Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MandyCri    17/05/2013    15 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be

Eccomi con un giorno d'anticipo!
Spero che questo capitolo vi piaccia, serve solo per introdurre il prossimo che parlerà della famosa "bevuta".

Come sempre ringrazio le 92 persone che mi hanno messe nei preferiti, le 30 nelle ricordate e le 227 nelle seguite.
Grazie a chi ha commentato IdaL, Allegra_, silvia_1990, Eave, Strawberry_light, _Sandwich_, ilaperla, ilapietro91, Depa95, Vapel, Minelli, Mariagiovanna123, DarkVisions, frafrifra, Just Me and my Thought, Krystal Darlend.

Se volete c'è un gruppo facebook, anche solo per chiacchierare: L'amore non è bello se non è litigarello.
Grazie di <3 mi state rendendo felicissima.
Besos MandyCri


___________



CAPITOLO 18
 
CHANTAL VS. ELIZABETH
 
Jack stava ripassando la lezione di storia, per la verifica del giorno dopo.
Ogni tanto si fermava e pensava a Jenna, era più forte di lui, non riusciva proprio a dimenticarla e ovviamente si deconcentrava e doveva iniziare tutto da capo.
Alla fine si arrese e si prese una piccola pausa.
Aveva analizzato, ormai, tutto ciò che era successo un milione di volte e, dopo un attento esame dei fatti, si era sentito in colpa: aveva sbagliato. Si, aveva sbagliato a dirle quelle parole, anche se un po’ le giustificava con la rabbia del momento. Si era sentito respinto, tuttavia, adesso che tutto era sbollito, capiva, anche fin troppo bene, che le aveva mancato di rispetto.
Il giorno dopo, l’avrebbe rivista presentandosi, senza invito, alla bevuta con Tom per festeggiare il sedicente premio.
Non vedeva l’ora. L’avrebbe riconquistata. Ne era certo e in ogni caso ne avrebbe approfittato per chiederle scusa, sperando che lei facesse lo stesso con lui, perché alla fine entrambi avevano ragione ed entrambi avevano torto.
Per tutta la settimana l’aveva guardata o meglio spiata, da lontano, proprio come uno stalker.
Ovviamente non c’era stato giorno in cui non fosse stata circondata da ragazzi, insieme all’ormai inseparabile Karol.
Per forza! Vestita in quel modo non passava di certo inosservata, ma ci aveva pensato lui a scoraggiare molti di quei ragazzi con gli ormoni a palla e la libido facile.
Non appena si erano allontanati dalla sua ragazza, dopo averla adulata e apprezzata in tutti i modi possibili ed immaginabili, li aveva presi per un orecchio e aveva spiegato loro che Jenna era off limits per tutti. Ovviamente tutto di nascosto.
Alcuni avevano protestato sonoramente, ma lui aveva pensato bene di minacciarli più pesantemente e alla fine, con la coda tra le gambe, anche questi avevano accettato il dato di fatto e cioè che Jenna era sua.
Del resto lui era Jack Grant!
Il suono del cellulare lo distolse da quei pensieri.
Guardò lo schermo e sorrise vedendo il nome: genitrice petulante.
Dopo aver letto come Jenna aveva memorizzato la madre sul suo telefono, gli era venuto spontaneo cambiare il suo semplice “mamma” con il più altisonante “genitrice petulante”, gli sembrava molto più dolce e intimo e, inoltre, in quel modo si sentiva più legato alla sua ragazza. La vedeva come una cosa che avevano in comune.
Sorrise e rispose.
- JJ amore… indovina chi c’è a casa di Karol? – urlò Chantal tutta agitata, senza nemmeno salutarlo.
Scostò il cellulare dall’orecchio e se lo massaggiò – Mamma non urlare ti prego…
