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Autore: Yoan Seiyryu    21/05/2013    2 recensioni
Red/Hook
Dopo la morte di Milah, Killian Jones tenterà di riportarla in vita, stringendo un patto con Cora. Si addosserà una maledizione che lo priverà dei suoi anni di vita e tenterà di vendicarsi in ogni modo. Sarà la vendetta a fargli incontrare qualcuno che come lui porta sulle spalle una maledizione, Cappuccetto Rosso.
***
-Non permetterò che muoia-
-Dovrai pagare un prezzo molto alto per salvarla- le labbra affusolate si arricciarono in un ghigno.
-Quanto alto?-
-Tanto quanto ciò che desideri salvare-
[...]
E Cappuccetto Rosso riuscirà ad accettare la sua doppia natura?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Killian Jones/Capitan Uncino, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Time '
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II. Una nuova missione




Recuperare altri elementi dell’equipaggio è ciò che al momento mi premeva di più, una volta raggiunto il porto. Dovevo racimolare del denaro per poter ripartire il prima possibile, le fermate a terra dovevano durare poco ed essere fruttuose.

Attraccare ad un qualunque porto e scendere sulla terraferma mi aveva prodotto sempre qualche male, ero evidentemente destinato a trascorrere una vita sugli oceani, ad assaporare il vento fresco della mattina e le tempeste ogni volta che ve ne era una all’orizzonte.

-Capitano, i turni sono stati organizzati. Possiamo avviarci- Abraden mi comunicò che aveva eseguito i miei ordini.
Annuii e gli feci segno di prendere un piccolo gruppo con sé per scendere a terra.





Arrivare a Wonderland per ottenere ciò che desiderava non era stato facile, ma nemmeno impossibile da realizzare. Il fagiolo magico utilizzato l’aveva comprato ad un caro prezzo, ma non poteva certo rinunciare ad una possibilità simile.
Tornare ora sulla Jolly Roger era tutta altra storia, ma la Regina di Cuori l’aveva aiutato in questo e non fu difficile raggiungere di nuovo la sua ciurma.
-Capitano, siete riuscito a tornare!- Spugna lo accolse con fervore non appena lo vide.
-Dubitavi delle mie qualità, Spugna?- singhiozzò qualche risata prima di raggiungere il timone.
-Avete trovato il modo per…?- domandò con una certa impazienza.
-Sì, siamo diretti a Neverland. Con la speranza di non esser stato ingannato-.





 
Qualche anno prima mi ero fermato in quella città, giravano diverse voci incomprensibili su dei mostri che terrorizzavano gli abitanti.
Storie di marinai, mi dicevo sempre.
In tutti i porti vi è una mescolanza di culture diverse, non sarebbe stato strano trovare un animale mitologico appartenete a popolazioni molto più lontane di quella stessa.

Il primo ombreggiare della sera si faceva pallido e meno intenso, il sole era svanito all’orizzonte mentre la luna iniziava ad ergersi nel cielo.
La notte era la parte della giornata che preferivo, riuscivo a sentirmi enormemente vivo in ogni istante in cui potevo costeggiare il mare assieme ai riflessi lunari, come a volerne seguire la traccia per poterla raggiungere.

Ma in realtà le baldorie che nascevano di notte erano ciò che più interessavano, non certo momenti poetici da condividere con la ciurma, la quale non era affatto interessata a vaneggiamenti simili.
In fondo, ero pur sempre un gentiluomo.

Usciti dal porto, portandoci dietro la maleodorante puzza di pesce e pescatori che sonnecchiavano accanto alle canne da pesca, ci dirigemmo in un piccolo gruppo verso il centro cittadino, alla ricerca di un luogo dove poterci abbeverare.

Ci fermammo di fronte ad una taverna dalla cui insegna si leggeva:”Il lupo di mare”.
Si formò una smorfia di disgusto sulle labbra, in ogni porto aveva incontrato quasi sempre la stessa scritta, l’originalità delle città marittime era sempre stata di pessimo gusto. Ma in fondo, non era il nome a fare la tavola.





