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Autore: WishfulThinking    05/12/2007    5 recensioni
Forse non è destino, forse il fato non ci vuole insieme…ma forse neanche separati. Forse non è per noi, o non è per me, non so…per un po’ ho creduto, ho sperato con tutta me stessa che potesse esistere un noi…e non ero più soltanto io, non ero più sola. O così credevo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Shikamaru veniva da sorridere

A Shikamaru veniva da sorridere.

La situazione era più o meno quella di tre anni fa, quando per la prima volta era entrato in casa Yamanaka con la mano in quella di Ino.

Ancora un volta c’erano lui, imbarazzatissimo, Inoichi, col suo sguardo terribilmente indagatore (gli pareva di sentirlo: “Per ora può andare, Nara, ma prova a fare un passo sbagliato e…”), la comprensivissima signora Yamanaka, per la quale aveva sviluppato negli anni un affetto filiale…solo che in più c’erano gli Akimichi, la sua vera madre (anche se lui era ancora convinto si trattasse di un ingegnoso scambio di culle), e suo padre, Shikaku.

Choza si era buttato sul cibo come sempre, Shikaku sulle bevande e Inoichi…a scrutare lui, tanto per cambiare, come fosse tanto stupido da fare qualcosa di deplorevole davanti al padre della sua ragazza.

Avevano finito di mangiare da poco e gli adulti si erano spostati in salotto a proseguire le loro chiacchiere, mentre Ino aveva insistito con la madre per mettere a posto i resti del pasto.

Era intenta a incasellare gli avanzi nel frigorifero quando Shikamaru la abbracciò da dietro: “Shika, che fai?” fece divincolandosi in maniera non troppo convinta dal suo abbraccio “Potrebbe venire mio padre…”
“Lascia che venga…”ribatté lui, prendendo a baciarle il collo.

“No” fece lei decisa.

“Pensavo ti piacesse” fece lui di contrappunto.

“Mi piace molto di meno impiegare venti minuti ogni mattina a coprirne gli effetti” sbuffò lei, ma il ragazzo intuì che non era per nulla arrabbiata.

“Vieni qui…” le intimò prendendola tra le braccia una volta che la ragazza ebbe chiuso lo sportello.

Shika, sono seria” rispose lei appoggiando la fronte contro quella di lui “Non qui.”

“Che devo fare, chiedere la tua mano per toccarti in casa tua?” scalpitò il ragazzo.

“Non è un’idea malvagia” rispose lei sorridendo e sfiorandogli le labbra in un bacio.

Che gli altri lo credessero o no, Ino Yamanaka era un’inguaribile romantica. Aveva vissuto di storie d’altri finché nella sua vita non era arrivato Shikamaru. E allora ogni fantasia che non aveva avuto era diventata realtà. Lui riusciva…riusciva ad essere romantico senza esserlo, a indovinare i suoi desideri prima che li formulasse, prima ancora che lei stessa si accorgesse di averli, da qualche parte in fondo all’anima. Era così Shikamaru, diverso da ogni sua fantasia di bambina, eppure così incontrovertibilmente giusto per lei. Non era l’altra metà del cielo, come si era sempre immaginata; era interamente un nuovo mondo, selvaggio e inesplorato, per lei.

E ora era lì, e la guardava con la sua aria enigmatica, curiosa e furbesca a un tempo, illeggibile eppure familiare. Le si avvicinò, e inspiegabilmente le diede un buffetto, come si fa coi bimbi piccoli. Lei gli sorrise mentre usciva, a perdersi nei suoi pensieri.

 

A dire il vero Shikamaru ultimamente aveva un solo pensiero, un chiodo fisso che gli martellava il cervello: Ino, sposare Ino. Gli era sopraggiunto un giorno, scorgendo i suoi genitori rannicchiati sul divano, quando pensavano non fosse in casa.

Shikaku era seduto, disteso e tranquillo, quando Yoshino era arrivata e aveva cominciato una delle sue solite prediche. Shikaku aveva risposto qualcosa che Shikamaru non aveva potuto intuire, e Yoshino era precipitata tra le sue braccia. A quel punto il ragazzo se ne era andato a zonzo per le vie di Konoha con un pensiero che continuava a tornargli in mente: è questo quello che voglio. Voglio una persona che non cerchi di capirmi, o di essere come me; per quello mi basto io. E mi annoio. Ho bisogno di qualcuno che non la conosca nemmeno la noia, e che sia brillante, che mi tiri fuori dalla mia apatia ogni volta che ci cado…e io una persona così ce l’ho già. Ino.