- JJ… sei vestito? Devi uscire subito di casa e passeggiare davanti alla casa dei Brown…
Jack scosse la testa divertito, forse doveva far cambio con Jenna per il nome delle loro madri, in fin dei conti Chantal aveva poco da invidiare ad Elizabeth in quanto a pazzia e, tra l’altro, non lo aveva mai messo in imbarazzo come, invece, aveva fatto quest’ultima con il suo bla bla bla sul sesso, quindi petulante forse stava meglio alla signora Taylor…
- Mamma dove sei esattamente e perché dovrei uscire? Fa un freddo cane a quest’ora ed è già buio – chiese con calma.
- Mi sono chiusa in bagno per chiamarti… - sussurrò.
- In bagno di chi? – domandò perplesso.
- Dei Brown, Jack! Trova una scusa ed esci… - rispose sempre più agitata.
- Mi vuoi spiegare? Perché veramente non ci sto capendo un fico secco – proruppe non riuscendo a nascondere un certo divertimento.
- C’è Jenna qui! Sei tonto Jack? Credevo fossi più perspicace sai… e pensare che sei mio figlio, tutte quelle ragazze che frequenti, tutti gli amici che hai, mi hanno sempre fatto credere che ci sapessi fare, ah mondo infame! Pensavo di avere un figlio genio e stupendo che capisse al volo ogni cosa…
Jack staccò nuovamente il telefono dall’orecchio e fece un respiro profondo.
Aiuto, sua madre aveva attaccato con la pantomima…
Si! Petulante era l’aggettivo giusto per lei, niente cambio di soprannome con Jenna.
- Mamma… la smetti? – la interruppe infastidito – C’è Jenna a casa di Karol? E allora? Sono amiche ci sta! Perché dovrei uscire, scusa?
- Non capisci Jack? Sta per andare via, perché deve tornare a casa in autobus!
- E quindi?
- Sei tonto Jack! Veramente, sono tua madre, ma te lo dico io: sei tonto! Torna da SOLA capisci? S.O.L.A. con questo buio… è pericoloso, ma tu… passerai giusto nei paraggi e l’accompagnerai a casa in macchina… hai capito il piano? – non urlava più, ora era in modalità vibro-silenzioso.
- Perché adesso bisbigli, madre? E poi… che scusa invento? – la domanda era più che lecita, Chantal era a casa Brown, era sparita in bagno ed era inevitabile che, se poi Jenna lo incontrava per caso, facesse due più due, sempre se non avesse pensato che sua madre era stata colta da un improvviso mal di pancia. Anche se effettivamente, nessuna persona dotata di intelligenza si sarebbe chiusa in bagno per chiamare il figlio, però Jenna aveva a che fare tutti i giorni con Elizabeth che non era affatto una persona normale, quella donna era pazza… magari ci sarebbe potuta arrivare…
Che casino aveva in testa!
- Sento dei rumori… non voglio che capiscano che sono al telefono con te… - Ecco appunto! Era la cosa più naturale del mondo pensare che si fosse rifugiata in bagno per chiamare il figlio! – Porta fuori il cane è la scusa più gettonata… nei film fanno sempre così…
- Mamma! Noi non abbiamo un cane! – protestò.
- Ah già è vero… dobbiamo prenderne uno, poi ho sempre voluto avere un cucciolo… - borbottò, poi d’improvviso alzò di nuovo la voce, forandogli un timpano – Jack sbrigati! Sta salutando… Veloce! Devo uscire per farle perdere tempo. A dopo!
- Mamma? Mamma?
Gli aveva sbattuto il telefono in faccia?
Sua madre non era normale! Era proprio fuori di testa, ma cosa le saltava in mente?
Non voleva rendersi ridicolo agli occhi di Jenna e uscire, casualmente, proprio in quel momento!
Ah si? E perché si stava già infilando le nike e indossando il giubbotto?
Uscì di casa come un uragano. Alla faccia del rendersi ridicolo o meno.