“Non appena giungerai dalla tua amata, dovrai risvegliarla con il Bacio del Vero amore. L’incantesimo più potente di tutti. Così le rilascerai gli anni di vita che le hai donato”.
Erano state queste le parole che la Regina di Cuori aveva sussurrato a Killian Jones prima che partisse. Se le ricordava bene, non vi era dubbio su ciò che avrebbe dovuto fare.
Il viaggio per Neverland era stato faticoso, affrontare di nuovo il vortice aperto dal fagiolo magico gli toglieva quasi tutte le energie e averlo compiuto per due volte ad una distanza così ravvicinata, gli aveva tolto più di quanto non desiderasse.
La Jolly Roger era riemersa alla Baia delle Sirene, dove era rimasto custodito il corpo di Milah.
Killian afferrò una conchiglia ed iniziò a soffiare all’interno, così da richiamarne il Custode.





-Qui di sicuro troveremo qualche pazzo disposto a lasciare la propria vita per salpare con voi, Capitano- intervenne immediatamente Abraden, per convincermi a fermarci in quel posto.
-Non so se ho ancora voglia di fare della mia ciurma un agglomerato di folli. Un po’ di razionalità farebbe bene, di tanto in tanto- mugugnai a denti stretti, prima di scostare la porta d’ingresso ed entrare nella taverna.

Il puzzo di uomini di mare accresceva a dismisura, confondendosi con quello del rum versato a terra da ubriachi che venivano stesi sui tavoli o gettati a terra per fare spazio.
Le grida e le risate si innalzavano a dismisura, a seconda di ciò per cui si brindava.

Le giovani locandiere erano perennemente infastidite dagli sguardi degli uomini avvolti nel loro mondo di ubriachezza, tant’è che spesso erano costrette ad allontanarsi dalle loro mani che cercano di allungarsi il più possibile nelle parti che essi desideravano vedere più da vicino.

Solo alcune si lasciavano corteggiare e la scelta non era certo difficile da fare. Una buona locandiera sa sempre quale sia il miglior cliente da accontentare.
Sorrisi di fronte a tutto ciò che stavo guardando, non era cambiato proprio nulla dall’ultima volta che misi piede in quella città.


 


 
L’acqua limpida della Baia costeggiava la nave, inumidendola come svariate volte era accaduto. Il canto delle Sirene non inneggiava ancora nell’aria, stavano dormendo e non sempre erano disposte a farsi vedere.
Ma Killian le conosceva bene, era riuscito a sopravvivere, nonostante molti altri sventurati erano caduti nelle loro grinfie.
Il richiamo della conchiglia aveva prodotto il suo effetto, un corpo sinuoso nuotava attorno alla nave, accompagnato da una lunga coda verde che si agitava assieme ai piccoli mulinelli d’acqua che ancora volteggiavano per aver ricevuto la Jolly Roger da altri mondi.
-Ariel!- chiamò a gran voce Killian, prima di saltare in piedi sulla balaustra ed aggrapparsi ad una fune per sorreggersi.
Una sirena dai lunghi capelli rossi uscì dal ciglio dell’acqua, mostrandosi in tutto il suo fascino ammaliante.
-Eccomi qui, Capitan Hook- gli occhi lucidi ed azzurri lo fissarono attentamente.
-Portami da Lei- sussurrò prima d tuffarsi e  lasciarsi ricadere in acqua.

 




 
Poiché non scorgevo l’ombra di un tavolo che fosse libero, decisi di appropriarmene io stesso di uno ancora occupato. Presi per le orecchie due ragazzini ancora imberbe che fingevano di sentirsi grand’uomini e li spinsi via per potermi sedere comodamente sulle loro sedie.
Tentarono di ribellarsi di fronte a quella maleducazioni, ma Abraden capì bene che era il momento di occuparsene da solo e farli allontanare.

Tirai fuori i dadi truccati dalla tasca interna della giacca e li lanciai sul tavolo.
-Presto verranno qui a fare delle scommesse, intanto facciamoli incuriosire-.

Mettemmo in mostra uno spettacolo divertente, io ed Abraden, come ogni volta che desideravamo accaparrarci i soldi degli stolti che se ne stavano nelle taverne a bere fino alla mattina seguente, svuotati di tutti i loro averi.

