Il potere dei ghiacci
Susan, Leila e Sofì stavano viaggiando verso il reame dei Folletti per partecipare al torneo che le avrebbe fatte entrare ufficialmente nel regno della magia.
Il reame dei Folletti non era molto distante dal Reame delle Streghe della Luce, reame nativo di Susan. Per raggiungerlo bisognava passare attraverso uno degli Specchi Magici posizionato nel bosco delle scintille.
Gli Specchi Magici erano frutto di un genio dei tempi antichi, essi sfruttavano il magnete che teneva collegati i reami tra loro. Venivano attivati grazie a della polvere di stelle che apriva il collegamento e permetteva di spostarsi da un reame all’altro. In base alla quantità di polvere era più, o meno, rischioso attraversarlo. Poteva, infatti, essere pericoloso viaggiare attraverso gli specchi, vortici temporali attendevano gli incauti viaggiatori. Vortice temporale, cioè una distorsione temporale che ti fa viaggiare tra le pieghe del tempo-spazio, portandoti in epoche passate o future. Ma non sono i vortici temporali la cosa peggiore, sono le zone di non tempo a spaventare coloro che decidono di attraversare gli specchi. Le zone di non-tempo, sono luoghi dove il tempo non passa mai, trascorri il resto della tua vita sospeso nel vuoto più completo, circondato da buio e tenebre, senza invecchiare. L’allegria segnava i volti delle fanciulle, gli occhi sognavano avventure fantastiche, draghi d’argento volavano nelle loro menti regalando momenti indimenticabili. Era la prima volta che si allontanavano così tanto da casa, un viaggio nel loro futuro, come per incanto erano passati i giorni in cui i genitori avevano insegnato loro a camminare e ora muovevano i loro passi sicuri verso la loro vita, una vita fata da scelte, scelte in cui sarebbero state da sole a decidere. Mentre passeggiavano spaziavano nei ricordi, il primo giorno all’accademia di magia, quando si erano conosciute, i primi incantesimi, il giorno in cui Sofì aveva dato fuoco alla tenda della classe perché aveva sbagliato incantesimo, quando avevano nascosto uno sbuffolo nella borsa della maestra ed erano state convocate in presidenza…quante ne avevano combinate! Sempre insieme, amiche inseparabili.
Lo specchio magico si trovava tra un intrico di rami ed edera e degli uccelli dalle piume sgargianti e i becchi luminosi, cinguettavano allegri su di essi, regalando alla giornata ancora più splendore. Susan vi fece cadere sopra della polvere di stelle e lo specchio iniziò ad illuminarsi irradiando l’area circostante di una luce azzurrina, eterea.
- E se finiamo in un vortice temporale? E se ci perdiamo in una zona di non tempo? E se perdiamo il torneo? E se…- Sofì aveva il difetto di pensare sempre tutto in negativo e, appena ne aveva la possibilità iniziava con la “formula magica” << E se…>>.
- Non succederà niente di tutto ciò, se perdiamo il torneo ritorniamo al collegio di magia e ripetiamo l’anno, tutto qui. Non preoccuparti.- tagliò corto Susan che ormai era abituata alle premonizioni catastrofiche dell’amica.
Susan saltò dentro per prima e, a seguito, lo attraversarono anche Leila e Sofì.
Per pochi secondi diventò tutto nero, Sofì era già pronta al peggio, ma subito si ritrovarono nel reame dei folletti.
L’aria profumava di rosmarino e dappertutto c’erano piante di fragole selvatiche e di lavanda.
- Allora, dove hai detto che si tiene il torneo, Sofì?- domando Susan cercando di mascherare l’agitazione
- Veramente non l’ho detto- la corresse l’amica
- Hai intenzione di’illuminarci o dobbiamo rimanere qui tutto il giorno?-
- Oh scusate…- Sofì arrossì fino alla punta delle orecchie ma alla fine ricordò a tutte dove dovessero andare…
- Piantagioni di ortiche!?- esclamò sconcertata Leila dopo aver ascoltato l’amica
- Siamo nel regno dei folletti, serviranno a loro per qualche pozione.- le rispose Sofì.
