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Autore: Rivqah    22/05/2013    3 recensioni
SPOILER!!!
Prendendo spunto dallo Sneak Peek della 5x24 procedo con questa storia, sperando che possa piacere.
Una Detective che per la prima volta vedrà sfuggirsi realmente le cose di mano e che dovrà veramente faticare per riavere l'amore dell'unico uomo che l'ha mai veramente adorata.
Lui dall'altra parte si troverà a fare i conti con la coscienza e con il desiderio di voler riabbracciare quella donna che ora tentava di punire.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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I'm your man.

Da quando era atterrata una fitta allo stomaco l’aveva subito colpito. Era un misto di energia, allegria, adrenalina e nostalgia. Era innegabile che il suo uomo le mancasse, ma non si poteva dire triste per quel lavoro. Mentre usciva dall’aeroporto pensava a come la sua vita avesse preso una piaga del tutto inaspettata: dieci anni fa si sarebbe vista come insegnante di letteratura, no come agente nella Task Force di un pezzo grosso dell’FBI. In realtà non l’avrebbe mai pensato, neanche mai immaginato per se stessa.

In quegli anni aveva imparato a non aspettarsi nulla dagli altri, a non ricevere nulla in cambio del suo duro lavoro. Nessuna aspettativa, nessun dolore. Poi era arrivato Castle e la sua vita era cambiata più o meno come cambia quando ti arriva un figlio: quelle gioie inaspettate che ti riempiono l’anima. Si era chiesto più volte perché meritasse un simile amore, una simile devozione. Suo padre le diceva che era la parte che la completava, l’altra parte della mela. Aveva iniziato a crederci davvero in quella storia, lo amava davvero.

Camminava a testa alta e i suoi tacchi risuonavano nell’aria grigia di quell’aeroporto quasi vuoto. Qualche bambino si girava e le sorrideva, estasiato dalla sua figura. I capelli sciolti la seguivano fedeli, alcune volte sfuggendo alla sua ombra e un dolce odore di ciliegie le faceva ricordare dove fosse il suo cuore. Sapeva che avrebbe trovato qualcuno fuori ad aspettarla, per cui fece il tragitto con calma, cercando di ricordare al meglio le strade di New York e l’odore di caffè del distretto. Si guardò intorno e tranne qualche cartolina con la Statua della Libertà non c’era nulla che le ricordasse casa. Un leggero senso di disagio la infastidì, ma si convinse che le sarebbe presto passato. Fra una settimana sarebbe finito il periodo di prova e avrebbe dovuto definitivamente decidere.

“Detective Beckett?” una voce la colse alla sprovvista e si girò di scatto cercando la fondina con la sua pistola. Era un gesto incondizionato che ogni tanto si rifaceva vivo. A Castle lo aveva definito come “deformazione professionale.”
“Non vi siete mai chiesti perché la gente vi odia?” chiese lei spaventata.
“Perché facciamo il nostro dovere”
“No perché fate venire infarti”. Meno un punto per il “Man in Black” che l’avrebbe portata nella sede operativa. Meno un punto a Washington: non aveva il senso dell’umorismo newyorkese.

Salì su un auto nera, con finestrini oscurati. Si avvicinò al finestrino e cominciò ad indagare sul paesaggio straniero. Avrebbe dovuto far diventare DC la sua miglior amica, avrebbe dovuto passare lì molto tempo. Era così diversa da New York che quasi le sembrava di essere dall’altra parte del mondo.

“E’ l’effetto che fa a tutti” disse lui, guardandola.
“Cosa?”
“New York. Tutti pensano che sei ore di macchina e poche di aereo non cambino la natura delle città. Non è vero. New York è città, è mondo, è cielo, è inferno. Noi siamo la città della burocrazia. Delle regole. E siamo una delle città con il maggiore tasso di criminalità. Siamo l’altra parte della Grande Mela.”
Kate Beckett si voltò verso quell’uomo.
“Katherine Beckett, piacere di conoscerla.”
“Josh Hareton, autista del Sottosegretario.”
“Le dica che non si sarebbe dovuto disturbare.”
“Tengono molto a lei, lo sa signorina Beckett?”
“Davvero?”
“Non si parla d’altro.”
La donna sospirò e continuò a guardare fuori. Nuvole nere si affacciavano al di là dell’orizzonte. Una strana malinconia si impossessò del suo corpo. Le mancava già la sua casa.