Sorrise, e improvvisamente non stava più vagando per le vie della cittadina, ma aveva un obiettivo ben determinato in testa.

 

Shikamaru quel giorno non era guidato dal caso, ma da un bisogno, una necessità e una determinazione assolute.

“Allora è oggi il grande giorno, eh?” Udì una voce alle sue spalle. La voce che era sempre stata alle sue spalle, in ogni occasione, che gli aveva salvato la vita più di una volta, in battaglia e nella vita, quella vera.

Il ragazzo moro sospirò e fissò lo sguardo all’orizzonte.

“Andrà tutto benone” poteva sentire il sorriso di Choji alle sue spalle, fermo e sicuro come la stretta sulla sua spalla.

“Grazie Choji” mormorò. Poi si volse, e sorridendo rientrò in casa con l’amico.

 

I loro genitori erano ancora lì, risa e schiamazzi in salotto come fossero ventenni. Questo era quello che voleva, senz’ombra di dubbio.

Shikamaru avanzò sicuro, cercando con gli occhi la sua Ino e tuttavia tenendosi a distanza per osservare un po’ la scena.

“Tesoro, vieni qui” la chiamò in quell’attimo Inoichi prendendola a sedere sulle sue gambe. Non si sarebbe mai stancato della sua bambina.

“Stai d’incanto con quel vestito” si complimentò Shikaku. “Shikamaru sa bene cos’ha fatto quel giorno…”

“Me l’ha regalato Choji” fece lei per tutta risposta, mentre Choza interloquiva: “C’è un’occasione speciale, principessa?”

Ino si limitò ad alzare le spalle, mentre il padre le accarezzava la testa.

“Shikamaru, Choji, venite qui!”

Il ragazzo dal codino si scostò dal muro cui si era appoggiato per godere della scena, e con l’amico si diresse verso il cerchio delle tre famiglie, sedendosi sul bracciolo del divano su cui erano accomodati i suoi e perdendosi nel giro di pochi secondi negli occhi di Ino.

Era strano come tutti i discorsi svanissero quando lei era di fronte a lui, gli occhi fissi nei suoi. Continuarono a guardarsi e a sorridersi, semplicemente: lei sulle gambe del padre, lui vicino al suo.

“…vero, Shikamaru? Shikamaru?” lo richiamò Shikaku. Alla seconda volta accompagnò il richiamo con una gomitata.

“Eh? , non c’è bisogno che mi spingi, stavo ascoltando…”

“Sì?” fece Shikaku scettico. “A me sembrava che stessi guardando…” fece poi con tono suggestivo.

Gli altri scoppiarono in una fragorosa risata, mentre Ino si mordeva il labbro per non imbarazzare il ragazzo e Inoichi stringeva istintivamente la presa su di lei.

Yoshino scosse il capo: “Shikaku, c’è proprio bisogno di mettere tuo figlio in imbarazzo davanti a tutti?”

“Cara, non ci posso fare molto se è praticamente ai piedi della ragazza!” di nuovo l’ilarità generale. “E non lo biasimo, principessa” aggiunse poi facendo l’occhiolino ad Ino, che per tutta risposta sorrise calorosamente arrossendo un poco.

Solo al termine di questo breve scambio di battute si accorse che Shikamaru era scivolato sul tappeto, letteralmente ai suoi piedi, in ginocchio davanti a lei.

Shika?” la ragazza lo guardò con aria interrogativa passandogli una mano sul volto.

“Shikamaru, tuo padre scherzava, sa…” cominciò Choza, ma si interruppe quando la mano del figlio si posò delicatamente sul suo braccio.

Shikamaru sorrise sentendo l’attenzione dei presenti concentrata su di sé, ma non arrossì: non aveva nulla di cui vergognarsi. Semplicemente, aveva scelto di farlo lì, così, quel giorno, davanti alle persone che più amava.

“Ino” cominciò. La ragazza gli sorrise, prendendogli la mano con l’intenzione di aiutarlo ad alzarsi. Un gesto d’affetto, non necessario ma essenziale.

Lui fu rapido a rigirare la mano della ragazza, e a baciarla con devozione.

Ora non volava una mosca.