- Ah già, dimenticavo che tu sei l’esperta di pozioni e di piante magiche, sentiamo, a cosa servono le ortiche?- ribatté Leila con sarcasmo.
- Le ortiche possono servire per pozioni contro la perdita di memoria o, se accompagnate con bacche di ultramirtillo, possono servire per preparare una pozione soporifera.-
- Ultramirtillo!? Questa pianta non esiste, te la sei inventata.- Ribatté Leila scoppiando in una fragorosa risata.
- A quanto pare non sei stata attenta alle lezioni di poziologia, se no sapresti benissimo che l’ultramirtillo cresce nel Reame delle Ninfe del Fuoco, dove sono presenti zone aride, perché è abituato ad un clima secco. L’ultramirtillo è una pianticella alta sì e no 50 cm con delle foglie carnose e delle bacche dal colore blu intenso dal diametro di 15 cm. Se mangi una di queste bacche diventi, per un’ora circa, più agile. Se invece estrai il succo e lo fai bollire per dieci minuti, potrai ottenere uno sciroppo della giovinezza.-
Tra l’erba verde, i folletti correvano affaccendati e per le ragazze era divertente guardare quei piccoli esserini alti circa dieci centimetri correre tra fili d’erba più alti di loro.
Le ragazze si incamminarono verso le piantagioni di ortiche, che risultò essere una vera e propria distesa di piante pruriginose.
A ovest delle piantagioni c’era un sentiero che portava all’arena. Le amiche lo seguirono e dopo una decina di minuti si ritrovarono di fronte all’arena più bella che avessero mai visto: aveva una forma circolare e il pavimento era lastricato di pietre bianche con, al centro, un mosaico di pietre rosse, che rappresentava il simbolo della magia, cioè una stella ad otto punte
Simbolo della magia
... tutt’intorno all’arena c’erano dei gradoni bianchi anch’essi con i bordi rossi mentre, per far entrare gli sfidanti nell’arena, c’era un arco attraverso i gradoni.
Gli avversari non erano ancora arrivati e così gli spettatori. Le ragazze decisero, allora, di allenarsi un poco prima che arrivassero gli Elfi Neri. Cercarono di provare gli incantesimi più potenti e quelli più difficili, ma il nervosismo stava prendendo piede, rendendo gli attacchi imprecisi e deboli. Dovevano concentrarsi, non avrebbero certo steso gli avversari a chiacchiere, avevano bisogno di passare quel torneo. Solo dopo un lungo allenamento i risultati cominciarono ad essere accettabili, ma, ormai, il tempo era volato e dall’arco realizzato tra i gradoni stavano avanzando gli Elfi Neri. Dalle loro facce capirono subito che non erano molto socievoli e si prepararono ad uno scontro senza pietà.
Anche i tre elfi erano appena usciti dall’accademia dei maghi e si preparavano per il torneo d’ammissione al mondo della magia, perché esiste una legge, emanata nella seconda metà dell’anno di ghiaccio che stabilisce che, per essere maghi o streghe a tutti gli effetti, bisogna riuscire a battere un’altra squadra di maghi che ha appena terminato gli studi.
La squadra vincente avrebbe potuto partecipare ad altri tornei, mentre quella che sarebbe risultata sconfitta, avrebbe dovuto ripetere l’anno all’accademia di magia.
Il re dei folletti, un anziano “signore” dalla lunga e folta barba, prese posto e, tra colpi di tosse e schiarimenti di voce, iniziò a presentare:
- Cari partecipanti, siete qui per passare l’esame di magia ed entrare ufficialmente nel mondo magico. In palio c’è il cristalmagic dei ghiacci, chi ne assorbirà il potere conoscerà una buona parte dei segreti dei ghiacci, per approfondire ancora di più queste magie bisogna vincere il cristalmagic del ghiaccio eterno. E ora…che il torneo abbia inizio.-
- Cerchio di fuoco- urlò Susan lanciando una fiammata di fronte agli avversari. Il colpo sembrò non aver fatto nulla ma, quando il pubblico e gli Elfi Neri iniziarono a dubitare della preparazione magica di Susan, un cerchio di fiamme avvolse gli avversari.
