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Autore: SakiJune    06/12/2007    3 recensioni
"Io... ero un albero rigoglioso. Avrei potuto dare frutti, in un terreno fertile. Ma avevo affondato le mie radici in un deserto... E ora, per quanto abbia ritrovato una ragione di vita, la mia stagione è conclusa"
Dedicata a tutti quelli che supportano o semplicemente sopportano il pairing Charming Roots (Filius/Pomona). Perché Hufflepuff e Ravenclaw possono andare molto, molto d'accordo... ULTIMO CAPITOLO POSTATO!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Horace Lumacorno, Luna Lovegood, Neville Paciock, Pomona Sprite
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Like A Mother'
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LIKE A MOTHER



Tra le mie mani sbocciano fiori di ogni colore.
Rami crescono e si intrecciano, ogni sorta di verde meraviglia si svela al mio tocco.

Allora perché non ho potuto dare la vita ad una mia creatura? A cosa mi è servito essere una maga, se non non sono riuscita a realizzare questo desiderio che mi strappa il cuore?
Sento questo vuoto da tutta una vita.
Non c'è nulla che possa colmarlo...

L'uomo che amavo si è allontanato da me, quando ha capito che non gli avrei mai potuto dare un figlio. Sono passati mesi, in cui ho voluto restare a piangere, e ancora anni e anni, in cui ho dovuto sforzarmi di sorridere, perché avevo un lavoro, e dei colleghi che mi volevano bene, e poi la responsabilità di un'intera Casa di Hogwarts. E quando i miei capelli hanno cominciato ad ingrigirsi, e lo specchio mi ha mostrato l'inequivocabile immagine di una superata maturità, stavo finalmente per rassegnarmi e lasciare alle spalle sogni e sofferenze...

Ma poi ho incrociato due occhi sperduti.
Quelli di un piccolo Gryffindor spaventato e insicuro. La guerra l'ha reso orfano a metà, i suoi genitori erano due Auror coraggiosi e pieni di vita, e ora sono soltanto...
(è buffo che sia io a dirlo)
... dei vegetali. Piante lasciate a seccare lentamente, che nemmeno tutto l'amore di questo mondo potrebbe far rifiorire.

E lui si aggira per la scuola in cerca di qualcosa.
- Cosa cerchi? - vorrei chiedergli, ma so che se lo facessi, lui alzerebbe lo sguardo verso di me e balbetterebbe:
- Il mio rospo, professoressa Sprout...
Ma so che non è solo questo.

Conosco bene Augusta, siamo state compagne di classe e abbiamo condiviso terribili giornate di bisticci e vendette, finché lei non è stata bocciata al GUFO, e per la vergogna si è andata a nascondere dietro il castello, lontana dalle risatine delle sue amiche. Io quel giorno indossavo una divisa nuova, in occasione degli esami, ma me l'ero sporcata subito di terra, perché non ne potevo fare a meno già allora (non sono mai diventata Prefetto di Hufflepuff per questo motivo). Dovevo essere molto buffa, perché riuscii a farla ridere solo avvicinandomi: ma non per questo si consolò della sua sconfitta scolastica.
Parlammo.
Lei mi raccontò del fidanzato che si era diplomato l'anno prima e viveva nel Lancashire, ma poi si ritrovò di nuovo a lamentarsi su come si sarebbero arrabbiati i suoi genitori, e che gli esaminatori erano degli emeriti cretini...
- Una D, hanno osato darmi una D!
Io non ero affatto una secchiona, ma mi impegnavo comunque, e avevo preso tutti A a parte una O in pozioni e il mio prezioso E in Erbologia, naturalmente, e non potevo immaginare come si sentisse.
Non piangeva. Il suo viso era rigido e le labbra più sottili che mai.
- E' una materia assolutamente inutile, d'altronde - sentenziò alla fine, con un assurdo orgoglio nella voce.
Feci per contraddirla, ma decisi di lasciar perdere.


Allora ero una ragazza al colmo delle mie energie, che rideva senza coprirsi la bocca, e c'erano sempre fili d'erba tra i miei capelli ricci e spettinati, e come le mie compagne sognavo di sposare il professor Slughorn, o quantomeno di far parte del suo Club esclusivo.
Ero rimasta terribilmente delusa quando ricevetti una lettera di rifiuto alla mia richiesta:

"Gentile signorina Sprout,
verrà ammessa ai miei ricevimenti quando imparerà ad avere cura dei Suoi abiti e delle Sue scarpe.
I miei ossequi, H.E.F.S."

Volevo sprofondare. Ma decisi che non potevo diventare una persona diversa da quella che ero, e gettai via quel sogno.

Il primo di molti altri a seguire.

Due anni dopo anche Augusta provò a chiedere l'ammissione al Club, ricevendo anch'essa un rifiuto, ma per un motivo differente (sinceramente, non mi ricordo quale fosse, e forse non me lo disse mai). Di nuovo la vidi impallidire e digrignare i denti, ma questa volta non tentai di consolarla, e dopo le vacanze di Natale non tornò a Hogwarts.
Si sposò, e quando suo figlio Frank fu ammesso a scuola, io ero già diventata un'insegnante. Ancora non avevo messo da parte le mie speranze. Lottavo contro il nulla, testarda, aggrappandomi ad un uomo - non vi dirò il suo nome, non ora - che aveva già scoperto quello che io non volevo ammettere, e diventava di giorno in giorno più freddo.
Le stagioni passavano, gli alberi fiorivano e sfiorivano, e mi ritrovai sola.