-Stai forse cercando di dire che sono un truffatore?- mi alzai in piedi inferocito, sputando il rum che avevo nel boccale –Di certo non sono uno sciocco, non ti restituirò nulla di ciò che ho vinto!- lo afferrai per il colletto con l’uncino per avvicinarlo al mio viso.
-Sei ancora convinto di volermi sfidare?-
Lo lasciai andare spingendolo sulla sedia, prima di volgere lo sguardo verso gli astanti che si erano voltati verso di me.
-Allora, qualcuno vuole sfidarmi o siete tutti dei cacasotto?-.

Uno di loro si alzò barcollante dal suo tavolo da gioco e si avvicinò al nostro, spostando via Abraden perché  gli facesse spazio.
-Vediamo che sai fare bel faccino. Scommetto che una volta che ti avrò ripulito per bene piangerai come una bambina- la risata aspra squillò per qualche istante, prima di farmi sorridere e tornare al posto.

-Questo è ciò che ho da offrire- mandai avanti una metà dei guadagni vinti da Abraden, mentre attendevo la controfferta.





Un improvviso vortice d’acqua gli annebbiò la vista, Ariel lo aveva afferrato per la vita, così da poterlo condurre nelle oscurità marine. Aveva poco tempo, ne aveva avuto sempre terribilmente poco.
Una volta riaperti gli occhi si accorse che erano già arrivati nei pressi della grotta dove era custodita Milah, protetta da qualunque evento naturale che potesse distruggere la sua bellezza.
La sirena lo condusse fino al suo capezzale, mostrandole come era rimasta intatta da quando si era allontanato.
Milah indossava un lungo abito bianco che sospirava assieme alle onde, rami di alghe le avvolgevano le braccia, il petto e le gambe per poterla tenere ferma su una lunga pietra scura.
Ariel lasciò libera la presa, prima di soffermarsi di fronte a lui e avvicinatasi alle sue labbra per potergli lasciare un soffio d’aria che gli consentisse di avere ancora aria nei polmoni.
La piccola bolla fu prontamente ingerita, non avrebbe avuto problemi di tempo, quella volta.
Killian nuotò fino al giaciglio di Milah, le accarezzò i capelli per poterglieli scostare dal viso, prima di immergersi in un lungo bacio.
Le labbra fredde ed umide iniziarono a diventare più colorite, il rossore delle guance si faceva più vivo ed una nuvola viola iniziò a sommergerla, finchè non scomparve nel momento in cui riaprì gli occhi chiari.







Stavo vincendo, senza alcun dubbio. Con i dadi truccati era un gioco da ragazzi sbeffeggiare quegli sciocchi, non si sarebbero mai accorti di nulla.
Sorrisi con veemenza accorgendomi di quanti altri giocatori si erano avvicinati al tavolo, era una malattia irrinunciabile quella del gioco.

-Ed ancora una volta la vincita è aggiudicata a me!- esclamai con soddisfazione, afferrando una parte del denaro.
L’avversario non sembrò affatto soddisfatto e anzi si alzò dal tavolo con un moto di rabbia.
-Che tu sia maledetto, pirata!- inveì con forza prima di abbandonare il gioco ed uscire dalla taverna in fretta.

La serata sembrava esser diventata fruttuosa, forse una delle migliori di quegli ultimi tempi, quando i bottini iniziavano a scarseggiare e gli uomini erano diventati meno astuti e più sciocchi.
In quel momento entrò un uomo incappucciato che sorvolò la sala per poter attaccare dei fogli di carta alle pareti, sembrava un qualche avvertimento.
Mandai Abraden a scoprire di cosa si trattasse.

Tornò subito con il foglio sventolante nella mano destra che mi porse in gran fretta.
-Questi sciocchi hanno bisogno di aiuto Capitano, la ricompensa sembrerebbe fare al caso nostro-.
-Di che si tratta?-
Lessi ciò che vi era scritto, sembrava proprio che da qualche mese a quella parte un lupo si aggirasse ai confini del bosco della città e ad ogni notte di luna piena attaccasse delle persone, sbranandole quasi interamente.