- I miei incantesimi colpiscono quando meno te l’aspetti!- esclamò Susan vedendo la faccia stupita degli elfi.
- Non male, ma ti ricordo che il fuoco si può spegnere.- Articolò un Elfo Nero con sarcasmo.
- Quiete della notte- fu l’incantesimo degli Elfi Neri e una calma innaturale circondò le ragazze che furono avvolte da un sonnolenza insolita.
Un’infinità di scintille scaturì dalle mani di Sofì che si avvicinò all’elfo che pareva più preparato.
- Non crederai mica che qualche scintilla possa spaventarmi?- sembrava dire la faccia divertita, quasi di compatimento, dell’elfo.
Susan era alle prese con un altro del gruppo. Si sfidavano lanciandosi lampi e fiamme, ma ogni volta riuscivano entrambi a schivare, spegnere o bloccare quegli incantesimi. Gli spettatori seguivano attentamente lo scontro, basato su colpi veloci.
Leila cercava di sfruttare l’agilità, incantesimi facili ma mirati, mosse rapide, non stava a perdere tempo cercando di annullare gli incantesimi avversari, preferiva schivarli. Il suo avversario aveva capito la tecnica e cercava di confonderla, sperando che lei sbagliasse direzione, ma non avrebbe mai immaginato la scaltrezza della ninfa, non aveva mai visto nessuno muoversi così rapidamente, come in una danza senza musica, ogni passo preciso, non a caso. Ma dall’altra parte dell’arena, un vortice di acqua e fuoco iniziò ad avvicinarsi sempre più velocemente a Sofì, l’elfa era impegnata a guardare avanti, aspettando il prossimo colpo sferrato dall’elfo e mai si sarebbe aspettata uno sleale attacco alle spalle, ma nei tornei era ammesso anche quello e Sofì fu sbalzata al bordo dell’arena dove perse i sensi. Nelle arene magiche, dove vengono svolti i tornei di magia, il territorio è protetto da un campo d’energia che impedisce ai concorrenti di procurarsi qualsiasi danno permanente, da qualsiasi incantesimo si venga colpiti si perdono i sensi e, una volta che il torneo è terminato, ci si riprende. Anche le ferite superficiali o no, graffi e tagli di ogni genere si rimarginano senza lasciare traccia sui corpi degli sfidanti.
- A quanto pare è scontato chi sarà il vincitore!- dichiararono gli avversari con un’aria di superiorità.
Bastò un’occhiata d’intesa tra Leila e Susan che subito acqua e fuoco si combinarono, dando vita ad una spirale magica. Il mulinello si mosse velocemente, disorientando gli elfi, per poi buttarsi contro uno di essi che lo fece schiantare contro una bolla magica che dissolse la sua materia. Ma l’incantesimo delle ragazze non poteva essere così semplice, dalle scintille che rimasero a fluttuare nell’aria, si diramarono lingue infuocate che fecero tornare le due squadre in parità, l’elfo, infatti, non aveva avuto il tempo di riprendersi dall’attacco precedente ed era rimasto vittima di quella magia.
- Adesso siamo di nuovo pari, sei ancora così sicuro che sarete voi a portarvi a casa il potere dei ghiacci?- Susan non si sarebbe mai arresa, specialmente di fronte a quel ragazzo pieno di sé.
- Immobilus !- l’Elfo Nero scandì bene le parole nel pronunciare il suo incantesimo, una magia semplice, ma molto efficace, in grado di bloccare tutta la materia vivente a lui vicina.
Uno contro due, Susan temette per un secondo di non riuscire a battersi, ma la corrente d’aria da lei invocata si gonfiò fino a stordire il secondo elfo.
