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Autore: L_Fy    06/12/2007    14 recensioni
Una ragazza nuova e i due fratelli più contesi della scuola: Verena, Teo e Dieci. Cos’altro se non il classico triangolo? Ma non dimentichiamo Oleana, la nuova, frizzante amica di Verena: quindi, un insolito rettangolo. E il cattivo di turno, Scaturro il Terribile, non lo consideriamo come vertice? Vediamo, così dovrebbe essere un pentagono: ma se ci aggiungiamo anche una pseudo-fidanzata pseudo-aristocratica, una madre finlandese, un cane formato roditore, un diario segreto e un bel po’ di fantasia, che figura geometrica salta fuori? Forse una così articolata che può calzarle un solo nome: adolescenza!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 : Ramo Riccobono

Capitolo 7 : Ramo Riccobono

 

“Fidanzatta?” si informò mamma Ferri con genuina curiosità; “Fidanzata?!?” trasecolò Teo schifato come se gli avessero proposto di mangiare un piatto di lombrichi; “Waff?” si udì Otello dalla sala da pranzo.

Mariacarla fece un gesto teatrale con la mano mentre Dieci sbuffava, appena appena infastidito.

“Teo, non farti venire un embolo e tu, M.C., cerca di svecchiare il vocabolario o qui ci troviamo in viaggio di nozze senza nemmeno sapere come ci siamo arrivati, ok?”

“Va bene.” rispose Mariacarla con un sorriso raggiante; dall’espressione vacua del viso, probabilmente avrebbe dato la stessa risposta se Dieci le avesse proposto di iniettarsi in vena un litro di candeggina.

Verena odiò Mariacarla praticamente al primo sguardo, proporzionalmente alla (considerevole) lunghezza della coscia calzata D&G della bionda nuova venuta. Un odio che risultò ancora più motivato quando si avvide che i “Waff!Waff!” di Otello dalla sala da pranzo erano passati da un seccato “adesso ti mordo lo stivale” a un entusiastico “è arrivata lei, la mia dea!”

“Salve, Mariacarla della Mirandola Santogiacomo” si sforzò comunque di dire (sempre per il retaggio della governante tedesca che non ne voleva sapere di strappi al galateo) “Io sono Verena Bassi e lei è Oleana Odescalchi.”

Mariacarla approvò con un gesto regale del capo e si girò verso Oleana per ricevere lo stesso tributo.

“Ciao Mariacarla” buttò lì svogliatamente quest’ultima “Come stai?”

Verena, i gemelli e Mariacarla stessa la fissarono sorpresi; mamma Ferri intanto era sparita quatta quatta in sala da pranzo, forse a zittire il delirio waffesco di Otello.

“Ci conosciamo?” domandò infine Mariacarla con invidiabile aplomb.

“Sì” spiegò Oleana con una certa malcelata riluttanza “La casa dei miei nonni sul lago di Como è vicina alla tua. Villa Odescalchi.”

“Oh, ma certo!” cinguettò Mariacarla, di colpo tutta sorrisi “Odescalchi ramo Riccobono, come ho fatto a non capire…” 

“Già, come ha fatto?” berciò Teo di cattivo umore.

“Il ramo Riccobono non l’avevo capito nemmeno io.” rincarò la dose Verena, imbufalita a morte senza minimamente saperne il motivo.

“L’avevo detto io che l’unico che capisce qualcosa qui sono io.” buttò lì Dieci imperturbabile.

Mariacarla girò lo sguardo vagamente interessato verso Verena, come aspettandosi che anche lei sciorinasse chissà quale prestigioso pedigree.

“Non guardare me” tagliò corto Verena “Io mi chiamo Bassi senza rami aggiunti e l’unica villa che abbia mai posseduto è quella di Barbie.”

“Veramente villa Odescalchi è dei miei nonni.” precisò in fretta Oleana come se si vergognasse di avere dei nonni schifosamente ricchi.

“Sono in buona salute?” domandò Mariacarla garbatamente, perdendo qualsiasi interesse per Verena.

“Sprizzano energia da tutti i pori.” rispose Oleana a tono.