-Un lupo…- sussurrai pensieroso –abbiamo affrontato mille altri pericoli, molto più insidiosi di una bestia simile. Ci meritiamo questa ricompensa. Quand’è la prossima luna piena?- gli domandai piegando il foglio in due e infilandolo all’interno del soprabito nero.
-Dopodomani, Capitano-.

-Ottimo, non dovremo nemmeno togliere troppi giorni al nostro viaggio. Massacreremo quel lupo e ci rifaremo di questi ultimi mesi- mi ripresi d’animo, quella notizia non poteva capitare in un momento migliore.
-Stranieri che tentano ancora una volta di uccidere il Lupo?- una voce femminile interruppe il corso dei miei pensieri.
Una giovane ragazza dai lunghi capelli neri si avvicinò al tavolo per poter lasciare un nuovo boccale di rum.

-In quanti ci hanno provato senza riuscirci, bellezza?- un rinnovato sorriso si palesò sulle labbra, finalmente mi sarei potuto rifare gli occhi con la presenza di una bella donna.

-Tanti, quasi quanto le vostre monete- indicò il piccolo bottino, prima di appoggiare una mano sullo schienale della sedia. –Siete davvero convinti di voler affrontare quel mostro? Ne ha uccisi parecchi, è un animale molto scaltro-.





 
Era riuscito nel suo intento. Finalmente avrebbe potuto riabbracciare la donna che amava, vederla respirare davanti ai suoi occhi.
Avrebbe voluto piangere, ma non poteva permettere a se stesso di cadere così in basso con i sentimentalismi.
Ariel nuotò velocemente verso di loro e donò a Milah una bolla d’aria che le permise di non bere l’acqua salata, poi la aiutò a districarsi dalle alghe per permetterle di muoversi.
Killian sorrise, dopo tanto tempo poteva dirsi felice. Non importava il sacrificio che aveva compiuto, per lei lo valeva tutto ed altre mille volte lo avrebbe fatto.
La prese per mano, sfiorandone il dorso dolcemente con le labbra, prima di condurla via da quella grotta per poterla riportare in superficie.
Non appena entrambi riaffiorarono dall’acqua, la ciurma esclamò unanime: -Milah, Milah è tornata in vita-.
La donna del Capitano era riuscita a farsi amare dall’inizio e l’avrebbero protetta in ogni modo.






Le afferrai la mano prima di farla voltare e poi condurla verso di me, per farla sedere sulle mie gambe e guardarla meglio negli occhi.
-Non sai con chi stai parlando, sono certo di poter affrontare una sfida del genere e tornare integro-.

Mi rivolse uno sguardo carico di ironia, prima di volgere lo sguardo sull’uncino con cui le stavo distogliendo i capelli dal viso.
-Pare proprio che qualcuno sia riuscito a strappare via un pezzo di voi, intrepido condottiero-.
Si rialzò immediatamente, prima di recuperare i boccali vuoti ed appoggiarli sul vassoio di legno.

Lo sguardo azzurro si incupì per qualche istante, ma sparì subito dopo che avvolsi la mano nel boccale appena riempito.
-In ogni caso, spero che riusciate a tornare vivi. In quanto al Lupo, non lo trovo un animale così fastidioso. Sono gli altri che lo cercano per ucciderlo, altrimenti sarebbe mansueto-.
La ragazza si dileguò immediatamente dietro al bancone per tornare a servire gli altri clienti.

-Hai per caso sentito il suo nome, mentre si presentava?- domandai ad Abraden tornando improvvisamente pensieroso.
-Non si è presentata, Capitano- si volse anche lui a guardarla –ma prima ho sentito qualcuno chiamarla Red-.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile, prima che il rumore della lancetta tatuata sul petto, non scoccò verso un altro minuto. Sussultai, prima di tornare a bere.





NdA:

Salve a tutti! Ecco qui il nuovo capitolo della storia. Qui, come avete visto, compare per la prima volta Cappuccetto Rosso, che diventerà più presente nei prossimi capitoli. 
Lascerò ancora spazio ai flashback di Hook, per capire a quale punto attuale della storia si trovi al momento. 
Non ho saputo resistere alla presenza di Ariel, dovevo inserirla in qualche modo! 
Nella speranza che possa piacervi, 


Yoan. 
   
 
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