La strega non riusciva a credere a quel colpo di fortuna e immediatamente si sentì ricaricata di nuova energia e vitalità.
Si mise a guizzare rapida sulle pietre dell’arena, senza soffermarsi sulle urla che provenivano dagli spalti che avevano solo il potere di deconcentrarla.
L’elfo rimanente cercò di calcolare l’imprecisa traiettoria della ragazza e, quando si sentì sicuro, scagliò una sfera rovente che, a metà strada, si scisse in sfere più piccole.
Susan non perse la calma e cominciò a provare un piacevole refrigerio alle mani dove si stavano accumulando migliaia di cristalli di ghiaccio.
Uno, due, tre…i cristalli balenarono per pochi attimi nell’aria fino ad impattare sulla superficie arroventata delle sfere.
Un cristallo più grosso si diresse verso l’elfo, congelando anch’esso e ponendo fine a quello scontro.
Sulle gradinate la folla esplose in un applauso incontenibile; le due squadre si erano battute davvero molto bene. Il re dei folletti si alzò:
- Congratulazioni a tutte e due le squadre che hanno saputo mettere in pratica tutto ciò che hanno imparato al collegio di magia. Mi dispiace per la squadra degli Elfi Neri che, partita in maniera impeccabile ha cominciato una discesa, forse accecati dalla presunta vittoria?- con un battito di mani il re risvegliò Sofì, ruppe l’incantesimo dell’immobilità e “sgelò” il povero Elfo Nero, che si riprese, ma continuò a tremare per il resto del discorso del re, che continuò a parlare:
- Elfi Neri, ripeterete l’anno di accademia e la prossima primavera potrete riprovare. Ragazze, adesso fate ufficialmente parte del mondo della magia, secondo il regolamento dovete scegliere un nome alla vostra squadra e un capo che guiderà la squadra correttamente, facendo le scelte più logiche e assicurandosi che non ci siano problemi all’interno del gruppo perché la solidità di una squadra è la ricetta per le future vittorie, non dimenticatelo. Tutti i vostri futuri tornei dovrete affrontarli insieme. Ora non posso fare altro che dirvi buona fortuna!-
- Siamo veramente una squadra, non ci posso credere!- esclamò Sofì al colmo della contentezza.
- Già, adesso però dobbiamo scegliere un capo squadra e un nome per il nostro team. Avete qualche idea?- Domandò Leila
- Io l’idea del nome ce l’avrei- iniziò Sofì con voce misteriosa – siamo nate tutte in una notte di luna piena…- Sofì voleva lasciare un po’ di suspense ma le altre non erano molto d’accordo:
- Muoviti Sofì!!!-
- D’accordo, d’accordo. Siamo nate tutte e tre in una notte di luna piena e quindi potremmo chiamarci la squadra della Luna Crescente.
- E per il capo squadra?-
- Tutte tre abbiamo le giuste qualitàper consigliare la squadra per il meglio, non sarebbe giusto assegnare a qualcuna un ruolo di maggiore prestigio.- ragionò Susan
- Dovete pensare, però, che questa è solo una carica dal punto di vista teorico, in fondo serve solo per essere ammesse nei tornei, possiamo proclamare un portavoce anche se poi saremo tutte e tre insieme a prendere le decisioni.-
- E quindi?- domando Leila sospettosa, pensava che l’elfa avesse già una risposta anche per quello, e aveva ragione.
- Non contraddirmi, sai bene che io ho sempre ragione!- così Sofì pose fine alla discussione.
Prese le importanti decisioni non rimase altro che riposarsi, anche se erano troppe le emozioni vissute per fa si che si addormentassero in fretta nonostante la stanchezza.
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Eccomi di novo qui e grazie a tutti quelli che hanno recensito, spero che tornerete tutti!
Mi scuso se alcune parti risuleteranno sballate, ma nella versine originale c'era un disegno che non sono riuscita a passare qui su EFP.
Come vi sembra questo capitolo? Arrivederci alle prossime cinque recensioni