*

L’uomo sospirò vedendo al di là del finestrino.
“Credo verrà a piovere”
“Già, meno male che ho preso l’ombrello. Ciao papà, grazie del passaggio, a dopo”. La rossa si avvicinò al padre e lasciò un bacio sulla guancia.
L’uomo rimase fisso a guardare il cielo chiedendosi in quel momento dove fosse il suo amore grande. Si sentiva incredibilmente solo e decide di mandarle un messaggio: si era prefissato di mandarne solo tre al giorno, più una chiamata. Niente di morboso. Questo sarebbe stato il primo.

“Tutto ok? Sei arrivata? Mi manchi. RC.”
Pensava non avrebbe risposto, o perlomeno lo avrebbe fatto velocemente; la risposta quasi immediata lo sorprese.
“Mi manchi tanto. Qui tutto ok. Appena arrivo a casa ti chiamo. Fatti sentire, KB”

Sorrise e bloccò lo schermo dell’Iphone. L’immagine di sfondo gli fece ritornare il sorriso: era un collage di quattro foto. Una con Kate e Alexis insieme le altre tre di loro due, mentre si baciavano e si abbracciavano. La sua vita rappresentata in quattro foto.
Decise di andare a scrivere un capitolo, uno triste probabilmente.

*

Arrivata nella sede l’immane costruzione la colpì. Bianca, illuminata dai pochi raggi del sole non coperti dalle nuvole, si stagliava come un enorme gigante della giustizia.
“Non sia intimorita, dentro è peggio”
Hareton salutò la donna e le augurò buona giornata.

Con ancora il bagaglio a mano al seguito si diresse verso l’ingresso: lo posò e ebbe il pass d’ingresso. Andando verso l’ufficio dirigenza, passò davanti alla sua scrivania. Non c’erano né Ryan né Esposito, né Castle con il caffè. Si spostò i capelli sulla spalla destra e inspirò profondamente. Bussò ed entrò.
“Signore.” Kate in assoluto atteggiamento risoluto si presentò.
“Signora Beckett, benvenuta a Washington DC.”
Una stretta di mano vigorosa, la convinse ad andare avanti, perlomeno di una settimana.
“Sono felice che lei abbia accettato il lavoro, spero si troverà bene in questa settimana. Per oggi, anzi per adesso, non ci sono casi. Ne approfitti per completare un po’ di moduli. Buona giornata”.

Kate si congedò, ma rimase basita dall’assenza di casi. Si dovette ricordare che non era più al 12th e che qui i casi era più importanti, ma forse meno frequenti. Cominciò a firmare carte, ad ispezionare il luogo. Alle quattro il suo turno finì e per quanto fosse stata una giornata da nullafacente, si precipitò a recuperare il suo bagaglio e a chiamare un Taxi.

“Ti accompagno io, Kate” poi si schiarì la voce “posso chiamarti Kate?”
“Si, i miei colleghi possono, Hareton”
“Puoi chiamarmi Josh.”
“Preferisco di no, scusa. Ricordi di ex.” Kate rabbrividiva al solo nominare quel nome. Oramai era finita e di quell’uomo non rimaneva neanche un buon ricordo.

La casa che aveva affittato era abbastanza grande da poterla organizzare con comodità senza grossi sfarzi. Le doveva servire come punto d’appoggio.
Erano le cinque e la prima cosa che fece fu chiamare Castle.

“Castle!” Lo scrittore si riprese dal suo torpore e balzò sulla sedia.
“Rick!” Castle la sentì talmente felice che giurò di averla sentita sorridere.

La chiamata durò due ore e si raccontarono tutto della loro giornata, come se dovessero rendersi partecipi delle loro rispettive vite l’uno dell’altro.
Avrebbero potuto giurare che mai nessuno dei due aveva mai riso così tanto durante una loro conversazione.
Mentre la giornata finiva, la donna dava la buonanotte al suo uomo.

“Guarda come piove..”
“Mi mette malinconia questo tempo” rispose lei.
“Vorrei fossi qui.”
“Lo vorrei anche io”. La donna sospirando appoggiò la fronte alla grande finestra.
“Vai a dormire, Kate, sei stanca.”
Annui mentalmente e scambiò qualche altra parola con lui. Poi si salutarono.
“Buonanotte Kate.”
“Buonanotte Rick. Ricordati che ti amo.”


The opposite of loneliness, it's not togetherness. It is intimacy.
Richard Bach, The Bridge Across Forever: A Lovestory (1989).

Angolomio.
Testo ispirato dal tempo e da questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=ekzHIouo8Q4
H
ope U enjoy it!
Kisses
R
  
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