Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: FedericaLille    18/05/2013    8 recensioni
Catherine ha un fidanzato, una casa e un lavoro. E' ormai una donna matura e con i piedi per terra. Ma cosa succede quando un incontro inaspettato le sconvolge la vita? Crolla ogni certezza e la paura di (ri)innamorarsi prende il sopravvento.
"Eccola, la scatola ben impacchettata con scotch ultraresistente, la scatola contenente un pezzo consistente della mia esistenza. Era rimasto tutto intatto lì dentro, come se il tempo si fosse fermato. I CD, i poster, i DVD, le lettere, i biglietti, i libri, tutto ciò che possedevo con stampato sopra “One Direction”. Erano passati ben dodici anni dalla loro entrata in scena, cinque dalla loro uscita di scena.
In quei cinque anni Zayn era scomparso dai gossip, da qualsiasi rumors e pettegolezzo. Era riuscito a nascondersi bene, e incontrare una sua vecchia fan l’aveva impaurito. Non avrei rivelato di averlo incontrato, non avrei mandato in aria la sua copertura.
Intanto però lui aveva mandato in aria la mia, di copertura. Negli ultimi anni mi ero autoconvinta che quella per lui fosse stata sempre solo una innocente infatuazione passeggera. Purtroppo rivederlo mi aveva dato una certezza: seppure fosse stata solo una infatuazione, non era passeggera affatto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Banner

 

 

Capitolo terzo

 

Ero rimasta imbambolata sul bordo del marciapiede, quando la parte più sfrontata di me mi fece mettere in piedi. Non ero certa che le gambe, instabili a causa delle forti emozioni, potessero sopportare tutto il mio peso. Che, per la cronaca, era aumentato di qualche chiletto nell’ultimo mese.
“Salga”, mi invitò Zayn, distogliendo poi subito lo sguardo, per dirigerlo sul volante.
 