La conoscevo bene, dicevo, e potevo immaginare come avesse cresciuto quel ragazzino, con che pretese, e quale impazienza... e con quanto dolore.
- Dì un po', Neville, c'è qualcuna che ti piace? - mi sorpresi a chiedergli un giorno, con fare complice.
Credevo proprio che non mi avrebbe risposto. Invece, arrossendo e grattandosi la testa, mormorò:
- Hermione Granger... è sempre gentile, e mi difende da quegli Slytherin... e mi aiuta qualche volta, quando il professor Snape è arrabbiato e vuole mettermi in punizione. Ma è troppo bella per uno come me.

Odio Severus con tutte le mie forze.
E un giorno gliel'ho detto.
- Devi smetterla di tormentarlo, non gli insegnerai nulla trattandolo a quel modo, è terrorizzato da te!
Senza dire una parola, mi ha letto nella mente, sogghignando. E una volta soddisfatto, quando ha sviscerato i miei ricordi più dolorosi e le mie speranze infrante, mi ha fissato come si guarda una povera vecchia stupida, e mi sono sentita violata in modo orribile, e da allora lo evito come il vaiolo di drago.

Ma non riesco a frenare la tenerezza quando mi invade il cuore.
E' tutto così... naturale...
Io adoro Neville, semplicemente, come se fosse il mio stesso sangue.
Seguo i suoi progressi con l'orgoglio e l'affetto di una madre.
E mi sembra di impazzire quando sento di non riuscire a proteggerlo, quando scopro nel suo sguardo un nuovo terrore. Ma ciò accade sempre meno di frequente. Lui cresce, e si rafforza in coraggio e determinazione; il giudizio degli altri non ha più su di lui l'influenza nefasta di un tempo, e le sue amicizie si sono fatte più salde e numerose.

- Quali materie ti ha assegnato Minerva, da portare ai MAGO? - gli chiesi, all'inizio del suo sesto anno.
- La sua, professoressa. E Difesa, e anche Incantesimi...
- Le più importanti, insomma! - dissi, anche se mi rendevo conto che era molto deluso di non essere stato ammesso alla classe di Trasfigurazione.
- Sarà poi vero che mia nonna è stata bocciata in Incantesimi? E' per questo che la considera una materia stupida?
Non volevo parlar male di Augusta, capivo che non sarebbe stato giusto. E poi fallire non era certo una colpa. Ma non potevo fare a meno di chiedermi che cosa sarebbe stato di lui se non avesse mai manifestato i suoi poteri magici. Oh, quella storia dello zio che l'aveva quasi annegato... e l'aveva lasciato cadere dalla finestra! mi domandavo se provassero per lui vero affetto o se fossero semplicemente impazienti che si facesse strada nella vita...

"Anch'io desidero un futuro bellissimo per lui. Ma non sono impaziente. Perché quando finirà la scuola, non lo vedrò più..."

Prima che quel pensiero mi facesse crollare, un'idea mi attraversò la mente, e non era folle, e non era sciocca, e fui lì lì per esprimerla...
Ma riuscii a controllarmi, per non dargli false speranze. Dovevo prima parlarne con Albus e Minerva.

- E' esattamente per questo motivo, signor Longbottom. Ricordo ancora quella faccina afflitta... tu eri in classe con lei, vero Pomona? - squittì la vocina impertinente di Filius Flitwick, capitato chissà come in quel corridoio che non faceva parte del suo tragitto abituale.
Neville non trattenne una risatina nervosa e un po' stupita.
- E a proposito, sono molto felice di averti anche quest'anno tra i miei studenti.
Lui ringraziò, e corse a pranzo; ma Filius mantenne su di me il suo sguardo carezzevole e non mi permise di allontanarmi.
- Hai trovato il tuo successore, non è vero? - domandò, insinuante.
A differenza di Severus, non era un Legilimens, eppure aveva capito i miei progetti per Neville ormai da tempo. Non c'era nulla di male. Mi fidavo di lui... non sapevo spiegarmi perché.
- Ha... davvero un'attitudine notevole per la mia materia... sarebbe uno spreco non incoraggiarlo - balbettai.
- Sono d'accordo. Vi osservo da un po', sai. Ti osservo. Sei straordinaria.



(to be continued)



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Com'è mio solito, questa doveva essere una shot. Ma mentre la mettevo giù mi sono accorta che stava venendo troppo lunga. Non avrei dovuto iniziare una storia nuova, avendone già altre due in sospeso, ma si sta praticamente scrivendo da sola.
Non c'è niente da fare, questo pairing è il mio preferito, lo sapete già se seguite Though you don't look like me, se avete letto Why haven't I told you e una certa drabble di mia invenzione, comunque vi posso almeno promettere che mi asterrò dal trattarlo in Love without reason.
   
 
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