A quel punto ci fu un silenzio decisamente imbarazzante che la nuova venuta spezzò con voce lamentosa.

“Perché non mi hai chiamata, Luca? Sai che stavo aspettando te per andare da Barbour… sono arrivati i nuovi giacconi invernali e te ne volevo regalare uno…”

“Che stella” si stizzì Teo con un broncio solenne “Un regalino infrasettimanale da un milione di dollari. Guarda che non è mica il suo compleanno. Lo so di per certo, visto che compiamo gli anni lo stesso giorno.”

Dieci gli lanciò un sorrisetto freddo e serafico.

“Invidiosetto, eh?” gli sussurrò a fior di labbra e Teo arrossì diventando sempre più imbronciato.

“Mi piace fare regali a Luca” si intromise Mariacarla sempre con quell’aria poco presente “Ha una figura così snella ed elegante…”

“Ce l’ho anch’io, la sua stessa figura.” rimbrottò Teo.

“Solo che tu la svilisci con quelle ridicole camicie da Village People, quindi niente Barbour.” ghignò Dieci con autentica malvagità.

“Stai diventando stronzo” lo avvisò Teo burbero “Davanti a testimoni. Non sei cambiato per niente da quando avevamo sei anni, solo che a questo punto cominciavi a darmi i pizzicotti.”

“E tu cominciavi a frignare come un poppante. Proprio come adesso.”

Sia Oleana che Verena sentirono odore di bruciato, e iniziarono a saltellare in sintonia come se le scarpe si fossero riempite di spilli.

“Ehm, ecco allora io…” iniziò Oleana impacciata.

“Noi.” si aggregò immediatamente Verena: l’idea di rimanere da sola in casa Ferri con i gemelli che le disturbavano l’ipofisi, il cane kamikaze e la stangona con un’intera discarica di puzza sotto il naso la riempiva di puro orrore.

“Noi, ehm, ecco dobbiamo…”

“Studiare?” provò Verena dubbiosa.

“Studiare! Già.”

“Voi due?” domandò Teo palesemente scettico.

“Certo” si imbronciò Verena sulla difensiva “Sai, studiare, quella cosa che si fa con i libri che non è fermare le porte perché non sbattano… Quella cosa lì. Quando si va a scuola è un passaggio obbligato, in genere.”

“Dobbiamo studiare scienze” rincarò la dose Oleana “Enzimi, succhi pancreatici… bile… roba così.”

“Tanti saluti.” tagliò corto Dieci prima che Teo potesse aprire bocca.

Oleana e Verena allora scapparono letteralmente dalla stanza e dalla spinosa sensazione di essere di troppo. Prima ancora che qualcuno potesse protestare, con fiacche parole di commiato avevano recuperato zaini e giacche, salutato mamma Ferri, incitato silenziosamente Otello al suicidio ed erano scappate in prossimità della porta.

“Ci vediamo domani, Verena.” gridò quasi loro dietro Teo.

Solo che non disse proprio Verena, perché aveva una erre un po’ scivolosa: disse Verrena come se gorgogliasse. Lo diceva sempre così, con un tono di voce tra il malinconico e il divertito che le faceva invariabilmente arricciare le dita dei piedi. Roba da manicomio, si stizzì una vocetta nella sua testa mentre Verena marciava fuori da casa Ferri lasciandosi dietro lo sguardo azzurro e un po’ triste di Teo.

*          *          *

“Villa Odescalchi, eh?” borbottò Verena sulla strada verso casa “Se avessi saputo che eri una nobilazza piena di soldi mi sarei fatta invitare davvero a pranzo a casa tua.”

“Eddai, non farla tanto lunga” sbuffò Oleana appena appena contrita “Non è colpa mia se nonno e nonna hanno una barca di soldi: e comunque, sono così tirchi che in tanti anni non sono nemmeno riuscita a scucire una Play Station come regalo di Natale. Dimmi piuttosto, che te n’è parso.”

“Di cosa?” domandò Verena già sulla difensiva.

“Di oggi, no?”