“Come sta?”, mi chiese, quando era già un po’ che viaggiavamo.
“Bene, meglio…Tu? L-lei?!”, mi corressi all’ultimo minuto. Lui mi dava del ‘lei’, perciò io avrei dovuto fare lo stesso. Non volevo rivelargli che fossi stata una sua fan, o peggio ancora, una ragazzina innamorata persa di lui e del suo talento.
“Okay, diamoci del tu.” Lo vidi sorridere impercettibilmente, mentre guardava con diligenza la strada.
Certo, ora faceva l’attento pilota.
Approfittai del fatto che non mi guardasse minimamente per poter scrutarlo di sottecchi. Indossava una maglietta a mezze maniche bianca, che lasciava mostrare gli innumerevoli tatuaggi lungo le braccia. Dio, quanto avevo potuto amare quei tatuaggi…
Il taglio di capelli era simile a quello che aveva da popstar, più corti sulla nuca, più lunghi nella parte superiore. Ma di certo li teneva più scombinati, adesso. Anche la barba era più trascurata, lasciata incolta insieme ai baffi. Baffi, labbra. Non potevo non notare le labbra, così morbide e… D’un tratto mi accorsi che queste s’increspavano in un sorrisetto. Oddio, rideva di me.
Lo stavo sicuramente mangiando con gli occhi, e lui se n’era accorto. Scossi la testa e provai a mantenere la calma.
“Che ci facevi da queste parti?”, chiesi, istintivamente.
“Ero venuto a chiedere se avessero notizie del mio libretto.”, disse serio.
“Gliel’ho consegnato io un attimo fa.”
“Lo so.”
Silenzio.
Stavo rigida sul sedile, la mia non era paura di stare in macchina con lui, la mia era un’inspiegabile tensione psicologica. Mi voltai a guardare fuori dal finestrino, cercando una quiete interna che non avrei mai trovato in quel frangente. Zayn mi stava di fianco, a pochi centimetri, e dentro quella macchina mi stavo drogando del suo profumo. Lo stesso che avevo tentato mille volte di rimuovere!
“Dove ti lascio?”, mi chiese di punto in bianco.
No, non lasciarmi.
Catherine Mason, trova all’istante un po’ di autocontrollo e metti a tacere i tuoi pensieri inopportuni.
“Devi prendere la seconda a sinistra e poi dritto fino alla fine della strada.”, spiegai, automaticamente. La mia voce era quasi meccanica, tentavo di non far trasparire niente di ciò che avevo dentro.
“Ehi, rilassati. Sono lucido, oggi.”, il suo tono di voce era così caldo e rassicurante che istintivamente rilassai la schiena che tenevo rigida contro il sedile. Ma… che intendeva dire con quell’ultima frase?
“Come, scusa?”
“Puoi stare tranquilla perché stavolta sono nel pieno delle mie capacità cognitive.”, si spiegò meglio.
Ma quello l’avevo capito, ciò che non volevo capire era che qualche giorno fa non lo fosse.
Notò il mio sguardo perplesso e riprese: “Il giorno dell’incidente io… ero un po’ fatto. Insomma, qualche canna di troppo, ecco.”
Cosa diamine dovevano sopportare le mie orecchie?
“Cavolo, Zayn!” Quel rimprovero mi venne istintivo.
“T-tu sai il mio nome.”, la sua non era una domanda, ma una affermazione schietta.
“Io… l’ho letto sul libretto.” Si, mi ero salvata per un soffio.
“Oh... Okay.” Non potei non notare il suo sguardo accigliato, le sopracciglia contratte e gli occhi inchiodati alla strada. Eravamo quasi giunti a casa mia, e io avrei voluto prolungare il più possibile quel momento.
“Senti, grazie per avermi salvata.”
“Mi sentivo in dovere di farlo”, confessò. Si inumidì le labbra con la lingua, poi continuò, “E’ stata solo colpa mia. Tu non c’entravi nulla.”
“E’ acqua passata. E poi nemmeno tu ne sei uscito indenne.” , risposi, riferendomi a quel graffio sul sopracciglio sinistro che avevo notato sin dal momento in cui ero salita in auto.
“Non è niente…”, scosse il capo e io rimasi ipnotizzata a guardarlo, per un attimo.
Il ricordo dell’abbraccio al Meet & Greet non era l’unico che mi legava a lui, ce n’era un altro di ricordo, uno più intimo e segreto che tenevo nascosto nei meandri del mio cuore. Nessuno sapeva di quell’altro nostro contatto, nessuno a parte me e lui. Ma lui non poteva ricordarsene, io si.
“Oh, qui svolta a destra!” Mi accorsi un po’ in ritardo della manovra che doveva fare. Alzai una mano per indicare la direzione che doveva seguire, ma non appena girò il manubrio, l’auto si mosse improvvisamente di lato e io persi l’equilibro. Il mio braccio si poggiò involontariamente sul suo petto, la mia testa sulla sua spalla.
Una scarica di elettricità pura invase ogni centimetro del mio corpo. Quel tocco non doveva esserci.
Mi risistemai al mio posto, mormorando “scusa”.
“Siamo arrivati.”, dissi subito dopo, pulendomi la voce, divenuta stridula, con due colpetti di tosse.
Zayn spense la macchina e io spensi il cervello.
“Ti devo dire una cosa.” Eccomi, avevo davvero disattivato il cervello. Dannazione.
Lui ruotò il busto verso di me e poggiò un braccio sul manubrio. Era così dannatamente sexy.
“Io s-sono…” Non potei concludere la frase perché Zayn la concluse per me.
“Sei stata una Directioner.” Era serio, non c’era un accenno di scherzo o beffa nel suo tono.
Annuii, abbassando lo sguardo.
“E’ per questo che non voglio più vederti.” Bam, un colpo sparato dritto al cuore.
“Devi dimenticarti dell’incidente e di oggi.” Bam, un altro colpo ancora.
“Ti pagherò l’auto e poi scomparirò.”, Bam, l’ennesimo proiettile.
“Non voglio i tuoi soldi.”, risposi seria.
“Okay, allora cosa vuoi?” Non capivo, stava forse tentando di comprarmi?
“Non hai bisogno di comprare il mio silenzio. Non farò parola a nessuno di te, lo prometto.” Sempre senza guardarlo negli occhi, mi voltai verso lo sportello e feci per aprire. Ma Zayn bloccò l’apertura, con un semplice ‘click’.
Socchiusi gli occhi ed inspirai profondamente, “Fammi scendere da questa macchina.”
“Aspetta.”
Mi convinsi a guardarlo in faccia: l’errore più grande della mia vita. I suoi occhi profondi mi stavano analizzando, come a voler distruggere ogni mia barriera di difesa. E lui c’era riuscito a distruggerle, avevo distrutto tutte cose.
Che stupida che ero stata a voler credere che non era cambiato un bel niente. Che stupida che ero stata a salire nella sua auto.
“Aspetta.”, ripeté.
E nella mia mente balenò il ricordo di lui che fermava il bodyguard con quella parola, per permettermi di abbracciarlo. Santo cielo, ero una stupida bambina infatuata.
“Noi ci siamo già visti.”, affermò. No, ditemi che non stava ricordando anche lui. Non poteva ricordarsi proprio di me, tra i milioni di fans che aveva incontrato nella sua vita.
“Tu dici? Due giorni fa mi sei venuto addosso con la macchina.”, risposi acida.
“No, prima. Ai tempi degli One Direction.” Che male sentirlo pronunciare proprio da lui.
“Ti sbagli. A meno che i tuoi poster non avessero la vista.”
Ridacchiò, “Mi sarò sbagliato.”
No, Zayn, sei un idiota. E io amo incredibilmente il suono della tua risata.
“Addio, Zayn.”, mormorai. Lui sbloccò la sicura e mi permise di aprire lo sportello.
Lo sentii sospirare. Quando fui fuori dall’auto, mi voltai a guardarlo, ma non incontrai i suoi occhi.
Mise in moto e si dileguò, proprio come aveva detto.
 
