dall’ultima volta. Il corpo è ricoperto da diverse ferite, cicatrici che sono sicuro prima non portasse.
Le sue mani sono più rovinate, le nocche sono ricoperte di ferite ancora aperte e sanguinanti. Una cosa del genere non capitava da quando eravamo bambini.
 
Non lo avevo notato, quando Shaina l’ha colpita al campo d’addestramento, giorni fa.
Strano.
Ho dovuto combattere contro me stesso, per convincermi a non andare da lei, quella volta, ho rischiato di farmi scoprire e mandare tutto all’aria, ma non ho notato quanto fosse distrutta.
Non avrei mai dovuto accettare quella proposta. Nonostante fosse stata la stessa Atena a chiederlo.

Non sono più così sicuro che possa farcela senza correre rischi.
Ed io non posso rischiare di privarla della vita.
Non lei.
 
“Difficile, a dirsi. Sono molti gli dèi ad essersi interessati a questa storia, per qualche ragione che nemmeno a noi è data conoscere. Immagino che la tua affermazione precedente sia corretta. Sono un cavaliere senza dio, al momento.”

Però, ormai, sono in gioco. Non posso più tirarmi indietro.
Non mi resta che avere fiducia in lei.
Persefone non perdona i ripensamenti.

***

-Saori POV-

“Strano che sia proprio tu a parlare in questo modo, Afrodite.”

Sorride, lei, portando una mano a giocare con una ciocca dei suoi capelli dorati, guardandomi con lo sguardo di una bambina furbastra.

“Credevo che tu potessi capire. Che apprezzassi il potere dell’amore.”

I suoi occhi brillano in maniera innaturale, e per un secondo appena mi ritrovo ad aver paura di lei.
È sempre stata difficile, da comprendere. Non c’è mai modo di sapere a cosa pensi.
Può tramare piani vili e crudeli, firmando la tua condanna, o tenderti una mano e segnare la tua salvezza, senza che tu nemmeno te ne renda conto.

“Hai detto bene, sorella mia. Potere. L’amore è qualcosa che può mettere sotto sopra la tua amata umanità. Basta un mio cenno, e gli uomini sono pronti a scannarsi tra di loro, a portare distruzione ovunque. O, ancora, è sufficiente un mio gesto per placare i loro animi, per riportarli alla pace. Posso donargli la felicità assoluta, o gettarli nella disperazione più crudele. È un gioco divertente, il mio. Ho pieno potere sulle sorti dell’umanità, senza che nessuno, nemmeno voi, miei fratelli, ve ne rendiate conto. Ed inoltre riesco ad essere molto influente anche sugli stessi dèi, se lo voglio. Anche se questa volta non ho nemmeno dovuto impegnarmi, per convincere gli altri a venirmi in aiuto. La tua offerta interessa tutti noi. Solo Persefone era scettica, stranamente. Ma per Dèmetra non è stato un problema ottenere la sua approvazione.”

Sorrido, con una nota d’amarezza, portandomi una mano al petto e stringendo leggermente la stoffa tra le dita.

***

-Ikki POV-

La sesta casa è ancora mal ridotta, le riparazioni devono ancora essere ultimate.
È ancora più cenere, che mura.
E la cosa mi infastidisce, terribilmente.

Perché mi obbliga a ripensare alla guerra sacra.  Ai cavalieri d’oro.
Quasi ringrazio il cosmo estraneo, eppure dannatamente familiare, che ho cominciato a percepire poco distante, per avermi costretto a distrarmi da tali pensieri.
Non sono bei ricordi, quelli.

Seiya riprende a camminare, guardandosi attorno con aria sospetta, evitando le macerie, per poi fermarsi di scatto.
Se ne resta così, completamente immobile, praticamente al centro della stanza.

“Seiya, qual è il problema adesso, perché ti sei imbambolato come un’idiota?”

La voce affilata dell’ofiuco mi avrebbe divertito, se non fosse che io l’ho capito, il perché si è fermato.
L’uomo seduto a pochi passi da lui, la fonte del cosmo che avevo percepito, non può che essere lui.
E l’armatura dai riflessi lividi e malsani che indossa non lascia dubbi. Non è per Atena, che è tornato.

“S-Shaka!”

***

-Marin POV-

Cavaliere senza dio, eh?

“Combatti contro di me, Marin.”

Non capisce che è qualcosa che non può chiedermi. Che non posso fare.
L’ho visto morire una volta, non posso permettere che accada una seconda.

“Per cosa, per permettere a questi dèi di continuare a divertirsi con le loro pedine?”

La mia voce suona affilata, tagliente, forse per la prima volta.

“No. Per salvare te stessa e la tua dea.”

E la sua sembra quasi una supplica.
Un tono che non usava ormai da tantissimo tempo.

*

“Andiamo, Marin, per favore!”

Aggrotto le sopracciglia, osservando la sua espressione.
Non è da lui, parlare con una voce come questa.

Non è allegra e cantilenante, come quella degli altri bambini. Quando loro chiedono qualcosa, cercano solo di risultare adorabili, per ottenerla.
Lui invece no.
Parla con un tono di supplica diverso, dal loro.

È un tono quasi disperato, ferito.
Ed è straziante.


E sono davvero tentata di cedere. Di accontentarlo.
Ma non è qualcosa che io possa fare.

“No, Aiolia, non intendo scappare per andare a cercare lo scrigno del sagittario. Siamo ancora dei bambini, dobbiamo ancora concludere l’addestramento. Rifletti. Non abbiamo possibilità.”

Abbassa lo sguardo, con rassegnazione mista a frustrazione, e calcia un ciottolo.

“Potrai cercare di recuperarlo quando avrai ottenuto la tua armatura. Solo allora potrai riscattare il tuo onore.”

Mi guarda sorridendo appena, per un attimo, prima di riacquistare la sua aria furbastra e mettermi una mano in testa, scompigliandomi i capelli come un ragazzino dispettoso.

*

 “E va bene. Combatterò con te.”

Ignoro la morsa al petto e la sensazione di soffocamento, quando pronuncio quella frase.
Infondo non ho altra scelta.
Ho promesso a Seiya ed agli altri che avrei combattuto contro lui, prima di scoprire chi fosse.


Sorrido, poi, con amarezza, portandomi una mano al volto.

“Combatteremo ad armi pari, però.”

È appena un sussurro, quello che abbandona le mie labbra, mentre lentamente mi porto via la maschera.
Deve poter vedere il mio volto, questa volta. Non voglio avere più rimpianti.
E poi, se deve uccidermi –perché so benissimo di non avere speranze. Perché infondo non riuscirei ad ucciderlo davvero neanche se lo volessi.- voglio che lo faccia guardandomi negli occhi.
Voglio dirgli addio, questa volta.

Infondo, che senso ha continuare ad ostentare un orgoglio che ho da tempo messo da parte?

Perché, tanto, non sono più l’aquila d’argento da tempo.

È da oltre un anno, ormai, che l’aquila è decaduta.
 

...Non chiedetemi cosa io stia facendo. 
Si, ok, sono l'autrice e dovrei esordire con un bel: "Non preoccupatevi, so benissimo quello che faccio e vi spiegherò tutto!"
La verità è che io conosco solo la trama di fondo, moooolto di fondo, ed i capitoli si scrivono praticamente da soli volta per volta, mandando all'aria tutti i miei piani.
Quindi non prendetevela con me.
Prendetevela con Marin, è colpa sua!
Comunque, ora devo staccare, quindi mi tocca lasciarvi <3
A presto (si spera)

AgelessIce
  
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