Enbè? Non poteva certo farle prendere i mezzi pubblici a quell’ora e con quel buio, le sarebbe potuto accadere qualcosa di brutto e lui era un gentleman!
In verità, aveva voglia di vederla, parlare con lei, anche solo per litigare e scambiarsi due o tre battute acido-ironiche.
Doveva cominciare ad essere sincero almeno con se stesso, visto che agli altri continuava a mentire spudoratamente.
Era innamorato di Jenna Taylor, la sfigata, che poi tanto sfigata non lo era più e tutto per colpa sua. Perché l’aveva spronata a vestirsi bene e a valorizzare la sua figura?
Maledetto lui!
Si diresse verso la fermata dell’autobus e la vide riparata sotto la protezione trasparente.
Si avvicinò titubante – Ciao – borbottò a disagio.
E adesso? Che cazzo le avrebbe detto?
Jenna alzò gli occhi sorpresa – Ciao – disse arrossendo – Non avevi allenamento oggi?
Jack fece spallucce e si sedette al suo fianco – Lo hanno rimandato a venerdì pomeriggio. Domani mattina, molti di noi hanno la verifica di storia e sai che lo studio viene prima di tutto – le rispose gentilmente.
Jenna annuì.
- Come mai da queste parti?
- Sono andata a trovare Karol e abbiamo studiato insieme, mi aiuta lei adesso in matematica.
Gli si strinse il cuore.
Aveva perso anche quei pomeriggi insieme, dopo la litigata e gli mancavano.
- Senti Jenna, se vuoi ti accompagno io a casa, prendo la macchina e ti porto volentieri. È pericoloso prendere l’autobus a quest’ora… - tentò.
Lei lo fissò – Non mi è mai successo niente in diciassette anni, non vedo perché mi dovrebbe capitare qualcosa di male proprio adesso – la voce le uscì più acuta.
Era ancora arrabbiata e invece a lui era passato tutto.
Ok, avevano litigato, forse si erano fraintesi, ma insomma dai… non era successo niente di irreparabile, perché continuare a tenersi il muso?
- Se è per quello che è successo quella domenica. Volevo dirti che ti ho perdonata e che ci sono passato sopra – disse candidamente sfornando il migliore dei suoi sorrisi accalappia donzelle alla Jack Grant.
Jenna scattò in piedi come se un cane le avesse appena morso il sedere – TU… TU… TU… BUZZURRO CHE NON SEI ALTRO! COME OSI…
Jack si alzò a sua volta sovrastandola con la sua altezza, le mise un dito sulle labbra e la fece tacere.
Non appena Jenna si zittì la prese sotto braccio e la trascinò di forza verso casa sua, mentre la ragazza scalciava e protestava – Dai Jenna, quante storie… riesci a tenere quella fornace chiusa per un secondo? Ti accompagno a casa io, non voglio che prendi i mezzi pubblici.
Jenna non smise un secondo di protestare.
Lo insultò in tutte le maniere possibili e immaginabili, ma non si diede per vinto e lei comunque, nonostante tutto, si faceva trascinare.
Una volta arrivati al suo fuoristrada nero, la cacciò all’interno con poca delicatezza.
- Stai zitta? Ok! Hai ragione, ti chiedo scusa anch’io, va bene? Non volevo dirti quelle parole e ancora meno insinuare che tu fossi una poco di buono, ma adesso finiscila. Ti porto a casa e poi me ne vado subito, prendilo come un favore per farmi perdonare, va bene?
- Non avevo il minimo dubbio che volessi salire a casa mia… - sussurrò lei, passando in un nano secondo dalla rabbia alla tristezza.
Non l’avrebbe mai capita, poco ma sicuro.
Le grattò la testa come fosse un gattino randagio e lei si scostò offesa.
Le sorrise – Ah Jenna, Jenna, cosa devo fare con te?
 