“Più precisamente di cosa vuoi parlare? Della pizza con l’ananas, di quel cafone di Dieci, del cane roditore o della principessa sul pisello finale?”

“Di tutto” sorrise Oleana “Dal primo all’ultimo particolare! Ero così concentrata sullo sforzo di non sbavare addosso a Dieci che mi sono persa i dialoghi.”

“Non ti sei persa un granché” ammise Verena ammorbidita “Quello stronzo di Dieci è insopportabile. Quasi come Otello.”

“E di Teo che ne pensi?”

Verena dovette meditare per costruire una risposta perché quella sincera (“semplicemente adorabile”) non le andava proprio di sbandierarla ai quattro venti.

“E’ molto dolce.” si limitò a dire, ma le antenne di Oleana si rizzarono lo stesso.

“Dolce nel senso che palle diabetiche o dolce nel senso me lo mangerei in un boccone? Perché a vederlo da vicino, io opterei per il boccone.”

“Nonnina, che occhi grandi che hai!” rise Verena glissando abilmente “E che dire della principessa sul pisello… come si chiama?”

“Mariacarla della Mirandola Santogiacomo.”

“Che nomazzo… chissà a che età ha imparato a dirlo tutto in un fiato: avrà preso lezioni di dizione.”

“Oh, quella” si smontò Oleana con una smorfia “La digerisco peggio che le cozze coi peperoni.”

“Non si era capito” ghignò Verena “Le sei praticamente sgusciata via da sotto il naso neanche fosse una bomba a orologeria.”

“Anche solo a passare l’estate vicino a casa sua mi vengono delle reazioni allergiche!”

“Però è molto bella.” commentò Verena a onor del vero.

“Bella, ricca da far schifo, col nome e col pedigree nobilare più lunghi della regione” approvò Oleana “Ma è ignorante come un cucchiaio di peltro. Se aveva un neurone in origine le si è di sicuro diamantificato durante la pubertà.”

“Che fa, studia?”

“Macchè. Suona il flauto traverso, fa la musicista.”

“Con quell’espressione facciale da fermacarte, l’unica cosa che la vedrei bene a suonare è il campanello della bici. Lo sapevi che era la fidanzata di Dieci?”

“Fidanzata… Ma per favore” sbuffò Oleana con scaltrezza “Dieci mica si fidanza con duchesse di quella risma, anche se sono sempre fresche di parrucchiere e girano col Porche decappottabile. Te lo dico io, lui l’avrà trombata un paio di volte e lei è così oca che si vede già con la tiara in testa e il bouquet di narcisi giapponesi. Hai visto che faccia hanno fatto Teo e mamma Ferri quando è entrata, no?”

“Ho visto” sorrise Verena rinfrancata senza motivo “Somigliavano entrambi a Otello. E’ stata la prima volta che ho visto Teo senza quel suo sorriso da schiaffi.”

“E qui ci ricongiungiamo astrofisicamente alla mia prima domanda: di Teo che ne pensi?”

Di nuovo Verena si mise sulla difensiva.

“Mi sembra che abbiamo già affrontato l’argomento in lungo e in largo e persino in arco con curvatura a iperbole. Perché continui a insistere?”

“Perché tu continui a glissare e una come te non è tipo che glissa.” spiegò Oleana.

“Fammi un disegnino perché non ho capito.”

“Vedi, tu mi sembri una da postulati matematici; se ti dico Scaturro, per esempio, tu cosa dici?”

“Cacca.”

“Esatto. Passiamo a cose più generiche: postini?”

“Suonano due volte.”

“Se lo dici tu. Salumieri?”

“Grossi salami, e lasciami dire che dopo una certa età si fa interessante.”

“Arbitri?”

“Cornuti, che non so cosa c’entra, ma su questo postulato non ci piove.”

“Mariacarla della Mirandola Santogiacomo?”

“Non cacca, ma deiezione odorosa.”

“E se dico Teo?”

“Non riesco a capire dove vuoi andare a parare.”

“Ecco, vedi?” esultò Oleana con sicurezza, come se buttasse giù l’asso di briscola “Glissi.”

“Non ho glissato, mi ero stufata delle tue domande.”