In quei cinque anni era scomparso dai gossip, da qualsiasi rumors e pettegolezzo. Era riuscito a nascondersi bene, e incontrare una sua vecchia fan l’aveva impaurito. Non avrei rivelato di averlo incontrato, non avrei mandato in aria la sua copertura.
Intanto però lui aveva mandato in aria la mia, di copertura. Negli ultimi anni mi ero autoconvinta che quella per lui fosse stata sempre solo una innocente infatuazione passeggera. Purtroppo rivederlo mi aveva dato una certezza: seppure fosse stata solo una infatuazione, non era passeggera affatto.
Stavo ancora con gli occhi a cuoricino davanti quello che una volta avrei chiamato il mio fidanzato immaginario. Ma eccomi, con un fidanzato in carne ed ossa che aspettava il mio rientro.
Mi feci forza ed entrai a casa. Mike però non era tornato.
Mi trascinai fino in cucina, stralunata e ancora fuori di me.
Ero appena stata in macchina di Zayn.
Lui mi aveva chiaramente detto di non volermi mai più rivedere. Cosa mi aspettavo? Una proposta di matrimonio?
Era stato meglio così. E poi… perché avremmo dovuto rivederci? Conducevamo ognuno le proprie vite, e quell’incontro casuale non avrebbe cambiato nulla.
Eravamo due persone adulte e mature… e io ero una stupida! Cavolo!
Strizzai gli occhi e cominciai a singhiozzare. Era riapparso e scomparso solo per farmi male. Stavo così bene senza di lui, stavo così bene prima dell’incidente.
Come avrei potuto tornare alla mia monotona esistenza dopo tutto questo?

 






Angolo Autrice.

Buonasera, o buon giorno per chi starà leggendo di giorno o.o
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Non volevo nemmeno postarlo, oggi, nè domani, o dopodomani.
Non sono delle belle giornate queste, proprio no.
Non faccio che piangere perchè quei 5 coglioni sono qui in Italia e io non posso vederli o ascoltarli dal vivo.
E niente, smetto di annoiarvi e vi saluto semplicemente.
Vi scongiuro, recensite e fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo abbastanza.... intenso!

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: FedericaLille