“Mio padre ha ragione” sussurrò Shikamaru, e nonostante quello fosse alle sue spalle lo riprese: “Non sorridere, papà, non capiterà più per i prossimi cinque anni, giusto per stare in media”.

Tutti risero.

“Papà ha ragione però.” Riprese lui con gli occhi fissi in quelli di Ino “Lo so bene cos’ho fatto quel giorno. Ho rinunciato a un sogno per inseguirne un altro. Ho scoperto che non volevo una famiglia normale, con una moglie e due bimbi, purché ci fossero. Volevo una famiglia, ma la volevo con te. Senza, non l’avrei mai accettato”.

Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime.

“E lo so che per qualcuno potrà sembrare presto, ma…Non voglio negarmi la felicità che già intravedo. Ho passato la vita a fare il minimo sforzo per ottenere ciò che volevo, per arrivare ad accorgermi che se anche avessi tentato con tutta la forza e la volontà di questo mondo non sarebbe bastato, perché la mia felicità in questo momento dipende da te”

Yoshino si strinse a Shikaku.

“Dipende dalla tua risposta” sussurrò più piano Shikamaru estraendo una scatolina di velluto.

A questo punto lo sguardo del ragazzo si sollevò un poco, a incontrare quello di Inoichi: “Sapevo che sarebbe stata solo questione di tempo” annuì l’uomo, anch’egli con gli occhi leggermente lucidi.

Shikamaru sorrise, e procedette ad aprire la scatola.

“Ino…” cominciò, e lei si lasciò andare a un singhiozzo.

“Ah, non piangere donna” la rimbrottò lui, carezzandole il volto “Poi tuo padre pensa che io sia solo capace di quello” le sorrise. Lei fece altrettanto.

“Scusami, Shikamaru, è che…”

“Ehi, ehi” ripose lui tappandole dolcemente la bocca. “Non ho bisogno di un trattato, Nuvola*. Ho bisogno solo di un sì, del tuo sì” sussurrò asciugandole le lacrime.

“Sì!” urlò allora Ino, e lasciando il padre si gettò tra le braccia di Shikamaru, abbracciandolo e stringendolo a sé il più forte possibile.

Il ragazzo si alzò tirando su anche lei, le diede un leggero bacio sulle labbra e le infilò l’anello al dito. Non aveva finito di saziarsi dello sguardo della sua futura sposa che sentì una mano sulla spalla: “Ben fatto” sussurrò suo padre, abbracciandolo.

Ino intanto era in lacrime, tra le braccia della madre: “La mia bimba…” continuava a sussurrare quella “L’ho saputo dal primo momento in cui ha varcato quella soglia tre anni fa, Ino, che non ti avrebbe più lasciata andare”.

Ino si fece cullare anche dal padre mentre Shikamaru riceveva pacche sulle spalle dagli uomini e sorrisi gioiosamente annacquati dalle donne; poi si volse a lei, la donna della sua vita, le porse la mano che quella accettò e la trascinò tra le sue braccia. Per sempre.

 

 

* Questo soprannome viene da un’altra storia che ho scritto mentre aspettavo che la Musa mi degnasse d’uno sguardo per completare questa. E’ una raccolta di drabble, “Il sapore delle nuvole”, in cui Shikamaru enuncia il suo amore per loro come qualcosa di bello, e irraggiungibile. Per questo mi è venuto alla mente che Ino fosse la sua Nuvola, su questa terra.

 

 

Signori, questo è l’epilogo. Mi ha reso felicemente triste scriverlo, mentre ascoltavo la canzone che ha scandito i capitoli di questa fanfiction, Paper cup di Heather Nova, e I loved her first by Heartlad, da cui ho tratto la battuta di Inoichi “era solo questione di tempo”. Trovo che descriva alla perfezione i sentimenti di un padre come lui verso la figlia.

E’ stata decisamente dura finirla qui, ma bisogna avere il coraggio di farlo per il bene della storia. E per me, in questo momento, era questo. Non escludo il ritorno per un capitolo speciale o due, in particolare dal punto di vista di Inoichi, che mi intriga un bel po’, ma per ora non saprei dire…

 

Vorrei ringraziare quanti hanno letto, quanti hanno commentato questa storia (non sapete che piacere sia per me!), e scusarmi per la lunghezza del capitolo, ma mi sembrava di avere così tante cose da dire…

 

, grazie a tutti.

Di cuore.

Davvero.

 

WishfulThinking

 

  
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