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Autore: nes_sie    19/05/2013    2 recensioni
È in gabbia e tu non sei l'eroe.
Raccolta sconclusionata sulla vita dei protagonisti e non.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Thea Queen, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Fandom: Arrow
Titolo: Tommy
Personaggi: Tommy Merlyn, Malcolm Merlyn, Oliver Queen
Rating: Verde
Genere: Malinconico
Avvertimenti: One Shot (669 parole), Missing Moment

 

Tommy.







Tommy era più che deciso a non darla vinta al suo migliore amico.
Tornato a casa, dopo una noiosissima giornata a scuola, non aveva fatto altro che pensare a come stracciare Oliver. Aprì il frigo e prese il cartone del succo di ananas, per poi portarselo alla bocca.

Tommy, quante volte ti ho detto di non farlo?

La voce di sua madre era dolce, ma sembrava lontana. Tommy chiuse il succo di frutta e lo appoggiò sopra il bancone della cucina.

È quello il suo posto?

Gli occhi erano incollati all'etichetta che indicava gli ingredienti, ma non la vedeva realmente. La voce di sua madre era come la ricordava, gentile e bassa – non urlava mai. Non passava giorno che non pensasse a lei e quella volta non faceva eccezione. Se fosse stata lì, l'avrebbe consigliato, lo avrebbe ascoltato...

 

Sapeva che suo padre, a quell'ora, se ne stava rintanato nel suo studio. Il lavoro era diventato la sua unica ragione di vita e Tommy spesso si chiedeva se qualche volta si accorgesse della sua presenza, se ricordasse che aveva ancora un figlio e di non essere rimasto solo. Tuttavia non faceva domande, non si lamentava e aspettava il giorno in cui avrebbe trovato suo padre tra gli spalti a fare il tifo per lui alla partita di hockey.
Ma non sopportava la solitudine e il silenzio della loro grande casa, così per colmare quel vuoto che avvertiva crescergli dentro ad ogni frase lasciata a metà, ad ogni abbraccio mancato, trascorreva tutto il tempo possibile dai Queen; Robert e Moira erano felici di poterlo avere con loro e Thea, nonostante fosse una piccola rompiscatole, era un po' come la sua sorellina.
Bussò piano alla porta dello studio e una parte di sé sperò che suo padre non l'avesse sentito, per poter correre in camera sua e chiudercisi dentro.

«Avanti.»

La risposta lo aveva lasciato spaesato, ma si ricompose ed entrò nella stanza. Malcolm se ne stava dietro la scrivania di mogano, le mani intrecciate sotto il mento, gli occhi così simili ai suoi lo scrutavano alla luce della lampada da tavolo, unica ad illuminare l'ambiente.
«Non dovresti essere a letto, a quest'ora, Tommy?»
Non lo disse con rimprovero, ma non c'erano nemmeno premure in quelle parole.
Tommy non seppe se aprire bocca o fare dietro front.
«Ero... ero andato a bere. Avevo sete. Allora... buonanotte.»
«Buonanotte, figliolo,» rispose Malcolm, impassibile.
Tommy raggiunse di nuovo la porta, quando suo padre gli chiese: «Sei sicuro di non avere altro da dirmi?»
Ne era sicuro? Quante probabilità c'erano che suo padre, una volta sentita la sua richiesta, lo avrebbe cacciato malamente dallo studio perché disturbato da una cosa così ridicola e insignificante? Un miliardo, se proprio voleva essere ottimista. Ma forse quel giorno era più sfrontato del solito perché la sua lingua si mise in moto prima che la paura di parlare gliela legasse a doppio nodo.
«Ho fatto una scommessa con Oliver e voglio vincerla. Ma non preoccuparti, non è niente. Ora vado a letto. 'Notte...»
«Tommy?» Sembrò trascorsa un'infinità quando Malcolm lo chiamò. Quindi si alzò e lo raggiunse. Tommy si sentì ancora più piccolo.
«Che ne dici di raccontarmi nel dettaglio questa scommessa?»
«Ma-»
«Siamo Merlyn. Non conosciamo il fallimento.»

 

 

«Cosa ci fai di preciso, qui?»
Fu così che ricordo di quella notte, nello studio di suo padre, lo sopraggiunse. Quella era stata una delle poche volte in cui era riuscito a stracciare il suo migliore amico; il rombo della moto di Zelda, la sua ventenne vicina di casa con tanto di piercing al labbro e al sopracciglio sinistro e tatuaggi un po' ovunque (lo aveva quasi convinto a farsene uno) era nitido nella sua mente, così come l'immagine di Oliver e la sua bocca spalancata, e per un attimo assaporò l'infantile e sciocca sensazione di potenza e rivalsa nei confronti dell'ex amico. Poi quelle immagini e quei suoni vennero scacciati prepotentemente dallo stesso Oliver che baciava l'unica donna che avrebbe mai amato...

«Lavoro a stretto contatto con mio padre.»




Note:
La parte in cui Tommy "sente" la voce di sua madre è liberamente ispirata ad una scena del film Billy Elliot. La flash-che-ha-sforato-di-cento-parole-e-passa sarebbe un missing moment della puntata 1x22, quando Oliver va nell'ufficio di Tommy (ho riportato il loro ultimo scambio di battute). 
Bene, mi ero promessa di scrivere qualcosa di fluff per Tommy e invece mi sono fatta trascinare dall'angst (???). Evidentemente non mi sono ripresa né mai lo farò dal finale di stagione assolutamente inaspettato. Spero comunque sia stato di vostro gradimento; diciamo che senza rendermene conto ho voluto ricostruire un po' il rapporto di Tommy e Malcolm che non è stato dei più semplici (però si sono voluti bene u.u) e il senso di inferiorità che Tommy ha sempre provato nei confronti di Oliver (del tutto senza senso, perché non ha nulla da invidiargli. Forse i tatuaggi. E la tartaruga...)
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e recensiscono, apprezzando i miei sfoghi xD Grazie grazie grazie!
Infine, faccio un po' di pubblicità a questa Challenge su Arrow che abbiamo creato io e la mia Wife. Ci farebbe piacere partecipaste in tanti, perché fanfiction su Arrow dovrebbero essercene di più. ;)
Credo di aver detto tutto, torno a scrivere l'ennesima Olicity in cantiere. xD
A presto!

 

   
 
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