“Oh, certo” concesse Oleana con un sorriso “Raccontala pure a tua nonna, se ha l’Alzheimer ci può anche credere.”

Verena pensò a Teo che diceva Verrena con la erre arrotolata e si decise ad arrabbiarsi.

“Guarda che io… ah, tu e il tuo merdoso ramo Riccobono! Ti detesto quando tenti di psicanalizzare l’impsicanalizzabile.”

“Tempo al tempo e arriveremo ad affrontare il problema. Piuttosto, cos’è quella pezzuola che si sventola sotto lo zaino?”

“Dove?” domandò Verena scaricandosi lo zaino dalle spalle per dare un’occhiata. Effettivamente c’era un foglio di carta semistrappato che era rimasto attaccato sul fondo. Verena lo staccò con precauzione mentre Oleana sbirciava incuriosita.

“Chissà dove l’ho fatto su.” si domandò Verena già pronta a buttare via il foglio.

“Aspetta!” la fermò Oleana “C’è scritto qualcosa. Leggi…”

Sbuffando, Verena gettò uno sguardo alla scritta sul foglio, ma Oleana glielo strappò rapidamente di mano.

“Dai, Oleana, sarà una lista della spesa raccattata in autobus!”

Oleana non l’aveva nemmeno ascoltata.

“Che bello” mormorò sottovoce “Sembra una poesia.”

“Dà qua.” sbuffò Verena, incuriosita suo malgrado. Era la pagina di un diario, non datata. Verena lesse rapidamente, e poi rilesse più lentamente finché qualcosa di piccolo e appuntito le graffiò il cuore, scatenato da quella manciata di parole.

Io ti odio.

Sottovoce, con inchiostro e parole che non sapevo di avere.

Odio pensare che non devo pensarti e così ti penso.

Odio i tuoi occhi che mi guardano e non mi vedono mentre io vedo, vedo e non ti guardo.

Odio il cielo che non è più cielo ma qualcosa da sognare perché lo sogni tu.

Io ti odio.

Ti odio davvero, amore mio.”

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

Ma l’ho detto o non l’ho detto che devo ringraziare sempre e imperaturamente la mia meravigliosa beta ROMINA?!?!?

ROMINA, I LOVE YOU! YOU ARE THE BEST!!!!

E dopo questo messaggio d’ammmore:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Damynex: Ma ciaoooo! Che bello risentirti, sono lieta che tu bazzichi ancora da queste parti e che sia in buona salute! Verena comunque è uno dei miei “soliti” personaggi, non mi discosto mai dal tipo “cazzurto fuori, morbida dentro, occhi e capelli scuri”. Ormai è come un marchio di fabbrica… Fatti risentire, eh? Un bacione!!

Chocolate fairy girl: Ecco, vedi? E’ per questo che scrivo così rapidamente, a volte. Quando qualcuno mi dice che le mie cazzate gli rallegrano la giornata, mi si incendia la vena artistica e comincio a scrivere come una pazza! Spero di replicare, anche se non vorrei doverti tirare addosso un’altra giornatammerda!

Krisma: Verena invidiosa di Mariacarla? Sai che non ci avevo pensato?!? Forse hai ragione… devo meditare per bene su questa cosa! Su Teo non dico niente, rischio di spoilerare e non posso, non posso, NON POSSO!!! Anf, che fatica però… Un besito anche a tia, a presto!!

Roby: Santa Padella!!! Ma tu sei fantastico! Ti nomino ufficialmente “quello dei nomignoli” dal quale attingerò selvaggiamente in caso di necessità! Ma non che non ho sparato a zero su Mariacarla…ci pensa da sola a demolirsi! Il toporagno ricambia i saluti waffeschi, e io anche con l’aggiunta di baci!!

Saraj: Non ti permetto di esprimere solidarietà a Mariacarla. Lei deve rimanere antipatica, chiaro? Già ci sono i recensori (?) che vogliono riabilitare Otello… ma anche M.C. no, eh? Altrimenti con chi me la prendo io? Visto che ti sei posizionata così bene col thermos e tutto quanto, se ogni tanto vuoi entrare a casa mia a farti una doccia… così non mi appassiscono i rododendri vicino al tuo sacco a pelo… Marco non si consuma, te l’ho detto che è d’oro, no?