***

 
Jenna sbuffò.
Perché aveva accettato di farsi accompagnare?

Bè… non aveva proprio accettato, Jack l’aveva praticamente costretta, giusto?
Lo guardò di sottecchi, era impegnato a guidare e fissava la strada con attenzione.
Come avrebbe spiegato quest’incidente di percorso ad Elizabeth?

Le aveva ordinato chiaramente di non avere nessun contatto con Jack fino a venerdì, perché sua madre era certa che il ragazzo si sarebbe presentato con Tom.
E ci era riuscita, almeno fino a quel momento, soprattutto perché Karol faceva da supervisore.
Doveva farsi lasciare nella via prima in modo che Elizabeth non si accorgesse di nulla.
Ma proprio quel giorno sua madre si doveva prendere mezza giornata di ferie e stare a casa?

È vero che sarebbe partita il giorno successivo per l’ennesimo viaggio di lavoro e quella mezza giornata le serviva per prepararsi la valigia e fare qualche mestiere in casa, però…
Jenna si sentì colpita dalla sfortuna più nera.
Non poteva far vedere che, una volta beccata da sola dal ragazzo, aveva ceduto alla prima occasione.
Ma perché Jack era uscito proprio in quel momento?
Aveva incontrato Chantal, la mamma di Jack, da Karol. La donna era stata di una gentilezza squisita e le aveva fatto un sacco di complimenti, quando era stato il momento di uscire, dopo essere stata in bagno per un tempo interminabile, l’aveva trattenuta il tempo necessario per farle perdere il bus.
Jenna aveva corso, ma se l’era visto saettare davanti.
Aveva tirato innumerevoli moccoli in direzione di casa Grant e sconfitta si era recata alla fermata.
Poi era spuntato Jack. Così dal nulla.
In fin dei conti quel passaggio le faceva anche comodo.
Avrebbe risparmiato quasi un’ora di tempo, il prossimo mezzo sarebbe ripassato dopo venti minuti e senza considerare il fatto che per arrivare a casa sua, da quella di Karol, ce ne avrebbe impiegati altri trenta.
In macchina ce ne volevano solo dieci.
Infatti erano quasi arrivati.
- Mi puoi lasciare un po’ prima? – chiese titubante, spezzando il silenzio strano che si era creato tra loro due.
Jack si girò un attimo a guardarla e poi annuì – Ti vergogni di me? – disse dopo un po’.
Jenna scrollò le spalle – Sinceramente? È meglio che mia madre non ti veda per un po’ di tempo – era una scusa meravigliosa! Che genio era! Jack temeva Elizabeth dopo la sfuriata di quella famosa domenica.
Jack frenò di colpo e accostò – Cosa le hai detto? – sbraitò fissandola con gli occhi spalancati.
Si mise a ridere.
Era troppo buffo in quel momento – Bè… Jack… lo sai che dico tutto a mia mamma… - si giustificò, vergognandosi un po’.
- Tu sei pazza Jenna, spero solo che determinate cose te le sia tenute per te… - la frase sfumò dalle labbra di Jack, mentre un’espressione inorridita si impadroniva del suo bel volto.
Ma uffa! Perché non riusciva a fingere o a mentire bene, come tutti i suoi coetanei?
- Jenna… cosa le hai detto esattamente… o meglio cosa intendi per tutto? – sussurrò, come se quelle parole fossero fuoco nella gola.
- Jack…
- Cristo Santo, Jenna!
- Jack…
- No, lascia stare… non voglio nemmeno saperlo! Anch’io ho detto a mia madre che abbiamo litigato, ma certi particolari li ho tenuti per me, non mi sarei mai sognato di raccontare alla mamma cosa abbiamo fatto insieme, io e te, ma ti rendi conto Jenna? Non è normale… potevi parlarne con Karol, mi sembra siate diventate molto amiche – disse con cattiveria.
Jenna si irrigidì – Si dia il caso che quando è successa quella cosa, tra me e te, brutto stronzo che non sei altro, quell’angelo di Karol non era ancora entrato nella mia vita! – rispose piccata.
Jack si prese la testa tra le mani – E Tess? Tess c’era nella tua vita, ma l’hai buttata via come immondizia! Lei ti avrebbe capita, consolata e aiutata. Avrebbe aiutato tutti e due a capire cosa era scattato tra noi quel giorno, cosa aveva fatto precipitare un momento d’amore in uno di odio profondo!
Jenna si irrigidì ancora di più a sentire quelle parole.
Tess? Cos’era andata a raccontare in giro?
Ah! Adesso era colpa sua che non erano più amiche?
- Tess? Non sai nemmeno di cosa stai parlando Jack. Mia amica? – si interruppe per dar sfogo alla risata satanica che le uscì dalla gola.
