Nel
mezzo del campo di Quidditch!
Con il viso spiaccicato alla
finestra, Harry Potter schiacciava un sonnellino nella sua
camera.
I suoi compagni stavano dandoci
dentro con una relazione per Piton, aveva ben cinque letti a disposizione, ma la
scomodità di una sedia sembrava essere più appropriata per il suo
riposo.
Dapprima un leggero russare
riempiva la stanza vuota, poi il russare si fece violento.
Harry Potter fu svegliato dal suo
stesso ronfare.
“Cosa?”
Gli occhiali storti sul naso e i
capelli scarmigliati non erano un buon biglietto da visita, tanto che guardando
la sua immagine riflessa nella finestra si spaventò a tal punto che si trovò a
terra con tutta la sedia.
“Ehi Harry… non sai cosa si dice in
giro… ehi, ma perché sei a terra?”
“Perché sono masochista,
Ron!”
Ron fece spallucce e prese la sua
sciarpa, lasciando Harry perplesso, dolorante e con un discorso lasciato a
metà.
Decise comunque di non stare lì a
massaggiarsi il deretano e fare una passeggiata, alla fine lui aveva già pronta
la sua relazione sui Dissennatori.
***
“Oh Granger, ti
prego…”
“Malfoy non è colpa mia se per
gonfiare il tuo ego hai bisogno di fare l’idiota”
“Non stavo facendo
l’idiota!”
“Ah già… tu non puoi farlo visto
che lo sei!”
“Per Merlino, Granger! Non posso
neppure…”
“…no, non
puoi!”
Hermione si voltò dall’altro lato
sbuffando, alle volte –il più delle volte- Draco Malfoy era davvero
impossibile.
E forse lo era di più da
quando…
“Dovevo comprare il regalo per
Harry e Ron!”
“Due scatole di Cioccorane andranno
più che bene…”
Hermione sbuffò infastidita e prese
a gesticolare convulsamente.
“No, no che non vanno bene! Io non
vado regalando ai miei amici la prima stronzata che vedono i miei
occhi.”
“Hai ragione… i tuoi occhi stanno
bene attenti nella scelta della stronzata da regalare a quelle due
amebe”
Un ringhiò uscì dalla bocca della
ragazza accompagnato da un’occhiata torva rivolta tutta a
lui.
“Stai parlando dei miei migliori
amici…”
“Lo so”
“E allora…”
“…e allora baciami,
Granger!”
“Drac…”
Inebetita.
Lui non si curò di nulla, la trasse
a sé posò le sue labbra su quelle della ragazza, rigida come una statua di
ghiaccio.
“Granger, e dire che di solito sei
molto più sciolta…”
“Solitamente non ci baciamo nel bel
mezzo del campo di Quidditch!”
Draco ghignò, e lei gli dette un
buffetto piuttosto violento sulla spalla.
“C’è anche un altro
particolare”
“Ovvero?”
“Di solito, quando ci baciamo non
ci sono neppure Corvonero e Tassorosso che hanno bisogno del campo per gli
allenamenti”, ammise sereno mentre Hermione cambiava tonalità di
colore.
Avrebbe voluto
ucciderlo.
“Corvonero? Tassorosso?
Allenamenti?”
“Ottima capacità
oratoria”
“Smettila!”
“Suvvia, stiamo parlando di corvi e
tassi… ci avranno scambiati per Lenticchia e
“Non credo proprio, adesso saremo
sulla bocca di tutti”
Draco sbuffò contrariato e
infastidito dalle paranoie della ragazza.
“In questo momento vorrei solamente
che la tua fosse sulla mia”
“Sei come tutti gli uomini… pensi
solo al sesso in ogni istante della tua vita”
Fece per andarsene e lui si mise al
suo passo da donna infuriata per la poca sensibilità appena
sfoggiata.
“Arrabbiata?”
“Non volevo che i miei amici lo
venissero a sapere così…”
Draco non disse nulla, ma una mano
si posò sulla spalla della ragazza facendola sobbalzare e innervosire ancora di
più.
“Draco, ho detto che sono
infuriata…”
“Non sono
Draco!”
“Harry!”
Adesso avrebbe dovuto sentire le
lamentele del suo migliore amico.
Non ne aveva davvero
voglia.
Non in quel
momento.
“Hermione, sta tranquilla… lo
sappiamo tutti che state insieme!”
“Cosa??!!??”, disse lei basita con
la mandibola raso terra.
“Lo sappiamo da
mesi.”
“Ma…”
“Adesso ti va di
baciarmi?”
Harry gli lanciò uno sguardo
truce.
“Lo sappiamo da mesi… ma non
vogliamo concesso il bis, furetto!”
“Invidioso,
Potter?”
“Perché dovrei esserlo,
Malfoy?”
“Sbaglio o la tua ragazza ti ha
mollato per Paciok?”
“E questo che
c’entra?”
Draco scosse la
testa.
“Potter, sei così sfigato che i
corvi quando ti vedono migrano a Nord!”
Circondò le braccia della sua
ragazza e si avviarono al castello, mentre un Harry Potter cogitabondo, meditava
sulla sua condizione d’esistenza.
Era davvero uno
sfigato?
Non pretendo
nulla!
L’ho scritta per ingannare il
tempo, indi per cui non ha capo né coda.
Potete dirmi che le cose senza
senso andrebbero oppresse ancora prima di avere l’idea malsana di aprire word,
ma mi andava di scrivere qualcosa, e quel qualcosa che ne è uscito è stato
questo.
Kisses