ReaderNotViewer: Tendenzialmente, le mamme delle mie storie sono un po’ come me, pragmatiche e vagamente crudeli, nonché cuoche impegnate. Tellu, invece, è una mamma un po’ atipica: intanto è straniera, e tu sai come io sia patriottica, poi è bionda e bella (cosa che al maschile adoro ma al femminile mi sta sui balli). Insomma, dovrebbe essere antipatica, e invece è adorabile. LE voglio bene anche con quell’accento mezzo sardo che ha! Ti sbaciuzzo tutta per i complimenti che mi fai e che assorbo sempre come fosse drooooogaaaaa! Ah, ora sto meglio…

Rik Bisini: Allora, tra boiler e famiglie di nobilazzi, ci siamo messi in pari!! Bene bene, ero qui già pronta per tuffarmi di nuovo..! Estremamente veritiera la cosa che hai scritto sui personaggi: a volte mi spavento per come vivono di vita propria… e se ne trovo uno abbastanza sciroccato da voler farmi fuori?!? Non pensiamoci… E così, hai un topocane anche tu. Tobia è un bel nome (mi ricorda qualcosa…) certo migliore di Otello! La mia perfidia nei confronti di quel mammifero non avrà fine…! Baci instabili e tutto il resto, mio caro!

Greta91: Allora, prepariamo l’annuncio: “Nel cuore verde dell’Emilia, allevamento di giovani finlandesi biondi, altezza media 1,85, occhio da celeste a blu scuro, dentature perfette, fisici della Mad… ehm, scolpiti, ecc ecc ecc. Esemplari allo stato brado, controlli sanitari annuali, prezzo interessante.” Che dici, così funziona?  Un bacione anche da nonna Pat!!

Londonlilyt: Nel capitolo 9 appare il collarino da te suggerito… se riesco adesso part con la contaminazione di camicie, ma sarà dura! So che a Londra ha luogo qualsiasi aberrazione culinaria: tieni duro, mia cara, siamo tutte solidali con te!! Quando vengo su se riesco ti porto un salame. Baci baciotti, mia adorata!!!!!

Aurora: Ma che fare arrosto lo Sciamano, è così magro che ci rimarrebbe solo un mucchietto di ossa carbonizzate… Mariacarla lasciatemela stare, epr favore: la odio e nessuno deve provare a farmela risultare simpatica. Tanto ci riuscirà da sola, sapendo come i miei personaggi si animano di vita propria… Sto preparando una bella scenetta per Marco (oh, Marco *_*) spero che ti piacerà!!! Tanto Johnny era mio, mica pensavi di potertelo accaparrare, eh?!?!

Armonia: Esatto, non posso spoilerare! Sai la mia etica professionale… non potrò mai dirti che Otello alla fine si metterà con Verena e dalal loro unione nasceranno tanti topocani mutanti… ops, cosa mi è sfuggito!! Eh, Teo che non capisce gli ormoni… te lo avevo detto che era tonto in senso buono! Ma qualcosa arriverà a capire… he he he… Felice che il pesce sia arrivato. Puzza? Prova a rivestirlo di Autan, magari il puzzo permane ma almeno non si copre di larve di zanzara! Oleana è talmente concentrata nel fissare il c..o di Marco che ti concederebbe anche la ghigliottina, approfittane!!

Teo: Vediamo, vediamo… marrone chiaro? Quindi, color deiezione neonatale? Vabbè, ti salva la gamba lunga e svagata. Se poi hai la erre un po’ così il mio cuore è tuo! Adoro i difetti di pronuncia, per una zeppola potrei svenire… la erre moscia da snob invece non mi entusiasma, ma quella di Teo è “rotolante”… notare la differenza!! Ti piace waffeggiare? E in che contesto potremmo usare questo neologismo, tolto Otello dalle balle (visto che lo odio?). Un bacione, a presto!!

 

 

  
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