Jack la fissò stralunato e impaurito da quella reazione, fece per parlare ma lei lo interruppe. Gli posò l’indice sul cuore e continuò con rabbia. Se c’era qualcuno che l’aveva trattata peggio di quel ragazzo era proprio la sua ex amica – Tu non sai niente Jack. Nel momento in cui ho avuto davvero bisogno di Tess, cioè quando tu mi hai trattata come una puttana e non solo a parole, lei ha pensato solo ed esclusivamente a se stessa. Da quando sta con Alex io sono praticamente scomparsa dalla sua vita. Sono stata una settimana a piangere rinchiusa in casa per colpa tua, per quello che mi hai detto e per quello che mi hai fatto e quando le ho detto che stavo male, sai cosa mi ha risposto? Mi ha detto che sono solo una sfigata! Che non sono una vera amica e che IO mi stavo comportando male! Che sarei dovuta andare io da lei se volevo sapere del “grande evento”! E non pensare solo a me stessa. Vuoi mettere? A me un ragazzo ha dato della troia, lanciandomi anche cinquanta dollari come pagamento per un pompino e lei mi doveva raccontare della sua grande scopata con Alex! E tu mi vieni a dire che avevo Tess con cui parlare? Sei proprio fuori strada.
Parlò concitata e piena di rabbia.
- Davvero hanno scopato? – chiese come se di tutto quel discorso avesse capito solo quella cosa.
Poi scoppiò a ridere convulsamente. Trattenendosi la pancia con le mani – Non me li vedo proprio… Oh! Dio! Te li immagini? Aiuto…
Non si spiegò nemmeno lei il motivo, ma quella risata la contagiò e si lasciò andare unendosi alla risata del ragazzo.
Non si offese perché Jack, come al solito, si era dimostrato poco sensibile al discorso, ma accolse con gioia la sua reazione.
Era stanca. Stanca di tutti questi sotterfugi, stanca di essere la sfigata di turno, stanca di volere Jack e non poterlo avere.
Quando si calmarono, Jack le accarezzò delicatamente la guancia con la mano e poi le si avvicinò e le posò un bacio leggero all’angolo della bocca – Mi dispiace Jenna di averti detto quelle cose, non dovevo e ti giuro che non le penso veramente… - le sussurrò poi appoggiando il viso tra il collo e la spalla.
Avvertì il cuore cominciarle a battere forsennatamente nel petto.
E adesso? Cosa doveva fare?
Ripensò ad Elizabeth – Non dargliela vinta Jenna. Se lo farai lo perderai per sempre. Jack è il classico ragazzo che deve sbattere il muso contro il muro, prima di capire cosa vuole veramente. Se ti concedi come hanno fatto tutte le altre, farai la loro stessa fine. Fagliela penare – sorrise al ricordo di quelle parole. La genitrice pazza aveva poi aggiunto con uno sguardo torbido – Anche perché se non lo farai, ti farò io penare! Comprendi questo gioco di parole, vero?
Jack si era fermato proprio nella via prima della sua. Che fortuna!
Lo scostò delicatamente – Devo andare. Grazie per il passaggio – disse semplicemente.
- È stato un piacere, lo sai che sono il tuo cavalier servente – rispose strizzandole l’occhio.
Scese dalla macchina con il sorriso tra le labbra. Uffa l’aveva perdonato!
Mentre si accingeva ad attraversare la strada, Jack la richiamò – Ah Jenna…
Si girò mentre lui abbassava completamente il finestrino e vi si accostava con il viso – Ci vediamo domani sera, in fin dei conti quei soldi erano miei!
- TU….
Non le lasciò nemmeno il tempo di replicare, sgommò e partì come un razzo.
- NON SEI STATO INVITATO!!! – sbraitò come una pazza in mezzo alla strada.
Fece i pochi passi che la separavano da casa, ripensando alle parole del ragazzo, mentre avvertiva le farfalle nello stomaco sempre più pressanti.
Doveva assolutamente attenersi al piano della genitrice pazza, per quanto Jack fosse una mina vagante e lei ne fosse perdutamente innamorata.
Lo voleva tutto per sé e non solo per una volta e via.
Non sarebbe stata come le altre.
Già si vedeva come protagonista di una storia d’amore senza tempo.
Perfino i giornali avrebbero parlato della sua impresa storica.
JENNA TAYLOR HA FATTO CAPITOLARE IL DONNAIOLO JACK GRANT.
JENNA TAYLOR L’UNICO AMORE DI JACK GRANT.
JENNA TAYLOR…
I migliori scrittori romantici avrebbero fatto a gara per raccontare la sua stupenda storia d’amore.
E per finire sarebbero state scritte fan fiction su lei e Jack…
E va bè stava un po’ esagerando, ma sognare era bello o no?
 
 
 
 
 
 

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MandyCri